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Gay & Bisex

Scambio Culturale [ Pt. 5 ]


di alchest
29.01.2015    |    6.294    |    14 9.9
"Entrò mia madre, con un viso misto di agitazione e rabbia..."
Se avete letto qualche mio racconto, sapete che preferisco una storia d'amore con del sesso piuttosto che un racconto esplicito e con termini esagerati. Questo racconto, che conclude la 'saga' si dilunga un pò sugli avvenimenti e poco sui rapporti sessuali. Ma spero che comunque piacerà e non deluda.

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Dopo una mezz'ora di chiacchiere, il tono di Lore si fece più serio e mi disse "Ok, Ale.. Passami mamma e papà, devo parlargli di una cosa" un pò mi preoccupai, ma lui mi rassicurò che stava bene e che avrei saputo tutto l'indomani. Passai il telefono a mamma e li sentii urlare dopo pochi minuti.
"Cosa è successo? Sono preoccupato" dissi a Frederick facendomi piccolo a fianco a lui. Mi abbracciò forte "Andrà tutto bene"..


Continuarono ad urlare per un'ora credo, io rimasi tra le braccia di Frederick e, un pò insonorizzato dal suo abbraccio e un pò dalla porta che mamma si era chiusa dietro, non capivo mezza parola della loro telefonata. Mi addormentai nel suo calore, sotto la sua ala protettiva. Di tanto in tanto mi poggiava le labbra sulla fronte, una carezza tra i miei capelli medio-corti. Poi mi svegliò, all'improvviso. Dimenticavo che i miei genitori non sapessero nulla, fossero entrati vedendomi così rannicchiato dentro di lui avrebbero pensato di tutto.
La telefonata era finita, si sentii solo silenzio. Ero ancora un secondo intontito, ma mi alzai, tirando giù i piedi dal letto. Mi girai in attesa di qualcosa, guardai Frederick ma il suo volto era preoccupato come il mio.
Dopo poco, col silenzio in casa che ancora rindondava dopo le urla della telefonata, bussò alla porta qualcuno. Entrò mia madre, con un viso misto di agitazione e rabbia. Si asciugò le ultime lacrime, si avvicinò al letto e chiese a Frederick di uscire. Lui si alzò dal letto, ma io gli chiesi di rimanere. "Ormai è mio fratello, puoi dire tutto davanti a lui" la rassicurai. Lei esitò un momento, poi cominciò a parlare. "Allora, bambino mio.. Parto dal presupposto che la colpa di tutto questo è mia, è tutta colpa mia se ho tardato nel dirtelo. E fosse per me, neanche lo sapresti." cominciò. Si prese una piccola pausa, mentre guardava le sue mani arrotolarsi nel fazzoletto bagnato. "Mamma parla, ho un pò di ansia.." la feci affrettare "Sì, scusami è che.. è uno di quei discorsi che più tieni dentro e più è difficile fare, anche se.. insomma.. sei abbastanza grande e maturo da poterlo capire ma.. E' dura. Alessio.. - mi prese la mano, mi guardò negli occhi che cominciarono di nuovo a bagnarsi, il mio cuore a mille - tu sei figlio mio, da sempre e per sempre così come Lorenzo.. Ma non siamo i suoi veri genitori."

