Racconti Erotici > Gay & Bisex > 50 ditalini: La visita medica di Emanuele
Gay & Bisex

50 ditalini: La visita medica di Emanuele


di honeybear
31.07.2014    |    32.310    |    3 9.3
"Tornò a riposizionarsi di fronte alle gambe spalancate di Emanuele..."
Come ogni anno per Emanuele arrivò il giorno di sottoporsi alla visita medica che la sua società sportiva gli richiedeva.
Emanuele praticava nuoto a livello agonistico con discreti risultati, frutto di un allenamento ed una perseveranza constanti. Era un ragazzo di 20 anni circa, alto, muscoloso e armonico al contempo: spalle larghe e robuste, fisico slanciato e solido, come la tartaruga addominale ben scolpita, gambe sode e tornite… Il prototipo del nuotatore insomma! Capelli scuri piuttosto lunghi e ricci ed un filo di barba appena accennato: aveva deciso di farsela crescere e la curava in maniera maniacale da quando le sue amiche e compagne di scuola, dicevano che lo rendeva particolarmente figo! Soprattutto abbinata al paio di occhiali che la leggera miopia gl’imponeva di portare.
L’appuntamento era fissato per le 19.00 presso il centro medico convenzionato con la società.
Entrò in una sala d’attesa deserta: anche la segretaria evidentemente se n’era già andata. Del resto a fine settimana, ognuno non vede l’ora di chiudere baracca e burattini e di godersi il week-end.
I suoi compagni di squadra erano sfilati di lì nel pomeriggio. Lui, a causa di un’esercitazione universitaria, aveva dovuto optare per l’ultimo posto disponibile.
‘Speriamo di non dover aspettare troppo…’ si disse sedendosi e aprendo a caso una rivista: l’articolo parlava della risonanza planetaria avuta dalle ’50 sfumature’ nelle varie declinazioni di colore.
‘E che sia rimasto almeno il medico…’ pensò tra sé.
Le sue meditazioni vennero interrotte: si materializzò infatti davanti ai suoi occhi un uomo sulla trentina, piuttosto alto, capelli e occhi castani ed un fisico atletico. Niente di paragonabile a lui, ma sicuramente apprezzabile.
‘Un ex nuotatore… - azzardò - A cui evidentemente danno un sacco di soldi per fermarsi fino a quest’ora…’ L’accoglienza fu sbrigativa, quasi scortese parve al ragazzo:
“Prego da questa parte” e gli fece strada con la mano, mentre lanciava un’occhiata furtiva all’articolo che stava leggendo. Il medico aggrottò le sopracciglia.
Entrarono nell’asettico ambulatorio. Si accomodarono alla scrivania e, dopo le domande di rito sulle sue generalità, malattie ed eventuali allergie, in tono assolutamente convenzionale il medico l’informò che sarebbe stato suo compito portare tutta la documentazione alla società sportiva che lo tesserava la quale avrebbe poi provveduto a restituire al centro medico quanto di sua competenza.
“Bene, ora sdraiati sul lettino”.
Emanuele ubbidì.
“Solleva la maglietta” gli ordinò mentre si metteva alle orecchie lo stetoscopio per accingersi ad auscultare cuore e polmoni.
Il contatto con il gelido disco in metallo dello strumento lo fece sussultare. Imabarazzato sorrise in direzione del dottore, che lo ignorò completamente. Preferì invece continuare a tastarlo per diversi minuti con quel dannato arnese, fino a che disse:
“Vedi…”
“…Emanuele!”
“Vedi Emanuele, mi è parso di sentire dei battiti irregolari, accelerati… Non ti è mai successo prima?”
“A meno che io non sia in allenamento e sotto sforzo, direi proprio di no…”
“Togliti la maglietta, per favore”.
Mentre Emanuele eseguiva, gli parve che l’espressione sul volto del medico mutasse… Che diventasse umana (era quasi certo che dietro quella maschera impassibile si fosse abbozzato un sorriso!).
