Racconti Erotici > incesto > La stanza rossa
incesto

La stanza rossa


di honeybear
07.12.2014    |    30.415    |    3 8.3
"L’ennesimo urlo straziante anticipa la colata di sborra che inonda il mio canale, mischiandosi ai miei umori..."
Sono sulla soglia.
Varcarla per entrare in quella stanza, scatena sempre in me un vortice di sensazioni: un misto di tenerezza, angoscia, timore ma soprattutto, eccitazione. Tanta eccitazione. Ed il sussulto che proviene dai miei boxer ne è la riprova.
La mano sulla maniglia esita; poi l’abbassa lentamente… Solo una porta mi separa da quello che un tempo era il paradiso dei miei pomeriggi invernali: la stanza dei giochi. Lì ho trascorso le ore più spensierate e divertenti della mia infanzia.
Ora, a 16 anni, il ruolo di quella stanza non è mutato: mi regala sempre divertimento. Non più insieme ai miei fratelli e ai cuginetti.
Ma insieme a mio padre…
Ha rilevato l’intera la proprietà dei nonni, creando una società fittizia che ha funto da acquirente, per regalare ai nostri incontri privati, un’intimità serena e lontana dalla curiosità morbosa di occhi e orecchie indiscrete.
Apro adagio ed entro nell’ambiente che mio padre ha voluto arredare interamente di rosso. Le luci soffuse creano l’effetto di un’alcova d’altri tempi. Nell’aria aleggia uno strano profumo. Respiro profondamente, lasciando che le narici si riempiano di quell’aroma di tabacco misto alla fragranza dell’olio di mandorle…
Sul copriletto di raso scarlatto i miei indumenti, la mia ‘divisa’ è disposta con il solito, meticoloso ordine.
Inizio a spogliarmi con la sensazione di avere gli occhi di qualcuno puntati addosso. Un puntino rosso ed un leggero alone di fumo, che prima non avevo scorto, me ne danno la conferma.
Papà è già arrivato dunque… E sta fumando il suo sigaro (ecco spiegato l’odore di tabacco). In genere preferisce che lo aspetti, pronto, sdraiato a letto.
Mi volto verso lo specchio in silenzio ed inizio a levarmi le scarpe e le calze, facendole seguire ai pantaloni e a tutto il resto. Li sistemo sulla poltrona, con calma.
Mi metto di profilo per ammirare (e far ammirare a chi mi sta spiando) la perfezione del mio giovanissimo corpo che, ore di lavoro in palestra e piscina, hanno modellato alla perfezione. Allungo una mano verso il comodino e prendo il flacone dell’olio. Ne verso una generosa quantità sulla mano e comincio a frizionare delicatamente ogni parte di me partendo dalla braccia e dal collo. Lascio scivolare le mie mani ovunque: accarezzano il soffice pelo scuro del pube per scivolare poi sull’asta e masturbarmi. Reclino la testa e, dopo aver versato dell’altro olio, finisco di massaggiarmi la schiena e i glutei senza tralasciare il buchetto che sta in mezzo. Lo tormento con le dita unte: una, due… Arrivo al terzo e, mettendomi a favore del mio osservatore, mi piego leggermente in modo che le veda ravanare laddove presto arriverà lui…
Mi rialzo e, mentre con una mano mi accarezzo la morbida peluria che comincia ad affacciarsi sui pettorali e confluisce nella riga centrale dell’addome, con l’altra torno a smanettarmelo.
Perché mio padre non si decide a rivelarsi?
Senza riuscire a darmi una risposta, rinchiudo la potente erezione nel perizoma nero che inizio ad infilarmi: la sottile striscia di stoffa mi entra nel solco delle chiappe, aderendo alla perfezione. Lo striminzito triangolino di pizzo mi contiene a stento il pacco e, come d’abitudine (e come piace a lui), un generoso strato di pelo pubico deborda dall’elastico creando quell’effetto vintage che lo fa tanto eccitare!! La continua pulsione della cappella sulla stoffa mi provoca un piacevole fastidio.
Afferro il reggicalze e lo sovrappongo all’intimo. È poi la volta dei collant di seta neri. Li infilo uno alla volta, fissandoli con i ganci poco sopra la metà coscia. E per concludere il tacco 12 in vernice color rosso fuoco…
Lo specchio mi restituisce la mia immagine unta e soddisfatta. Gli volto le spalle e mi propongo a ‘lui’ come a dire ‘…Sono pronto… Vieni a prendermi…’
La sagoma esce finalmente dall’ombra e si rivela; spalanco gli occhi incredulo: “Zio…” sussurro.
“Ciao Filippo…” mi risponde sorridendo.
