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Gay & Bisex

MenAtPlay: Ettore


di honeybear
29.09.2014    |    6.901    |    1 9.4
"A nulla sono valsi i tentativi di scambiare languide occhiate con i più arrapanti e disponibili rappresentanti dell’universo maschile presenti in sala, o..."
Ciao a tutti!
Vi regalo un'infilata di racconti (4 per la precisione) che preludono all'ultimo capitolo della saga!
Come sempre graditi commenti di ogni tipo!
Buona lettura e (mi auguro) buon divertimento!
Sempre Vostro HB


Uff… Dopo l’exploit iniziale, dopo tutto quel sesso selvaggio, siamo tornati ad una situazione di calma piattissima!!!!
Risolti i problemi tecnici, i lavori del meeting si sono susseguiti con la noiosa regolarità tipica di questi eventi.
A nulla sono valsi i tentativi di scambiare languide occhiate con i più arrapanti e disponibili rappresentanti dell’universo maschile presenti in sala, o nelle toilettes dell’albergo.
A nulla sono valsi i tentativi di ri-sedurre (o farmi ri-sedurre da) Federico. Costantemente blindato dal suo Presidente, Roberto, era diventato pressoché inaccessibile.
Passavo le mie serate solo soletto, sperando che qualche buonanima, rispondesse agli annunci pubblicati sui vari siti… Anche su quel fronte, il deserto!
Cazzo! Ai miei occhi, il mondo si era improvvisamente popolato di eterosessuali perbenisti… E di gay che andavano a letto con le galline (non nel senso delle ragazze)!!!!
Così, arriva mestamente il giorno della partenza!

“Se le fa piacere, l’accompagno io alla stazione” propone Roberto puntandomi ancora una volta addosso i suoi occhiacci azzurrissimi (e facendomi regolarmente sentire nudo davanti a lui… Magari!!).
Tentenno: “Ho già il taxi prenotato…”
“Oh, se il problema è tutto qui! Ettore – e fa un cenno all’aitante chauffeur pelato in completo scuro – provvedi a chiamare l’agenzia di taxi e a comunicare la disdetta di chiamata, grazie!”
“Certamente signore…” e con un lieve sorriso si allontana parlando al cellulare.
“È deciso, allora! Appuntamento domattina intorno alle 9.00 nel garage dell’hotel. Alla mia macchina è stato assegnato il posto 35M. Troverà certamente Ettore ad aspettarla, qualora io fossi in ritardo…”
“Siamo intesi!” rispondo in un soffio.
Fatico a credere a due cose: la velocità con cui ho detto di sì all’ennesimo sconosciuto (ma poi mi ricordo che in effetti sono una ragazza facile… Facilissima!!) e la potenziale botta di culo (ahimé solo lavorativa) capitatami!
È oltremodo improbabile (anzi praticamente certo) che non farò sesso con quest’affascinante uomo brizzolato (sigh…). Ma forse, potrebbe essere la volta buona che la mia carriera lavorativa subisca un’impennata: già mi vedo a prendere accordi per definire la mia posizione in seno alla Società da lui presieduta E la posizione potrebbe passare dal seno ad una successiva pecorina!

L’ultima, è una stanca replica delle precedenti giornate: l’eccitazione per la mia presunta ascesa lavorativa scema velocissimamente… È offuscata dalla mia insaziabile, irrefrenabile, irresistibile voglia di cazzo. Puntualmente, rigorosamente, regolarmente castrata!!
Aspetto invano nella zona bar dell’hotel che il maturo e corpulento inglese con cui ho avuto un intenso gioco di sguardi (sia nel corso del meeting che nelle sue pause), si decida a farsi avanti. Di nuovo me ne torno in camera con le pive nel sacco…
Chiudo i bagagli e mi lascio cullare dalle braccia di Morfeo (senza combinarci nulla! Nemmeno con lui, porca di quella puttana), per risvegliarmi la mattina alle 8.00 in punto.
Sbrigo le formalità del check-out. Un ultimo sguardo al concierge, che, umettandosi la lingua, ricambia con una bella strizzata d’occhio mentre il lift, dopo una sonora pacca sul culo chiusi in ascensore, mi indica nell’immenso park il posto 35M.