Per ascoltare il battito del suo cuore l’uomo si chinò leggermente in avanti. A pochi centimetri dal suo torace, coperto da un fitto manto di lucida peluria scura (non era in periodo di gare, per cui niente depilazione totale). I pettorali, scolpiti e ben definiti, si gonfiavano nell’inspirare, ed esaltavano quei grandi capezzoli sporgenti e rubizzi, paragonabili a due enormi ciliegie pronte ad essere morse.
Ascoltò ancora per qualche istante il battito del suo cuore poi sentenziò:
“Mmm…. Il cuore sembra star bene, in effetti. Sarà tuttavia l’elettrocardiogramma che eseguiremo dopo, sia a riposo che sotto sforzo, a togliermi ogni dubbio! Lasciami dare solo un’ultima controllata alla pancia per sincerarmi che anche lì sia tutto a posto."
"Certo dottore, come vuole lei…" assentì dubbioso Emanuele che non poteva fare a meno di chiedersi come mai il suo medico di base non avesse mai eseguito su di lui lo stesso tipo di controllo.
La testa del sanitario si trovava ora sopra quella piccola striscia di peli che dal centro degli addominali conduce, passando sotto l'elastico delle mutande, dritta dritta al cazzo. Il respiro di Emanuele si fece un po' più rapido e tradiva un certo imbarazzo.
Il medico tuttavia rimase fermo nella sua posizione, leggermente ricurvo su di lui, con un atteggiamento di totale indifferenza e professionalità. Anche quando il suo naso si trovò talmente vicino al suo uccello, chiuso al sicuro nei boxer, da poterne aspirare l’odore di sesso, di cappella non lavata da almeno un giorno. In poche parole, il suo odore di uomo.
Emanuele si agitò a disagio. Si sollevò dal lettino e piantandosi di fronte a lui, la faccia a meno di un centimetro, l’aggredì dicendo:
“Dottore, mi dica, posso rivestirmi, o vuole divertirsi un altro po' con me?"
Sul volto del medico si disegnò un sorriso: una specie di ghigno malizioso che impensierì il giovane. Emanuele non ebbe il tempo di reagire. Si trovò la bocca del dottore stampata sulla sua: la lingua premeva per entrare. Con un colpo deciso l’allontanò da sé: la spinta fu così forte da scaraventarlo a terra contro il carrello dell’infermeria.
Il primo pensiero fu di fuggire. Raccolse in fretta i vestiti dalla sedia (li avrebbe reindossati in qualche bagno del palazzo), ma qualcosa lo attraeva irresistibilmente verso l’uomo che cercava di rialzarsi. Lasciò cadere il suo fagotto di roba e si diresse verso di lui:
“Come stai? – chiese tendendogli la mano - Io… Io non volevo…” e si trovarono ancora incredibilmente vicini: gli occhi scuri e penetranti del medico fissati nei suoi, in un misto di sfida e comando. Emanuele sostenne fieramente lo sguardo; mentre un’espressione befferda si disegnava sul viso dell’altro che si protese verso di lui.
Le bocche si sfiorarono. Emanuele fece per socchiudere le labbra ma il suo rivale si ritrasse. Ripeterono la pantomima un paio di volte, fino a che il medico, sorridendo, parlò:
“Chiedimi di baciarti…”
Emanuele era perplesso (in primis perché non aveva mai baciato uno del suo stesso sesso); ma quella voce così autoritaria esercitava su di lui uno strano, irresistibile, influsso:
“Dammi un bacio…”
“Non hai formulato correttamente la richiesta!” rispose severamente.
“Baciami… Per favore…”
“Sbagliato!”
“Spiegami come devo fare, allora!”
“Non ti è permesso darmi del tu…”
Sgranò gli occhi; non capiva: “Mi dia un bacio… Dottore…”
“Ci siamo quasi. Non devi chiamarmi dottore…”
“Mi dia un bacio – esitò – Signore…”
“Bravo. Cominci a capire!” sorrise.
Avvicinò le sue labbra a quelle di Emanuele che potè finamente assaporare il gusto di quella lingua che prese a pennellare il suo palato con raffinati e delicati colpi.
‘Niente a che vedere con quelle troiette che mi slinguo di tanto in tanto…’ ebbe giusto il tempo di pensare.
