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Lui & Lei

la nonna di Ivo


di amolafi
28.05.2013    |    64.463    |    2 9.4
"Le infilai le mani sotto le ginocchia e le alzai le gambe e glie lo misi dentro..."
Era la fine degli anni '60 ed ero tornato da poco dal servizio di leva, le tasche erano vuote e, perciò, niente ferie. Sarei rimasto a casa e il mio mare sarebbero stati l'Idroscalo e l'Adda.
Quando Ivo, anche lui nelle mie condizioni, mi propose di passare un paio di settimane da sua nonna che abitava in un paesino tra il lago d'Iseo e Boario accettai. Il programma era di passare i pomeriggi al lago e di sera andare per feste di paese, dove le ragazze del posto solo a sentire che eravamo di Milano ci immaginavano ricchi e non avremmo avuto difficoltà a combinare. oppure a ballare alle terme di Angolo.
La nonna di Ivo, una donna di sessant'anni che parlava esclusivamente il dialetto, ci accolse nel migliore dei modi e, fin dal primo giorno, ci viziò in tutti i modi. A colazione ci faceva trovare delle buonissime torte che ci preparava lei e a pranzo e cena ci cucinava i piatti che le chiedevamo. Era un'ottima cuoca e facevamo una vita da re. Quando tornavamo ci chiedeva sempre se avessimo conosciuto qualche bella "gnara" dicendo che due bei ragazzi come noi dovevamo averne intorno a decine.
Un giorno decidemmo, anziché al lago, di passare il pomeriggio alle terme di Boario. Ci divertivamo nel vedere gli anziani che giravano con il bicchiere dell'acqua termale e parlavano tra loro dicendo quanti ne avrebbero dovuti bere, i motivi per i quali facevano la cura e tutti i loro discorsi.
In mezzo a tutti questi personaggi fummo attratti da una bella signora sulla quarantina con la quale riuscimmo a scambiare qualche battuta e, quasi subito, a entrare in confidenza. Aveva un po' del troione ed entrambi pensammo che forse c'era la possibilità di combinare qualcosa. Mentre stavamo insieme era stato subito chiaro che le piaceva di più Ivo e quando ci invitò a casa sua per un aperitivo pensai bene di lasciare strada libera inventandomi che non potevo stare con loro perché avevo un appuntamento e tornai a casa da solo. Dopo l'"aperitivo" lo avrebbe accompagnato lei.
Arrivato a casa la nonna mi chiese perché fossi da solo e le dissi che Ivo si era fermato con un'amica e sarebbe tornato prima di cena e lei sorrise pensando che il nipote aveva combinato.
Andai in bagno e mi immersi nella vasca piena di acqua calda. Pensai che forse in quel momento Ivo se la stava trombando e che mi sarebbe piaciuto essere al suo posto. Mi diventò duro e cominciai a farmi una sega. Per non fare rumore con l'acqua mi alzai in piedi e continuai a menarmelo. Improvvisamente si spalancò la porta ed entrò la nonna e io cercai di coprirmi mettendo le mani davanti.
"Cosa ti copri? Ho visto quello di mio marito, dei miei figli e quello dei miei nipoti. Cosa ti copri?"
Sarei sprofondato per la figuraccia, mi sedetti dentro la vasca e cominciai a insaponarmi cercando di essere disinvolto ma le mani mi tremavano. Che vergogna!
"Dammi il sapone che ti lavo la schiena, dai non vergognarti, è naturale che voi giovani abbiate questi sfoghi."
Mi chinai in avanti cercando, così, di nascondere il cazzo che era ancora duro.
"Se stai seduto nell'acqua come faccio a insaponarti? Dai alzati."
Mi alzai un poco ma mi disse di tirarmi su bene in piedi e cominciò a insaponarmi. Dopo la schiena era andata giù sulle natiche e mi infilava le dita in mezzo stuzzicandomi l'ano mentre io, al colmo della vergogna non riuscivo a dire una parola e ubbidivo come un cagnolino. Con mia sorpresa la sua mano girò sul davanti e mi prese il cazzo cominciando a menarlo su e giù.