Si avvicina a passi lenti e decisi verso di me. Io faccio altrettanto.
Lui è gia nudo e con il cazzo in tiro.
Ha un fisico da paura: è una specie d’armadio con una montagna di muscoli armoniosamente distribuita su quasi due metri d’altezza di puro e liscio alabastro; fa eccezione la zona del pube, dove una piccola zona scura mette in bella mostra l’enorme fallo!
Mi sento Davide contro il gigante Golia… Non so cosa aspettarmi…
C’incontriamo ai piedi del letto.
Rimaniamo a fissarci per istanti che sembrano interminabili. Mi faccio coraggio e lo abbraccio. Annuso il profumo della sua pelle e nascondo il mio sorriso ed il viso tra i suoi addominali, strofinando il naso. Lui affonda il naso tra i miei capelli traendo un profondo respiro.
“Gran bella visione! – mi schernisce – Complimenti davvero!”
Mentre mi accarezza attraverso il sottile velo di pizzo del perizoma, disegnando la forma del mio membro, credo di arrossire: non so se per la sorpresa (di trovarmi lì con lui e non con mio padre), per l’imbarazzo (causatomi dal complimento) o la vergogna.
“Sentilo come spinge…” nonostante la delicatezza del tessuto, la pressione dell’erezione unita al massaggio delle dita, mi provoca ora un misto di dolore e piacere che mi batte in testa facendomi perdere il contatto con la realtà.
“Abbassami il perizoma, per favore…”
“Nooo… E senti com’è bagnato!! – il liquido precum ha impiastricciato l’intero triangolino di stoffa. Poi la sua mano forte scosta l’elastico per insinuarsi all’interno accarezzando prima il vello scuro, pettinandolo – Uuuhhh… Com’è duro!! -. mi scappella - Eh sì! Dobbiamo proprio fare qualcosa…”
Mi solleva: “…Abbracciami! Come quando eri piccolino!” mi dice dolcemente. Le sue braccia forti e muscolose mi alzano ed afferrano saldamente le chiappe, mentre gli getto le braccia intorno al collo. La seta dei collant a contatto dei peli delle mie gambe e contro la sua pelle vellutata mi provoca un leggero prurito: che strana sensazione!!
Il suo viso è bellissimo: gli occhi nocciola mi fissano al contempo con dolcezza e desiderio. La mascella serrata che si prolunga nel mento volitivo, ne rivela la sensualissima fossetta. Soffia sul mio viso ed i capelli si scostano un poco dalla fronte.
Le bocche si avvicinano. Si sfiorano: le sue labbra carnose cercano le mie. Le trovano e si aggrovigliano nei più caldi e passionali dei baci. I peletti ispidi della sua barba mi vellicano le guance mentre sento la sua lingua affondare nel palato e spingersi in profondità, quasi volesse scendere oltre la gola.
Ci stacchiamo un attimo. Mi guarda. Mi mordo il labbro. Sorride. Inizio ad alzare ed abbassare il bacino con movimenti ritmici per strusciarmi contro il suo addome e sotto il suo uccello, dritto come un fuso.
“Mmmm…” sospiro.
“Mmmm… - replica a sua volta – È… È bellissimo…” il mio pene ancora prigioniero nel perizoma mi duole da impazzire, soprattutto nella zona sensibile della cappella.
“Liberalo zio… - e guardo verso il basso - …Per favore…”
“Non ancora… Voglio che vieni nelle mutandine… Ma prima…”
“AAAAHHHH…” - il suo dito medio mi lacera l’increspatura dell’ano e si fa strada nel mio culo senza tanti complimenti (meno male che mi sono lubrificato con l’olio…). Appoggio la testa sulla sua spalla e sbuffo. Bacio la sua pelle calda e subito rialzo lo guardo ad occhi sgranati… - AAAAHHHH!!!!” anche il medio dell’altra mano è nel mio culo.
“Dobbiamo allargarlo per benino… Dev’essere pronto a quel che entrerà dopo…” sogghigna mentre lo sento sfaldare il fragile anello di carne fino all’inverosimile… Sembra che me lo voglia strappare!!
“AAAAAAHHHH… - arrivano anche i due indici. Il dolore è lancinante; ma il piacere è più forte!! – AAAAAAHHHHHH…”
“Mi fermo?” mi chiede mentre continuo a strusciarmi. Il mio punto di non ritorno è vicinissimo…
L’idea di quell’enorme cazzo che ora sta scivolando sulla zona del mio perineo, ma che presto mi penetrerà in tutta la sua lunghezza e larghezza, mi porta all’estremo limite del piacere!
