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DALIA - Cap. 18: la prima volta di Filippo


di DonEladio
15.06.2014    |    16.978    |    0 9.2
"“No no caro mio…decido io quando vieni…” sorrise beffarda mia moglie godendosi la sofferenza del nipote mentre gli dava crudelmente delle leggere e prolungate..."
Quando mancavano due settimane alla fine di luglio, i miei suoceri Ignazio e Paola partirono per il solito campeggio estivo portando con sé Jasmine e, con essa, ogni pudore residuo di Dalia; Thomas partì a sua volta per 15 giorni in colonia e Filippo cominciò a presentarsi a casa mia tutte le mattine da solo.
Mia moglie non perdeva più nemmeno tempo a mettersi addosso qualcosa e lo accoglieva in casa già completamente nuda: era abituata a farlo in passato per i vecchi condomini, ma si compiacque nell’accorgersi che farlo per suo nipote, un ragazzo molto più gradevole nell’aspetto e nei modi, a cui voleva un bene sincero, le piaceva molto di più.
Le remore iniziali erano state spazzate via e si era ormai perfettamente calata nel suo nuovo ruolo di nave scuola: il ragazzo, a parte qualche pomiciata con alcune sue compagne di classe, non aveva avuto alcuna esperienza sessuale, pertanto pendeva letteralmente dalle labbra della zia, che a sua volta trovava la cosa maledettamente eccitante: gli insegnò a conoscere il corpo di una donna e come toccarlo, partendo da dolci carezze in zone sensibili che non fossero direttamente quelle genitali, a fare dei sensuali seppur brevi massaggi, gli insegnò a baciare, gli insegnò a gestire la propria eccitazione e a non venire quasi subito come la prima volta.
“Siii zia… siiii….” gemette sull’orlo dell’orgasmo accasciato sul divano mentre Dalia nuda tra le sue gambe lo stava tirando scemo con un pompino fatto ad arte.
“No caro… non ancora” fu la risposta gelida e tagliente; la sua quasi ventennale esperienza in fatto di cazzi e come succhiarli la portava a riconoscere alla perfezione quando la sua vittima stava per venire e quando interrompersi e cosa fare nello specifico per prolungare la sua durata.
“No dai zia no… non fermarti proprio adesso” protestò il ragazzo in preda a spasmi muscolari e tremolio incontrollabile.
“No no caro mio…decido io quando vieni…” sorrise beffarda mia moglie godendosi la sofferenza del nipote mentre gli dava crudelmente delle leggere e prolungate leccate sulle palle strizzandogli con forza il cazzo in punta.
“Quando troverai una ragazza da scopare dovrai saperti controllare, non puoi venire subito! Devi imparare che il sesso è dare piacere all’altro, non dare quattro colpi e svuotarsi come i conigli. Se fai godere una donna, lei vorrà farlo ancora con te.” Il ragazzo si rassegnò e si lasciò andare in completo possesso della zia, che continuò a succhiargli il cazzo con maestria finchè non ritenne che il pompino aveva raggiunto una durata accettabile e gli concesse di venirle in gola.
Il giorno successivo, dopo il solito pompino, cominciò ad insegnargli come restituire lo stesso piacere alla sua compagna: quella sera, davanti alle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso, mi ritrovai a chiedermi se fosse più eccitante vedere mia moglie succhiare il cazzo a nostro nipote adolescente sul nostro divano o se vederla nuda a cosce oscenamente spalancate con la faccia di Filippo affondata in mezzo ad esse impegnato a leccargliela avidamente.
“”Piano…piano… così….” gemeva Dalia mentre con una mano indirizzava la testa del nipote e con l’altra si pizzicava un capezzolo; “Adesso un po’ più veloce…così…bravo l’amore della zia…” continuò inarcando la schiena e appoggiando i piedi sulle spalle di lui, “così si…cazzo stai diventando bravo…” dovette ammettere mentre gli afferrava i capelli con entrambe le mani e spingeva il bacino schiacciando il clitoride contro la sua bocca affamata.
“Adesso entra con due dita…no, non smettere con la bocca… insieme” istruiva il nipote guidandolo come una marionetta che eseguiva attentamente ogni ordine, cominciò a leccarle decisamente il clitoride e contemporaneamente a stantuffarle la figa con due dita come richiesto.
“Oooh… cazzo….. Siiiii!!!!!” Dalia venne rumorosamente e Filippo rimase estasiato a guardarla contorcersi ad occhi chiusi mentre si succhiava un dito e con l’altra mano si toccava i seni, così, splendidamente nuda davanti a lui, con il sesso ancora spalancato, umido e pulsante sotto i suoi occhi.
“Ma che bravo il mio nipotino..” Dalia gli prese la testa e lo fece sdraiare su di se lanciandosi in un lungo bacio di ringraziamento, i loro corpi nudi e sudati combaciarono perfettamente durante quel romantico abbraccio, era una scena perversamente dolcissima e romantica, almeno finchè mia moglie non sentì una pericolosa pressione tra le gambe.
“No!” lo spinse via appena in tempo, il cazzo di Filippo stava per scivolarle facilmente dentro.
“Scusa zia, non l’ho fatto apposta… mi è venuto istintivo fare quel movimento…” si scusò il ragazzo, e Dalia pensò che fosse sincero.
“Non preoccuparti, non fa niente. Te l’ho detto che non possiamo farlo fino in fondo, quello lo farai con una tua coetanea, magari con una di cui sarai innamorato e sarà bellissimo. Ma per adesso sono felice di insegnarti come muoverti e cosa fare. Farà un figurone a letto il mio piccolo Casanova!” si compiacque.
Il suo sguardo cadde sull’orologio e si accorse con orrore che mancavano dieci minuti a mezzogiorno: il tempo era volato e tra dieci minuti doveva essere al pub. Schizzò in piedi di colpo, consegnò i vestiti al nipote e lo cacciò praticamente di casa, “Si, si, domattina, certo, ma adesso vai che sono in ritardo” senza nemmeno rendersi conto che l’indomani era sabato e io sarei stato a casa; corse in bagno ad osservarsi allo specchio e si rese conto che non aveva il tempo materiale per lavarsi, pettinarsi e truccarsi; si diede una sistemata veloce ai capelli, un rapida passata di matita sugli occhi e di rossetto sulle labbra, infilò uno scamiciato bianco molto leggero e un paio di zoccoli, afferrò borsa, chiavi e cellulare e scappò al pub.
Giunse sul posto di lavoro con 5 minuti di ritardo e il locale vedeva già 5 persone accomodate ai tavoli, che quando la videro entrare la accolsero con un applauso e larghi sorrisi di sollievo; si mise immediatamente a prendere le ordinazioni e si rese conto ben presto che i clienti abituali (quelli che di solito le lasciavano generose mance in cambio di prolungate palpate) erano più incontenibili del solito: fin da subito dovette lottare contro molteplici mani che si infilavano sotto la gonna e le esploravano il culo e la figa, non faceva in tempo a cacciare due mani da dietro che altrettante le sbottonavano lo scamiciato sul davanti, “Ma insomma, ma che vi prende oggi? Siete dei polipi!” protestò senza troppa convinzione; “Non lo so piccola”, rispose uno dei camionisti, “oggi hai qualcosa di particolare…forse il profumo…sembra proprio odore di sesso!”
Sapeva che non aver avuto il tempo di farsi un bagno e profumarsi come al solito avrebbe avuto qualche effetto, ma nemmeno si aspettava di imbizzarrire quegli animali che nemmeno i tori prima della monta.
Non riuscendo in alcun modo a contenerne l’esuberanza, si convinse che lasciandoli fare avrebbe finito prima di prendere l’ordinazione e avrebbe avuto modo di lasciare il tavolo, ma i tre camionisti non sembrarono minimamente interessati alla lista dei panini e in un attimo le aprirono tutti i bottoni dello scamiciato, denudandola completamente sul davanti e lasciando campo libero alle loro mani sulle sue tette e tra le gambe; “Guarda com’è bagnata la troia… è fradicia, cazzo!” esclamò a voce alta uno di loro che si era concentrato tra le grandi labbra, provocando le risate degli altri; altre due mani sollevarono lo scamiciato da dietro e ripresero possesso delle sue chiappe nude, d’un tratto sentì un dito scivolarle nel culo e sfiorarne ritmicamente un altro che la penetrava dal davanti; “Ragazzi, forse adesso state un po’ esagerando…”, tentò invano di protestare con un filo di voce, ma proprio mentre qualcuno le stava per sfilare completamente l’unico leggero pezzo di stoffa che ancora copriva a malapena il suo corpo, trovò non so dove la lucidità di riprendere il controllo di sé stessa, si divincolò tra le grinfie di quei maschi allupati e si allontanò; “Torno dopo, quando avrete deciso cosa ordinare” e si allontanò sculettando vistosamente sotto gli sguardi dei camionisti a cui non restò che leccarsi avidamente le dita appena estratte dai suoi buchi e grondanti dei suoi umori.
“Ancora mezzo secondo e mi ritrovavo a pecora sul tavolo”; le girava la testa, le tremavano le gambe tra le quali si sentiva letteralmente colare e si sentiva in stato confusionale; si diresse a testa bassa verso il bancone cercando nervosamente di riabbottonarsi l’abito, ottenendo come unico risultato quello di andare a sbattere contro… “Filippo? Cosa ci fai qui???” si sorprese ritrovandosi tra le braccia del nipote che glie l’aveva leccata fino a farla godere pochi minuti prima.
“Zia…”, rispose con tono di finto rimprovero squadrandola da capo a piedi, “cosa la tieni a fare sta camicia che sei nuda? Tanto vale che te la togli…”
Dalia fece un passo indietro e gli rivolse uno sguardo severo, poi finalmente riuscì a richiudere qualche bottone e tornò alla carica: “Simpaticone, non mi hai risposto. Cosa sei venuto a fare?”
“Ecco… Maestra....non sono sicuro di aver capito bene la lezione di oggi, così ho pensato di seguirti per vedere se posso capire meglio i concetti…”, rispose sornione Filippo.
“Senti bamboccio…la lezione di oggi era una lezione di prima elementare… qui si tratta di una lezione universitaria. Non fa proprio per te…”
“Può darsi” continuò il ragazzo aprendole con nonchalance il primo bottone, “ma la materia mi appassiona molto e la mia maestra mi ha detto che imparo molto in fretta…”
Dalia non seppe cosa rispondere a tanta sfrontatezza e restò allibita a guardare suo nipote aprirle anche gli altri due bottoni, scostarle i lembi della camicia e prenderle in mano le tette.
“Sei uno studente davvero indisciplinato, lo sai?”, reagì senza nessuna convinzione, “Quello che succede in questa classe è troppo avanzato per la tua preparazione. Potresti rimanere scioccato.”
“Non ne sono così sicuro, maestra..” continuò imperterrito mentre con una mano scese tra le cosce di Dalia cominciando a stuzzicarle il clitoride come lei gli aveva insegnato.
Mia moglie sostenne il suo sguardo di sfida per alcuni secondi, ma ben presto il ditalino cominciò a fare effetto sul suo corpo già al limite dell’eccitazione e si ritrovò con gli occhi chiusi a mordersi le labbra per non gemere rumorosamente davanti a tutti.
“Quindi, maestra, in cosa consiste questa lezione?”, chiese Filippo ponendo fine al ditalino infilando due dita dentro la figa gocciolante di sua zia e contemporaneamente strizzandole vigorosamente un capezzolo.
