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Trans al bar (2)


di crigio
16.09.2014    |    6.535    |    1 9.0
"Nella parte finale della coreografia si rotola sul pavimento e, facendo una mezza capriola, si toglie anche le mutande, tenendo le gambe strette..."
“Indovina un po’? Prima di andare via, Gino, il trans, mi ha detto che stasera si esibirà al locale di Andrea. Chissà che sorpresa per quella marmaglia di maschi infoiati! E chissà come verrà ridotto quel povero ragazzino!”. Allora, voltandomi verso Enrico, aggiungo: “Ti va di andarci? Potresti fartelo anche tu!”.
Lui riflette qualche secondo e poi dice: “Perché no!”.
All’ingresso del locale c’è la ressa, come al solito. Ma stasera è probabile che sia stata diffusa la notizia che si esibirà Gino e quindi si è accesa la curiosità nell’ambiente.
Il collega di Knut ci riconosce e ci fa passare davanti agli altri. Una volta entrati, ci sediamo sugli sgabelli al bancone e prendiamo un cocktail. Ci voltiamo verso il palcoscenico e aspettiamo l’inizio dello spettacolo.
D’un tratto, le luci si spengono. “Signori, benvenuti!”, tuona la voce amplificata di Andrea. “Questa sera assisterete a qualcosa di mai visto in questa città e forse in tutto il Paese. Naturalmente, dopo una breve introduzione del nostro performer, chiunque voglia potrà approfittare di lui. Anzi, dovrà approfittare di lui. Questo è quello che lui vuole. Questo è quello che io voglio!”, conclude stentoreo.
Mi si gela il sangue e subito penso a che cosa capiterà al povero Gino. Scuoto il capo e i miei pensieri svaniscono. Ma sì: magari è proprio quello che desidera!
Sposto lo sguardo su Enrico, il quale fissa impaziente il palco, sorseggiando il suo drink. Un occhio di bue illumina una porzione della scena: parte la musica e Gino esce ancheggiando e seguendo il ritmo. Via via che balla si leva i vestiti, fino a rimanere in slip. Nella parte finale della coreografia si rotola sul pavimento e, facendo una mezza capriola, si toglie anche le mutande, tenendo le gambe strette. Seduto a ginocchia piegate verso la platea, spalanca le cosce proprio quando la musica finisce, offrendo a tutti la visione della sua passera impreziosita da un grosso clitoride.
Un brusio si leva dal pubblico. Maschi infoiati si sistemano sulle sedie aprendo le gambe e aggiustandosi i gioielli di famiglia alquanto alterati dentro i calzoni. Gino ammicca e fa l’occhiolino, ora da un lato ora dall’altro.
“Che vi dicevo?”, fa Andrea ai presenti. “Non è uno splendore? Fatevi sotto! Non aspetta altro!”, aggiunge esortando il pubblico. Però nessuno si muove: sembrano inebetiti.
Passano diversi secondi prima che un tizio, da un tavolino in fondo a sinistra, si alzi e si incammini verso il trans, prima a piccoli passi, poi sempre più veloce.
“Bene! Così!”, lo incita Andrea. Quello, arrivato fin sotto il palco, afferra le caviglie di Gino e lo tiene aperto, affondando la faccia tra le sue cosce. Immediatamente, la troietta reclina il capo e sospira, colto alla sprovvista dalla profonda perlustrazione che l’uomo gli sta praticando. “Ecco! È questo che vuole!”, commenta ancora Andrea. “Dacci dentro con quella lingua, tesoro! Vedrai che regalino ti fa la mia puttanella!”, e la testa del tipo comincia a muoversi più velocemente, provocando in Gino un piacere crescente.
Una volta aperte le danze, un altro uomo si leva dalla platea e raggiunge il palco, salendoci sopra. Si sbottona la patta e tira fuori l’uccello, ancora moscio, piantandolo nella bocca di Gino. La troietta rimane appoggiata indietro sulle mani e inizia a muovere il capo avanti e indietro, nell’atto di praticare una fellatio all’ultimo arrivato, mentre continua a godersi l’incessante cunnilingus del primo tipo.
L’assenza di musica ci restituisce i suoni che provengono dalla scena: i gemiti di piacere di Gino, l’ansimare dell’uomo che lo scopa in gola e lo sciabordio delle labbra dell’altro che si abbevera alla sua fica. Probabilmente, sono stati piazzati dei microfoni panoramici e l’effetto è fantastico.