“Nooohhh… Non pensarci nemmenooohhh – ansimo mentre sento il mio corpo squassarsi - Vengo… Vengooohhh… - la mia sborra colare lungo l’asta insudiciando il pizzo nero – Sìììì… Sborrooohhh…”
“Brava… Brava la mia troietta!!!! Vieni… Cosììì… Mmmm… Fantastico!!”
Mi accascio esausto tra le sue braccia. Le sue dita ancora dentro di me, non mi danno tregua.
Ma ecco che si sfilano; le sue braccia mi sollevano leggermente sistemando il bersaglio per essere centrato… Ed il suo bastone m’impala dilaniandomi gli intestini.
“AAAAHHHH… AAAAHHHH… - mi sento morire. Una lacrima mi cola lungo le guance. Le grida mi si spezzano in gola. Ma non mi esce altro suono che quello che vado ripetendo come un folle ebete - AAAAHHHH… AAAAHHHH…”
Si ferma. Il dolore si placa un poco. La nerchia di mio padre è grossa, ma quello dello zio ancora di più: meno male che se ne rende conto e mi concede un attimo di tregua per abituarmi.
Stringo forte le mi gambe attorno ai suoi fianchi mentre mi porta verso la finestra. Mi appoggia al calorifero e riprende a fottermi con la foga di un animale selvaggio.
Chiunque entrasse dalla porta vedrebbe un paio di tacchi altissimi ondeggiare nell’aria al ritmo delle spinte del suo bacino che mi affondano quel cazzo enorme sempre più in profondità. Mi guarda paonazzo: “Voglio farti godere… Voglio farti godere come mai hai goduto in vita tuaaahhh… - ho perso ogni contatto con la realtà. Ormai, sono in balia della sua ferocia lussuria e della sua libido incontenibile - …Di chi sei la puttana, eh!?!? Di chi!?!?”
“Tua zio… Sono la tua puttanaaahhh… mmmMMM - il ritmo con cui mi sta scopando mi fa paura; sembra impazzito. È come se sotto di lui ci fosse un oggetto, non un soggetto, utile a sfogare tutta la sua rabbia repressa – MMMMmmm… Non smettereeehhh… Non smettereeehhh…”
Gocce di sudore si spargono dai suoi capelli mischiandosi all’olio di cui mi sono cosparso.
“Fottimi ziooohhh… Fottimiiihhh – nonostante tutto, non riesco a non incitarlo. Nelle mie viscere, il calore di un vulcano pronto ad esplodere mischiandosi con gli umori che la sollecitazione della prostata ha provocato – Continua… Continuaaahhh!!!! Non smettere… Non smettereeehhh!!!!”
Anche io ora sembro un animale selvaggio, ma il piacere che mi sta regalando è indescrivibile.
Si ferma. Mi guarda rosso in viso e con gli occhi iniettati di sangue. Mi bacia dolcemente e, mantenendomi impalato, si dirige verso il letto. Solo allora si sfila e mi mette per terra.
“Sei bravo a stare sui tacchi!” mi sussurra dolcemente prima di girarmi e scaraventarmi sul letto a culo all’aria.
Si avventa su di me schiacciandomi con tutto il suo peso. Sento il suo cazzo tra le chiappe, ma so che non si fermerà lì a lungo. Di nuovo mi sistema, si solleva e me lo pianta dentro con una forza sovrumana riprendendo a fottermi duro. Stringo forte le lenzuola e i denti: il dolore è insopportabile. Ma nuovamente il piacere della chiavata ha la meglio.
La trivella si muove al ritmo delle sue flessioni sulle braccia. Grida e si agita come una bestia: dapprima lentamente ed è un infermo; mi sta devastando! Poi sempre più rapidamente. E l’eterna condanna non accenna a dissolversi, perché la furia della penetrazione mi sospinge facendomi avanzare. Una volta di più realizzo che le pieghe dell’ano si stanno nuovamente tendendo all’inverosimile… Quando sembra che abbiano raggiunto il punto di rottura, la furia si arresta.
Ed è la quiete prima della tempesta.
L’ennesimo urlo straziante anticipa la colata di sborra che inonda il mio canale, mischiandosi ai miei umori.
“Trattieni tutto… Tutto!! - mi ordina lapidario, mentre mi sfila le scarpe. Me ne passa una davanti alla faccia – Leccala!! Avanti, leccala!!”
Ubbidisco docilmente… Poi mi sento pungere: un dolore acuto mi pervade come se un chiodo mi avesse trafitto.
“Ti ho infilato un tacco nel culo! Ora rilascia piano la sborra che hai dentro – nuovamente mi rassegno ad ubbidire – Così! Brava… Brava la puttanella dello zio… Adesso fermati! E assaggia insieme a me!” così dicendo mi schiaccia sul materasso, ponendomi nuovamente la scarpa davanti alla bocca.