Lo fece voltare premendosi contro di lui. Le mani del dottore scivolavano lungo tutto il suo corpo accarezzando ogni centimetro di pelle scoperta (e pressoché ogni pelo). Emanuele, socchiudendo gli occhi, reclinò la testa appoggiandola sulla spalla del suo Signore (ancora non conosceva il nome del suo ‘aguzzino’), dandogli così la possibilità di baciarlo tra il collo e le orecchie mentre le sue dita sapienti tormentavano i capezzoli, stropicciandoli a dovere. Il giovane sospirò gemendo e questo provocò nelle parti basse del medico una sorta di pulsione che ben percepiva attraverso la stoffa di quei pantaloni incollati ai suoi.
“Sarà il caso di prepararsi al prossimo esame - fu il brusco risveglio da quei momenti d’estasi – finisci di spogliarti”.
Emanuele esitò incerto: "Togliti tutto! Cosa aspetti?! Ho già perso fin troppo tempo."
A quell’ordine perentorio, si slacciò la cintura, guardandolo in faccia con aria di sfida. Si sbottonò i jeans portandoli fino alle caviglie. Nel chinarsi passò a pochi centimetri dal pacco del medico. Si soffermò ad osservarlo per un breve istante. Dopo aver raccolto il resto della sua roba da terra, l’appoggiò con cura alla sedia.
Rimase con un paio di boxer aderenti di cotone bianco, rifiniti da un elastico nero. Gli disegnavano un sesso di proporzioni interessanti. In rilievo si poteva infatti intravedere un'asta piuttosto lunga, e decisamente larga. In corrispondenza della cappella una chiazza umida: Emanuele si era eccitato a tal punto che il glande si era bagnato. Il resto dello spettacolo toglieva il fiato: le cosce, robuste e muscolose, erano ricoperte di una fitta peluria scura come quella del petto.
"Bravo. Adesso girati!" accompagnò l’ordine con un gesto; lui frattanto si levò il camice arrotolandosi le maniche della camicia.
“Sì, Signore…” venne da rispondergli. Il medico prese posto sullo sgabello, incrociando le braccia e divaricando le gambe con aria un po' strafottente: "Allarga un po' le gambe e piegati in avanti, forza!”
Il ragazzo eseguì; non nel modo impostogli evidentemente: “Che cazzo stai facendo? Mettiti in piedi accanto al lettino su questo lato, e appoggiaci la pancia sopra!"
Una volta messosi nella giusta posizione, l’uomo sorrise soddisfatto, passandosi un dito sul mento e sulle labbra: il culo del suo paziente era perfetto. Da quella posizione lo poteva ammirare in tutto il suo splendore: non esageratamente grande. Sodo, duro, tondo... E con ancora addosso le mutante.
Il respiro di Emanuele divenne affannato. Il ragazzo provava un misto di eccitazione ed imbarazzo nonché un po' di soggezione: era in balìa di uno sconosciuto che, trattandolo con molta decisione, gli stava facendo fare cose oscene. La cosa che trovò sbalorditiva, fu che, assecondarle, non gli dispiaceva.
Tuttavia non capiva se, e fino a che punto, l’altro si stesse divertendo… Lui invece cominciava a trovare quel gioco irresistibile, pur non comprendendone appieno le regole.
"Devo prepararti per il cardiogramma. Togliti le mutante!"
"Signore… Le devo togliere?"
"Non abbiamo tutta la sera! Le mutande, dai!"
Si abbassò l’intimo rimanendo girato verso il lettino. La punta del suo cazzo, ormai in tiro, le bloccò premendo contro l'elastico.
“Va bene così” gl’intimò il dottore.
“Ma… - esitò – fa un po’ male…”
“Ho detto che va bene così!”
Era fantastico. Un culo incredibilmente sexy, adorno di lucidi peli scuri. Emanuele era un ragazzo pulito ed il suo culo odorava di maschio. Quell’aroma penetrante, inconfondibile, si diffuse nelle narici del medico che aprì la cerniera dei pantaloni per estrarre il suo membro. Per dimensioni e forma, non aveva nulla da invidiare a quello del giovane: lungo, nodoso e con una cappella già bagnata e lucida.
Non disse niente, non lo toccò nemmeno. Avvicinò semplicemente il suo viso a quelle chiappe, e masturbandosi, lo ammirò estasiato.
Vide penzolare il peloso sacchetto dello scroto e la nerchia eretta che puntava in avanti tendendo la stoffa dei boxer. Passarono alcuni istanti: Emanuele era visibilmente eccitato, irrequieto, ma non profferì verbo. Il medico fece altrettanto. Si limitò semplicemente ad avvicinarsi e a dargli una bella pacca sulla natica destra che lo fece sobbalzare. Gli allargò le chiappe premendoci contro il viso per inspirarne il delizioso profumo. Fece scorrere il suo mento nel solco peloso, facendo sospirare il suo giovane e sottomesso paziente. Fu poi la volta della lingua che usò per leccarlo come avrebbe fatti un cane, passandola dal basso verso l'alto. Lui era eccitatissimo ed il medico lo percepiva. Si fermò un istante:
“E adesso dimmi quanto ti piace… Dillo!”
"Signore… - Emanuele fu colto di sorpresa dalla richiesta - Voglio che continui… Voglio vedere fino a che punto le piace il mio culo – deglutì cominciando a sudare (non conoscendo bene le regole, temeva che ad affermazione sbagliata potesse seguire una violenta punizione) - Voglio che lo lecchi tutto! Tutto!! – era andata bene: poteva spingersi oltre - Più forte… Più veloce, Signore! Più veloce per favore… È bellissimo! Bellissimo!!”
La piacevole tortura s’interruppe bruscamente.
‘Ecco – pensò – ho sbagliato a dire qualcosa… Verrò punito!’
Non fu così. Il medico lo fece girare per baciarlo:
“Sdraiati sul lettino. Allarga le gambe!” e dopo avergli applicato prima il gel, poi gli elettrodi per il cardiogramma, si allontanò per azionare la macchina. Tornò a riposizionarsi di fronte alle gambe spalancate di Emanuele. Il silenzio rotto solo dal ritmico segnale di registrazione dell’apparecchio:
“Ora, mentre la macchina registra la tua frequenza cardiaca, chiedimi di giocare con il tuo culo! E usa tutta la fantasia che possiedi per convincermi!”
Emanuele stette in silenzio per alcuni secondi che parvero infiniti. Alla fine si decise:
"Dottore… Signore… Signore, la prego, giochi col mio culo! Per favore. Ne ho voglia… Da quando mi ha sfiorato la prima volta. Voglio sentire le sue mani che mi toccano… Non resisto… Non resisto!"
Il medico, soddisfatto della risposta ottenuta, sorrise malizioso:
"Adesso ci penso io al tuo buchetto! Vedrai quanto ti piacerà!"
Insalivò il suo culo a dovere, per bagnarlo il più possibile, ed avvicinò lo sgabello per stare più comodo. Dopo essersi infilato un paio di guanti in lattice ed averli lubrificati con il gel per gli elettrodi, iniziò a giocare con le dita intorno all’ano peloso. Infine si risolse d’infilarci le dita. Prima una, lentamente... Poi due, insieme. Una volta introdotte, le fece dapprima ruotare e poi ondeggiare velocemente, come se avesse voluto allargarglielo. Sentì quel buchino stretto cingergli le nocche.
“Bene. Adesso che ti sei abituato, renderò il gioco più interessante – dall’altro capo del lettino, Emaneuele sollevò la testa annuendo – Ho deciso d’ispirarmi a quell’insulso articolo che ti ho visto leggere e che tuttavia mi ha dato uno spunto interessante: passerò e ripasserò le mie dita in questo buco caldo …Per cinquanta volte! Tanto quanto dura l’esame. E tu le conterai una per una…”
“Sì… Oohh!! – si era fermato con entrambe le dita dentro di lui – Oohh… Sì, Signore!”
“Comincia pure e, dimenticavo: ti è vietato muoverti o contorcerti”. Ciò detto, mentre liberava la verga di Emanuele dalle mutande, sfilò le dita per metà, provocandogli un sussulto.