La penetrazione improvvisa destò Dalia dall’estasi a cui si stava abbandonando. Si ritrasse, richiuse per l’ennesima volta i bottoni e fissò negli occhi il nipote rispondendo alla sua espressione di sfida.
“Lo vedrai” rispose dando un’ ultima sistemata all’abito e ravvivandosi i capelli. “Lo vedrai tra poco”. Poi si voltò e lo lasciò al bancone tornando verso il tavolo dei camionisti che la reclamava a gran voce.
Salvatore, che aveva assistito a tutta la scena mentre spillava alcune pinte di birra, sollevò le spalle e si limitò ad un rassegnato “Ma che cazzo di famiglia…”, poi osservò Filippo prendere posto su uno sgabello..
Questa volta Dalia lasciò che tutti i presenti la spogliassero e la toccassero dappertutto sotto gli occhi attenti del nipote, senza trattenersi minimamente a causa della sua presenza, anzi: ogni volta che uno dei clienti le dedicava qualche attenzione “particolare” cercava in continuazione il suo sguardo alla ricerca di espressioni sconvolte o traumatizzate, ma quello che vide fu solo un ragazzo entusiasta e tremendamente eccitato come se stesse assistendo per la prima volta a un concerto dal vivo della sua band preferita.
Ai cinque presenti ai tavoli, che ad ogni minima occasione le palpavano il culo, le strizzavano le tette e la sdraiavano sul tavolo spalancandole le cosce, si aggiunsero i due meccanici rumeni e il fiorista, che arrivarono al pub poco prima delle 14, evidentemente più interessati al dopo pranzo che al pranzo.
Quando Salvatore svolse il tanto atteso rito della chiusura a chiave del portone d’ingresso, Dalia si recò da Filippo e lo guardò negli occhi con un’espressione estremamente seria: “Ultima chiamata, adesso non si scherza più. Sei sicuro di voler rimanere?”; il ragazzo sostenne lo sguardo della zia per un paio di secondi, poi rispose prendendole la mano destra e appoggiandola sul pacco che sembrava stesse letteralmente per esplodere. Mia moglie a quel punto si arrese alla perseveranza del nipote, ritirò la mano, aprì definitivamente la camicia e la lasciò cadere sul pavimento; poi si voltò e si diresse completamente nuda verso gli otto uomini che l’attendevano ansiosi al centro della sala.
Filippo vide quegli energumeni saltare letteralmente addosso a sua zia come un branco di leoni su una gazzella: osservò sedici mani prendere immediatamente possesso delle sue forme, otto lingue assaggiarne voracemente il sapore, incalcolabili dita insinuarsi in ogni suo orifizio. Osservò ognuno di quegli uomini afferrarla per i capelli, aprirle la bocca, sputarle dentro e infilarci dentro il cazzo in fondo fino alle palle facendola soffocare, tanto che quando ebbero finito il “giro” Dalia aveva le tette che grondavano della sua stessa saliva. Li vide sollevarla sempre per i capelli e scaraventarla su un materasso lercio, spalancarle le cosce e cominciare a penetrarla con foga con le dita mentre altri non smettevano di scoparle la bocca e altri ancora le schiaffeggiavano le tette; poi guardò con emozione mentre se la scoparono a turno, due alla volta, uno in bocca e uno nella figa, la sbattevano senza nessuna cura o attenzione nei suoi confronti, la maltrattavano, la insultavano, continuavano a tenerla per i capelli e darle schiaffi sulle guance, sulle tette, sul culo e, tra una penetrazione e l’altra, anche sulla figa.
Non era esattamente come se l’era immaginato: questo era l’esatto contrario di quanto gli stava insegnando Dalia durante i loro incontri. Qui non c’era nemmeno l’ombra dei baci, delle carezze, delle attenzioni nei confronti dell’altro, delle tenerezze reciproche: questa era una monta selvaggia da parte di una mandria di stupratori nei confronti di una povera vittima che.. beh…che a giudicare dai gemiti soffocati da un cazzo o due sempre dentro fino in gola…stava godendo come una troia senza ritegno alcuno. Non riusciva a comprendere lo spettacolo a cui stava assistendo ma ne era tremendamente eccitato.