La berlina scura è lì, lucida, ad attendermi:
“Buongiorno, – mi saluta Ettore guardando l’orologio. Mi apre la portiera lato passeggero e si mette alla guida – è in anticipo”.
“In effetti – anch’io controllo l’ora – pensavo d’impiegare più tempo per il check-out”.
“Prego si accomodi. - e mi fa cenno di accomodarmi al suo fianco – In genere il Dottor Montalto è puntuale. Ma mi ha comunque pregato… – pausa con sguardo d’intesa - …Di metterla completamente a suo agio nell’attesa!!”
Che fa?! Mi provoca?! O più semplicemente mi legge nel pensiero!?
La voglia di farsi montare da questo toro è stellare!
Cosa prevede il mio manuale d’istruzioni!? In particolare in un caso come questo, dove la sua mano scivola lungo la leva del cambio per soffermarsi a giocare con il pomello, mimando eloquentemente una masturbazione!?
La risposta è semplice! Prendere l’iniziativa!
Tipo lasciare che accidentalmente la mia mano si appoggi sulla sua patta… Per sentire, attraverso la stoffa dei pantaloni, che il cazzo è già duro, tra l’altro...
Lasciare che le sue dita l’accarezzino per poi premerla forte sulla mia e farmi oltremodo apprezzare la consistenza ferrea del suo manganello.
E ancora, permettergli di cingermi da dietro la nuca, accarezzarmi i capelli e soffiarmi in un orecchio: “Mmmhhh...”
A quel punto scatta la fase due: gli do prima un bacio sulla guancia, e poi gli sfioro dolcemente le labbra.
Apprezza.
La sua mano forte mi guida (visto che fa l’autista…) più in basso.
Lo lascio fare, del resto l’ho ormai ampiamente ribadito: adoro succhiare e leccare il cazzo, e visto che tutte le strade conducono verso quella direzione molto promettente… Lasciamolo fare!!
Il mio naso si ritrova affondato nella fessura della zip aperta. Traggo un respiro profondo per assaporare il suo profumo di maschio, mentre gli allento la cintura e gli slaccio il primo bottone.
Mi dà una mano a sguainare la sua spada sollevandosi leggermente sul sedile: pantaloni e slip si abbassano mostrandomi le palle e la zona pubica. Sono completamente depilate!
Liberato dalla gabbia, l’uccello finisce di rizzarsi lentamente davanti ai miei occhi. L’ammirano scintillanti.
Sorride: “Forza, datti da fare!”
Non aspettavo altro: chino su di lui, spalanco la bocca. Glielo lecco. Glielo bacio, mentre lui guida la mia testa, imprimendo all’azione la velocità desiderata: “Mmmhhh… Sssììì… - ansima - Sssììì… Sei davvero bravo. Ma adesso ciucciaaahhh… Ciucciamelooohhh...”
Non bado ai complimenti e continuo, concentrato a lavorarmi quel cazzo immacolato, secondo il piano stabilito (da me, naturalmente). Delicatamente, con la lingua fradicia, che passa e ripassa morbida: su e giù per tutta la sua (ragguardevole) lunghezza.
Poi mi fermo sulla cappella. Bacio anche quella. Socchiudo timidamente (!!!!) le labbra per iniziare ad abbassare la pelle del prepuzio:
“Ooohhh… Ooohhh… Sì, scappellaaahhh… - inizia ad agitarsi (il piano sta funzionando a meraviglia!) - Scappellalo per bene! Così! Così!!” e quando il prepuzio è completamente avvolto, apro ancora un poco le labbra, per far passare tutta la cappella e cominciare a farmi penetrare la gola dal resto dell’asta.
Ne ingoio quanto più riesco. Poi esco. Di nuovo ingoio, cercando di scendere più di prima. Esco. Prendo fiato per un secondo. Lo guardo: cola saliva dappertutto. La cappella lucida. Torno alla carica, tuffandomi su quel gran pezzo di carne sempre più duro.