“Godo io… glough!... glough!... Sì, godo… mmmmmmm!!!”, mugola il trans, sputando per un secondo il cazzone che stava ciucciando, il quale ha già preso vigore e gli dondola sulla faccia duro e pulsante. L’uomo glielo rinfila subito tra le labbra e Gino riprende a succhiarlo, come testimoniano le sue guance, incavate nell’atto di aspirare profondamente l’asta.
Poi, l’uomo che lo sta leccando comincia ad accarezzargli il buco del culo con due dita. Le lubrifica con la sua stessa saliva che cola dalla passera e spinge per penetrarlo. La sua rosellina si apre facilmente e un nuovo gemito della troietta si spande nella sala. Contemporaneamente, il pollice gli massaggia il perineo e si allunga verso la fica. Ci si infila dentro e Gino inizia a subire il doppio stantuffo nei suoi due pertugi. L’uomo allontana un momento la testa e si gode l’affondo delle sue falangi nel corpo del trans, sorridendo di soddisfazione nel vedere la sua vittima contorcersi e muovere il bacino verso di lui in cerca di qualcosa di più. Allora il tipo si slaccia i pantaloni e tira fuori la sua nerchia, che balza dalle mutande prepotente. Togliendo la mano dai buchi di Gino, si solleva e sale sul palco. Armeggiando con la sua verga, la dirige alla passera del trans e ci sprofonda dentro.
“Sì! Vai così, stallone!”, sbraita Andrea al microfono. Ma l’uomo non è contento: prende le estremità dei jeans del suo compare che sta soffocando Gino e glieli cala, scoprendogli le chiappe. Gli agguanta il culo e glielo apre, affondandoci la faccia in mezzo. Lecca il culo al secondo uomo e, insieme, fotte la troietta, con colpi talmente potenti che quella emette dei suoni gutturali strazianti. “Sentitela come gode! Tra un po’ vi darà il suo bel regalino!”, annuncia Andrea. “Eccolo che arriva! Eccolo che arriva! Levati stronzo!”, urla, e l’uomo si scansa, mentre la fica di Gino si spampana e il suo clitoride si impenna. Uno zampillo lungo e abbondante innaffia la platea, con il sottofondo dei gorgoglii orgasmici del trans. Alcuni uomini dalle prime file si alzano e cercano di dissetarsi con gli umori di Gino: qualcuno ci riesce, altri rimangono a bocca asciutta. Sta di fatto che lo stallone si riposiziona tra le cosce della troia e la penetra una seconda volta. Quella sembra ferita a morte: il suo bacino si solleva e si scolla dal pavimento e il suo capo si reclina indietro lasciando andare il cazzo che stava ciucciando. Le mani non lo reggono più: cade rovinosamente sulla schiena e si abbandona alla monta del tipo, mentre l’altro si inginocchia sulla sua faccia e lo costringe ad ingoiare nuovamente la sua nerchia.
“Stai godendo, tesoro?”, gli chiede Andrea.
“MMMMMM… mmmmmmmmmmm…!!!”, muggisce Gino, annuendo col capo, non potendo rispondere a causa del gran pezzo di carne che gli riempie le fauci. Poi, con entrambe le mani stringe il cazzo che sta succhiando e contemporaneamente inizia a masturbarlo. Allora, l’uomo si piega in avanti e bestemmia qualcosa: apre la bocca ed emette un rantolo spaventoso.
“VEEEEEEEEEENGOOOOOOOOOOOO!!!”, grida infine, scaricandosi i coglioni nella gola di Gino. Quindi, si accascia da un lato e lentamente sparisce dalla luce. Gino si solleva sui gomiti e sfida lo stallone a scoparlo più forte. Quello non aspettava altro e, appoggiandosi sulle mani, inizia a pistonare la fica della troia con affondi sempre più pesanti.
“Guardatela come vuole il cazzo! Dai, preparatevi maschioni! Dopo questo ne vorrà sicuramente ancora!”, dice Andrea al microfono, e Gino volge il capo alla platea e annuisce sghignazzando e avallando le parole del suo dominus.
Mi giro verso Enrico e gli faccio: “Va’ anche tu, no?”.
“Non ancora”, mormora lui, con lo sguardo fisso sulla scena. Allora torno anch’io a guardare lo spettacolo e mi accorgo che diversi uomini si sono avvicinati al palco, mentre con una mano tra le cosce si masturbano per mantenere l’erezione. Sopra, invece, lo stallone un po’ stantuffa, un po’ strofina il ventre contro la passera di Gino, il quale comincia nuovamente a cedere. Il suo sguardo perde sicurezza: si sta avvicinando un altro orgasmo. Tuttavia, il primo a venire è proprio il maschione che, abbattendosi sulla povera troietta, trema tutto mentre si svuota le palle nella sua vagina. Esauritosi il piacere, il tipo si fa da parte, lasciando a noi la vista della fica del trans tutta imbrattata di sborra e di umori.