Il povero sedicenne inesperto provò l’apice della sorpresa quando vide quei nove individui (Salvatore aveva raggiunto il gruppo iniziale) concentrarsi particolarmente sul culo di Dalia; la sua attrazione e curiosità nei confronti del corpo femminile era sempre stata costituita dal seno, poi dal sedere e infine, scopertane l’esistenza, dalla figa: per quanto ne sapeva, la figa era l’unico posto in cui infilare il pisello. Prima la zia, durante i loro incontri privati, gli aveva fatto scoprire il piacere che poteva dare anche una bocca sapiente ed esperta, e adesso assisteva alla scena in cui tutti i maschi presenti sfondavano il culo di Dalia con un apparente piacere che mai avrebbe nemmeno immaginato; per un tempo che gli parve interminabile i nove uomini scoparono sua zia solamente nel culo, senza degnare la sua figa della minima attenzione se non per qualche fugace toccatina mentre se la inculavano con foga. Ma alle donne piace anche lì? Boh, a vedere e sentire come godeva zia Dalia, evidentemente sì!
La sorpresa divenne stupore quando la vide scopata in doppia penetrazione: assistere alla scena della zia schiacciata tra due corpi che se la sbattevano uno davanti e uno di dietro, in una posizione che lui nemmeno aveva pensato potesse esistere, mentre gli altri si alternavano davanti tenendola per i capelli a infilarglielo in bocca.. beh.. questa proprio non se l’aspettava. Ma da quando si era tirato fuori il cazzo e aveva cominciato a segarsi? Non ricordava, ma esplose in mano in pochi secondi.
Corse in bagno per darsi una pulita e quando rientrò in sala vide Dalia, apparentemente priva di conoscenza, messa a pecorina con il culo all’aria e la testa abbandonata sul materasso: Salvatore se la stava nuovamente inculando con decisione mentre le teneva le chiappe allargate con entrambe le mani; le assestò una decina di colpi belli decisi, poi emise un verso gutturale e prolungato restando immobile dentro di lei un’ultima volta e capì che le aveva riempito il culo di sborra.
Appena Salvatore si sfilò dal culo di sua zia, fu immediatamente rimpiazzato da un altro, e poi un altro, e poi un altro ancora, fin quando tutti e nove si scaricarono le palle dentro l’intestino di Dalia.
Filippo assistette alla scena a bocca aperta e si rese conto di averlo ancora duro; mentre i nove uomini si battevano il cinque e si recavano al bancone per un ultimo giro ristoratore, tirò nuovamente fuori il cazzo e si avvicinò alla zia; era rimasta immobile, esattamente come l’aveva lasciata l’ultimo uomo che l’aveva inculata: la testa abbandonata sulle braccia distese sul materasso, la schiena arcuata e il sedere in aria. Osservò rapito il culo della zia, tra le natiche arrossate dal gran numero di schiaffoni ricevuti trionfava questo buco talmente allargato che avrebbe potuto tranquillamente infilarci il collo di una bottiglia; era arrossato e pulsava ritmicamente, e a un certo punto, dopo l’ultima pulsazione, emise un consistente fiotto di liquido bianco.