Gli abbasso ancora i pantaloni, scoprendo due gambe muscolose e lisce. La mia mano soppesa i coglioni. Glieli tira, strappandogli un gridolino sommesso. La navigazione prosegue fino a tastargli il buco del culo. Si contrae e si rilascia: è sempre più eccitato.
Ripercorro la stessa strada con la lingua (vi prego di apprezzare i doppisensi a tema viabilistico!), provando a raggiungere quel buco.
Non ci riesco: allora mi bagno il medio e cerco di infilarglielo. Lui geme, e la sua eccitazione si traduce in un cazzo ancora più duro che picchia sulle mie guance.
Mi appoggia una mano sulla fronte per allontanarmi:
“Aspetta… - il viso è paonazzo – Aspetta! Ci mettiamo più comodi!” abbassa il sedile per potersi sdraiare e calarsi completamente i pantaloni.
Non mi lascia il tempo di avventarmi sulla mazza! A sopresa, si gira, offrendomi la possibilità di leccargli il culo.
Di bene in meglio!!
Non resta che approfittarne! Gli do un morsetto, poi un altro. E un altro anora… Con le dita di una mano gli allargo le chiappe: belle, tonde, sode. Levigate!!
Ora, al passaggio delle dita, sento perfettamente il buchetto! La pelle morbida si alterna alle grinze dell’ano… Uno sputo della mia saliva, prova ad annegarlo completamente!
Con l’altra mano lo masturbo da sotto il sedile, lubrificandogli l’asta con le colate copiose del suo liquido prespermatico. Ormai in preda ad un orgasmo, si inarca spingendo con il bacino, come se stesse scopando:
“Aaahhh… Aaahh…- e soffocando le grida nel sedile, ansima – Sei… Sei davvero bravooohhh…”
Ed ora l’affondo finale!!
“Torna supino” gli ordino.
Il suo cazzo svetta imperioso. Ormai vogliosa, eccitata, affamata (l’uso del genere femminile è assolutamente voluto!!), pronta a farlo godere, gli vedo aprire leggermente le gambe:
“Il dito… - mi supplica (Dio che meraviglia! Sogno o son desta!?) – Infilamelo nel culo… Ancora… Ancora…”
Sorrido!
E da stronza quale sono, lascio la richiesta in standby.
Ora che posso nuovamente leccare il suo cazzo per intero, non mi lascio certo sfuggire la ghiotta occasione! Mi dedico ad un gioco di lingua (da far resuscitare i morti), facendola scorrere su e giù con la bocca aperta. La cappella finisce la sua corsa sul palato.
Ritraendola o lappando, scendo lungo le palle, spingendomi al perineo e ritorno. Ripeto l’azione più e più volte fino a che non mi decido a sodomizzarlo come richiesto!
Lo guardo per ammirare l’effetto.
“Wow… Wooowww…” e non smette di sbuffare e dimenarsi, come un toro che vede rosso!
Succhio e risucchio con tutta la foga di cui sono capace. Nei momenti di pausa, mi allontano per ammirare soddisfatto il risultato e rendermi conto di quanto è eccitato. Di quanto è ansioso di godere ancora del caldo della mia bocca vogliosa.
Nella zona culo, aggiungo un secondo dito per stimolargli al meglio l’orifizio anale. Lo faccio ruotare insieme al primo. Lo alzo. Lo abbasso. Lo spingo dentro. Lo spingo fuori…
“Sto venendo! Sto venendo… Cazzo… Vengo, vengooohhh!!”
Faccio appena in tempo ad appoggiare il mento su di una coscia.
Appiattisce l’uccello sul mio viso e, partendo dalla fronte, vi riversa sopra un torrente di crema opalescente che mi cola bollente, lungo gli occhi, il naso, le guance.
Solo in quel momento, si apre la portiera.
La vista che si presenta a Roberto Montalto è quella di Ettore con un sorriso beota al pari del mio che, con la faccia sporca di sborra, gli sto pulendo il cazzo con la lingua…

- Continua -
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