“Uno… Due… Treeehhh – le prime gocce di sudore gl’imperlarono la fronte. La macchina ritmicamente registrava i suoi dati – Quattr… Quattroohh… Ci… Cinqueehh… Aahh…”
“Sei! Dovevi dire sei…”
Ad Emanuele non servì molto tempo per prendere il ritmo di quei ditalini, seppure a volte il medico spingeva in avanti con una tale forza da spostargli il bacino.
“Quatt… Quattordici… Quindici…”
La sua cappella era vermiglia. Gli faceva male.
“Ventottoohh…. Ven… Uff… Ventinove… Trentaahh!!”
Il medico proseguì nella sua missione senza farsi prendere dalla fretta, godendosi lo spettacolo del torace di Emanuele che si alzava ed abbassava al ritmo della sua respirazione, a volte interrotta a volte accelerata. Ciò anche in considerazione di quante dita utilizzava: da due, era addirittura passato a tre!
“Trentann… Trentanove… Quarantaahh!!”
Non sembrò particolarmente turbato dal fatto che potesse provocare dolore; anche perché si convinse che i gemiti emessi dal suo giovane schiavo, erano sintomo che stesse godendo come un porco.
L'altra mano la usava per masturbarsi o per accarezzare le cosce del ragazzo, sfiorargliele leggermente. Lo stesso faceva con il suo cazzone che sembrava stesse per esplodere, senza mai perdere di vista il gioco condotto col suo peloso fondoschiena.
“Quarantottoohh… – Emanuele grondava di sudore – Quarantanove… Cinquantaahh!! Aahhh… Aahhh…” mentre la sua schiena s’inarcava, un potente getto di sperma schizzò verso l’alto: sembrava un vulcano in eruzione.
La macchina cessò di ticchettare: il suo lavoro era finito.
Il respiro di Emanuele, quando tornò a sdraiarsi e a rilassarsi, era convulso e greve. Ansimava ad occhi chiusi.
Il medico si alzò, tolse lentamente le dita da dentro di lui, e girò intorno al lettino:
“Non ti ho dato il permesso di venire. Ma del resto sei nuovo del gioco; per questa volta lascerò correre…”
“Chiedo scusa Signore. La prossima volta non accadrà, Signore!” rispose; il suo ritmo respiratorio tornava lentamente normale. Il dottore prese a baciarlo sulla bocca mentre terminava la masturbazione.
“Ho capito subito che eri un tipo in gamba” bofonchiò. Anche il suo respiro accelerò improvvisamente. Lo sentì sbuffare come un toro nella sua bocca, dove soffocò il grido animalesco che accompagnò la sua eiaculazione.
Lo sperma del medico si aggiunse a quello versato in precedenza da Emanuele, formando delle piccole pozze che, imprigionando la folta peluria del ragazzo, creavano sul suo corpo dei curiosi disegni.
Ne risucchiò quanto più poté ed avvicinandosi alla bocca del ragazzo, lo lasciò ricadere: voleva condividere quel nettare con lui. Si baciarono a lungo, godendo dell’aroma dei reciproci umori mischiati dalle sapienti pennellate delle rispettive lingue. Il medico lanciò un’occhiata all’orologio sulla parete:
“Direi che è ora di andare: sono quasi le 21.00… Che dici?” si alzò per dirigersi a prendere il referto dell’esame appena condotto.
Emanuele assentì: “Ma non dovrei ripetere l’esame sotto sforzo?”
“Certo! Allo scopo ti convocherò tra cinque giorni esatti per la visita di controllo!” il suo tono era tornato serio e perentorio; lo sguardo oltremodo malizioso.
“Ora rivestiti!”
“Si, Signore! Signore…”
“Parla”
“Vorrei sapere il suo nome…”
“Lo leggerai sul referto che ti preparerò prima di congedarti!” Gli sorrise (finalmente), dandogli una sonora pacca sulle chiappe. E sparì in un altro ufficio lasciandolo tranquillo a sistemarsi…

- Continua -
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per 50 ditalini: La visita medica di Emanuele:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni