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Gay & Bisex

L’allenatore


di sconosciuto1966
25.12.2009    |    23.620    |    0 8.7
"Ora ero in piedi e seduto-impalato ed ero io che mi impalavo, un colpo, poi un altro ed ancora un altro..."
Vedevo che negli ultimi allenamenti, Fabbry voleva stare solo con me, cercava sempre una scusa perché restassimo solamente noi due alla fine dell’allenamento. Prima pensavo che volesse solo parlarmi, visto i miei notevoli miglioramenti … e poi in vista dei campionati regionali, pensavo volesse dirmi alcune cose al riguardo della gara vera e propria. Così stetti al suo gioco, pensando che non voleva far ingelosire gli altri atleti e forse voleva essere discreto per non fare preferenze tra i suoi atleti.
Così un sabato feci in modo da essere l’ultimo a finire l’allenamento; e quando arrivai negli spogliatoi quasi tutti avevano già finito e se ne stavano andando!
Fabbry mi vide entrare, e ad alta voce disse che anche lui doveva fare ancora la doccia di non stressarmi che sarebbe rimasto ad aspettarmi … ma che non voleva fare notte. Ma poi mi fece l’occhiolino!
Difatti, quando fui pronto per la doccia, mi resi conto che eravamo rimasti solamente io e Fabbry.
Mentre stavamo facendo la doccia, Fabbry stranamente serio, mi disse se volevo fare un bagno turco con lui, perché doveva parlarmi.
Così pensai fosse vero ciò che pensavo a proposito della gara.
Finita la doccia entrammo nel bagna turco e ci sedemmo tra il vapore profumato e eucalipto. Cominciai subito con fargli qualche domanda su come mi trovava, e come pensava sarebbe andata la mia gara.
Ma lui, prendendomi in contropiede, mi disse che la gara sarebbe sicuramente andata bene perché ero veramente pronto, e mi disse che anche io lo sapevo.
Ma non era di quello che voleva parlare! Perplesso gli chiesi allora di cosa volesse parlarmi. Fece un sorriso e poi disse senza inibizioni che sapeva benissimo che ero attratto dagli uomini e che il mio recente rapporto con la mia nuova ragazza era solo per mascherare che fossi una checca.
Divenni rosso come un peperone e non sapevo cosa dire, nè cosa fare …
Dopo un’imbarazzante silenzio di quasi un minuto, lui si alzò e si mise a sedere al mio fianco.
Poi disse che se non era vero potevo uscire, altrimenti sarei dovuto mettermi in ginocchio e avrei dovuto cominciare a fargli un pompino.
A quel punto si tolse dalla vita l’asciugamano che sino ad ora gli avvolgeva i fianchi …
Fu così diretto e sfacciato che volevo veramente andarmene; ero incazzato e offeso ma quando gli vidi il suo bellissimo cazzo in tiro!
Fui preso da un’eccitazione, un imbarazzo, una confusione, le farfalle allo stomaco, mi paralizzavano e poi non riuscivo a staccare gli occhi dal suo uccello!
Ad un certo punto lui mise la sua mano dietro la mia nuca e mi spinse piano piano a mettermi in ginocchio, ero come paralizzato e ipnotizzato!
Mi ritrovai in ginocchio poi lui con voce dolce e gentile mi disse di prenderglielo in bocca.
Era come un ordine, a cui non seppi dire di no! Non seppi resistere, non riuscivo a crederci era stranissimo, il mio allenatore che mi chiedeva di fargli un pompino.
Il suo cazzo era bellissimo, lungo, non troppo grosso, con una cappella splendida, sembrava una scultura tanto era perfetto!
Glielo presi tra le mani, lo masturbai piano come in trans e dopo aver chiuso gli occhi, delicatamente me lo misi in bocca … caldo, morbido, buonissimo!
Cavoli in un attimo fui eccitato all’inverosimile! Non capivo più nulla, mentre succhiavo gemevo come una verginella al suo primo amplesso.
Ad un certo punto mi poggiò le mani sulla nuca e dopo aver frenato la mia foga mi disse che era da tempo che lo sapeva che ero gay e che era strasicuro che una volta soli non avrei saputo resistere al suo cazzo!
Era così, non riuscivo ancora a crederci ma giuro che era un cazzo bellissimo!
A questo punto mi chiese di sedercisi sopra. Ero talmente eccitato che avevo il buco tutto lubrificato, tra sudore e umori che stavo producendo come non mi era mai successo.
Lui era bellissimo sulla trentina, completamente depilato, come me d'altronde, entrambi vicino alle gare, super preparati e abbronzati! Aveva una pelle liscissima, morbida ed emanava un profumo da gay .. non so come spiegare ma giuro che era così, irresistibile!
Avrei voluto tenerlo ancora in bocca, e nel contempo sentirmelo dentro.
Mi rialzai, allargai le gambe e mi misi seduto su di lui, che preso il suo uccello in mano me lo puntò al mio buchino.
Ero super rilassato, calmo, eccitatissimo, mi lasciai cadere lentamente sopra al suo cazzo che mi impalò senza trovare nessuna opposizione. Quando sentii che era tutto dentro di me ripresi a respirare emanando un ungo gemito di piacere!
Lui mi guardò e mi sorrise senza dire nulla, allora provai l’irrefrenabile voglia di baciarlo e sentire la sua lingua nella mia bocca, mi avventai sulle sue labbra e cominciammo a limonare sbavando saliva, bevevo e salivavo alternativamente ad un certo punto mi resi conto che lui si stava muovendo dentro di me dandomi un immenso piacere.
Mi alzai e senza che lui potesse dire nulla mi ero già girato e me l’ero già rinfilato.
Ora ero in piedi e seduto-impalato ed ero io che mi impalavo, un colpo, poi un altro ed ancora un altro.
Mamma il suo cazzo era veramente lungo, mi resi conto che ogni volta che lo avevo completamente dentro emanavo un gemito che non potevo trattenere. Lui con una mano su di un fianco e l’altra sulla spalla destra dettava il ritmo. Ero completamente in estasi.
D’un tratto mi da uno strattone e me lo leva completamente dal culo, mi gira e mi fa chinare; senza quasi rendermene conto sono in ginocchio col suo cazzo in bocca che mi riempie di sborra calda, cremosa, buona, veramente buona! Lui geme, e mi dice che sono meraviglioso, che è da tempo che sognava questo momento. Si dimena mentre io succhio e bevo avidamente.
Mentre bevo la sua sborra mi rendo conto che sto sborrando.
Finito, mi siedo al suo fianco, senza dire una parola, sento i nostri respiri, che sono intensi come dopo una corsa!
Restiamo così per alcuni minuti, poi lui si alza e sempre senza dire una parola esce dal bagno turco, quando è fuori si volta e mi dice se non voglio andare con lui a fare una bella doccia fredda.
Mi alzo e lo raggiungo, ci docciamo, e mentre sono con il getto sul viso lui mi prende per un braccio e mi trae a se, ci guardiamo negli occhi e poi lui mi spalma le sue labbra sulle mie. Cominciamo a limonare, in pochi secondi son più eccitato di prima, cerco con la mano il suo uccello che è già in tiro, come il mio d'altronde.
A questo punto lui si inginocchia e si mette a succhiarmelo piano, io metto la doccia sul caldo.
Poi appoggio le spalle al muro, lui mentre mi spompina mi accarezza dappertutto, sento che anche lui è molto eccitato.
Si stacca e mi dice che non ce la fa più deve avermi ancora, mi dice di voltarmi che vuole prendermi li, in piedi.
Mi volto e in un attimo è dentro di me, siamo stretti l’uno all’altro la mia schiena appoggiata al suo petto e lui dentro di me.
Siamo così eccitati che in un attimo lui mi viene dentro e mi fa venire masturbandomi mentre limoniamo. Li in piedi sotto il getto della doccia calda che ci scroscia addosso.
È meraviglioso, i suoni di un locale così grande con solo noi due, i nostri respiri affannosi, pieni di piacere ricevuto.
Ci docciamo insaponandoci a vicenda, limonando, e non riusciamo a smettere di toccarci, segarci.
Dopo molti minuti decidiamo di vestirci e uscire.
Ho voglia, tanta voglia e non so spiegarmelo!
Siamo si davanti all’uscita quando, non so perché, preso da non so cosa mi avvento su di lui, mi ritrovo in ginocchio e in un attimo gliel’ho tirato fuori e glielo sto succhiando a più non posso.
Lui mi incita e mi dice che non sarà che l’inizio tra noi due! Ci mette molto, per fortuna ma alla fine mi viene di nuovo in bocca ed io masturbandomi vengo per terra.
Ci baciamo, ci salutiamo e ci rechiamo dalle rispettive compagne, ignare di cosa sia successo e di cosa sia nato.
Per molto tempo assaporammo amplessi sempre più spinti e ricchi di passione; in varie volte durante i campi di allenamento io dividevo sempre la camera col nostro allenatore. Gli altri atleti pensavano che mi sacrificassi per loro, visto che loro potevano fare bisboccia mentre io avrei dovuto fare il bravo ragazzo.

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