Gino tira su il capo e osserva gli altri uomini. Con una mano si picchietta la vulva e con l’altra chiama a sé un altro stallone. Stavolta si tratta di un ragazzo niente male: bruno e giovane, si è spogliato completamente e mostra un fisico tonico e un cazzo duro e curvo all’insù.
“Questo lo vorresti tu, vero?”, mi chiede Enrico, conoscendo i miei gusti. Io mi volto verso di lui e gli sorrido complice. “Magari potrai fartelo dopo nella saletta, mentre io sventrerò quella puttanella!”, aggiunge, e poi sorseggia il suo drink.
Le parole del mio ragazzone si traducono in immagini nella mia mente e un brivido mi percorre da capo a piedi, mentre il mio buchino si allenta e si infuoca. Una mano di Enrico si infila nei miei jeans e un suo dito lo raggiunge.
“Che troia che sei! Ti stai già bagnando!”, mi insulta senza neanche guardarmi, e poi il suo dito mi penetra e mi perquisisce, proprio quando Gino, messosi a pecorina, sta afferrando la minchia del ragazzo e se la sta infilando in corpo. Il tipo comincia a muoversi avanti e indietro, piano, godendosi ogni centimetro della fregna del trans. Poi, abbassa la testa e lascia colare della saliva nel suo solco. Col pollice la spalma ben bene; quindi, estrae il cazzo dalla fica e lo punta al culo. Spinge: il glande entra e Gino lancia un urlo, mentre con la mano si accarezza la passera.
D’improvviso, però, spalanca gli occhi verso gli uomini sotto il palco e ne chiama uno. Quello sale su e lui lo fa sdraiare sotto di sé. Ne afferra la verga e ci si siede sopra facendola scomparire nella fica. Allora ne chiama un altro, che subito gli si avvicina: lui gli stringe la mazza e se la porta alla bocca, dopo aver detto loro: “Scopatemi! Fatemi vostro!”, e l’uomo che gli sta davanti lo afferra per le orecchie e gli pianta tutta l’asta in gola, strozzandolo.
Ricolmo di cazzo in tutti i buchi, Gino dà segni di cedimento: ogni tanto sputa la minchia che sta succhiando e si piega in avanti, ansimando, mentre i due stalloni lo scopano senza perdere un colpo. Quello che gli sta davanti cerca di rinfilargli le nerchia in gola, ma lui si sposta e sbava. Finché l’ennesimo orgasmo lo costringe e inarcare la schiena, facendo sgusciare fuori la mazza che ha nel culo. Poi, anche quella nella fica si sfila e un nuovo schizzo di umori, zampilla verso il viso del tipo che ha sotto, mentre lui si scuote tutto in preda al piacere estremo.
Ma l’uomo in piedi se ne infischia di rispettare i tempi della troia: gli si avvicina e lo affoga con il suo cazzo, fottendolo a più non posso, fino a schizzargli in gola. Anche quello sotto, prendendo esempio dall’altro, comincia ad intensificare lo stantuffo e, tenendo Gino per i fianchi, gli affonda dentro con forza, raggiungendo dopo poco l’orgasmo.
I due, alla fine, se ne vanno, mentre il ragazzo che stava alle spalle del trans gli si china sopra e lo accarezza, premuroso. Con un colpo di reni si ribaltano entrambi su un fianco: il ragazzo prende una coscia di Gino e gliela solleva. Poi, armeggia col suo cazzo e trova la fica della troietta. Ci si infila dentro e la scopa con fare esperto. Gino si volta indietro e i due si baciano appassionatamente, mentre la monta continua per alcuni minuti. Quando il ragazzo sta per venire, estrae la verga, si masturba e schizza sul culo e sulla fregna di Gino, spalmandogli infine la sperma sulla pelle col suo glande.
Alla mia sinistra, il rumore di un bicchiere che sbatte sul bancone mi distrae dallo spettacolo. Enrico si è alzato in piedi e, un attimo dopo, è già in cammino verso il palcoscenico. Man mano che si avvicina si spoglia e si ferma giusto qualche secondo per levarsi le scarpe e i jeans. Quando arriva sotto la scena indossa ormai solo i boxer, mostrando a tutti il suo fisico scultoreo.
“E adesso sono cazzi!”, dice Andrea al microfono, con voce profonda.
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