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Il lupo famelico...


di ClaudioGusson
01.11.2013    |    40.081    |    2 8.9
"Questo è il capitolo finale di una storia composta da tre episodi, pubblicati interamente qui: http://raccontieroticidiguzzon59..."
Gino un sabato sera stava pensando alla cara nipotina. Come al solito il cazzo scattò sugli attenti e diventò duro e massiccio. In quel momento se avesse avuto a disposizione Ilaria, sapeva come lo avrebbe sollazzato.
Fantasticando sulla nipote gli venne naturale ghermire il cazzo e muovere il polso su è giu. Più meditava e più la mano si muoveva veloce sull’asta, facendo scivolare la pelle lungo la massa carnosa dura come una roccia. Stava sdraiato sulla brandina a masturbarsi con frenesia, quando sentì un rumore di passi. Il ticchettio faceva pensare a scarpe con tacchi a spillo.

I passi si placarono:

“Ciaò pà! Cazzo ma sei un maniaco! Non trovi pace!

Era Angela, sua figlia. Lo aveva sorpreso con il cazzo in mano. Gino, fu preso dall’imbarazzo, e in modo frettoloso si chiuse i pantaloni, celando al suo sguardo quella oscena erezione.

Era appena rientrata da una serata di bagordi. Da qualche tempo usciva con il notaio Verde, un vedovo che aveva la stessa età del padre. Ilaria non era ancora rincasata.

Gino restò in un silenzioso tombale, perché non sapeva cosa dire.

“Quando ti dai a certi sport potresti almeno chiudere la porta!

Angela non avrebbe mai potuto immaginare quali fantasie erotiche tormentavano suo padre. Non avrebbe mai immaginato che Ilaria, sua figlia, fosse l’oggetto delle fantasie.

Gino, dopo alcuni secondi di assoluto impaccio, si riprese dalla figura di merda e sfidando lo sguardo di Angela:

“Cazzo! tu arrivi sempre nei momenti meno opportuni! Ma che hai il GPS ? chi ti informa delle porcate che sto facendo?
“Papà! Il lupo perde il pelo e tu il vizio del piacere c’è l’hai nel sangue! Ero passato a salutarti! Visto che sono rientrata in anticipo, ho pensato che forse un pò di compagnia ti avrebbe fatto piacere!

Gino pensò: “che strano! Dopo venti anni di astio era la prima volta che gli concedeva quel gesto di gentilezza! Una generosità che puzzava di bruciato!

Angela afferrò una sedia e si sedette di fronte al padre. Portava un vestito nero.
Appena si sedette accavallò le cosce. A Gino non sfuggì un particolare di quel gesto apparentemente disinteressato. Indossava calze nere autoreggenti che si interrompevano a metà coscia, mostrando parte della gambe scoperte e l’incrocio dello scoscio. Era una visione di straordinaria forza erotica.

“A che debbo questa visita di cortesia! Sei qui per un motivo?
“Si sono qui per raccontarti una storiella che ti riguarda! Anzi che ci riguarda! Che ne pensi di Ilaria?

Gino sbiancò come candida neve. Quella domanda a brucia pelo lo aveva spiazzato! Pensò: Sapeva tutto? Doveva essere cauto e capire il senso di quella domanda.

“E una ragazza irrequieta! Anzi un po’ troppo mi pare!
“E’ così! E’ molto irrequieta.
“Anche tu sei cambiata! Il tuo modo di vestire il colore di dei capelli, la cura del corpo e il modo di vestire succinto, mi fa pensare che la tua vita non sia più casta di quella di tua figlia! Sbaglio?
“Papà ero soffocata da Alberto! mentre lui si divertiva alla grande! Da quando l'ho lasciato, finalmente, ho iniziato a vivere! Esagero?
“Non sarò certamente io a giudicarti! Visto che non sono diverso da te!
“Per questo vorrei parlarti di Ilaria!
“Che c’entra Ilaria con me? Rivolgiti a tua madre!
“La mamma non capisce un cazzo! Ho bisogno del tuo aiuto! Ilaria ha un vizio!
“Quale?
“E’ ninfomane!
“Cosa?

