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Estate con nostro padre - il ritorno - IV


di met811
21.08.2014    |    12.512    |    2 9.5
"“E bravo Patrizio, hai davvero un culo da favola…..."
Mario ci invitò quindi ad andare con lui ed Eric a fare il nostro primo bagno mentre Frank e papà sarebbero rimasti sulla spiaggia per parlare un po’ di affari lasciati in sospeso.
Subito accettammo con gioia non vedevamo l’ora di tuffarci in quell’acqua cristallina e il caldo dopo la scopata di poco prima ci aveva lasciato tutti sudati.
Papà ci sorrise e ci disse che dopo poco ci avrebbe raggiunti.
Seguimmo quindi i due figli di Frank sulla spiaggia verso il mare.

La spiaggia era bellissima, bianca e finissima e il mare scendeva piano piano.

“Sono felice ci abbiate raggiunti” disse Mario una volta entrati in acqua “ora che ci siete voi potremmo divertirci di più. Stare con papà è bello ma avere volti nuovi e cazzi nuovi da assaggiare è sempre una goduria”
Lo disse con tranquillità e ormai sia io che Fabrizio eravamo entrati più velocemente delle vacanze scorse nell’ottica della vacanza di sesso sfrenato che si era prospettato fin dall’inizio.
Eric faceva a turno a tuffarsi dalle spalle mie e da quelle di Fabrizio non mancando di palpeggiarci in tutte le parti del nostro corpo.
Mario ci disse che il fratello che mancava all’appello Frank junior sarebbe arrivato di li a pochi giorni poiché impegnato con la scuola. Non sarebbe mai mancato a rivederci.
Dalla spiaggia delle voci attirarono la nostra attenzione.
Tre energumeni tra cui il cameriere a noi assegnato Marcus ci richiamavano per rientrare era pronto un piccolo lunch richiesto da Frank in persona.
Tornando verso la spiaggia chiesi a Eric se davvero quegli omaccioni erano a nostra completa e totale diposizione in tutto.
Lui sorrise.
“Certo Patrizio, vuoi vedere”
Giunti a riva ogni cameriere aveva con se un piccolo telo mare per il proprio protetto tranne Marcus che ne aveva con se due, uno per me e uno per mio fratello. Sia io che Fabrizio lo prendemmo e iniziammo ad asciugarci prima di raggiungere papà e Frank ma Eric preso il telo dal suo cameriere personale lo gettò a terra.
Questi lo sovrastava per statura e corporatura. Tutto abbronzato, tatuato ma con i capelli biondissimi e muscoloso doveva essere alto almeno due metri. Portava solo un papillon rosso al collo e un piccolo e microscopico perizoma che si infilava come un filo dentro due chiappe muscolose.
Io vedendo la scena rimasi paralizzato ma il meglio doveva ancora venire.
“Andreas non mi asciugo oggi con l’asciugamano non ho voglia. Pensaci tu” disse Eric al cameriere e mi sorrise in modo malizioso.
Questi senza colpo ferire si inginocchiò nella sabbia e cominciò con la propria lingua a leccare dalle gocce del mare il giovane corpo di Eric.
“Qui dietro sono tutto bagnato non vorrai che mi ammalo Andreas vero?” disse Eric piegandosi a novanta e aprendo il suo culo alla lingua dell’uomo che prontamente rispose. “No Signorino, ci penso io” e si tuffò a leccargli la rosellina provocando un modo di piacere difficile da trattenere.
Tutti osservavamo la scena estasiati ma Fabrizio non perse tempo e rivolgendosi a Marcus disse.
“Marcus io ho un prurito giusto qui puoi fare qualcosa” disse indicando il suo cazzo ormai barzotto. La montagna di muscoli nera si inginocchiò ai piedi di mio fratello dicendo: “Signorino, facciamo quello che possiamo ma vedrete che il prurito passerà presto” e detto questo iniziò a leccargli il cazzo e a succhiarlo con maestria. Fabrizio solo per aver ottenuto così facilmente quanto richiesto godeva come non mai ad ogni lappata del toro che passava dalla sua nerchia di marmo alle palle come fosse un gelato.
“SCOPAMI” l’ordine era arrivato perentorio dal giovane Eric poco più a sinistra della nostra scena e Andreas non se l’era fatto ripetere due volte.
Si era alzato in piedi e in un solo colpo aveva infilato il suo cazzone biondo. Con un gemito appena sussurrato Eric aveva accompagnato il cazzo nel sul culo e ora uno sguardo lussurioso aveva lasciato spazio alla faccetta da bravo ragazzo che aveva di solito.
