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Lui & Lei

Tenerife 1


di passeradisandra
18.11.2014    |    10.918    |    0 8.8
"Lei ha quasi sessant’anni ma non li dimostra e da stamane tanti uomini ronzano anche intorno a lei..."
Finalmente, quanto inaspettatamente ed insperatamente, sto per atterrare all’aeroporto “Reina Sofia” di Tenerife.
Quest’anno non avevo in programma di fare ferie, perché costano troppo e soldi ne girano pochi. Poi una telefonata della mia amica Giuliana che mi proponeva questa settimana di vacanza a prezzi stracciati.
All’arrivo a Tenerife, con Giuliana e mia figlia Alba, troviamo ad attenderci Giulio, il figlio della mia amica che si è trasferito qui e lavora in un albergo cinque stelle di Playa de las Americas.
E’ sabato pomeriggio ed abbiamo sulle spalle tante ore di volo più una lunga coincidenza a Madrid. Arriviamo in albergo in tempo per prendere possesso delle nostre camere e fare una veloce doccia, prima di andare a cena.
Ci sediamo ad un tavolo che Giulio ci ha riservato ed attingiamo abbondantemente ai banchi dei buffet.

Giulio ci declama la vita notturna di Playa de las Americas, ma mi sembra molto difficile poterla conoscere dato che Alba ha soltanto tredici anni, appena compiuti. E poi, in fondo, sono venuta soltanto a rilassarmi e godermi il sole delle Canarie. E dormire quando ne ho voglia.

Così, dopo esserci attardati a chiacchierare, con Alba saliamo in camera, mentre Giuliana approfitta dei rari momenti di pausa di Giulio (quanta fantasia) per godersi il figlio che vede soltanto dieci giorni l’anno, quando rientra a Roma.

La domenica trascorre in spiaggia, sotto il costante sguardo di tutti gli uomini che sbirciano nel mio risicato due pezzi, che mal contiene le mie prorompenti forme.
Alba inizia a fare le sue prime amicizie e già la sera mi chiede di poter far tardi con un gruppo di coetanei. Resteranno nella discoteca dell’hotel.

Con Giuliana, dopo cena, ci sediamo su due sdraio vicine fronte mare, a sorseggiare una sangria preparataci da Giulio. Ambedue indossiamo un pareo trasparente - comprato volutamente uguale - che mostra la nostra pelle già abbronzata e nascosta in maniere molto minimale da due mini reggiseni e due altrettanto mini perizomi. Lei ha quasi sessant’anni ma non li dimostra e da stamane tanti uomini ronzano anche intorno a lei.
Passano solo pochi minuti ed un bel tipo sulla sessantina, brizzolato e dal fisico asciutto - che già stamattina, sulla spiaggia, le aveva gironzolato intorno con sguardi ammiccanti ed affatto sgraditi alla mia amica - si avvicina a Giuliana proponendole di continuare a bere passeggiando sulla spiaggia. La mia amica è divorziata ed il figlio sa perfettamente che la madre non disdegna affatto la compagnia degli uomini; dà quindi un’occhiata verso Giulio che in quel momento non si cura di noi, mi strizza l’occhio, e:
- con piacere, vada per la passeggiata!
Io continuo a sorseggiare la sangria seguendo con lo sguardo, e con un po’ di invidia, la mia amica ed il suo accompagnatore.

Sono così soprappensiero sulla mia momentanea solitudine ed insolita astinenza, che non mi accorgo che sulla sdraio lasciata libera da Giuliana, ha preso posto Giulio.
- Mia mamma ha già rimorchiato, eh?!
Mi scuoto di soprassalto e non mi rendo conto che Giulio ha poggiato la sua mano destra sulla mia coscia sinistra.
- Giulio… non ti avevo sentito arrivare… Già, stavo guardando proprio Giuliana… e lui è un bell’uomo…

Ma anche Giulio non è affatto male: ha ventisette anni, s’è fatto proprio un bel ragazzo, con tutto al posto giusto. Non lo vedevo da circa dieci anni, ma è il figlio di Giuliana ed ha quasi vent’anni meno di me!