Un battito mancò nel petto, forse due. Sbiascicai parole, sillabe. "Mi.. mio.. mm.. no.. Lore.. Cos.. quando? Perché adesso?" "Adesso perché Lore l'ha voluto. Non so perché.. Mi ha detto che ne avrebbe parlato lui a te domattina se non l'avessi fatto io ora e.. mi sono sempre ripromessa di farlo io.. Quindi, ecco.. Questa è la verità: quando io e tuo padre ci siamo sposati avevamo 19 anni, eravamo molto amici di Giulia e Aldo, li ricordi?" feci un cenno con la testa, mentre ascoltavo ancora incredulo "Ecco.. Loro avevano 26 e 27 anni, un figlio di 6 e cominciarono ad incuriosirsi al mondo dello scambio culturale. Dopo qualche tempo, quando Alice compii 8 anni gliene parlarono e lei fu entusiasta così la mandarono in Francia. Non troppo lontano da qui, così che nel caso se ne fossero pentiti l'avrebbero riportata a casa" "Sì mamma ma cosa c'entra con Lorenzo?" "Aspetta Alessio, ora ci arrivo.. Dopo questa esperienza di cui Alice fu felicissima, ne parlarono anche a noi che stavamo provando ancora ad avere il primo figlio. Il ginecologo mi aveva trovato un difetto negli ovuli, che rendeva le mie probabilità di concepimento all'1%. Ci provammo per mesi e mesi, ma nulla. Alla seconda esperienza di Alice, che fu mandata in Olanda, arrivò il ragazzo della famiglia corrispettiva e nel pomeriggio avrebbero fatto partire Alice. Ma all'aereoporto ricevettero una chiamata, la famiglia non poteva più occuparsi del bambino e lo lasciò ad Aldo e Giulia. Quel bambino era Lorenzo. Aveva solo 4 anni, il padre lo aveva portato con sé in treno, poi è tornato al suo paese. Ovviamente partirono denunce di ogni genere, ma Lorenzo era particolarmente tranquillo così decisero di non spaventarlo oltre. Lo diedero a noi. L'inizio fu particolare: Lorenzo non era per nulla sconcertato o spaventato, al contrario.. Presto recuperò il sorriso e sviluppò velocemente uno spirito libero. Così fu lui a chiederci all'età di 14 anni di fare uno scambio culturale. Uno di quelli che lo aveva portato da noi. Nel frattempo, riuscimmo ad avere te.. Il medico disse che è uno di quei casi in cui un adozione crea un 'miracolo'.. Non so spiegartelo in termini medici" "Mamma perché non ne sapevo nulla?" la interruppi. "Non so.. Non volevo ci giudicassi male.. Ci arriva un bambino da una famiglia che lo molla in un altro paese e noi che facciamo? Lo rimandiamo in un altro paese? Già gli estranei ci giudicavano.. Il tuo giudizio non.. Non so, dimmi qualcosa.. "
Cosa? Non sapevo cosa dirle. Volevo solo sentire Lorenzo, parlare con lui "Va bene mamma. Se Lorenzo sta bene, io sono felice." Mi abbracciò, piangendo. Ma io la vidi con un pò di gelo, un pò di egoismo. Volevo mio fratello, non lei. La rassicurai che tutto andava bene, poi la invitai ad uscire dalla stanza per dormire. Ma non dormii. Chiusi la porta, andai sul letto tornando tra le braccia di Frederick. L'unica certezza rimasta vicino a me. Avevo bisogno di lui e Lorenzo, ma quest'ultimo era a kilometri da me.
"Mamma mi ha detto tutto, voglio parlarti.. Mi manchi.. Questo cambia tante cose, ma sarai per sempre mio fratello" gli scrissi con un messaggio. Poi tornai da Frederick, tra le sue braccia. Lo guardai negli occhi e lui mi strinse forte. "Andiamo a letto, ti prego.." gli dissi. La notte mamma e papà non entravano mai o, comunque, bussavano prima di entrare. Quella notte quindi dormimmo assieme, sotto le coperte abbracciati stretti. Lui aspettò che il mio respiro si fece pesante prima di lasciare la stretta e abbandonare anche sé stesso al sonno.
Al mattino, con la serranda rimasta alzata, la luce penetrò nella stanza svegliando Frederick che cominciò a carezzarmi i capelli. Quella mattina qualcuno dimenticò le buone maniere, però. Mio padre entrò in camera, senza bussare né chiamare. Nemmeno me ne accorsi, finché non cominciò ad urlare. La sua imbarazzante reazione ve la risparmio, basta solo dire che minacciò Frederick di denuncia finché non avrebbe lasciato casa. A nulla servirono le mie parole in sua difesa, nemmeno con la mamma che la sera prima piangeva per la paura di deludermi. "Non ti preoccupare per ieri sera, mi hai deluso ora" le dissi, uscendo di casa. Frederick era già fuori, nelle scale, ad aspettarmi. Uscimmo, restando in silenzio per alcuni minuti. Poi lo baciai semplicemente. "Torniamo in Olanda" "Andiamo da Lorenzo" ci proponemmo a vicenda come se ci fossimo accordati telepaticamente.