Io ero li che mi menavo il cazzo quando non mi accorsi dell’arrivo di nostro padre alle spalle.
“Ragazzi, vi divertite senza di me?” disse inginocchiandosi ai miei piedi e prendendo tutto il mio uccello in bocca.
Li sulla battigia si era realizzata una seconda orgia spontanea ed ero sicuro non sarebbe stata l’ultima della vacanza.
Fabrizio aveva fatto distendere Marcus di schiena e gli aveva infilato il suo cazzone in gola. Il nero si masturbava il cazzo che aveva raggiunto la massima dimensione.
Io feci un gesto a papà che subito capì al volo e si impalò sul cazzo dell’armardio nero continuando a ciucciare il mio pisello.
“Dai Marcius, l’ultima volta che mi hai scopato mi hai fatto godere un casino datti da fare.” nostro padre lo incitava salendo e scendendo ritmicamente sulla sua asta.
A quel punto avevo voglia di cazzo e messomi a carponi ciucciavo il cazzo di papà che cresceva nella mia bocca con sua grande goduria.
Mentre ciucciavo c’era qualcuno che mi stava palpando il culo e poi una lingua umida e calda si insinuò sul mio solco. Alzai lo sguardo e fidi Fabrizio che dava da ciucciare il suo cazzo a Marcus e Mario che si inculava nel mentre il suo culo. Papà che si autoimpalava sul cazzo di Marcus e io che gli ciucciavo il cazzo.
Chi c’era quindi che mi lavorava il culo? Non mi importava stavo godendo come non mai.
Ad un tratto non percepii più la lingua e provai a protestare ma le mani di mio padre mi tenevano saldamente fermo con suo cazzo in bocca ma non ne ebbi il tempo.
In un lampo sentii spingere la mia rosellina dall’esterno. Un cazzo enorme si stava facendo strada nel mio intestino e in poco tempo non tardò a riempirlo tutto.
A quel punto mi padre mi lasciò la testa e io giratala di scatto capii tutto.
Frank, il marito di papà mi stantuffava con forza il culo.
“E bravo Patrizio, hai davvero un culo da favola…. “ disse sorridendomi. “MMM Grazie Frank tu hai un cazzo notevole.. mmm capisco perché papà non può fare a meno di te… Su fammi sentire che sai fare”
Mi cavalcava come si cavalca uno stallone e più affondava il cazzo più io godevo come un maiale.
Mi distesi tra le gambe di papà e continuando a ciucciare il suo randello prendevo quello del suo uomo tutto nel culo.
La situazione era troppo eccitante per durare.
“Vengo Andreas” la voce di Eric mi riportò alla realtà del momento. Il biondone tolse il suo cazzo dal culo del suo padroncino e si posizionò, ancora con la mazza in tiro, davanti al suo cazzo iniziando a ciucciare e ad inghiottire tutta la sua sborra che di li a poco usciva copiosa.
Anche Fabrizio stava venendo nella bocca aperta di Marcus che non perse nemmeno una goccia del prezioso nettare, prendendo subito dopo quella di Mario che tolto il cazzo dal culo di mio fratello si era avvicinato al toro nero.
“Bevi tutto figliolo” disse in quel momento mio padre che mi diede da bere il suo seme tutto in gola e io venni senza toccarmi sulla mia stessa pancia.
Mancava solo Frank. Io e mio padre ci inginocchiammo vogliosi ai suoi piedi e aspettammo l’apertura della sua fontana. Pochi colpi di mano e ci spartimmo limonandoci tutto il suo nettare.
Tutti appagati facemmo per dirigerci al gazebo per ristorarci un po’. Ma il mio sguardo stupito incontrò mio padre che capì al volo.
Gli unici con ancora i cazzi in tiro erano Andreas e Marcus, nessuno aveva pensato a loro.
“Patrizio, loro sono pagati per dare piacere non per forza per riceverlo” mi disse sorridendomi. “Si ma papà è triste che non godano.”
“Si la penso come te” li guardò e con voce perentoria ordinò.
“Marcus, Andreas, procuratevi piacere fino all’orgasmo”. I due sorrisero alle parole di mio padre si gettarono a terra e si lanciarono in un 69 da film porno succhiandosi reciprocamente l’uccello.
Quel che è giusto è giusto. Abbracciai mio padre e insieme raggiungemmo gli altri.
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