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Gay & Bisex

MenAtPlay: Federico


di honeybear
16.09.2014    |    9.269    |    3 9.5
"Poi avvicinandomi le dita alle labbra aggiunge (riferendosi agli umori di sui sono impiastricciate) – Già perché questo non 
è bagnoschiuma! – mi..."
La notte non chiudo occhio!
Hai scopato come un riccio, vi chiederete?
Negativo! Mi sarebbe piaciuto da morire farmi inculare a raffica dal cazzone di Federico (che, tengo a precisare, non è il modello della famosa pubblicità, ma un sosia che gli somiglia moltissimo!) ma, come annunciato in chisura del capitolo precedente (chi non l’avesse letto, provveda subito!), ci attendeva una dura (!!) giornata di tavole rotonde, interventi più o meno interessanti e dibattiti di approfondimento.
E allora perché non hai dormito, vi starete domandando stupiti!?
Perché sfido chiunque di Voi a provare a farlo, quando il proprio compagno di letto, vi tiene il suo cazzo in tiro incollato alle chiappe!
Ho provato un paio di volte ad afferrarglielo, massaggiarglielo (per indurirlo quel tanto che piace a me), puntarlo all’ingresso del mio pertugio e darmi da fare per spingerlo in avanti!
Niente!
“Non voglio…” rispondeva con la voce impastata.
‘Occazzo’ - pensavo incredulo: in bocca sì e nel culo no… - ‘In fondo è il mio buco che ti chiedo di sfondare: sono maggiorenne, vaccinato ed infoiato! So come gestire la situazione!”
E invece (ripeto), niente! Quella zoccola che si premeva contro di me, serrandomi in una morsa d’acciaio, sapeva anche sin troppo bene come gira il mondo! Sapeva che appoggiandomelo a quel modo (insieme al morbido pelo che strofinava la mia schiena), avrebbe accresciuto a dismisura la mia voglia… Poiché l’effetto del trattamento riservatomi da Federico, fu proprio quello di garantire anche a me un uccello dolorosamente in erezione (e in sovrapproduzione di liquido prespermatico), per tutto il tempo che trascorremmo avvinghiati!!
E potete giurarci, al momento opportuno, sarei stato pronto a qualunque cosa… Qualunque!!
Ma ancora una volta il miracolo è al di là di venire.
Anzi!
Quando la sveglia suona puntualissima all’ora impostata, schizza fuori da letto come un grillo (neanche il bacio del buongiorno…) e si fionda sotto la doccia!
Beh, almeno lo spettacolo di quel culo da favola che percorre alla velocità della luce, il breve tragitto dal nostro talamo al cesso (credo di sentirlo pisciare), nonostante il rincoglionimento mattutino e le palpebre pesanti, me lo godo: le chiappe sode, ricoperte da una fitta lanugine, cominciano a farmi tornare sulla terra.
La porta del bagno lasciata socchiusa di default… Lo scroscio dell'acqua che esce dal soffione della doccia… Ed io che quatto quatto entro nel locale!
Dietro la paratia del box in vetro satinato ne intravedo la sagoma: le sue mani stanno generosamente insaponando quel corpo statuario. Quel pelo nero come la pece. E stanno indugiando nella zona del pube. L’immagine sfocata che mi viene restituita è una mappa di zone ad alta intensità di nero e di rosa striate di bianco.
Mi guardo l’uccello che ancora non ho toccato. Diomio quanto è duro (ecco da dove nasceva il fastidio che sentivo nella parti basse: la cappella che pulsa!!).
“Allora – una voce profonda mi riporta alla realtà – cosa cazzo aspetti a venire sotto la doccia a farmi compagnia?”
Mi si apre un sorriso a 64 denti!
Il rumore dell'acqua cessa e la porta del box si apre, mostrandomelo in tutto il suo splendore!!
Imbambolato, osservo le forme perfette del suo corpo imperlato di stille (goccioline) d'acqua: la pelle appena abbronzata, su cui si amalgama perfettamente, lo scuro del pelo, ne risplende.
Sul torace possente il folto intrico si apre a ventaglio ed in corrispondenza dei solidi pettorali, spiccano le areole rosa dei grossi capezzoli appuntiti per effetto dell’eccitazione (spero che non si sita lavando con l’acqua fredda o credo di poter lanciare un urlo al pari di quello di Tarzan!).
“Sei sempre così rincoglionito la mattina o c’è qualche parte di te che non dorme? – sposta lo sguardo sulla mazza e, ridendo, aggiunge – No, in effetti qualcosa di sveglio in te è rimasto…”
“Sì, perché qualcuno ha fatto in modo che non dormisse…”
Trovo il mio angolino nello spazio (angusto ma non troppo) del box, a stretto contatto del suo corpo.
“Cosa cerchi?”
Afferro al volo il flacone del docciaschiuma: ne verso un po’ sulle mie e sulle sue mani.
Sollevo la leva del miscelatore e, mentre piove una cascata d’acqua (fortunatamente) tiepida, inizio ad insaponargli il corpo, soffermandomi sulle parti che preferisco (capezzoli, scroto, mazza):
“Il maglione di cachemire – ironizzo mentre gli liscio il pelo del petto - però potevi levartelo prima di andare sotto la doccia!”
Proseguendo sul filo dell’ironia, e dipingendosi un’espressione da scemo in volto, aggiunge (pensando di fare lo spiritoso): "Hey ma che fai? Sei frocio?" e le sue mani frattanto scorrono per ispezionare ogni anfratto del mio essere!
Gli rispondo sorridendo: "Tu che dici?"
L'acqua calda continua a scorrere mentre i nostri cazzi sciabolano come le spade laser di Obi Wan-Kenobi e Darth Fender della famosa saga spaziale!
Ormai completamente risvegliato, prendo l’ìniziativa: con la mano gli sfioro l'orifizio anale per risalire fino allo scroto. 
Un lieve fremito lo fa vacillare:
“Però, la troietta ci sa fare…” sospira appoggiando la schiena alla fredda parete rivestita di costosissimo marmo (come se il 69 della notte non fosse mai esistito!! Ah, questi uomini!!).
Io sorrido e, per dimostrare di aver gradito il complimento (immeritato… No, bando alla falsa modestia! Meritatissimo!!) non trovo di meglio che afferragli l'uccello e masturbarlo a ritmo lento, facendo scorrere le dita sulla superficie della cappella. 
Durante l'amplesso rivoli d'acqua continuarono a scendere sui nostri corpi.
Mi sfiora il collo con le labbra succhiandomi la pelle nell'incavo sotto l'epiglottide. Sussulto:
“Che c’è?” chiede.
“Mi sa – ansimo – che senza troppa fatica hai trovato una delle mie zone erogene…”
“Bene… Continuiamo la caccia al tesoro allora!” ed insinua la lingua nel padiglione auricolare di un orecchio… Bingo!! L'effetto è immediato: le mie gambe tremano (twist, twist… Forse sono brividi, brividi…), il mio corpo freme e vacilla.
“Cosa stai bisbigliando – sorride soddisfatto – Non capisco una mazza (sempre più spiritoso il bonazzo!!)”
Per fargli comprendere, divarico leggermente le gambe. Le dita della sua mano s'insinuano fra i peli fradici che sovrastavano il pube: “Guarda guarda cosa spunta dalla foresta di Sherwood…” e con la mano fa dondolare l’asta rigidissima. La scorre tutta fino ad arrivare a soppesare il sacchetto dello scroto. Lo massaggia, lo tira verso il basso e contemporaneamente allunga il cazzo verso di sé:
“Aaahhh – mugolo – Aaahhh…”
“Ma guarda come gode questa troia! - sorride soddisfatto. Poi avvicinandomi le dita alle labbra aggiunge (riferendosi agli umori di sui sono impiastricciate) – Già perché questo non 
è bagnoschiuma! – mi accarezza e si accarezza l’uccello d’acciaio - Lecca!”
Ubbidisco all’ordine e m’infilo quante più dita posso per pulirgliele a dovere, mentre con la mano libera chiude in una certa misura il rubinetto della doccia (rallentando sensibilmente la caduta dell'acqua tiepida) e si serve nuovamente del flacone del docciaschiuma.
Se non si è capito, adoro essere insaponato e lavato dalle mani forti e maschie di un vero uomo... 

E così i nostri corpi, completamente ricoperti di schiuma, tornano a sfiorarsi scivolando l'uno sull'altro, provocando ad entrambi ‘palpitanti brividi d'intenso piacere’ (scriverebbe qualche romanzetto rosa):
"Ne ho voglia, non ne posso piu'! gli sussurro avvicinando le labbra al suo orecchio.
Mi giro appoggiando le mani contro l’altra parete rivestita. In un attimo, mi sento sollevare una coscia. La punta della cappella passa e ripassa nel solco tra le chiappe, indecisa.
‘Cosa stai aspettando! Sfondami… Squarciami… Dilaniami… Ma cazzo! Fai in fretta… Non resisto… Non resisto…
Finalmente mi punta: “Aaahhh… Aaahhh…” ed infine entra. Con violenza. La spinta è così forte che mi schiaccia contro la parete.