Continuammo a non parlare, ci sorridemmo guardandoci negli occhi.. Eravamo ancora nel portone della mia scala, quando mi prese sbattendomi al muro. Cominciò a baciarmi, con una passione travolgente e violenta, una foga esagerata che io alimentavo con a mia volta tanta passione. Le lingue intrecciate, sorridevo, felice. Non mi fregava di mia madre, mio padre. Ero con Frederick, mi avrebbe protetto lui. Allungò una mano dietro di me, aprì la porta della cantina e mi ci lanciò dentro rimanendo incollato alle mie labbra. Si piegò sulle ginocchia, cinse le mie natiche con le mani e mi alzò prendendomi in braccio su di lui. Mi avvinghiai a lui con le gambe, continuando a leccare e succhiare le sue carnose labbra. Quando mi lasciavo andare ad un gemito, alzando gli occhi al cielo, mi divorava il collo. Mi spinse al fondo del corridoio, sbattendomi ancora una volta al muro. Allungò una mano nel pantalone elasticizzato, slacciò il suo pantalone e tirò fuori il cazzo. "Ti prego salici sopra in silenzio, non soffrire.. Infilati e fammi godere, ti voglio mio.." annuii con un sorriso, in silenzio. Così, mentre cominciò a rallentare la foga del nostro bacio, indirizzò il cazzo verso le mie gambe, aperte, col culo in vista. Lo puntò mentre mi faceva cenno di star zitto, mi tappò la bocca e chiuse gli occhi "Shh zitto zitto" mi sussurrò. Puntò la cappella e a secco la fece entrare, trafiggendomi. Il dolore era quasi inesistente per la foga del momento, godevo come un pazzo mentre le sue mani mi controllavano. "Zitto, zitto... fammi godere... voglio venirti dentro" e zitto rimanevo, anche se gemevo a mugulii che lui mi permetteva. Il suo ritmo cominciò a rallentare, Lui mi alzò dal muro, mi tenne dritto e appoggiò le sue spalle al muro dietro di sé. Tenendomi dritto, spinse tutto il cazzo dentro e cominciò ad inondarmi il culo. Teneva tutto il cazzo dentro, senza affondare, tenendo dentro il suo seme. "Tu sei mio, io sono tuo. Per sempre. Ok?" mi disse con la sua mano sulla mia faccia, dolce ma allo stesso tempo autoritaria. Feci sì con la testa, non riuscivo a parlare, in preda all'ormone. "Si, si" riuscii a pronunciare poi. Mi fece scendere dalle sue gambe, baciandomi nella discesa. "Falla uscire in ginocchio" e io sorridendo, un pò con la faccia da porco mi misi in ginocchio, scendendo mentre lo fissavo negli occhi. Quando arrivai giù, col suo cazzo in faccia, aprii la bocca e tirai fuori la lingua leccandogli la cappella. Era ancora turgido, ancora in vigore, anche se Frederick era esausto. Mi ripulii sfilandogli il pacchetto di fazzoletti dalla tasca.
Tornati su in casa, presi i miei vestiti e le mie cose, anche se non potevo portare tutti decisi di prendere il più possibile. "Cosa fai?" mi chiese Frederick "Faccio la valigia, ce ne andiamo no?" "Mh sì.. ma non aspettiamo i tuoi? Non abbiamo il biglietto, nulla.." "Non ti preoccupare, gli lascio un biglietto. Voglio Lorenzo e te, stop. Questa non è più casa mia"
Andammo con una navetta a Malpensa, il volo ci sarebbe stato alle 21 e riuscimmo a comrpare due biglietti. Passammo lì il pomeriggio, pagandoci la cena con qualche soldi rimasto da quelli rubati dall'armadio dei miei genitori. Non chiamai Lorenzo, volevo fargli una sorpresa. Avevamo parlato della situazione ma non gli accennai nulla della partenza di me e Frederick.
Arrivammo la notte, chiamai Lorenzo al telefono e per fortuna era sveglio "Ciao fratellone, che combini?" "Ciao Ale, sono in giro con amici.. tu?" "Sono qui, con Frederick" "Qui dove....?" "Qui. Sotto casa tua"
Ci incontrammo in pochi minuti, quando mi corse incontro curioso e un pò preoccupato, ma felice. "Che succede? Son corso appena possibile, ma non mi hai detto che succede" "Nulla avevo bisogno del mio fratellone" gli risposi con un sorriso "I vostri genitori ci hanno sorpreso a letto assieme" gli confidò Frederick vedendo Lore ancora preoccupato. "Ah.. che coglioni. Immagino che tu sia qui perché l'hanno presa male" "Beh sì, parecchio male. Hanno cominciato a minacciare Frederick, non potevo sopportarlo.. Così abbiamo deciso di venire qui" "Avete fatto bene.. Andiamo a casa mia, non stiamo qui per strada" "Lore.. aspetta" gli dissi, afferrandogli la mano mentre già si dirigeva all'auto. Lo feci voltare, lo afferrai e lo baciai. "Ora posso, senza esitazione di alcun genere" Lui mi baciò, con affetto e passione. Ma guardò Frederick. Di certo questa situazione andava affrontata.
Arrivammo a casa, Lore prese le nostre giacche. Era la prima volta che vedevo la sua casa. Abbastanza grande, con una cucina abitabile, una camera e uno studio. Mollò le giacche sul divano e ci propose qualcosa da mangiare. "Io qualcosa mangerei, grazie" gli rispose Frederick "Io vorrei solo stare in mezzo a voi due, come quella volta tutti e tre assieme" così Lore mi prese per mano, tirandomi a sé e mi abbracciò forte. Dietro di me arrivò anche Frederick, poggiando sulle mie spalle le loro teste. Cominciarono a baciarmi il collo assieme, poi Lore andò dal lato opposto afferrando il volto di Frederick e cominciò a limonarlo. Con l'altra mano afferrò anche il mio volto, facendomi unire. "Non dobbiamo decidere nulla, ok?" ci disse Lore. "A me va benissimo così." Gli sorrisi, annuendo. Così come Frederick. Potevamo essere noi tre, senza definire qualcosa, senza darci un'etichetta. Quello che io ho sempre fatto anche con Frederick. Lore non aveva il mio sangue forse, ma eravamo così tanto uguali da pensare alle stesse soluzioni. Così come Frederick che, al volo, mi propose di volare in Olanda mentre lo pensavo io stesso.
Li afferrai per mano, li portai verso il corridoio spiando dentro le stanze per accertarmi di quale potesse essere la camera. Entrai nella stanza da letto quindi, lasciando le loro mani e fermandoli lì in piedi. Cominciai a svestirmi, rimanendo in mutande. Mi misi sul letto, col culo verso loro, a quattro zampe. Cominciai a gattonare, girandomi rosso in viso ed emulai il video che gli feci mesi prima nel bagno con indosso i loro indumenti. Si trattennero poco, lanciandosi sul letto, afferrandomi subito. Mi misero in piedi, le loro quattro mani le sentivo ovunque: sui fianchi, sul viso, tra i capelli, dentro i pantaloni. Erano ovunque e questa sensazione mi inebriava. Cominciai a toccarli anche io, scorrendo le mani sui loro corpi definiti sotto quelle maglie che presto gli sfilai. Tiravo indietro la testa per baciare uno, mentre l'altro mi baciava il collo e viceversa. Li strinsi a me, forti, poi cominciai a slacciargli i pantaloni. Cominciai da Lore, davanti a me, piegandomi in avanti Frederick approfittò subito per leccarmi il culo strappandomi letteralmente gli slip. La sua lingua sul buco in mezzo secondo, mi fiondai sul cazzo di Lore già duro come il marmo. Mi spinse la testa lanciando un gemito a voce alta, nessuno ci sentiva, nessuno ci avrebbe disturbato. Appena lo realizzai, cominciai a gemere anche io, invocando i loro nomi. Frederick mi si avvicinò alla testa, leccò la cappella di Lore assieme a me, mistando la nostra saliva mentre mi puntava il cazzo al culo strusciandolo tra le chiappe. Lore godeva della visione, poi si mise con le gambe attorno a me, rimanendo con la schiena alzata "Leccami i piedi.. voi lo fate sempre, lo voglio anche io.." mi disse. Gli sfilai così le calze, cominciando a leccare il suo piede liscio. Frederick prese a scoparmi il culo, dolcemente, alternando i suoi affondi del cazzo assieme al suo pollice. Poi cominciò ad andare più forte e più a fondo, invitando Lore. "Vieni anche tu, entriamo assieme.. che dici?" gli propose. "Lo avete mai fatto?" "No ma ti prego fallo... voglio sentirmi vostro, assieme.." gli risposi precipitoso. "Ti prego fallo" gli ripetei leccando la pianta del piede.
Mi lasciai completamente andare: davanti avevo Lorenzo, bello come il sole, il suo fisico definito sotto le mie mani, la sua faccia da porco che mi guardava quasi con arroganza mentre puntava il cazzo ansioso di possedermi.. E alle spalle Frederick, con il fiato affannato nelle orecchie, la lingua che cingeva il mio collo, salendo fino al lobo che a volte mordicchiava, il suo cazzo era già dentro di me e rallentò il suo ritmo per lasciar entrare il suo compare. "Fate piano, anche se ho una voglia matta..." gli chiesi quasi spaventato. Sicuro mi avrebbe fatto male, anche se ero eccitato come mai prima d'ora. Si avvicinò, cominciando a puntare la cappella. Io muovevo i fianchi, mentre Frederick impazziva di piacere seppur fermo, permettevo a Lore di entrare. Cominciai a sentirlo dentro, il dolore era forte, ma il piacere nel suo viso e i gemiti di Frederick placavano quella fastidiosa sensazione. "Fa male..." sussurrai quasi involontariamente. "Lo stai facendo per noi, ora siamo una cosa sola.." mi disse Lore "Noi stiamo godendo tantissimo grazie a te.. Ora tocca a noi far godere te.." aggiunse Frederick. I loro affondi cominciarono a diventare ritmici, affondava uno poi l'altro, alternando i loro cazzi che si facevano strada piano piano nel mio buco che cominciava a dilatarsi a dovere. Potevo sentire ogni centimetro di loro affondare, potevo sentire tutto: il loro piacere, il loro desiderio. "Cazzo.. è bellissimo" dissi "Sì, cominci a sentire piacere eh?" mi disse Lore "E' solo un pizzico di quel che sentiamo noi qui dentro.." aggiunse Frederick. Ormai eravamo un'unica cosa: pensavamo all'unisono, agivamo all' unisono e il piacere di uno era quello degli altri. Senza accorgermene cominciai a fioccare sperma, stimolato dai loro falli che premevano sulla mia prostata. Caddi in preda al piacere, era una sensazione inebriante, nuova. Cominciai ad urlare, fortissimo, così forte che dovettero tapparmi entrambi la bocca. Ma la cosa li fece partire di testa aumentando il ritmo, la foga, la forza degli affondi. Frederick mi afferrò i capelli, Lorenzo mi piazzò una mano al collo e mentre fiottavo le ultime gocce, entrarono assieme in un'unica profonda penetrazione inondandomi il buco. Presi di nuovo a muovere il bacino mentre il cazzo mi ballava sulla pozza di sperma lasciata sulla pancia di Lore e loro gridavano, grugnivano ferocemente il loro orgasmo. Le loro voci virili e profonde mi facevano sentire così piccolo, in mezzo a loro due. Rimasero dentro di me, mentre sentivo il buco rilassarsi forse per la perdita di vigore delle loro mazze. Dopotutto per Frederick era il terzo orgasmo della giornata.. complimenti a lui! Restammo qualche secondo a riprendere fiato, sul letto, ad occhi chiusi. Stanchi e spremuti. "Facciamoci una doccia" propose Lore "Va bene.. prendo un cambio allora" gli risposi. "No.. dormiamo nudi.. - mi interruppe Frederick - voglio sentire i vostri corpi tutta la notte, voglio addormentarmi intrecciato a voi" "Ragazzi la nostra storia è senza senso..." continuò ridacchiando Lore "Sì, senza senso.. ma a me non frega un cazzo" aggiunsi "Io con voi sto da dio" completò Frederick.
"Io so solo che in mezzo a voi due voglio rimanerci per tutta la vita" dissi loro guardandoli
"Siamo qui, non ti lasceremo. Ci penserò io a mamma e papà"
"Noi tre insieme saremo tutto. L'uno per l'altro"
Vista da fuori, la mia storia può sembrare estrema o azzardata.. Lorenzo è nato come mio fratello biologico, ma credo che questo ci abbia aiutato nel rapporto di fiducia e intimità che abbiamo ora. L'aggiunta di Frederick penso sia stato fortunato, perché abbiamo raggiunto sia io che Lore un rapporto con lui quasi simile alla fraternità. Comunque una storia a tre non ha nulla da invidiare ad una comune storia a due. Certo, comporta qualche problema a volte.. Ma li affrontiamo sempre assieme. E il sesso.. beh il sesso è straordinario. Mi sveglio con due ragazzoni ogni mattina, in molti mi invidierebbero già solo per uno dei due. E dopo 3 anni, conviviamo senza problemi, gelosie, incomprensioni. Certo, quelle che possono avere una normale coppia esistono, ma noi siamo qui. Siamo una famiglia.




Questo racconto conclude la 'saga' che spero sia piaciuta e sia stata apprezzata. Spiace per il poco erotismo, ma più cerco di fare il maiale nei racconti più mi affeziono ai personaggi e mi coinvolgo sentimentalmente. Come al solito, grazie a chi ha seguito, grazie a chi darà buon voto e a chi commenterà. Grazie di tutto, al prossimo racconto!
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