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E se scoprissi che tua figlia è un Escort?


di ClaudioGusson
20.03.2013    |    36.287    |    0 8.5
""Scommetto che questo ti piacerà moltissimo! Sei venuto a cercare un escort? Hai trovato un ESCORT! Dopo aver pronunciare quelle parole, rapidamente..."
Un padre incazzato, perché navigando in internet, scopre che la figlia campa facendo l'Escort. Si presenta nel suo appartamento per chiarire la faccenda e....

Mario si era fermato di fronte all'ingresso dell’appartamento di sua figlia Alessia, aveva la punta delle dita appoggiate alla porta, era nervoso e teso come una corda di violino.

Probabilmente era stato un grande equivoco, ma sapeva di mentire a se stesso, come se volesse allontanare da se una verità che lo aveva angosciato tutta la notte, e non smetteva ancora di tormentarlo.

Provava un senso di fastidio, indotto da una collera che covava sotto un’apparente normalità, che non avrebbe potuto controllare in ogni modo, perché la colpa di sua figlia gli sembrava gravissima e difficile da perdonare.
Il dubbio andava comunque sciolto ed i problemi affrontati a viso aperto, a qualsiasi costo.

Alessia aveva finito le pulizie del suo appartamento, era emozionata ed attendeva trepidante l'arrivo di suo padre.
Non lo vedeva da circa un mese, quindi fu molto felice, quando gli ha telefonato annunciando quella visita a sorpresa.
Ma era anche molto inquieta, perché al telefono gli era sembrato agitato, ed il tono della sua voce non era dolce e cordiale come d’abitudine.
Proprio in quell'istante suona il campanello. Alessia molla tutto e corre subito all'ingresso appena apre la porta se lo trova di fronte con il volto imbronciato.
Alessia gli sorride comunque, e tirandolo verso di se, prima di farlo entrare nell'appartamento se lo abbraccia forte, baciandolo su una guancia.

Mario guardò la figlia sforzandosi di sorridere, malgrado le preoccupazioni che lo affliggevano a causa dei motivi per cui era venuto.

Alessia era una bella ragazza, capelli lunghi e neri, con un corpo ben modellato e gli attributi femminili distribuiti nelle giuste proporzioni.
In quella circostanza indossava un vestitino stretto sui fianchi, scollato e corto, che mettevano in risalto il seno aggraziato e abbondante, i fianchi rotondi e le gambe lunghe e sode.

Il padre notò che il vestito era molto succinto e provocante, lo squadrò per bene e gli rammentò la ragione della sua visita.
L’entusiasmo, quindi, si spense subito ed il viso divenne nuovamente crucciato e deformato da una smorfia di sdegno.
Alessia, nonostante avesse colto quello strano atteggiamento, abbozzò un ghigno di circostanza ed invitò il padre ad entrare:

"Entra Papà, dai vieni in salotto!"

Gli prese il braccio, trascinandolo con slancio verso il soggiorno.

Alessia aveva notato chiaramente il cambio di umore sulla sua faccia, quindi divenne irrequieta e curiosa di capire il motivo di quello strano comportamento, ma sopratutto di conoscere la ragione di quella visita inaspettata.
Pertanto, facendo buon viso e cattivo sangue, ostentava un sorriso cordiale, e sedendo al suo fianco, sul divano, aspettava che fosse lui a parlare per primo.

Mario iniziò a fissare la figlia dai piedi alla testa, quindi, si sforzò di controllare il tono della voce e le forti emozioni che stava provando.
Fu del tutto inutile, perché vederla vestita in quel modo gli ricordava il motivo della visita, quindi facendosi prendere dall’ira, scattò in piedi incollerito, e respirando veloce ed in modo affannoso, con un tono di voce alto urlò:

"Penso che dovrei arrivare al punto della questione, Alessia!"

Alessia, sorpresa da quello scatto d’ira, lo fissò perplessa, attendendo una spiegazione per quel modo di fare.

Il padre, senza moderare il tono, aggiunse:

"O dovrei chiamarti Luana?

Appena Mario pronunciò quel nome, il viso di Alessia diventò bianco, sembrava che il sangue gli fosse defluito dal corpo. La sua mente iniziò a preoccuparsi, a chiedersi angosciata i motivi che avevano indotto suo padre a pronunciare quel nome. Lui sapeva tutto! Com’era possibile? La conferma gli arrivò subito.

"Ti stai chiedendo coma faccio a conoscere questo nome? Bene ora te lo spiego per bene! Ieri notte stavo navigando in Internet, quando mi sono imbattuto in certi annunci con tanto di fotografie! Sono entrato ed ho iniziato a sfogliare le pagine. C’erano tante foto di ragazze nude! Erano escort che offrivano le loro prestazioni sessuali! Alessia! In un primo tempo non ho creduto a quello che vedevo. Ma appena sono arrivato alla pagina di Luana stavo quasi cascando dalla sedia! Eri tu! Ed eri completamente nuda! Ho pensato che fosse una ragazza di nome Luana che ti somigliava. Alla fine ho dovuto arrendermi davanti all’evidenza! Quella ragazza in pose oscene eri proprio tu! Una troia come le altre, che si prostituiva per denaro! Alessia tu fai la PUTTANA!

Alessia ascoltò le parole del padre, imbarazzata, come se fosse stata investita da una valanga di merda, era disorientata e giaceva inerte sul divano, in uno stato di catalessi totale, mentre il suo cervello sembrava impazzito alla ricerca affannosa di una giustificazione plausibile a quelle accuse.
Poi balbettando:

"Per favore, Papà, tu non capisci!

Il padre rapidamente bloccò qualsiasi reazione, prima che potesse proseguire, l’aggredì verbalmente senza placare la sua ira, che aumentava fino ad esplodere come un vulcano in eruzione.

"Che cosa non dovrei capire? È difficile capire che sei una puttana! Quello che non capisco com’è potuto accadere? Ti ho crescita nel migliore dei modi possibile e ora vedo il tuo corpo venduto come vile merce, al migliore offerente e le tue gambe allargarsi a qualsiasi uomo che ti offre del denaro! Non puoi negare l’evidenza!

Lei si afflosciò sul divano, come una bambola di pezza inanimata. La testa piegata in giù, poi respirando affannosamente rispose con un tono di voce appena percepibile, quasi un bisbiglio:

"Sì! È vero!"

Mario quando sentì sua figlia ammettere la verità, esplose in un impeto di collera incontrollato, si lanciò come una furia su di lei gli afferrò i polsi e la costrinse ad alzare la testa.
Mentre, la fissava rabbioso, la sua mente stava pensando a come punirla, improvvisamente gli venne in mente il castigo adatto alle circostanze, proprio quello che meritava quella sfacciata.

"Tu mi hai deluso. Meriti una punizione per le porcate che combini!

Si sedette al suo fianco, le strinse i polsi e la trascinò sopra il suo grembo a faccia in giù, poi le scoprì il culo fino alla vita. Prima che Alessia si potesse opporre iniziò a picchiare forte con il palmo della mano.
Il rumore secco degli schiaffi rimbombava nella stanza mischiandosi ai singulti di Alessia.

“schiaffff schiaffff schiaffff schiaffff
"aiiiiiiiiiiiiiii Per favore, Papà, noooooo mi stai facendo male!"
“Zittaaaaaa troia è quellooooo che meritiiiiiiiiii sei una puttana aaaa

Alessia gridava la sua disperazione, mentre il padre le stava scorticando la pelle delle natiche, accanendosi come un cane rabbioso.

Nonostante il dolore fisico e la sofferenza che stava subendo dal padre, Alessia cominciò a pensare che quella punizione, dopo tutto, non era diversa da quella che pativa da certi clienti, da cui traeva molto diletto.
Mentre subiva le sculacciate del padre, si sorprese per quello che stava provando, il dolore si era trasformato in piacere, sentiva la mano paterna che colpiva le sue natiche, già abbondantemente arrossate, che gli dava una sensazione piacevolmente inaudita.
La figa iniziò a pulsare ed i capezzoli a indurirsi accentuando la loro sensibilità, sensazioni che gli provocavano brividi e gradevoli godimenti che aumentavano ogni qual volta il palmo della mano impattava sui suoi glutei.

Ad un tratto si accorse di un particolare sbalorditivo, che le sballò completamente la mente. Anche il padre si era lasciato trascinare emotivamente da quella situazione incandescente, come i suoi clienti si era eccitato, ed in quello istante percepiva chiaramente il suo cazzo duro, che premeva contro il suo ventre e lo avvertiva palpitante spingere da sotto.
Quella situazione imbarazzante fece scattare in lei una reazione improvvisa, un pensiero che la infastidì subito.

"Aspetta un minuto!"

Disse con rabbia,

"Papà! Come hai fatto a trovare i miei annunci su Internet, su un sito a pagamento?

Quella frase, lo colpì come un maglio, facendogli bloccare la mano in aria.

Alessia, ne approfittò e si divincolò dal grembo paterno, saltando in piedi, lo fronteggiò con tono duro.

"Tu cercavi una puttana da scopare! Le ragazze di quel sito non si trovano facilmente nelle pagine libere! Bisogna essere membri! Inoltre per vedere me devi essere almeno un VIP! Tu stavi cercando un ESCORT, quando ti sei imbattuto nelle mie fotografie! Vero Papà?"

Mario sbiancò in viso. Alessia osservò la reazione del padre. Non si era sbagliata. Lui stava cercando una ragazza a noleggio, una come lei.
Poi Alessia, intuendo la verità, si eccitò al pensiero che il padre non era differente dai suoi clienti. L'eccitava l’idea che l’aveva osservata nuda, forse desiderata, così cambiando il tono della voce, con un timbro più suadente.

"Cosa hai pensato quando hai visto le mie fotografie? Papà? Guardami in faccia quando ti parlo!

Mario aveva un’espressione impacciata e confusa. I ruoli si erano invertiti.

Alessia, prendendolo di petto, s’inginocchiò davanti a lui, scivolandogli come una gatta in calore tra le gambe aperte.
Poi posò le mani sulle cosce e lentamente le fece scorrere fino a raggiungere il cazzo duro del padre, che palpitava sotto la stoffa. Appena lo cinse ebbe un moto.

"Oh, questa è bella! Cosa è? L’effetto che ti hanno fatto le mie foto o il mio culo mentre lo prendevi a schiaffi? Ti è piaciuto vero? Sei un pervertito!
"Alessia, tesoro, per favore, tu non dovresti comportarti così! Sono tuo padre!"
“Mio padre? Mio padre non è uno che cerca le puttane su intente! No tu non sei mio padre! Sei un cliente!

Mario ha bisbigliato qualcosa di incomprensibile mentre tentava di respingerla via da se.
Alessia resistette alle spinte del padre e fissandolo negli occhi.

"Scommetto che questo ti piacerà moltissimo! Sei venuto a cercare un escort? Hai trovato un ESCORT!

Dopo aver pronunciare quelle parole, rapidamente afferrò le spalline del vestito tirandole giù fino al costato. Le sue mammelle piene e sode rimbalzarono aggressive davanti agli occhi eccitati del padre, le più belle che lui avesse mai visto.

Alessia ormai aveva il controllo della situazione.
Così, con un gesto repentino, afferrò le mani del padre e lo costrinse a toccare le sue tette, nonostante protestasse.

"No, Alessia, non posso!"
“Come? Le hai cercate su internet! Che fai? non tasti la merce prima di provarla?

Alessia lasciò le mani del padre sulle sue tette e lui, ormai succube della figlia, le tenne su, continuando ad impastarle come panetti di pizza, soffermandosi ogni tanto sui capezzoli turgidi.

Alessia si era eccitata perché quella situazione incandescente aveva coinvolto anche i suoi sensi. Abbassò lo sguardo sul grembo del padre, si morse le labbra, pensando che sotto la stoffa c’era un cazzo duro e pulsante. Così seguendo il suo istinto, senza esitare, aprì la patta dei pantaloni infilandoci la mano.

“Alessia aaa no oooo non devi!

La voce del padre era completamente stravolta e le parole non corrispondevano alle reali intenzioni. Era eccitato come un montone pronto alla monta.

Alessia, si impossessò del cazzo del padre e lo menò per alcuni minuti, dopo per facilitare la sua azione, raggiunge la vita ed allenta la cintura, slacciando i pantaloni e, con movimenti lenti, li fece scivolare giù, insieme alla biancheria intima, fino alle caviglie.

Mario, rimase completamente turbato, non riuscì ad opporre alcuna resistenza, era quasi in trance, tuttavia continuò a spremere ed a soppesare con libidine le grosse mammelle della figlia.
Lo sconcerto è aumentato, quando vede Alessia piegarsi con il busto in avanti ed infilare il suo cazzo in mezzo al seno. Con entrambe le meni afferra i grossi meloni e serrandoli attorno al pene comincia a stimolarlo con un lavoro di tette.

"Non possiamo fare questa tesoro, per favore fermati!"

Alessia, ignorò le parole del padre, e sorridente lo guardò in faccia, mentre si leccava le labbra. Lo aveva in pugno.

Le grosse tette stringevano il cazzo paterno masturbandolo con forza, ogni tanto la bocca di Alessia si impossessava del glande ghermendolo come una dolce leccornia

"Sì, che possiamo, Papà, so che lo desideri tanto. Ho voglia di farti un pompino! Non vuoi vedere le labbra della tua bambina che avvolgono il tuo cazzo?"

La mente di Mario era in subbuglio, pensava di vivere un incubo; non poteva essere vero, doveva fermare sua figlia.
Fece un ultimo tentativo di bloccarla. Le spinse il capo indietro cercando di allontanarla dal cazzo....


Continua..... Ormai i protagonisti sono presi in un vortice erotico che li porterà oltre.....

Per coloro che vogliono leggere la fine, li invito ad andare sul mio blog:
http://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.it/2013/03/e-se-scoprissi-che-tua-figlia-fa-l.html

Così va la vita.
Guzzon59
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