Quell’affermazione mi face pensare al comportamento di Ilaria. Forse ero stato io la preda.

“E’ una malattia?
“Quando si esagera si! Quando diventa un’ossessione compulsiva! Ma nel caso di Ilaria, per fortuna, non è così cronica! Secondo me lo fa per passione! Come se avesse scoperto un bel giocattolo! E’ una cacciatrice di uomini! Quando esce lo fa con uno scopo! Ed essendo una bella ragazza non ha problemi a trovare quello che cerca! La giovane età la induce ad esagerare!
“Per questo motivo che esci spesso con lei! Lo fai per controllarla?
“In un certo senso si! Ma è difficile stargli dietro! Spero solo che non faccia brutti incontri!
“Perché mi dici queste cose?
“Chiedo il tuo aiuto, forse dovresti occuparti di lei! Una figura paterna e autorevole potrebbe aiutarla a controllarsi!

Gino pensò: “Mia cara arrivi tardi! E’ inutile chiudere il recinto dopo che le vacche sono scappate! Mi sono già occupato di lei! Sinceramente il fatto che Ilaria fosse una ninfomane non gli dispiaceva affatto. Anzi!

Gino ipocritamente:

“Va bene farò attenzione! – poi guardando le cosce di sua figlia – leccandosi le labbra - Scommetto che non è solo questo che volevo dirmi?

Angela era in vena di confessarsi. A Gino, però, quello atteggiamento puzzava perché non si combinava con il modo in cui si era presentata, il vestito succinto e provocante e il gesto di accavallare le cosce in modo osceno, certamente non era un gesto casuale.

Per contro ad Angela non era sfuggito la reazione del padre. Sapeva che tipo di uomo fosse. Sicuramente a lui non gliene fotteva un cazzo se la nipote fosse ninfomane. Anzi, pensò che avrebbe sfruttato quella notizia a suo vantaggio, in considerazione che il suo profilo morale era talmente basso che non si sarebbe fermato nemmeno davanti all’incesto. Era il caso di dargli un motivo in più per evitare un disastro. Ma – quella che ignorava - era che ormai in quella rimessa il disastro che voleva evitare si era già abbattuto in modo devastante.

“Papà Ilaria non è figlia di Alberto!
“E’ stato questo il motivo del dissidio e della separazione?
“No! Tra noi non c’era più niente! Quell’uomo non mi trasmetteva più nulla! L’ho sopportato per venti anni! Sai una cosa? Venti anni fa non dovevo sposarmi e fuggire via! Dovevo restare e crescere Ilaria accanto a suo padre!
“Chi è suo padre?
“Tu!

Gino stava quasi per svenire. Quella risposta lo aveva scioccato perché non capiva com’era possibile che lui fosse il padre di Ilaria.

“Io? Ma sei impazzita?
“Papà è vero! Mi hai ingravidato venti anni fa! Proprio qui!
“Non capisco! Io e te non abbiamo mai scopato! A meno che non fossi lo spirito santo!
“Saresti in grado di ricordare tutte le ragazze che sono passate di qui? Certamente no! Che te ne frega! Una valeva l’altra e le scopavi come un animale!
“Una come te me la sarei ricordata!
“una come me?
“Si insomma! Sei mia figlia! (mentendo) Non credo che sarei arrivato ad un atto così aberrante! Angela ti vuoi decidere a dirmi coma cazzo ho fatto a metterti incinta?

Angela lo fissò e poi riprese a parlare:



“E’ successo una sera che pioveva a dirotto. Alberto, quel giorno, mi telefonò dicendo che non sarebbe venuto a prendermi. Stavo guardando la pioggia dalla finestra. Ad un certo punto notai una ragazza uscire di casa, e si stava dirigendo verso la rimessa. Dopo che ti avevo beccato con quella troia, pensai che c’era un limite a tutto e quel gesto mi fece incazzare perché sapevo i motivi di quella visita.
Così, alterata come una iena, aprì la finestra e le urlai di fermarsi. Lei alzò la testa e, spaventata, rientrò nuovamente in casa. Gli andai incontro. Quando l’ebbi davanti, l’afferrai dal collo e gli disse che era una troia e l’invitai a lasciare la fattoria. La ragazza era terrorizzata e corse subito in camera. Mi sentivo in collera e stufa di quelle turpi abitudini, così decisi di venire da te per dirtene quattro. Era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non avevi alcun riguardo per la mamma e per me. Ti consideravo un animale. Così, super incazzata, entrai nella rimessa. Proprio in quel momento la luce mancò. Mi trovai nel buio totale. Appena gli occhi si adattarono all’oscurità cominciai a scorgere qualcosa. Mi avvicinai al bancone degli attrezzi. Ad un tratto qualcuno mi afferra le spalle. Eri tu. Nell’aria rimbombavano i tuoni del temporale. Per questo motivo tu non avevi sentito la mia voce. Sembrava che si fosse scatenato l’inferno. Non feci in tempo a reagire che le tue mani si erano già intrufolate nelle mie parti intime. Mi spostasti le mutande e alcune dita iniziarono a razzolare tra la fenditura della fica. Quel contatto inaudito mi aggredì i sensi. Mi bloccai. Non ero più capace a fermarti. Sembravi un demone, posseduto dal diavolo. Muovevi frenetiche le mani su tutto il corpo. Il seno era diventato un trastullo con cui ti divertivi. Mi baciavi il collo. Ero completamente in preda ai tuoi istinti animaleschi. Mi stimolavi in un modo sconvolgente. Fu la prima volta che qualcuno mi stava pungolando in quel modo impressionante. Dopo alcuni minuti non fui più capace di respingerti.
Mi trovai sulla branda a pecorina, mentre il tuo cazzo stava già sconquassando la fica. Il godimento era intenso. Mi adeguai alla situazione, perché mi stavi mandando in estasi. La fica era in fibrillazione, la sentivo contorcersi come se qualcuno la stringesse con forza cieca. Mi lasciai chiavare da te senza opporre alcuna resistenza. Eri una belva. Mi tenevi placcata dai fianchi, mentre spingevi in profondità il tuo cazzo. Ti agitavi veloce e senza alcuna tregua. Le tue mani stringevano frenetiche le mie tette. Ero completamente in trance. Alla fine, dopo una serie violenta di affondi, ti sei fermato dentro di me scaricando il tuo sperma nel mio utero. Quello istante fu rilevato dai frastuoni di tuoni terribili. Il tempo di riprendermi e corsi subito via. Ma il seme dentro di me stava già facendo il suo corso naturale.

Un mese dopo il matrimonio, mi accorsi che ero incinta. Il ginecologo mi disse che ero di due mesi, la fecondazione avvenne proprio nella settimana in cui mi avevi scopato in questa rimessa. Considera che con Alberto, facevo molta attenzione. Che beffa vero?

Gino rimase completamente basito. Era una notizia scioccante. Era seccato non per quello che era successo ma per il fatto di averlo fatto inconsapevolmente. Guardava Angela cercando di ricordare qualcosa di quel momento.
Non provava alcun senso di colpa. Cercava di far riaffiorare alla memoria qualcosa di quella sera. Nulla, tabula rasa. Tuttavia, dentro di se si stava destando uno strano desiderio. In Angela vide una nuova possibilità di incesto. Si era scopata la nipote / figlia, traendone un diletto che mai prima di allora aveva provato. Se Ilaria gli aveva dato quelle sensazioni idilliache, Angela poteva dargliene ancora di più forti.

L’incesto lo aveva conquistato e non gli sarebbe dispiaciuto fare il bis con la figlia.

“Che hai! Ti sono venuti i sensi di colpa?
“No! Mi dispiace di non ricordare nulla!
“Cosa vuoi dire? Che mi avresti scopata lo stesso, anche se avessi saputo che ero tua figlia?
“Si!
“Cazzo! Sei un depravato! Sei un mostro!
“Io sono un mostro? Solo perché mi piace scopare? E tu come ti collochi! Quella sera te la sei goduta in pieno quella scopata! Il mio cazzo ti è piaciuto alla grande e non hai fatto nulla per sottrarti da quel turpe rapporto! scommetto che hai goduto come una troia!

Angela, offesa da quelle parole, si alzò in piede e si girò per andarsene. Gino la seguì come un’ombra, gli andò dietro e l’afferrò dalle spalle.

“No cara mia! Dove credi di andare? Vieni qui! Mi racconti una storia assurda! Ti

presenti davanti a me vestita da zoccola! Mi provochi mostrando le cosce! E tu sai che il mio vizio non si ferma davanti a niente! Sono come Ilaria ossessionato dal sesso! Secondo te? come dovrei trattarti?
“Lasciami andare! No so neanche perché sono venuta a dirti la verità!
“Te lo dico io perché sei venuta!

Gino, fece un gesto che mise in chiaro le sue intenzioni morbose verso di lei. Le sue mani cominciarono a scivolare sul suo corpo. Si infilarono sotto la gonna e si impossessarono delle sue parti intimi. Il palmo della mano si chiuse a coppa sulla fica corpulenta e iniziò a stimolarla con massaggi pressanti.

Angela ebbe un sussulto che gli fece tremare le membra. Chiuse gli occhi lasciandosi toccare, senza fermarlo. Tutto era uguale a venti anni prima. Le mani del padre l’accarezzavano in modo lascivo, lasciando intendere i pensieri perversi del vecchio. Angela si abbandonò completamente a quelle attenzioni ossessive, come era successo venti anni prima. Sapeva come sarebbe andata a finire se non lo avesse fermato, ma quella idea gli sconvolgeva già i sensi, del resto a livello inconscio era quella che voleva.

Il grembo di Gino, nello stesso istante, calcava da tergo con lo spessore del cazzo duro e grosso, e incastrandolo tra le natiche di Angela pressava in avanti per fargli sentire il suo ardore.

“Venti anni fa, qui! Hai scopato con me! Ti è piaciuto?
“mmmmm Si! Dopo quella sera non ho avuto più pace!
“perché?
“mmmm perché quello che ho provato con te non l’ho provato più con nessuno!

Gino si esaltò sentendo quelle parole, quindi, si strinse a sua figlia torturandogli la fica. Era il suo solito impeto animalesco, la toccava in ogni parte. Angela subiva quell’aggressione ansimando dal piacere. Il suo eccitamento cresceva man mano che il padre incalzava nel tempio di Afrodite, che gli causavano abbondanti fluidi umorali che colavano copiose nella cosce.

“aspetta vado a chiudere la porta!
“Ci ho già pensato io!

Non era venuta solo per confidarsi.
Gino, consapevole delle voluttà di Angela, si comportava come un predatore in calore. Molto irrequieto, perché la donna che stava pomiciando era la figlia. Aveva sempre apprezzato la sua bellezza. Ma i suoi pensieri non erano mai andati oltre la barriera del semplice compiacimento, consapevole che oltre sarebbe stato un tabù e un azzardo peccaminoso.
Tuttavia, nel suo subconscio la vedeva per quello che era: un gran pezzo di fica. In alcuni sogni, spesso, il suo volto compariva sovrapponendosi a quello delle ragazze che si era scopato. La figlia, inconsciamente era l’oggetto delle sue pulsioni sessuali che reprimeva, rimuovendoli dalla coscienza, ma sfogandoli sulle ragazze che si scopava.

Adesso la stringeva tra le braccia, lasciando libertà alle pulsioni tenute a freno da troppi anni. Il suo inconscio eruttava le pulsioni sessuali represse, come una fucina infuocata. La sua mano affondata tra le cosce, razzolava vogliosa nella fica bagnata dal desiderio.

Si era sbottonato i pantaloni ed il cazzo sputantava oscenamente dal grembo. Afferrò il braccio di Angela spostandogli la mano sul nerbo intostato.


Angela appena cinse la calda pelle tesa del cazzo di suo padre, che spingeva arrogante tra le sue cosce, iniziò a muovere il polso praticandogli una deliziosa sega.

Il vestito nero di Angela era completamente arrotolato sui fianchi. Gino gli aveva infilato il cazzo tra le cosce e da dietro spingeva in avanti, stimolando le labbra della fica con la parte solida dell’asta.

“mmmmmm

Angela ansimava perché lo sfregamento del cazzo sulla sua fica gli provocava delle piacevoli sensazioni di godimento. Per sentirlo più duro aveva stretto le cosce, aumentando l’effetto della sega.

Gino, da tergo, simulando la chiavata, spingeva il suo bacino in avanti, cercando di godere il più possibile. Le sue mani si erano impossessate dei seni modellandoli assecondando la sua lussuria.
Angela era in balia di suo padre.
Si agitava in modo serpentino, perché il vecchio la stimolava senza tregua, in modo sublime, infiammandogli le parti erogene della fica e i capezzoli delle tette. Gli sembrava di trovarsi impigliata nei tentacoli di una piovra.
Percepiva l’ardore del padre tra le cosce e sulla pelle del collo quando la bocca si incollava succhiando e leccando la cute.

Il cazzo di Gino, nella sua azione devastante, si trascinava con se le labbra crestate ed il clitoride infiammato dall’eccitazione.
Angela era in preda all’estasi dei sensi, ed avvertiva l’umidità della sua eccitazione che gli colava traboccante nelle parte interna delle cosce. Il suo corpo era esploso come un vulcano in piena eruzione.

“mmm non resisto più… entra dentro di me ora aa mmm scopami !

Angela appoggiò le mani sul tavolino ed inarcò la schiena, assumendo la posizione di una superba pecorina. Era ricettiva, pronta a farsi montare dal padre.
Gino, assecondando il richiamo di quella natura selvaggia, senza staccarsi da lei, strofinò la grossa cappella unta dagli umori, tra i glutei ed il perineo, alla ricerca del pertugio. Lo trovò subito. Il grosso tubero appena si aprì il varco, calcò con forza facendosi strada nella vulva vaginale, incendiata dal desiderio, che cedendo lasciò passare il resto del corno nel condotto infuocato, fino in fondo, fintanto che la punta urtò contro le cervici dell’utero.


“Mmmmmmmmmm si si sono venti anni che ho sognato questo momento mmmmm
“mmmm Angela, non potevi venire prima! Io non avrei aspettato tutto sto tempo.. con una figa come te! Ti ammazzerei per avermi privato di tutto questo mmmmmm
“Si ammazzami! chiavami forte mmmm voglio godere! Voglio sentire di nuovo quel piacere immenso mmm scopami come quella sera mmmmm
“to to to mmm questa sarà meglio… non sei una qualunque., il pensiero di aver la tua figa attorno al cazzo mi fa impazzire mmmmm to to tot o
“ah ah ah ah ah (Angela ansimava ad ogni affondo del padre)

Gino afferrò i fianchi di Angela e inizio a pompare nella fica, con tutta l’energia che il suo corpo aveva assimilato durante il piacevole preliminare. La sua mente si era nutrito di lei, di quel rapporto straordinario ed unico.
Il cazzo unto e brillante scivolava tra le pareti della vagina, allargata e adattatosi alle dimensioni. I bordi si erano tesi e circondavano il cazzo come un elastico rotondo, dentro cui si muoveva veloce l’asta, con grande gaudio di Angela.

Le spinte di Gino erano possenti, in linea con i suoi istinti infiammati da una bramosia incestuosa, che si stava scatenando brutalmente nelle fica di sua figlia.

Ogni affondo era profondo, intenso e devastante.

“mmmmmmmmmm ah ah ah ah ah ahaha a mmmmmmmmmm aaaaaaaaaa

Angela alternava acuti e mugugni, in accordo con il movimento di suo padre, mentre la

montava con grande enfasi. Lo aveva immaginato per venti anni e ora si stava gustando l’aggressività del padre. Era felice di subire nuovamente sulla sua pelle quell’atteggiamento bestiale, feroce, che aveva apprezzato venti anni prima. Ci aveva pensato spesso a quella scopata. Ora stava davanti a suo padre, a pecorina, sottostando al suo impeto animalesco. Si sorprese nel constatare che era uguale a come l’aveva sempre sognato e fantasticato nei momenti in cui aveva scopato con suo marito e con i suoi amanti, ritenendo che non erano mai stati all’altezza del suo vecchio. Ed era vero. Ma quello che lei ignorava, che non era il semplice atto ad essere speciale ma l'atteggiamento mentale, la situazione incestuosa che dava forza agli amanti.