La guardo. Il tacco vermiglio è cosparso di un liquido opalescente e leggermente denso. Mi strattona per baciarmi, salvo poi annegare le mie e le sue labbra in quella mistura amarognola. Il gioco continua alternando le scarpe, fino a che il mio retto non si è completamente svuotato ed entrambi non ci siamo saziati di quel nettare aspro.
“Ora manchi tu! - lo guardo senza capire. Mi strappa il perizoma, lercio di sborra ormai rappresa, lasciandomi solo con il reggicalze. Me lo passa e ripassa sotto il naso – Annusalo!”
L’odore è davvero forte, meravigliosamente vomitevole. Me lo infila in bocca ed il senso di nausea mi fa quasi soffocare.
Sbuffo e reclino la testa; provo a scalciare per farglielo capire.
“No… - mi afferra sotto le ascelle per rovesciarmi su un fianco, accanto a lui - Deve restare esattamente dov’è!! - e rassicurandomi con un bacio, aggiunge – Cerca di rilassarti… Il respiro tonerà regolare più in fretta…”
Senza aggiungere altro, mi solleva una gamba, mentre la sua lingua si mette al lavoro: da dietro il collo, scivola lungo la schiena fino al buco del culo per ripulirlo degli ultimi resti degli umori di cui si è riempito!
Meraviglioso, semplicemente meraviglioso. Mentre mi godo il servizio, il mio respiro effettivamente si normalizza.
“Ed ora il tuo uccello… - mi s’infila tra le cosce. Guarda verso di me picchiettandoselo con la lingua, passandoselo sulle labbra e tra i peli della barba - Ma guardalo! Sta tornando duro!”
Ed in effetti, le lappate che sta dando alla cappella insieme al resto del lavoretto, me lo fanno rizzare in un baleno.
“Perfetto! - e nel commentare torna alle mie spalle – Ora mentre ci baciamo voglio che fai tornare duro anche il mio… Voglio incularti ancora! Ancora…”
“Uii… Uio…” biascico soffocato con il bavaglio ancora sulla bocca – Uoue uoui…”
E la mia mano prende a lavorare sull’asta barzotta mentre le lingue s’intrecciano in una mare di saliva.
“Brava, la mia troia! E adesso che è di nuovo bello duro… – effettivamente è di marmo - …Posso scoparti ancora come meriti!! Ora prendilo in mano e puntatelo sul buco!!”
Eseguo.
“Fai entrare la cappella… Così… Così, brava… Lentamente… - assaporo ogni istante della mia agonia – Sfilalo… Bene… Bene… Mantieni la gamba sollevata…”
Ripetiamo il giochetto una, due, mille, infinite volte: il godimento ottenuto rilassando completamente la muscolatura anale, credo non abbia eguali… Fino a che, a sopresa, non lascia entrare anche il resto dell’asta.
A quel punto la chiavata riparte furiosa come il primo round.
Sbuffa, urla e latra mentre con il bacino spinge contro la mia schiena. L’idea che ho è che stia pensando di avere tra le gambe una specie di spada con cui mi vuole trapassare da parte a parte. Quando poi mi ha infilzato per bene, rimane fermo per lasciarmi godere dell’affondo, premendo sui miei fianchi con le sue manone.
Adesso che si è deciso a levarmi dalla bocca il perizoma, anche io grido tutto il mio piacere insieme a lui mentre le sue mani scorrono sulla seta dei collant, afferrano i ganci del reggicalze e masturbano il mio uccello.
“Ziooohhh… Ziooohhh… Vengooohhh…”
“Aspettaaahhh… Insieme – ansima – Insiemeeehhh…”
“Sììì… Ma sbrigati… Sbrigatiiiii…”
È davvero un attimo: mi spinge lontano. Mi gira. Mi abbraccia e si sfrega su di me.
Si ferma a guardarmi negli occhi. Intensamente. Come me del resto.
E mentre mi bacia, la sborra di entrambi scorre calda sulle sue gambe lisce e sulle mie calze nere.
Ansanti, ci accarezziamo guardandoci negli occhi.
Un trillo.
“È il mio cellulare – mi alzo a prenderlo – Un messaggio… Di papà…”
“Cosa dice?”
“Ho avvisato la mamma che resti a dormire dallo zio stanotte”.
Sorrido e mi butto sul letto, baciando ed abbracciando lo zio.
Restiamo stretti in quell’abbraccio a lungo.
Come lunga è la notte che ci vedrà amanti…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La stanza rossa:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni