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Febbre da cavallo


di ClaudioGusson
29.04.2012    |    57.790    |    1 9.3
"Il desiderio si era impossessato dei miei sensi..."
Salve! La storia che sto per raccontare è davvero incredibile.
Nata da circostanze del tutto imprevedibili, come le reazioni della mente, quando la ragione viene meno al proprio compito di censore. Buona lettura.

Il mio nome è Mario e sono un dottore in pensione.
Quando presi la laurea scelsi il difficile mestiere del medico condotto, un artigiano della salute, lavorando tra la gente e negli ambulatori dei piccoli paesi.
Ho sempre ritenuto la professione del medico come una vocazione, simile a quello dei preti: una missione.
Nella vita mi è capitato di incontrare ogni specie d’individuo, dal malato immaginario, agli ipocondriaci, costantemente preoccupati di avere chissà quale grave malattia.
Per tranquillizzare il loro stato d’animo, a volte era sufficiente prescrivere delle semplici aspirine.
Il ruolo che ricoprivo mi permetteva di contattare ogni famiglia del paese, perciò ero a conoscenza di storie private inaudite e di eventi particolari molto piccanti.
Sapere l’indole più intima dei miei pazienti, mi ha consentito di poter soddisfare qualche fantasia personale.
Infatti, durante la lunga carriera di medico condotto ho avuto tantissime avventure, con donne sposate, nubili, anche attempate, ma ben conservate.
Lo studio era diventato il santuario del piacere. Il lettino dell’ambulatorio era l’altare del sacrificio dei sensi, utilizzato più come giaciglio per grandiose scopate che per le visite mediche.
Raggiunta l’età della pensione, la bella vita finì.

Quando persi la moglie, la casa era diventato un luogo troppo grande e vuoto, ma soprattutto erano i ricordi che mi facevano penare. Così, dopo aver convinto i figli, scelsi di andare a vivere gli ultimi anni della mia vita in una casa di riposo.

In questo momento sono seduto davanti alla finestra della mia cameretta, osservo le gocce di pioggia che colpiscono il vetro formando dei rivoli che scorrono come dei canali in piena.
Mentre guardo i vetri deformati dall’acqua, mi sovviene il ricordo di una rosa, una bellissima rosa; che un giorno capitò inaspettata tra le mie mani, come un miracolo, stordendomi con la sua giovane e conturbante fragranza.

Il dono arrivò per caso proprio alcuni mesi dopo che fui collocato in pensione.
All’epoca caddi in depressione, perché non riuscivo ad organizzare la nuova vita, mi mancava il lavoro che aveva caratterizzato un’intera esistenza.
In quel periodo succedeva spesso che qualche collega giovane chiamava per una consulenza.
La cosa mi entusiasmava perché mi facevano rivivere i vecchi momenti di gloria.

Tra loro c’era anche mia figlia Ilaria, che aveva scelto il mio stesso mestiere.
Medico condotto. Ma, ero consapevole che lei lo faceva solo per farmi piacere.
Era un medico vicino ai quaranta
anni ed aveva già raggiunto una competenza professionale ragguardevole.

La rosa mi cadde tra le mani.

Un lunedì mattina squillò il telefono.

“Ciao papà!
“Ciao Ilaria! Come mai a questa ora del mattino?
“Ho un problema!
“Dimmi?
“Si tratta di Loredana!

Loredana era mia nipote, un’adolescente irrequieta. Alla sua età aveva già una forte personalità, che le permetteva di tenere testa agli adulti e soprattutto a sua madre.
Ilaria era divorziata. Il tribunale le aveva affidato la figlia, che seguiva come meglio poteva.
Tra impegni di lavoro, seminari ed aggiornamenti vari, finiva spesso per perdere di vista la sua educazione, lasciandola alla mercé della scuola ed alle amicizie, non proprio cristalline.

“Adesso che ha combinato quella peste?
“Si è svegliata con una febbre da cavallo! Alle sette aveva una temperatura corporea di 42 gradi!
“Accidenti! L’hai visitata?
“Si! Al tatto mi è sembrata normale, ma il termometro segnava 42 gradi!
“Forse è un’infezione della gola! Oppure, potrebbe essere un’otite!
“Ho controllato! Nessuna delle due! In ogni modo, sarei più tranquilla se tu venissi qua a darle un’occhiata?
“Va bene! Vengo subito!

Dopo mezzora d’auto raggiunsi l’abitazione di Ilaria.

“Ciao papà!
“Dove è?
“E' in camera sua!

Ilaria era già vestita e pronta per uscire. La seguì fino alla cameretta di Loredana. La trovai immersa totalmente nel piumone.

“Lory, svegliati! C’è il nonno!
“Uffa! Qui c’è qualcuno che vorrebbe dormire!
“Non rispondermi con quel tono signorina! Ora ti siedi sul letto e ti fai visitare da tuo nonno! Hai capito?

Nessun segnale.
Feci un gesto ad Ilaria di lasciarla un po’ tranquilla.

“Papà! Hai visto come risponde? Io non so più come prenderla!
“Non ti preoccupare! A quella età l’atteggiamento ribelle è normale!
“Si! ma io non ero come lei!
“Ho notato che sei già vestita!
“Si, purtroppo! Stamattina ho un impegno che non posso rimandare!
“Sono qui per aiutarti no?
“Grazie papà! Senza di te non so che cosa avrei fatto!
“Vieni! Fatti abbracciare!

Dopo averla abbracciata.

“Ora vai! Ci penso io a lei! Non ti preoccupare!
“Ok! Chiamami se ci sono complicazioni!
“Da quello che ho visto non mi è sembrato un caso grave!
“Non so cosa pensare! Va bene così! Vado!

Appena restai da solo cominciai a riflettere sulla situazione. C’era un’adolescente ribelle che aveva una febbre da cavallo, ma non manifestava sintomi di qualche patologia. La situazione non quadrava. In passato mi bastava un’occhiata per capire se una persona era malata oppure fingeva, e Lory, in quel che vidi mi era sembrata una furbetta. Ora dovevo decidere se assecondarla o sputtanarla.
Quindi, decisi di scoprire i motivi del suo comportamento, e cercare di capirli.

Ritornai in camera di Lory!

“Dai bambolina! Fatti dare un occhiata!
“Nonnooo! Pure tu ti ci metti adesso!
“Solo un’occhiata! Poi ti lascio tranquilla!

La visitai per bene. La respirazione era perfetta. Il polso regolare. La lingua non presentava alcuna traccia d’infiammazione. Nessuna infezione alle vie aeree. La pelle era tonica e non c’erano segni di disidratazioni. Inoltre, nel suo comportamento non c’erano accenni d’astenia.
Come pensavo, Lory era sana come un pesce.

“Ok! Tutto è apposto!
“Ora, se non ti dispiace, vorrei continuare a dormire!
“Aspetta! tieni! Vorrei che controllassi la temperatura per via rettale!
“Uffa! Ancora?

Le porsi il termometro.
Dopo un quarto d’ora abbondante ritornai a riprendere il termometro. Appena vidi la temperatura, mi venne un colpo. C’era qualcosa che non quadrava. I gradi erano ancora 42!

“Hai fatto come ti ho detto?
“Si! Uffa nonno!

S’immerse nel piumone e si girò dalla parte opposta. La osservai. Mi stava prendendo per il culo.

“E no! Signorina! A me non mi prendi in giro!

Afferrai il piumone e lo strappai dal letto, scoprendola nella classica posizione fetale. Quindi mi sedetti sulla sponda del letto, l’afferrai dalle braccia, trascinandola sul mio grembo a faccia in giu.

“Cazzo nonno! Ma sei impazzito!
“Ragazzina! Adesso ti calmi! Ora, se permetti, provvedo personalmente a controllare la temperatura!

Afferrai il pigiama dagli orli e lo tirai giù, verso le gambe, scoprendole il sedere. Non portava mutande perciò il compito era più facile.
Dopo aver agitato il termometro in aria, con una mano allargai i glutei e con l’altra infilai la parte metallica nel buco del culo.

“Ai! mi hai fatto male!
“Ora, ti prego di non agitarti!

Ad un tratto la situazione mi apparve imbarazzante. Mia nipote Lory, era adagiata bocconi sul mio grembo con il sedere scoperto ed il termometro infilato nel culo. Come medico avevo l'abituato di affrontare circostanze analoghe, tuttavia, in quella circostanza, fui turbato, qualcosa stava attirando la mia attenzione.

Cominciai ad osservare il corpo nudo di Lory; il suo culo inizio a delinearsi in una forma fantastica. I fianchi erano perfettamente modellati e le chiappe rotonde e candide come la neve.
Lo scoscio, in cui s’intravedeva il tumulo delle grosse labbra vaginali e un’incipiente peluria, che spuntava rasa, fu una visione conturbante.
Erano mesi che non vedevo il culo di una giovane donna. La reazione non tardò a manifestarsi. Infatti, il cazzo cominciò ad ingrossarsi facendo pressione contro il ventre di Lory.
La stronzetta colse subito quel momento di turbamento e con tono sarcastico:

“Ei nonno! Quello che sta premendo contro la pancia non mi sembra il tuo portafoglio! Ahahah!

Cazzo, mi aveva sgamato. Senza rifletterci le risposi:

“E’ un fenomeno naturale! Lo sai che il mattino è una reazione spontanea!
“Se lo dici tu che sei medico! Non vorrei, però, che ti fossi eccitato a guardarmi il culo!
“Lory! Ma come parli! Le ragazze come te non dovrebbero pensarle certe cose!
“Ma nonno! In che mondo vivi! Le ragazze come me potrebbero insegnarti cose che, forse, ancora non conosci!
“Brutta impertinente!

Le mollai un ceffone sul culo. Che caratterino. Quella mocciosa meritava una lezione di vita, non c’era dubbio.

“Ti piace sculacciare le ragazzine?
“Adesso finiscila! Ora controlliamo il termometro!

Lo sfilai dallo sfintere e lo avvicinai al naso per vedere di quanto era salito il mercurio. Un odore di sesso mi assalì le narici, incrementando lo stato di agitazione.

“A! trentasei e mezzo! Come immaginavo!

Non disse nulla.

“Allora? non hai nulla da dire?
“Be lo ammetto! Non avevo voglia di andare a scuola! Così ho avvicinato il termometro alla lampadina dell’abatjour!
“E brava la furbetta! E adesso come la mettiamo con tua madre!
“Nonno ti prego! Non dirle nulla!
“Non sei nelle condizioni di trattare!
“Però…
“Però cosa?
“Potrei farti questo!

Infilò la mano sotto il suo ventre afferrò lo spessore del cazzo ed iniziò a manipolarlo.

“Lory! Sei impazzita!
“Dai nonno! Ti faccio una sega! Così non dirai nulla alla mamma!

Non so come cavolo fece, ma fu in grado d'infilare una mano nei pantaloni.
Subito dopo percepì il contatto delle sue dita che cingevano il cazzo poi, con fatica, faceva scivolare la pelle sulla massa carnosa. Quel gesto mi piaceva e non feci nulla per fermarla.

“No! Non possiamo! Lory!
“Dai nonno! Lasciami fare! Lo so che ti piace! Tu piuttosto! Perché non mi tocchi il culo?

Cribbio! Mi sembrava tutto assurdo. Quel diavolo aveva creato una situazione incredibile. Come si dice nel gergo: mi prese letteralmente dalle palle.
Guardai il suo culo. Era troppo bello, per rifiutare quella offerta generosa e provocante.
La ragione mi incitava ad lasciar perdere. Ma la bramosia di quel giovane corpo, si era già impossessato della mia volontà, ormai ridotta al nulla.
Così, mandai al diavolo le poche remore che ancora m’impedivano di agire, ed affondai le mani sul quel candido culo.

“Senti nonno! In questa posizione ho difficoltà a farti la sega! Mi fa male il braccio! Ci mettiamo comodi sul letto?

Ormai ero succube della sua volontà.

“Come vuoi tu bambolina!

Si alzò in piedi ed in un baleno si tolse il pigiama, restando completamente nuda.

Mentre, io ero, perplesso e titubante, stentavo ancora a disfarmi degli indumenti.

“Dai nonno! Che aspetti a spogliarti? OK ti do una mano!

La sua iniziativa era soverchiante. Un uragano impetuoso a cui era difficile resistere.

S’inginocchiò davanti a me. Quindi, con gesti decisi, sfilò la cintura dei pantaloni, e li abbassò, insieme alle mutande, fino alle caviglie.

