Lui & Lei

Zadri


di CarTr
11.07.2014    |    4.934    |    0 9.3
"Per alcuni attimi rimanemmo senza fiato per la bellezza quasi incontaminata e magica di quel luogo a così poca distanza dalla città… mano nella mano..."
Anni fa ero solito scaricare musica tramite un vecchio programma di peer to peer, Soulseek; lo trovavo molto interessante grazie alla possibilità di esplorare gli archivi degli altri utenti e affiancando a questo un sistema di messaggistica istantanea. Fu grazie alla chat di Soulseek che conobbi lei: una donna più grande di me, che al tempo avevo 21 anni, madre di due figli e con un matrimonio alle spalle.
Nelle mie beate mattinate di ozio da universitario ero solito connettermi su soulseek per mettere in coda un po’ di albums da scaricare; fu allora che la trovai, mi apparve nella lista di utenti che avevano tra i loro file un brano che andavo cercando. Dato che non avevo impegni pressanti, attratto dal suo nick *******, la querai, con un semplice “ciao”. Devo dire che rimasi un po’ sorpreso quando lei rispose, non è infrequente del resto non ricevere risposta quando si cerca un contatto online! Iniziammo una chiacchierata molto piacevole un po’ sulla musica e un po’ su di noi: io universitario sardo poco più che ventenne e lei impiegata torinese quarantenne. Mi trovai affascinato dal suo modo di scrivere (seppi poi da lei che era a sua volta attratta dal mio), fu così che improvvisamente decisi di buttarmi e dando sfogo alla mia irruenza da ventenne buttai lì un:
“che ne diresti se mi sdraiassi sulle tue natiche?”.
E lei di rimando con una frase tipo:
“perché no, potrebbe essere interessante”.
Fu così che iniziammo, dopo qualche minuto di conversazione si era già arrivati a dichiarazioni decisamente esplicite e questo in qualche modo affascinò entrambi. Nacque una particolare intesa che si concretizzò nei mesi a seguire con bollenti rapporti virtuali nei quali, dando sfogo alle nostre fantasie, inventavamo storie erotiche delle quali eravamo assoluti protagonisti. I nostri “incontri” si tenevano solitamente in mattinata poiché lei si trovava in ufficio e da li accedeva ad Intenet; questo per me era fonte di una maggiore eccitazione, la immaginavo tutta compita al suo pc mentre mi scriveva che si stava bagnando nel leggermi.
I nostri incontri, dei quali non riporterò per intero i dialoghi, si fecero sempre più caldi e fantasiosi, fino a scambiarci una serie di e mail e alcune telefonate che rischiarono di crearle problemi col suo compagno.
Tutto questo si protrasse per alcuni mesi, nei quali cresceva in me un sempre maggiore desiderio di incontrare dal vivo questa donna così sensuale e affascinante, tanto che le accennai di questo mio desiderio ottenendo come risultato, aimè, di renderla più fredda e portandola a sostenere che presto sarebbe stato bene interrompere le nostre chattate clandestine sia perché lei era impegnata, sia per la differenza di età. Riuscivo a convincerla a lasciarci andare ai nostri giochi sempre più raramente, ma quando accettava era fantastica e l’eccitazione reciproca che ci regalavamo era intensissima.
Poi un giorno la notizia: sai che tra un mese vengo in Sardegna?
Mi spiego poi che la sua famiglia era originaria dell’isola e qui aveva ancora parenti, tant’è che l’estate a volte tornava coi due figli al seguito per godersi qualche giorno di vacanza..senza il compagno!
Tra mille tentennamenti, legati al fatto che non era semplice inventarsi una scusa per lasciare figli e parenti per una giornata intera. Alla fine la decisione fu presa, lei mise le mani avanti dicendo che si trattava di un incontro tra amico e nulla più; ovviamente risposi che per me andava bene anche se, in cuor mio, speravo che fosse l’occasione per l’avverarsi dei nostri giochi virtuali. Decidemmo che lei sarebbe venuta nella mia città con la sua macchina visto che la distanza di poche decine di km poteva essere coperta in breve tempo consentendole un rientro in giornata.
A metà mattinata era da me, essendo estate ovviamente si era premunita di costume, asciugamano e cambio poiché avevamo deciso di andare al mare. Ci recammo in una grande spiaggia della mia città, tutto fuorchè riservata, dove tra un bagno e qualche schizzo in acqua sciogliemmo un po’ l’imbarazzo di un incontro reale dopo esserci scritti e amanti virtualmente con parole che definire esplicite sarebbe poco.
Anche in questo caso rimasi sorpreso quando, una volta sistemati borse e asciugamani, entrammo in acqua e lei dopo un po’ inizio a giocare raccogliendo acqua con la bocca e spruzzandomela addosso per poi abbracciarmi da dietro rimanendo così, poggiata a me, sotto il pelo dell’acqua a chiacchierare come due vecchi amici. Passammo al mare tutta la mattina e parte del pomeriggio pranzando con un gelato preso in un chiosco sulla spiaggia. Inutile dire che la confidenza tra noi, anche se lei manteneva un certo distacco, cresceva di ora in ora così come di pari passo cresceva la mia eccitazione nello starle vicino.
Durante la giornata avevo avuto modo di ammirarla a lungo, apprezzandone le fattezze: non era alta, sul metro e sessanta circa, biondina, un fisico decisamente tonico per la sua età con una seconda abbondante e un bel sedere, un po’ grande ma alto e bellissimo da vedere, il tutto contenuto in un sobrio 2 pezzi celestino che non impediva comunque di poterla ammirare. Non era facile rimanere indifferenti tanto che spesse volte mi trovai a dover mascherare prorompenti erezioni, non sempre con grande successo.
Verso le 18:30 disse, con mio rammarico,che era tardi e a breve sarebbe dovuta rientrare.
Decisi di tentare e le proposi di venire da me (un una mansarda adibita ad appartamento con tanto di bagno e cucina) per rinfrescarsi e potersi cambiare prima di ripartire.
Lei non sembrava molto propensa, ma alla fine si decise ad accettare, precisando però di non farmi strane idee.
Ci recammo da me, una volta a casa le fornì i prodotti da bagno ed un accappatoio invitandola a fare come fosse a casa sua. Silenziosa e un po’ imbarazzata si tolse l’abitino che aveva indossato una volta andati via dalla spiaggia rimanendo in costume; in quel momento incrocio il mio sguardo che era perso in ammirazione del suo corpo, allora in fretta raccolse le cose e andò in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Io deciso a non eccedere mi sdraiai sul divano-letto ma l’eccitazione era tale che non resistetti al desiderio di toccarmi. A causa del mare e della conseguente stanchezza caddi in uno stato di dormiveglia nel quale continuavo ad accarezzarmi con la mano dentro il costume..e fu così che lei mi trovò quando uscì dal bagno. Si avvicinò e mi diede un colpetto per svegliarmi dicendomi: “vai a farti la doccia, almeno sbollisci un po’”.
Imbarazzato per essermi fatto beccare in maniera così spudorata entrai dritto in bagno senza fiatare…ma decisi di lasciare la porta socchiusa; una volta in doccia la vidi passare e soffermarsi davanti alla porta..ma non entrò.
Una volta uscito dal bagno la trovai a sua volta sdraiata, ancora in accappatoio, sul divano letto;
Mi disse: “ sono un po’ stanca per guidare, se non ti disturba riposo un po’ prima di andar via”.
Risposi che ovviamente non c’erano problemi e mi sdraiai accanto a lei; l’idea di provarci era forte ma dopo pochi secondi lei cadde addormentata e così, non sapendo che fare, finì per assopirmi anche io.
Dopo credo mezz’ora, fui svegliato da un colpetto sulla gamba: girandosi nel sonno, si era volta verso di me ed una sua gamba era finita sulla mia, al quel punto la distanza tra noi non era che di pochi centimetri. Notai che sotto l’accappatoio, ormai semi aperto, era ancora nuda e potevo ammirarne quasi completamente un seno e intravedere l’incavo del pube: era veramente bella, e la sua pelle liscia e profumata mi attraeva in un modo che non saprei descrivere, suscitando di riflesso l’erezione; non resistetti oltre e mi ritrovai a prendere in mano il suo seno, ammirandone la morbidezza.
Fu a quel punto che lei si sveglio, guardandomi dritto negli occhi.. io rimasi talmente stupido che neanche le tolsi la mano di dosso… lei non disse una parola di protesta ne fece nessun gesto, continuava a guardarmi e basta. Presi dunque coraggio e continuai a palparla con delicatezza, mi accostai a lei e presi il capezzolo tra le labbra per succhiarlo. Lei sempre senza parlare emisi un gemito e con una mano mi strinse a se tirandomi dalla nuca e strusciandosi contro di me, con l’latra mano scese ad accarezzarmi il petto e più giù verso l’inguine.
Continuando a palparle e leccarle il seno decisi di andare oltre e,con la mano libera, scesi a cercare spazio tra le sue cosce.
Lei rimase contratta per qualche secondo, ma ormai era giunta a sfiorare con la sua mano il mio pene ormai tesissimo ed ebbe un sussulto che mi consenti di insinuarmi tra le sue gambe, le poggia una mano sulla vagina iniziando a stringerla piano…e lei di rimando finalmente impugnò in mano il mio pene.
Subito si bagno e si apri consentendomi di infilarle dentro 2 dita mentre lei, in un silenzio interrotto solo da qualche mugolio di piacere, mi segava sempre più veloce.
Dopo alcuni secondi, così intensi da sembrarmi ore, mi fece girare pancia in su e ,una volta tolto l’accappatoio, si sdraio sedendosi sul mio viso e chinandosi in avanti per prendermelo in bocca in uno splendido 69.
Lo leccava intensamente e lo ingoiava tutto facendomi sussultare ed io, cercando di non essere da meno, col la lingua mi concentravo a disegnarle l’alfabeto sul clitoride, mentre delicatamente la esploravo con le dita sempre più in profondità.
Lei ora era passata a segarmi allungandosi ancora di più mi prese i testicoli in bocca, succhiandoli con una delicatezza sublime, io completamente sconvolto dal piacere iniziai a far scorrere le mie dita nel solco delle natiche fermandomi a massaggiarle lo sfintere, mentre con la lingua continuavo a leccare il suo sesso sempre più dilatato e bagnato. Quando alla fine, mi decisi ad iniziare a spingere un dito nel suo buchetto ebbe come una scossa e si rituffò con foga sul mio pene spingendoselo sin in gola e succhiandolo con forza più affondavo il dito in quel culetto fantastico più lei si appassionava nel lavorarmi tanto che in poco tempo sentii le prime avvisaglie di un imminente orgasmo.
Memore delle nostre precedenti conversazioni decisi di prendere in mano la situazione, sottraendomi a lei e mettendola a sedere sul letto, con la schiena appoggiata al muro. A questo punto, pin piedi sul materasso mi posi dinanzi a lei passandoglielo sul viso.
Ricambiando le attenzioni con un sorriso lo prese in mano leccando e baciando la cappella..
Le mie mani ad accarezzare il suo dolce viso concentrato nel farmi godere…decido di osare ancora di più..
Stringo la sua testa tra le mani tenendole la nuca contro il muro e comincio a scoparle la bocca con forza, lei all’inizio si divincola, ma dura poco lentamente si abitua lo ingoia con destrezza ad ogni mio affondo.
Sentendo il piacere salire e accarezzandole le guance riversai i primi fiotti direttamente nella gola di lei che apprezzò con gemiti ripetuti il trattamento, lo ritrassi poi per poterle schizzare sul viso e sui seni (cosa che nelle nsotre lunghe chattate sembrava gradire in particolar modo), e infine le ultime colanti e dense goccie sulla lingua che sporgeva maliziosa dalla sua bocca spalancata.
Mi inginocchiai di fronte a lei e per la prima volta ci baciammo intensamente, intrecciando le nostre lingue e passandoci vicendevolmente lo sperma di cui aveva ancora la bocca piena. Rimanemmo così per alcuni minuti a baciarci, accarezzarci e gemere..ma senza dire una parola soddisfatti e insieme spaventati dal corso che aveva preso il pomeriggio.
Io dentro di me ero al settimo cielo, avevo a lungo desiderato che le nostre parole si trasformassero in realtà ed ero così estasiato da non riuscire a credere che stesse succedendo davvero.
Ad ogni modo sapevo che a breve sarebbe dovuta andar via e probabilmente non ci sarebbero state altre occasioni di rivederci, del resto era stata una pazzia d’estate e, come tale, era prevedibile che la cosa morisse li.
Volevo trattenerla con me e godere ancora della sua bellezza e delle sue arti erotiche così, sempre memore di un argomento ricorrente delle nostre chattate, le sussurrai in un orecchio: “son quasi le 21, tra poco sarà buio… che ne diresti ora che siam insieme di andare nella caletta dei nostri sogni?”
Una delle story ricorrenti nelle nostre conversazioni prevedeva appunto il trovarsi soli e nudi in qualche caletta affacciata sul mare a godere insieme sul bagnasciuga..e io avevo anche identificato quella caletta immaginaria in un luogo facilmente accessibile e poco distante dalla zona nella quale abitavo.
Lei all’inizio non rispose, mi accarezzava il petto poi, scendendo, prese di nuovo in mano l’asta che stava riprendendo ad inturgidirsi e baciandomi leggermente sulle labbra sussurrò un: “va bene”.
Ci rivestimmo alla bene e meglio continuando a baciarci e a sfiorarci presi ormai dall’eccitazione di quello che avremmo fatto da lì a pochi minuti.
Saliti in macchina dopo alcuni km raggiungiamo tramite un sentierino uno spiazzo sterrato dove parcheggiare e da lì, a piedi, iniziamo una discesa di pochi metri che conduceva alla famosa caletta… perfettamente a forma di mezza luna, bordata da scogli alle estremità, presentava una sabbia che, con l’effetto del sole che tramontava sul mare dorato, la faceva apparire rosata.
Per alcuni attimi rimanemmo senza fiato per la bellezza quasi incontaminata e magica di quel luogo a così poca distanza dalla città… mano nella mano attraversammo la spiaggietta dirigendoci sulla battigia accomodandoci sulla sabbia… intorno a noi nessuno… come nei nostri sogni: una caletta, il tramonto, il mare e il nostro desiderio reciproco.
Mi voltai a guardarla, il viso illuminato dal sole calante sembrava ancora più bello e prendendolo tra le mani, la bacia con grande trasporto. Non resistetti a lungo e subito l’altra mano libera andò ad insinuarsi sotto il vestitino che aveva nuovamente indossato prima di uscire e sotto, le mutandine del costume erano già calde e leggermente inumidite dalle sue voglie. Scostai il leggero pezzo di costume che mi separava da lei e, senza smettere di baciarla con tutto il mio desiderio, introdussi le miei dita a scorrere tra le sue coscia e separare le labbra.
Lei rispondeva con la stessa intensità, cercando la mia lingua con la sua e allungando le sue mani sul mio corpo, nuovamente ad impugnare la mia asta che subito ritornava dura tant’era la mai voglia di lei.
Mi massaggiava delicatamente l’asta partendo da appena sotto la cappella fin ai testicoli per poi risalire con altrettanta calma e morbidezza, ero in paradiso e mentre gli ultimi raggi di un sole quasi completamente tramontato stentavano ad illuminarci, la sua vagina si schiuse consentendomi di scivolarle subito dentro con due dita: Lei era quasi sdraiata, con un gomito nella sabbia, le nostre lingue intrecciate e le mani sui rispettivi sessi, lei che con tenacia non interrompeva il suo dolce massaggio ed io che, mentre la penetravo con l’indice e il medio, col pollice le solleticavo il clitoride.
Più si faceva buio più le nostre carezze si facevano intime e profonde e quando ormai il sole era completamente tramontato ci spogliammo sotto i raggi flebili della luna… mi sembrò una fata in quei momenti… sentivo in me un desiderio fortissimo che mi attraeva a lei senza nessuna possibilità di resistere.
Quando fummo finalmente nudi cercai subito un contatto fisico con lei, inginocchiati sulla sabbia la abbraccia da dietro baciandole il collo e mordicchiandole le orecchie mentre le facevo sentire il pene, sempre più caldo e gonfio, sulle natiche; lei gradiva dandolo ad intendere con leggere spinte all’indietro del bacino quasi a sollecitare il contatto mentre io facevo correre sul suo collo la mia bocca con incontenibile avidità, provocandole ripetuti sospiri che si disperdevano nella semi oscurità.
Mentre con una mano sul seno e una sul fianco nel contempo le leccavo un orecchio le sussurrai di nuovo la fatidica frase che, dietro ad un pc, aveva fatto nascere tutto:
“ che ne diresti semi sdraiassi sulle tue natiche?”
E lei come allora: “potrebbe essere interessante..”
Con la testa girata all’indietro per guardarmi si accovacciò a quattro zampe, facendo ben attenzione a mantenere la pressione del suo sedere contro il mio inguine.
La visione che mi si presentava era da impazzire: i raggi della luna mostravano una schiena bellissima, solcata al centro, che terminava con un sedere ancora più bello e desiderabile..e quel sedere spingeva sempre contro di me.
La voglia di possederla da dietro era quasi incontrollabile già solo ripensando a tutte le volte che avevamo fantasticato di questa pratica e come metterla in atto e ovviamente il contatto fisico diretto non poteva che portarmi a muovermi tra le sue natiche alla ricerca del tanto agognato pertugio.
Capii che date le condizioni provarci “a secco” non era una grande idea così, ripreso il controllo, aiutandomi con la mano lo indirizzai verso la sua vagina che,bagnatissima sembrava non aspettare altro. Scivolai dentro in un sol colpo, lentamente ma fino in fondo, incontrando una leggera resistenza delle pareti che, lungi da provocaci dolore, ci provocava scariche elettriche di intenso piacere. Presi così a cavalcarla alla pecorina con lunghe rincorse con le quali prima estraevo quasi completamente l’asta per poi riaffondarla dentro di lei, dapprima piano e poi con sempre maggiore intensità.
Le sue reazioni non si fecero attendere, coordinava i suoi movimenti coi miei e quando spingevo, lei andava all’indietro verso di me per favorire una penetrazione il più profonda possibile. La sua abilità nel cadenzare i movimenti e la mia foga ci pportarono da subito a non riuscire a trattenere i gemiti che presto raggiunsero il livello di veri e propri gridi e ansimi che rimbombavano nella piccola caletta.
Successivamente la circondai con un braccio da sotto la pancia e andando all’indietro mi sedetti a terra, mettendola a candela sopra di me, sempre dandomi le spalle, la prendevo dai seno strizzandoli e tirando leggermente i capezzoli mentre lei, con un movimento circolare del bacino si godeva il mio pene in profondità. Gocce di sudore iniziavano ad imperlare i nostri corpi impegnati in un amplesso di straordinaria intensità e coinvolgimento..deciso che volevo guardarla, la feci sollevare e voltare, rifacendola sedere su di me, questa volta faccia a faccia. La Baciavo e le leccavo il viso, mentre con le mani strette sulle sue natiche davo il ritmo alla scopata facendola scivolare su giu col mio sesso dentro di lei, nel frattempo la marea, leggermente salita, iniziava bagnarci appena dato che ci trovavamo quasi sul bagnasciuga… ormai era tardi, presto avrei dovuto davvero lasciarla andare e questo, al di là del sesso, mi dispiaceva da morire, visto la misteriosa intesa che ci univa.
Decisi di provare a suggellare il nostro incontro con la realizzazione della nostra fantasia sul sesso anale. La sollevai da me e la feci rimettere a 4 zampe, mani piedi e polpacci ormai nell’acqua, mentre io dietro di lei riaffondai nella sua vagina.
Mentre la possedevo con lentezza inizia a stimolare il buchetto, passandoci con le dita gli umori che colavano dalla nostra unione; ottenni subito una reazione positiva notando lo sfintere rilassarsi leggermente consentendomi, finalmente, di introdurvi un dito e spingerlo con sadica soddisfazione, tutto dentro. Lei sobbalzo ed emise un gemito rauco, misto di leggero dolore, ma riprese come prima ad invitarmi a proseguire spingendo sensualmente il bacino contro di me.
Presi coraggio e continuando a penetrarla davanti mi dedicavo con le dita al suo culetto, massaggiandolo e inumidendolo coi suoi stessi umori, fino a riuscire a penetrarlo con 3 dita, in maniera quasi violenta le affondavo dentro di lei tanto da provocarle delle scosse che partivano dal culo e le arrivavano fino alle spalle, facendole perdere forza nelle braccia tanto che si trovava con le braccia stesse quasi completamente piegate sotto il corpo e il viso a pochi centri menti dall’acqua.
Era il momento, mi sfilai dalla sua vagina e aiutandomi con le mani a tenerle il buchetto dilatato, puntai e affondai la mia cappella in quel culo tanto a lungo desiderato.
Lei gridò e mi incintò dicendomi:” ora dobbiam andare fino in fondo”.
Non chiedevo di meglio e inizia a spingere con costanza, riuscendo piano a vincere la resistenza delle sue pareti ed in pochi minuti buona parte della mia lunghezza era dentro di lei che guaiva e si contorceva come una cagnetta.
Qualcosa, una natura animalesca forse, si risveglio a quel punto nel mio animo, incitandomi a possederla con quanta forza avevo: inizia a penetrarla con forza e velocità, sentendo i suoi mugolii trasformarsi in grida altissime che venivano emesse di pari passo coi miei sempre più violenti affondi.
Se prima c’erano stati momenti di dolcezza, questo era sesso allo stato puroo: le voglie immaginarie a lungo coltivate e represse avevano in quel momento il loro naturale sfogo, la carne chiedeva la sua parte e così anche lei, dopo un irrigidimento iniziale dovuto al dolore provocatole dai primi affondi rispose a tono.
Riprese come prima a seguire i miei movimenti venendomi incontro, dando la massima profondità possibile alla penetrazione, entrambi gridavamo, lei con la schiena inarcata ed io che la tenevo dai fianchi, accompagnando i movimenti con alcuni schiaffi su quel sedere bianco e stupendo.
Fu una lotta animalesca che durò diversi minuti con me sopra di lei che cercavo di dominarla e possederla e lei che da sotto si agitava e sgroppava come una puledra, rare volte ho avuto momenti di intimità così intesi. Mentre la montavo nel culo intravedevo che non soddisfatta con una mano si toccava la figa per raggiungere il massimo del piacere, al che decisi di aiutarla infilandole anche io alcune dita.
Dopo forse 15 20 min di cavalcata senza sosta sentii che ero prossimo all’orgasmo e decisi di regalarci un altro piccolo show: uscì di scatto dal suo culetto ormai dilatatissimo che mi inginocchiai a baciare, leccare e penetrare un po’ con la lingua. Dopodichè mi sdraiai a terra invitandola a formare un nuovo 69, cosa che lei subito fece, e così terminammo con una intensa seduta di sesso orale con me abbracciato ai suoi fianchi e la faccia completamente immersa nei suoi umori e lei che con grande dolcezza umettava e succhiava il mio pene massaggiando in maniera divina i testicoli.
Lei venne di nuovo copiosamente ed io bevvi con grande gioia il piacere che colava da lei e, quasi nello stesso momento le eruttai nuovamente in bocca colpendola in gola con lunghi schizzi. Come prima mi consentii di guardarla alla fine: si mise in ginocchio sul bagniasciuga e guardandomi spalancò la bocca e tirò fuori la lingua cosìcchè potessi riversarle addosso le ultime gocce guardandoci negli occhi. Senza remore lo feci, con grande gioia e piacere nel vederla sorridente accogliere i miei ultimi schizzi ed ingoiarli leccandosi le labbra.
Stanchi ci lasciammo cadere sulla sabbia, abbracciandociper difenderci dal vento che iniziava a montare e per coccolarci un po’.
Rimanemmo lì in silenzio a sospirare e coccolarci per alcuni minuti, poi senza dir niente ci rivestissimo e mano nella mano ritornammo alla macchina. Il breve viaggio di ritorno fu silenzioso, una volta giunti sotto cosa ci guardammo in faccia e lei mi disse:
“ non sarebbe dovuto succedere, ma son contenta che sia successo”.
Le sorrisi come un bimbo e le risposi che io ero contento e che era una esperienza meravigliosa che avrei sempre ricordato con affetto. Sorridemmo ancora una volta,ci abbracciamo e ci baciammo teneramente ed infine..scesi dalla sua macchina e chiusi lo sportello. La salutai con una mano mentre andava via e pensai a tutte le mattine al pc nelle quali mi aveva stregato inducendomi a desiderarla come se l’amassi.

Dedicato a Zadri
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