- Sandra, è una vita che non ci si vede e devo dire che ti fai sempre più bella… scusa.
Qualche secondo di pausa, poi
- Senti, ho mezz’ora di pausa, ti andrebbe di fare anche noi due passi sulla spiaggia, magari dal lato opposto, così non importuniamo i due piccioncini?

In tutto questo tempo non ha mai tolto la mano dalla mia coscia e non ha mai smesso di guardarmi negli occhi. E questo mi sta turbando.
Per mettermi a mio agio, Giulio si scusa e va a prendere altri due bicchieri di sangria, porgendomene uno. Quindi mi cinge la vita e mi conduce verso la spiaggia.
Non mi oppongo, anzi. Lo assecondo.
All’improvviso squilla il suo cellulare, fa per prenderlo ma gli sfugge di mano. Si abbassa contorcendosi per fermarne la caduta e si ritrova col viso a due centimetri dal mio petto ballonzolante e mal trattenuto da un volutamente striminzito reggiseno. Per non cadermi addosso poggia, istintivamente (?), una mano sul mio seno e mi guarda negli occhi in modo interrogativo, come a valutare se può continuare o deve smettere. Io lo guardo come in trance, lui capisce al volo che è il momento di insistere, così le sue mani entrano senza incontrare resistenza sotto le coppe del mio reggiseno, venendo a contatto con le mie enormi tette, ormai bloccate nel loro ondeggiare da quelle piovre calde e voluttuose. Anche il mio respiro è bloccato, mentre il cellulare continua a suonare, inascoltato, sulla sabbia…
Libera le mie tette con studiata lentezza, mentre avvicina la sua bocca alla mia, facendosi strada con la sua lingua, fino ad impossessarsi della mia che risponde voluttuosamente. La mia lingua partecipa, lo scopa, ma il mio cervello è ancora rapito, non si rende conto, non se lo aspettava, anche se in fondo lo desiderava dal momento che lo avevo visto ieri all’aeroporto “Reina Sofia”.
In quell’angolo di spiaggia non c’è quasi nessuno, per decine di metri siamo soli. Il buio protegge noi e gli altri frequentatori che sono sicuramente interessati a tutt’altro…
Giulio mi fa sedere sulla sabbia, mi spinge - con delicatezza ma in modo deciso - fino a farmi sdraiare, supina, e mi si posiziona addosso, ancora vestito ma col suo cazzo già ben duro che si poggia sulla mia passera, quasi sfondandomi il bacino. E lei, la mia figa, comincia a bagnarsi… Lui si toglie la maglietta, mi scioglie il pareo, riprende a baciarmi, ora furiosamente, mentre mi sgancia il reggiseno che non regge più niente già da qualche eterno minuto. Le sue mani scendono dalle tette alla pancia, ai peli della mia fica ormai infuocata, fino ad accarezzarmi l’interno cosce ormai bagnato dei miei stessi incontenibili umori. Brividi incontenibili mi percorrono la schiena fino a devastare il mio corpo…
Il mio giovane amante se ne accorge ed inizia a sfilarmi il perizoma ormai fradicio, si sfila i pantaloni, avvicina il suo turgido cazzo alla mia passera, e…
Squilla nuovamente il suo cellulare, è il direttore dell’albergo, deve rispondere. Si riveste
- Mi spiace da morire, devo andare, staremo di nuovo insieme, dopo?
- Io ho Alba, come faccio?
- Già, Alba… allora buonanotte.
E mi bacia un’ultima volta cercando la mia lingua con la sua. E mi da le spalle per correre verso il suo dovere.

Già, non sono sola, sono in vacanza con mia figlia e poi non avevo assolutamente in programma alcuna… distrazione.
- Mamma… Mamma…
- Sono qui Alba, arrivo…
E’ già mezzanotte, di Giuliana non c’è l’ombra… beata lei!
Andiamo in camera, il tempo di una doccia gelata per farmi sbollire ogni voglia e via a nanna.
Sembra facile prendere sonno dopo quelle carezze, quei baci, quegli umori che colavano sulle mie cosce… come ora, mentre sto a letto ed inizio a masturbarmi cercando di non fare rumore per non svegliare mia figlia.
Non so quanto tempo sia passato, so soltanto che mi sono addormentata con le mani impiastricciate dei miei umori e due dita nella mia fica…



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