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La casa di campagna 4


di PassPa
24.11.2014    |    9.266    |    5 9.8
"E aspettava che anche io andassi dentro l'acqua..."
Era così....... Dopo essersi svuotati dentro e sopra di me riversando litri di sborra, uno di loro, Vittorio, mi aveva nuovamente inculato e aveva pisciato dentro di me, tappandomi il buco con il suo cazzone per evitare che uscisse. Restammo per non so quanto tempo così. Vittorio si stava riprendendo poco a poco. Cesare e Ravi, dopo essersi lavati si erano messi distesi al sole bevendo una birra.
Cercai di muovermi, ma a parte il peso del corpo di quel maschio su di me, avevo dolori dappertutto, anche se le sensazioni che avevo provato erano state fantastiche.
Vittorio mi sentì muovere e mi afferrò tenendo sempre il suo cazzone dentro di me si alzò e mi spinse verso quella specie di bagno che si trovava lì accanto per farmi svuotare l'intestino. Fu una sensazione stranissima. Sentivo che usciva di tutto, che mi liberavo.
Uscimmo a raggiungere gli altri che completamente nudi erano distesi al sole.
Vittorio appena ci raggiunse mi chiese sorridendo se volevo che riparassi nuovamente la caldaia o se preferivo usare la loro di acqua calda ......
In effetti ci pensai e capii che per il momento mi andava bene così. Andare a casa di Vittorio per fare la doccia aveva dei vantaggi non indifferenti.
In ogni caso li salutai e andai a casa mia per riposare un poco e lavorare. Verso il tramonto andai a fare una nuotata alla spiaggia. Era l'orario migliore. Non c'era nessuno, in genere, e potevo spogliarmi e nuotare.
Stavolta però arrivando vidi che c'era una borsa vicino l'acqua. E vidi un uomo in lontananza che correva sulla sabbia. Da lontano si vedeva un bel corpo coperto solo da un costume che lo fasciava perfettamente. Si stava avvicinando e più era vicino più mi sembrava di riconoscere il corpo di Ravi, quel bel maschio slavo che mi aveva fatto godere la mattina. Quando mi riconobbe mi salutò con la mano e si fermò davanti a me. Era sudato e il suo corpo brillava di sudore. Era proprio eccitante la situazione.
Non capiva bene l'italiano ma sorridendo mi fece capire che voleva nuotare per rinfrescarsi. E aspettava che anche io andassi dentro l'acqua.
Decisi di approfittare della situazione e mi liberai di tutto, rimanendo nudo ed entrai in acqua. Ravi entrò dietro di me e cominciammo a nuotare. Dopo qualche bracciata mi fermai e vidi che Ravi mi guardava mentre si rinfrescava. Ripensai a quel cazzone che avevo avuto modo di gustare la mattina e mi avvicinai a lui. Da maschio quale era stava fermo mettendo in mostra il suo corpo, i suoi muscoli e dall’acqua che gli arrivava ai fianchi si vedeva quel magnifico pezzo di carne che si muoveva morbidamente nell’acqua. Iniziai a toccargli le spalle, da dietro, scendendo a quel culo perfetto e tondo che si ergeva sopra due cosce dure e grosse. Aprì leggermente le gambe permettendo alla mia mano di toccare il buco del culo e ancora più giù, sino a carezzare due coglioni grossi, duri, possenti e sicuramente pieni di sborra succosa e abbondante.
A quel punto il suo cazzo cominciava a prendere forma e consistenza e Ravi iniziò a sospirare mentre mi prendeva la mano che gli teneva il cazzo e mi dava un ritmo, lento ma deciso, facendomi capire che voleva che lo masturbassi. Non mi feci pregare e cominciai a farlo, mentre con l’altra mano cominciai a stuzzicare i suoi capezzoli che, non l’avevo notato la mattina, erano grossi e duri e immaginai che succhiarli sarebbe stato stupendo ed eccitante.
Ravi ad un certo punto mi afferrò e mi portò davanti a sé, guardandomi con uno sguardo serio e sempre a gesti mi fece capire che voleva che gli prendessi in bocca il suo arnese che aveva raggiunto una durezza veramente impressionante. Mi afferrò la testa e me la spinse sott’acqua per poi infilarmelo in bocca e cominciando a scoparmi la bocca in profondità. Ma non potevo respirare e dopo un poco riuscii a staccarmi da lui e a emergere. Lui mi guardò, mi diede uno schiaffo a mano aperta facendomi volare indietro. Poi si avvicinò, mi afferrò per un braccio e mi trascinò in spiaggia dove mi gettò sulla sabbia e si mise a cavallo su di me, sul mio petto, strusciandomi quel grandioso attrezzo sulla bocca e forzando le mie labbra che dovetti aprire per evitare che mi schiacciasse con il suo peso. Penetrò nella mia bocca dritto sino alla gola e appena arrivato in fondo, sino a farmi sentire le palle sulle labbra, aspettò qualche secondo e poi ricominciò a scoparmi come un animale. Non era facile non soffocare, ma iniziai a godere di quel maschio su di me. Si distese proprio e facendo forza sulle braccia scopava senza sosta. Ad un certo punto si fermò e con una mossa rapida lo tirò fuori, mi girò e sollevò il mio culo mettendo in mostra il buco. Mi penetrò con un sol colpo, forte, diretto e arrivò in fondo senza sosta. Aveva un cazzo con una grossa circonferenza ed era duro come il marmo. Il dolore fu immenso, anche perché c’era molta sabbia che faceva attrito. Ma lui non si curava delle mie urla, pensava solo a godere del mio culo.
Era un uomo forte, e mi prendeva e mi girava a suo piacimento, prendendomi in tutti i modi, entrando e uscendo a suo piacimento, alternando culo e bocca senza sosta. Sembrava instancabile e più mi scopava più il suo corpo si copriva di sudore e brillava, tendendo i muscoli e diventando una macchina del sesso.
Credo che mi scopò per un’ora, ubbidivo ad ogni suo comando. Ero ormai privo di forze ma godevo in maniera straordinaria. Toccava punti che non pensavo potessero farmi godere così. Non so quante volte il mio cazzo ha goduto, versando continuamente sperma a ripetizione.
Ad un certo punto sentii che accelerava la sua scopata nel mio culo, afferrò le mie spalle e urlò riversando i primi getti di sborra dentro di me. Getti potenti, li sentivo tutti e non finivano. Continuò a sborrare anche quando lo tirò fuori avvicinandolo alla mia bocca. Lo afferrai e cominciai a succhiarlo, sino a quando non c’era più una goccia di sborra nei suoi coglioni. Continuavo a succhiarlo, e gli spasmi che gli provocavo lo facevano godere ancora.
A poco a poco il suo cazzo perdeva durezza, ma anche così restava maestoso. Ci distendemmo sulla sabbia per riprenderci. Quella spiaggia mi piaceva sempre di più. Avevo avuto fiuto a scegliere quella casa.
Mi addormentai per qualche minuto. Dopo poco mi svegliai, mi alzai e lasciai Ravi che riposava sulla sabbia, del resto aveva fatto una bella faticata…… decisi di andare a casa a farmi una doccia per liberarmi della sabbia e soprattutto di tutti gli umori che mi ricoprivano. Arrivai a casa, andai in bagno e aprii l’acqua della doccia quando improvvisamente mi ricordai che la caldaia era ancora guasta. Pensai che potevo andare a farmi la doccia da Vittorio, ma ero troppo stanco al pensiero di un’altra “doccia” come quella della mattina e decisi di stendermi così come ero e riprendere le forze. Del resto, c’era tempo per la doccia……….
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