la vecchia troiona (l'amore tra le dune)

Il giorno seguente, dopo avere preso il caffè in compagnia ed aver chiacchierato un po', come al solito, sotto il pergolato del bar Marisa si ritirò con il marito e mia moglie andò in camera per il suo solito pisolino pomeridiano mentre io andavo alla spiaggia.
Dopo pochi minuti Marisa mi raggiunse sotto l'ombrellone e decidemmo di fare una camminata lungo la spiaggia.
Ci incamminammo in direzione di una parte di spiaggia semi deserta dove c'erano solo pochi ombrelloni sparsi qua e la. Mi disse che per tutta la notte aveva pensato a me e che fare l'amore le era piaciuto tantissimo, chissà cosa avrebbe dato per rifarlo ancora.
Mentre parlava io mi guardavo in giro e vidi un passaggio tra i cespugli che crescevano sulle dune a pochi metri dal mare. Le presi la mano e ci inoltrammo nel passaggio, entrammo per qualche decina di metri ma non c'erano spazi larghi abbastanza per poterci sdraiare e fare l'amore, solo il sentiero. Ci fermammo e ci abbracciammo in piedi mentre io avevo infilato la mano nel suo costume e le stavo già infilando le dita nella figona bagnata.
"Ma qui non possiamo fare niente, non c'è spazio."
Mi abbassai lo slip e la feci abbassare mettendoglielo in bocca mentre controllavo che non arrivasse nessuno. Me lo succhiava golosamente abbracciandomi le gambe e le natiche e quando il suo dito arrivò a stimolarmi l'ano mi venne il pensiero di metterglielo anche nel culo. In piedi a novanta gradi era l'ideale per incularla. La feci alzare e le abbassai lo slip, la feci piegare in avanti e glie lo infilai nella figona cominciando a pompare mentre le palpavo le grosse tettone, poi cominciai ad allargarle le chiappe puntando l'ano con il pollice della mano fino a infilarvelo senza che lei dicesse niente. Lo tirai fuori bello umido e glie lo puntai al buco del culo.
"No, lascia stare, non puoi lavarti, è meglio di no."
Dalla reazione era evidente che di cazzi in culo doveva averne presi abbastanza. Le dissi che a poche decine di metri c'era il mare e non c'erano problemi e mi lasciò fare.
Spingendo lentamente lo infilai e cominciai a pompare con intensità sempre crescente, mentre la scopavo mi piaceva guardare quel culone bianco e il mio cazzo che entrava e usciva, era più eccitante del Viagra. Le stropicciavo le tette grosse e morbide e guardavo il culo sfondato, non me ne fregava più niente di guardare se arrivava qualcuno.
Le dissi ancora che volevo venire con lei ma mi disse che da quella parte le piaceva ma non riusciva a venire, mi disse che dopo che sarei venuto e dopo essermi andato a lavare voleva prendermelo ancora con la bocca. Cominciai a spingere con forza e più a fondo fino a quando venni. Rimasi un po' abbracciato aggrappato alle sue tette a poi lo sfilai e andai nel mare a lavarmi.
Nell'acqua me lo fregai per bene, feci anche la pipì e tornai da lei che mi aspettava. Si inginocchiò davanti a me e lo prese in bocca tutto, sentivo la sua lingua che giocava con il mio cazzo che piano piano stava tornando duro. Se lo tenne in bocca almeno un quarto d'ora e quando si rialzò mi chiese di metterglielo dentro che voleva sentirlo ancora. Si girò e glie lo misi dentro cominciando a pompare con forza fino a quando venne. Io, nonostante gli sforzi, non riuscii a venire un'altra volta, però ero soddisfatto e felice.
Nei giorni seguenti la cosa continuò, non tutti i giorni glie lo mettevo nel culo ma la scopata pomeridiana fu il cult di questa vacanza. Meno male che mi ero portato il Cialis, a sessantasei anni ne avevo bisogno.