“Nonno! Cribbio che fava!
“Che cosa ne sai di queste cose?
“Nonno! Credi che alla mia età, sia ancora una ragazzina ingenua? Pensi veramente che con i miei amici stia a perdere tempo con le fiabe di capuccetto rosso?
“Hai già fatto sesso?
“Tu cosa ne pensi? Ahahahah!

Spregiudicata e bella. Era un’alchimia che avrebbe fatto impazzire qualsiasi uomo. Agiva con sicurezza e sapeva il fatto suo. La sua azione era determinata a raggiungere il suo scopo, e quando afferrò il cazzo lo fece con entrambe le mani, iniziando a menarlo delicatamente su e giu. Da vera esperta. Non c’era alcun dubbio, quello era il pane per i suoi denti.
Dopo alcuni minuti.

“Nonno! Ho cambiato idea! Vorrei farti qualcos’altro?
“No! Lory! Limitiamoci alla sega! Abbiamo già esagerato! Non credi?

Non feci in tempo a terminare la frase che la sua bocca iniziò a fagocitare la cappella e poi il resto del cazzo.

In quel momento non potei fare a meno di apprezzare la sua maestria. Era veramente brava. Riusciva ad ingoiare il cazzo fino in fondo alla gola, permettendomi di chiavarla in bocca.
Ogni tanto sentivo la lingua che si muoveva sulla cappella, seguendone le linee, per poi scivolare fino allo scroto. Le sue mani, scorrevano sul cazzo con disinvoltura, seguendo l’evoluzione del pompino, quindi anche nei particolari, quando soppesavano i coglioni in modo delicato, ma straordinariamente in modo piacevole.

Il pompino di Lory mi stava facendo impazzire. I sensi erano completamente sconvolti, e la schiena tremava come se fosse percossa da una folata d’aria gelida. Il desiderio si era impossessato dei miei sensi.

La fermai, la fissai nei suoi occhi azzurri, poi l’attirai verso di me stringendola tra le mie braccia. Mentre la baciavo, con le mani le accarezzavo la schiena ed il culo.
Era morbida e liscia al tatto e percepivo un corpo tonico, giovane e caldo.
Poi, in pieno delirio, con i freni inibitori completamente in frantumi, la spinsi sul letto e lei cadde sul dorso. M’inginocchiai tra le sue cosce aperte, osservando avido la stupenda figa, giovane e boriosa, con labbra interne sporgenti e rosee.
Le accarezzai con cura quel tumulo di piacere, poi, seguendo un istinto libidinoso, affondai la bocca in quella nicchia incantevole, leccando e succhiando il suo dolce clitoride, indurito come un piccolo cazzo.

L’aroma e la fragranza di quella giovane fica, richiamarono alla memoria gli odori della fica delle giovani ragazze che mi ero scopato nelle segrete dello studio ambulatoriale. Tutto era come allora.

“ooohhhhh! Nonnoooooo! Mi fai impazzireeee!!!!

La sua vocina da ragazzina echeggiava nella camera come il canto di una sirena. Sentirla ansimare animava il mio spirito e aumentava la brama di possederla carnalmente.

Mi alzai in piedi, continuando a baciarle le gambe, fino all’alluce dei piedi. Poi la fissai intensamente, e lei:

“Si! Lo voglio dentro di me!

Non so se fu un invito o un’implorazione, ma i suoi occhi esprimevano un desiderio incontenibile.

Il dado era stato tratto da molto tempo; quindi, senza ulteriore indugio, afferrai il cazzo, puntando la grossa cappella contro le labbra interne della figa, diedi una leggera pressione e, poi, lentamente, iniziai ad affondare con il resto del corno dentro quella delizia da mille ed una notte.

“Oohhhhh nonnooooo è bellissimooooo!
Ooohhh lory! Sei dolcissimaaaaaaaaaaa! Mmmmm! La tua pelle è delicata come la pescaaaaa!

La temperatura bollente della fica avvolse il cazzo come un caldo abbraccio. Appena il pene terminò la corsa dentro quella fucina infernale, iniziai a scoparla con ritmo costante e sempre più veloce. Ogni affondo provocava dei singulti acuti che echeggiavano nella stanza, come una litania cacofonica.
Lory, in quei movimenti convulsi, si strizzava le tette e ogni tanto affondava la bocca sui capezzoli. Il suo corpo longilineo, magro e senza cellulite, si agitava sotto di me come le volute di un serpente.

Il mio grosso ventre stonava di fronte al suo piatto e liscio, su cui era completamente schiacciato.

Nonostante la giovane età, Lory si muoveva in modo sinuoso, come une esperta; e con il movimento del bacino accompagnava gli affondi del mio grembo, mentre la mia pancia la teneva bloccata sul letto.
In quegli istanti di estremo delirio percepivo chiaramente gli orgasmi che le serravano le pareti vaginali.
Dopo aver scopata in quella posizione, per alcuni minuti, Lory volle cambiare e si mise a pecorina. Dio, in quella postura era una vera meraviglia. Pelle liscia, delicata, e morbida come il cotone. Eccitato da quella visione vertiginosa, mi precipitai a penetrarla, come un cane idrofobo affamato, ed afferrandola dai fianchi spinsi il cazzo dentro quella giovane cerbiatta, in profondità, fino a far toccare le labbra vaginali alla base dei coglioni, poi iniziai a scoparla con una enfasi che rasentava l’incredibile.

Quella scopata non era un mero sfogo fisico. L’unione con Lory rappresentava la sintesi della massima perversione possibile.
Fu il tabù di tutti i tabù, infrantosi in quella stanza ed io ero il protagonista assoluto. Mi sembrava di sognare.
Stavo cogliendo il frutto più proibito della terra, l’eccellenza della quinta essenza, infrangendo le supreme leggi della morale e dell’etica.
Una situazione inaudita, che mi fece letteralmente sbarellare il cervello. Emozioni intense, che era impossibile descrivere, se non si vivono in prima persona.
Quel rapporto esaltava anche Lory; da come godeva si percepiva chiaramente un coinvolgimento emotivo totale.

Vedere il mio cazzo che sprofondava dentro la figa di Lory era come vedere l’intero firmamento. Il suo culo candido come la neve cozzava contro il mio ventre al ritmo veloce degli affondi.
I suoi lamenti sembravano un coro d’incitamento.
Alla fine di quella maratona frenetica, i conati di sborra si presentarono alla base dei coglioni.
Diedi alcuni possenti colpi, poi estrassi il cazzo, lo menai tra le sue splendide chiappe, e poi getti di seme si cosparsero sulla sua bellissima e candida schiena e nella zona lombare.

Ci riprendemmo alla svelta perché dopo un’ora ricominciammo nuovamente a scopare. Fu una mattina indimenticabile, di fuoco e di fiamme.

Alcuni giorni dopo mi chiamò Ilaria:
“Ciao papà!
“Ciao! Come sta la peste!
“Papà ti sembrerà incredibile! Dopo la tua visita è cambiata totalmente!
“Spiegati!
“E’ un'altra persona! Ha ripreso a studiare! Ieri sera mi ha detto che vorrebbe diventare medico! Lei? Ti rendi conto?
“Be! Che c’è di male? È una malattia di famiglia non credi?
“Si, papà, hai ragione! Sono contenta! Quello che hai fatto a Lory ha cambiato il suo carattere e vorrei che continuasse!
“Su questo ti garantisco che continuerà!
“Grazie papà!

I rapporti cessarono qualche anno dopo, quando Lory partì per frequentare l’università.
Riuscì a laurearsi in medicina; da allora non ho avuto rapporti intimi.

“Dottore mi scusi!

La voce e la presenza dell’infermiera nella camera, mi riportarono subito alla realtà.

Mi voltai e vidi che non era la solita infermiera. Mi trovai di fronte lo sguardo di Loredana. Mi fissava intensamente. Poi con un gran sorriso:

“Nonno!
“Lory!

Corse ad abbracciarmi, stringendomi forte, fino a farmi perdere il respiro.

“Nonno! Vorrei che oggi venissi con me!
“Dove andiamo?
“A casa mia!

La guardai negli occhi.

“Lory! Lory! Che cosa hai in testa? Non sono più all’altezza!
“Con queste io direi che hai ancora delle chance!

Aprì la mano e mi mostrò alcune pillole azzurre.

“Il viagra?
“Si!
“Funzionano?
“Si! Alla grande!
“Come ai vecchi tempi allora!
“Si, come ai vecchi tempi!

Ora era una rosa sbocciata, matura, bellissima.

Guzzon59 ( [email protected] )
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