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Gay & Bisex

L'autista della gita... I parte


di Chimeloda
13.09.2014    |    25.546    |    6 9.5
"Io ero un ragazzone alto 190, giocavo a pallacanestro non ero affatto male, e adesso ormai dicianovenne all'ultimo anno di liceo già avevo avuto le mie prime..."
È la prima volta che mi cimento in un racconto, non so se sarà bello o interessante da leggere, ma voglio raccontarvi com'è stata la mia prima volta. Di quello che è successo ahimè 30 anni orsono. A quel tempo ero all'ultimo anno liceo ed eravamo in gita. Lo sapete meglio di me quelle gite scolastiche dove tutti i tuoi compagni cercano di concludere con la ragazza dell’altra classe, sotto gli occhi di professori benevoli che devono far finta di non vedere ma sanno benissimo cosa succede. Io ero un ragazzone alto 190, giocavo a pallacanestro non ero affatto male, e adesso ormai dicianovenne all'ultimo anno di liceo già avevo avuto le mie prime esperienze con le ragazze, baci carezze tastate con un tre o quattro ero già andato oltre e avevo fatto sesso, mi piaceva certo, avevo anche avuto un’esperienza sufficientemente trasgressiva : al mare una ragazza più grande di me di 3/4 anni mi aveva anche fatto un gran pompino una notte al mare era stato fantastico. Io ero eccitato ed ero venuto subito lei ha bevuto tutto si è fermata per un po’ poi ha continuato a succhiare mi torno duro e scopammo, il giorno prima di partire venne da me e mi disse che voleva le facessi il culo, una vera puledra di razza. Una bella esperienza davvero. Le ragazze mi piacevano allora e continuano a piacermi le donne adesso. Ma quando negli spogliatoi con la squadra vedevo i miei compagni nudi fare la doccia, lanciavo sguardi furtivi ai loro cazzi e mi attraevano avrei voluto toccarli, sentirli crescere, prenderli in bocca e poi chissà…. Non ho mai avuto il coraggio di farlo, per paura per vergogna non saprei, certo se avessi dato retta al mio istinto me li sarei spompinati uno ad uno… Ma mi sono dilungato dicevo i miei compagni facevano i galletti con le ragazze a me la cosa non interessava, sembrava davvero essere la classica gita pseudo-culturale del liceo per me: musei, monumenti, chiese. Poi una sera avvenne il “fattaccio” eravamo tornati dalla visita di Pisa il giorno dopo saremmo andati a Firenze e facevamo base a Montecatini. Dopo cena mi accorsi che non avevo il mio zainetto, l’avevo dimenticato sul pullman, lo dissi al professore che chiamò l’autista e disse di accompagnarmi al pullman per recuperarlo. L’autista doveva essere stato un bell’uomo da giovane, adesso che era cinquantenne aveva messo su un po’ di pancia aveva pochi capelli brizzolati ed era visibilmente deluso dal suo lavoro: portare a giro liceali caciarosi e pieni di pruriti sessuali d'ogni sorta per l’Italia non doveva essere il massimo. Durante in tragitto non disse una parola camminava con le chiavi del pullman in mano ed io lo seguivo quasi impaurito per avergli dato quel fastidio. Arrivo davanti alla porta del mezzo e l’apri dicendomi di salire a recuperare il mio zainetto, io lo ringrazia e salii. Ero in terzultima fila arrivai e presi l’oggetto. Quando feci per girarmi lui era salito ed era davanti a me che ostruiva l’angusto passaggio fra le fila dei sedili. Mi guardava e si slaccio i pantaloni, io chiesi cosa stava facendo dissi che era impazzito e che l’avrei detto al professore, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo cazzo che ormai era fuori dai pantaloni. Lui si accorse della cosa e mi disse di non fare storie che si capiva che mi piaceva il cazzo. Io feci per andarmene tentando di passare, lui mi fermo mi afferro per i capelli e mi ridusse in ginocchio, dicendomi che era la mia occasione per far vedere com’ero bravo, mi ordino di prenderlo in bocca “fammi un bel pompino troia lo so che ti piace, dai prendilo in bocca…” ripeté tre quattro volte. Io lo presi timidamente fra le labbra, lo leccai, ne presi un po’, aveva un sapore acre ma la cosa non mi disgusto anzi mi piaceva e sentivo che il mio cazzo si faceva duro fra gli slip… con quel pezzo di carne in bocca persi ogni inibizione, lo leccavo sulla cappella poi affondavo più che potevo, poi lo lasciavo lo osservavo un po’ e lo riprendevo, il mio primo cazzo e mi piaceva non capivo più nulla. L’uomo mugolava e mi lasciava fare: “ciuccia hai visto che ti piace lo sapevo sei una gran troia ciuccia prendimelo tutto…” Io ero incoraggiato da queste parole era il mio primo pompino e mi sembrava che me la stessi cavando egregiamente. Poi l’uomo prese l’iniziativa mi afferro la testa e inizio a scoparmi la bocca lo cacciava quasi e poi lo spingeva più che poteva, io mi sentivo soffocare, avevo la sensazione di dover vomitare ma poi si toglieva ed io respiravo un po’. Inizio ad andare più veloce poi mi spinse la testa più che poteva e mi venne in gola: “bevilo tutto che ti piace” Io ansimavo ma ero costretto a bere. Sentivo il liquido caldo nella bocca, deglutivo e ingoiavo. Ero talmente eccitato che non saprei dire che sapore aveva, so che mi piacque sentirmi in possesso di quell’uomo, avergli succhiato il cazzo, bere la sua sborra. L’autista una volta soddisfatto mi lascio la testa, io esausto mi tirai all’indietro a respiravo a bocca aperta, Lui mi guardo: “ sei stato bravo non ne hai sprecata nemmeno una goccia. Domani sera ti inculo inventa una scusa per rimanere in camera” Non disse più una parola si riallaccio i pantaloni mi fece passare dicendomi di prendere lo zainetto ed andare ed io così feci non avevo il coraggio di guardarlo di dire nulla ma pensavo a quelle parole: domani ti inculo…. Mentre i miei compagni facevano caciara nella hall io tentando di passare più inosservato che potevo corsi in camera a farmi la doccia e nella mia testa continuavo a sentire le parole dell’uomo: domani ti inculo. Mi feci una sega infilandomi un dito nel culo…
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