Come reazione, contraggo l’ano continuando a mugolare di piacere! Chissà a cosa sta pensando Federico, mentre mi possiede con tutta la foga che una voglia repressa o semplicemente assopita (da non so quanto tempo), può dare… In effetti non c’è come chiedere per avere risposta:
“Prendilo… Prendilo tutto, troia bastarda… - dimenticavo: sentirmi rivolgere sconcezze e turpiloqui di vario genere mentre sto scopando, mi manda in estasi. E devo dire che Federico non li lesinava di certo - Lasciati sfondare… Così, coosìì brava! Godi puttana, godi!”
Beh, credo che il concetto è chiaro: mi sta fottendo come il più consumato degli attori di film porno e, da parte mia, cerco di assecondare le poderose spinte di bacino, accogliendo avidamente nel buchetto che ormai si sta facendo caverna, il cazzone di quel pornodivo.
L’unica differenza tra la fantasia e la realtà, la durata. A causa dello straordinario stato di eccitazione in cui versiamo, bastano poche spinte sue e poche passate di mano mie, per farci venire pressoché in contemporanea.
Lui mi sborra nel culo, senza alcun ritegno: i grugniti soffocati di un orso che mi spinge ad appiattirmi ancora di più contro la parete (mi piacerebbe fargli notare che non sono un fantasma, e che non posso attraversarla… Ma data la situazione, direi che non è il caso), accompagnano la colata di lava che mi riempie come un bignè! Appena si sfila, ciò che non riesco a trattenere, mi cola lungo le gambe.
Vengo anch’io (guai a chi si permette di ironizzare, aggiungendo ‘No, tu no’! Stiamo pur sempre parlando di una scopata da urlo, sebbene breve e concisa!): uno, due… Cinque fiotti, che mi paiono raggiungere altezze differenti sul muro che ho di fronte e che non vedo. Appena riapro gli occhi, ne ho la certezza: gli schizzi opalescenti scivolano sul marmo scuro disegnando cinque meduse… Abbasso lo sguardo ed il liquido che mi cola tra le gambe, si mischia agli ultimi rimasugli di schiuma formando un gorgo che precipita nello scarico.
Ansimiamo. Poi torniamo a respirare.
Mi gira. Lo guardo. Mi guarda. Le mani sui pettorali. Ci brillano gli occhi. Sorridiamo.
“Cerchiamo di renderci presentabili…” mi dice allungandomi una pacca sul culo ed un bacio che mi trapana la gola fino alla trachea.
Ancora docciaschiuma. Ancora frizioni di pelo e contropelo. Risciacquo. Asciugamano in vita e cominciano le operazioni di restauro.
Ammiriamo nello specchio i nostri visi distesi e rilassati, mentre ci radiamo in maniera virile (tutti quegli ometti delle varie pubblicità di rasoi, ci fanno un baffo…) e ci massaggiamo un dopobarba gel con altre cremine e cremette...
Per finire di asciugarci, pensiamo bene di far volare gli asciugamani a terra e di tuffarci nudi nel letto. Dove, naturalmente, cominciamo a rotolarci… E i cazzi a tornare in tiro…
La porta si apre all’improvviso: entra il concierge. Avvampa davanti alla scena:
“Mi… Mi… spiace – balbetta – Ho bussato, ma nessuno a risposto… E così sono entrato! Abbiamo provato a contattarvi, ma il telefono evidentemente è staccato…” guardiamo tutti e tre nella medesima direzione e ne abbiamo la conferma.
“Non velevamo essere disturbati…”
“Immagino…”
“Dica!” lo aggredisce Federico, mentre si solleva al volo da me e comincia a vestirsi di tutto punto. Io non posso fare altro che imitarlo… Mentre il concierge procede a sistemare l’apparecchio staccato.
“Volevo semplicemente informarvi – e smettila di guardarci di sottecchi mentre infiliamo mutande, camicia e completo gessato! O la mia erezione sarà fonte d’imbarazzo in quel del meeting – che il problema delle camere è stato risolto. A meno che…”
“Le faremo sapere! – mi stupisce Federico – Ora, se permette, finiamo di prepararci: siamo enormemente in ritardo”.
“Come i Signori desiderano” e girando sui tacchi, credo faccia ritorno al suo desk.

“Dici che avrà intuito qualcosa?” mi chiede uscendo dall’ascensore.
‘Beh, vedi tu: beccarci nudi, in piena erezione, mentre giochiamo in un letto… Se non è scemo…’ mi viene da rispondergli. Invece ripiego su un più serafico: “Non lo so, ma ci spero tanto!” e nel mentre strizzo l’occhio al lift che ci fa uscire dalla cabina e ci sorride.
E ci avviamo decisi verso la sala del convegno. Tra la folla chiassosa, che attende l’inizio dei lavori, una mano si leva ad indicarci che qualcuno ci ha riservato dei posti a sedere: è Roberto Montalto…
- Continua? -
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