Il corpo di Angela fremeva e tremava perché sferzato tumultuosamente come una foglia sbattuta da un vento impetuoso che era l’ardore di Gino.
I coglioni pendenti nello scroto, percuotevano violentemente sul pube di Angela. Qualche volta le mani delicate della figlia le soppesavano dandogli una piacevole sensazione che infondeva nuova linfa al suo agire. Adesso capiva da chi la nipotina aveva appreso quel gesto piacevole.

“Mmmmm papà sto godendo mmmm vengo mmm cribbio sei divino! Nessuno mi ha mai scopata in questo modo mmmmmm aaaaaaaaaa mmmm aaaaaaaaaaa sei un selvaggio!

Il corpo fremente di Angela agitato dagli orgasmi, nutriva la bramosia di Gino che sublimizzava quell'atto con il suo fondo schiena superbo, i fianchi larghi e le calze nere che esaltavano una pelle morbida e bianca come la neve.
Per Gino percepire il suo cazzo dentro quelle carni bollenti era come toccare il cielo con un dito.

Il piacere aumentò, quando Angela si sdraiò supina sul tavolino a gambe aperte, mostrando una fica corpulenta a bagnata.
Lo sguardo di Angela, allucinato e sconvolto dall’eccitazione, lo fissava implorante il suo cazzo.
Gino s’incuneò nuovamente tra le sue cosce bianche e spalancate, penetrandola fino alla base dei coglioni. Il clitoride stavolta interrompeva i bordi della fica allargata.
Gino afferrò il culo di Angela, e tenendolo sollevato in aria, riprese a muoversi dentro la sua fica bollente e sconvolta dal godimento.
Ogni tanto si abbassava per succhiare i capezzoli turgidi e grossi come ciliegie.
Angela e Gino si fissavano intensamente, mentre si incastravano come animali.

A Gino piaceva vedere il volto di Angela sconvolta dal godimento. E gli piaceva vederlo cambiare espressione ogni volta che il suo cazzo penetrava profondamente dentro di lei.
Avanti a indietro, il suo bacino si spostava tra le cosce spalancate senza alcuna tregua. Il piacere ed il godimento del corpo era un elemento simbiotico che univa le loro menti eccitate. Più la scopava e più la desiderava.

Gino e Angela chiavarono in tutte le posizioni possibili ed immaginabili. Alla fine si erano trovati sulla brandina, lui seduto e lei sopra il grembo, impalata con il buco del culo sul cazzone del padre.
Lo sfintere di Angela si era adattato subito alle dimensioni del pene paterno. Non ci fu alcuna problema ad essere sodomizzata, in considerazione che la via era già stata ampiamente percorsa da molti cazzi.

Gino, al culmine del godimento, dopo una serie convulsa di movimenti, strinse le chiappe della figlia e gli scaricò un carico copioso di sborra nel culo.


“mmmmmmmmmmmmmmm si siiiiiiiiiiiiiii

Tutto si era compiuto secondi le regole del lupo.

Il lupo, da quel giorno, ha evitato di sfogare il suo vizio con le stagiste, perché poteva contare su Ilaria e Angela.
Quando Angela scoprì la tresca della figlia, non reagì, poiché lo aveva ampiamente previsto e forse anche sperato.
Cesira, ignara e incapace di immaginare un legame morboso di quella portata, riprese il marito in casa, perché aveva notato un certo disinteresse verso le ragazze straniere, che peraltro, venivano scelte da lei, e vi lascio immaginare le loro fattezze.
E tutti vissero felici e contenti.

Questo è il capitolo finale di una storia composta da tre episodi, pubblicati interamente qui:

http://raccontieroticidiguzzon59.blogspot.it/2013/10/il-lupo-perde-il-pelo-ma_7674.html?zx=b62648f1d93b6c01

Così va la vita.

Guzzon59
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