A questo punto era chiaro che doveva avere una grande nostalgia del cazzo e approfittava dell'occasione per averne uno in mano.
La lasciai fare. La sua mano alternava menate di cazzo a palpate dei testicoli e si infilava tra le mie gambe per poi tornare a menarmelo. Tutto con la più grande naturalezza. Le misi una mano sulla nuca e cercai di spingerla giù per metterglielo in bocca ma non volle.
"Cosa vuoi farmi fare?"
"Volevo farglielo baciare." risposi timidamente.
"Sarai mica matto che prendo in bocca quell'affare lì?"
Insistetti ma non c'era niente da fare e intanto continuava nel suo lavoro di mano.
Pensai a come poteva essere la figona di una vecchia. Mi sciacquai il sapone e mi asciugai in fretta, poi la spinsi verso la sua camera da letto mettendovela a sedere.
"Adesso cosa vuoi fare?"
"Voglio fare l'amore."
"Sei matto? io sono una vecchia, potrei essere tua nonna, cosa vuoi fare?"
Dovetti insistere ma riuscii a convincerla e, dopo essersi tolta le mutande si mise sdraiata sul bordo del letto con le gambe a penzoloni. Le infilai le mani sotto le ginocchia e le alzai le gambe e glie lo misi dentro.
Avevo sempre pensato che la figa di una vecchia fosse molle e flaccida ed invece stavo scoprendo che ce l'aveva bella stretta come quella di una ragazzina. Pensai che fosse perché era tanto tempo che nessuno la scopava. Chiusi gli occhi per non vedere il suo viso da sessantenne e cominciai a pomparla avanti e indietro. Ad ogni colpo emetteva un gemito e io cercai di farla durare più a lungo possibile, la pompavo con colpi lunghi e lenti e ogni tanto mi fermavo e glie lo facevo girare dentro mentre, dopo averle tirato fuori le tette gli le leccavo e succhiavo. Quando venni mi lasciai andare sopra di lei che mi abbracciava e mi baciava sulle guance.
Pochissimi secondi dopo squillò il telefono, era Ivo che diceva che non sarebbe tornato per cena e che ci saremmo trovati verso il tardi davanti all'entrata delle terme. Come a dire che la sua scopata sarebbe continuata anche dopo cena e io dovevo arrangiarmi da solo.
Cenammo soli noi due e quando si mise a lavare i piatti la guardavo. Tutto sommato trovai che fisicamente non era poi tanto male, certamente una ragazza sarebbe stata meglio ma, come dice un famoso detto:
"Piuttosto che niente è meglio piuttosto."
Mi tornò la voglia e mi avvicinai abbracciandola da dietro appoggiandoglielo al sedere per farglielo sentire bello duro.
"Cosa fai? Non ti è bastato? Io sono vecchia, non sono come voi che avete sempre voglia."
Continuai a sfregarglielo contro come se non avesse parlato e poi la presi in braccio e la riportai sul letto mentre lei protestava che non voleva. Le sollevai la gonna e le sfilai le mutande facendola sdraiare, abbassai i pantaloni e le andai sopra mettendoglielo dentro. Appena cominciai a pompare riprese i suoi gemiti, le aprii la camicia e le tirai fuori le tette cominciando a palpargliele con forza e a succhiarle. Ora si era completamente abbandonata e "subiva" tutto quello che le facevo. Venni dentro di lei per la seconda volta e questa volta non ci fu il telefono a separarci, mi tenne stretto a lei per una decina di minuti continuando a baciarmi e accarezzarmi.
"Dai, adesso vestiti e vai fuori dalle balle. Se stai qui ancora un po' sei capace di volerlo fare un'altra volta. Dai fila!"
La vacanza finì senza che avessimo altre occasioni e, al momento di salutarci, mi disse di tornare a trovarla ogni volta che volevo.

P.S. I suoi dialoghi erano in stretto dialetto e il fatto che la definisca vecchia è solo perché avevo ventun'anni. Ora, per me, sarebbe una bella signora matura.
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