Filippo ne fu quasi spaventato. Al primo fiotto ne seguirono altri e il ragazzo si ritrovò esterrefatto dalla quantità di sperma che cominciò a fuoriuscire dal buco del culo sfondato di sua zia; restò come ipnotizzato a fissare quell’inaspettata eruzione per alcuni secondi, mentre Dalia cominciò a dare segni di ripresa e sollevò a fatica la testa guardandosi intorno per capire se la tempesta si fosse esaurita del tutto; il ragazzo non si accorse dei movimenti della zia o semplicemente li ignorò, era attratto da quel cratere in eruzione come se fosse una calamita, senza quasi rendersene conto appoggiò la cappella tra le natiche divaricate di Dalia e la osservò scivolare dolcemente dentro di lei; la sensazione calda e gelatinosa del primo tratto fu presto rimpiazzata da una sensazione diversa, torrida e avvolgente, man mano che penetrava sempre di più al suo interno; quando esaurì la corsa infilandosi completamente dentro di lei al punto di sentire le sue gradi labbra sfiorargli i testicoli, vide una quantità sorprendente di sperma colargli ai lati del cazzo andando a depositarsi sulle sottostanti piante dei piedi della zia; Dalia venne sorpresa da quella ulteriore ed inaspettata intrusione e strinse istintivamente le natiche provocando un sussulto nel nipote che rimase senza fiato: quel buco prima così maledettamente invitante adesso sembrava voler inghiottire il suo cazzo e non restituirglielo mai più; appoggiò le mani sulle natiche della zia e cominciò ad estrarlo lentamente, godendosi ogni istante della pressione avvolgente che l’intestino di Dalia esercitava su di esso, poi, quando cominciò a vedere la cappella, spinse nuovamente a fondo precipitando ancora una volta dentro di lei. Era una sensazione sconvolgente e Filippo si rese conto di non riuscire assolutamente a fermarsi, cominciò a stantuffare sempre più velocemente il culo della zia fissando rapito i fiotti di sperma sbuffare da quel buco ad ogni suo affondo.
Dalia non capiva chi potesse aver deciso di darle un’ulteriore ripassata proprio quando sembrava tutto finito, voltò la testa dietro di lei e restò di sasso riconoscendo il nipote.
“Ma Filippo….” provò a protestare senza troppa convinzione, né soprattutto la forza di opporsi, tanto che quasi subito abbandonò nuovamente la testa sul materasso attendendo che anche lui finisse di abusare analmente di lei.
Filippo era letteralmente fuori controllo e non si accorse nemmeno del tentativo di protesta di Dalia, era troppo impegnato a scopare nel culo la sua zietta afferrandole le chiappe e tenendole oscenamente divaricate mentre la penetrava; le assestò una quindicina di colpi dapprima decisi, poi via via più lenti e prolungati man mano che si avvicinava all’orgasmo, infine diede un ultimo poderoso colpo abbandonandosi dentro di lei nell’istante in cui aggiunse il suo contributo a quanto lasciato dai nove uomini che lo avevano preceduto.
Dopo alcuni secondi riuscii ad aprire gli occhi, aveva ancora il cazzo fino alle palle dentro il culo di Dalia: le allargò nuovamente le natiche con le mani e cominciò ad estrarlo delicatamente senza staccare lo sguardo dalla scena nemmeno per una frazione di secondo; quando si ritirò completamente rimase a contemplare a lungo il buco aperto della zia da cui questa volta fu il suo stesso seme a cominciare a defluire.
Dalia decise che bastava così e si sottrasse agli occhi di Filippo girandosi verso di lui; si piegò verso il suo bacino e gli prese in bocca il pisello mezzo moscio e gocciolante, cominciando a succhiarlo delicatamente tra i gemiti di approvazione del nipote che rispose spingendoglielo in bocca fino alle palle tenendola per la nuca.
Quando ritenne di averglielo ripulito alla perfezione si alzò sulle ginocchia e fissò il nipote stravolto negli occhi; si avvicinò a lui e cominciò a baciarlo con passione trasferendo nella sua bocca il sapore del suo stesso sperma che aveva sulla lingua e sulle labbra; il ragazzo non capiva assolutamente nulla di quanto stava succedendo e si lasciava fare tutto in completa balia di mia moglie, la quale, dopo alcuni secondi di baci, staccò le proprie labbra dalle sue, lo fissò negli occhi e, sorridendogli spudoratamente, gli disse: “Promosso!”
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