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Lo zio Antonio


di cd1948
04.11.2014    |    92.029    |    2 9.7
"Lui pure era stanco, sudato da morire, c'era odore di sesso e di sudore che pervadeva l'ambiente..."

Mi chiamo Clara, ho 30 anni, sposata ma senza figli. Abito con mio marito in una grande città, dove lavoriamo entrambi. Sono abbastanza alta, due seni della terza misura che stanno su anche senza l'aiuto del reggiseno ed un culo bello pieno e sodo, che tengo in forma andando spesso in palestra.

La scorsa primavera fummo invitati da mio zio Antonio a passare alcuni giorni nella fattoria che era stata dei miei nonni. Ora la gestisce lo zio, da quando è andato in pensione. Erano molti anni che non ci andavo ed ero curiosa di vedere com'era.

La ricordavo da quando c'erano i nonni come una grande casa con un mucchio di stanze, stalle, ed un fienile. Ma siccome i nonni erano vecchi, era alquanto malandata.

Il ponte del 25 aprile andammo io e mio marito, mia madre, sorella di zio Antonio e mio padre. Quando arrivammo grande fu la mia sorpresa nel vederla. Lo zio l'aveva ristrutturata per bene, la casa era grandissima come la ricordavo, ma stalle e fienile sembravano nuovi, l'aia era pulita, nei recinti si vedevano alcuni animali, capre, mucche galline. Poi c'era un nuovo capannone con macchine agricole, insomma sembrava molto florida.

Ci accolsero lo zio e sua moglie. Zio Antonio aveva 70 anni, era un uomo non molto alto, piuttosto robusto, braccia e gambe forti causa il lavoro nei campi, con pochi capelli bianchi, un sorriso franco e due scintillanti occhi neri. Sua moglie, la zia Carmela, era la classica matrona settantenne, gran petto, grossi fianchi.

Ci fecero accomodare, ci mostrarono le nostre stanze, ognuna con un bagno privato, ma da cui si accedeva anche dal corridoio, situate al primo piano.

Una volta che ci fummo accomodati, ci cambiammo, levandoci gli abiti da città e mettendoci abiti adeguati. Io misi una canotta con due sottili spalline ed un paio di calzoncini corti, senza reggiseno ne mutandine. La cucitura dei calzoncini mi segnava la passerina e mi stimolava il clitoride quando camminavo, cosa che mi piaceva un sacco.

Lo zio ci fece accomodare su delle poltroncine sotto una grande pergola e ci servì degli aperitivi, mentre la zia preparava il pranzo e la tavola poco più in là.

Vidi che lo zio non mi levava gli occhi di dosso e questo mi eccitava alquanto, dato che vado pazza per gli uomini di una certa età, tanto che i capezzoli mi stavano diventando turgidi e sentivo un certo calore nel basso ventre.

Sul più bello, quando stavo per andare in bagno per potermi fare un ditalino, la zia uscì dalla cucina e ci fece accomodare a tavola, sempre sotto la pergola.

Il pranzo fu ottimo, la zia aveva cucinato delle pietanze squisite, il vino, proveniente dalla cantina della fattoria, era ancora migliore e ce ne servimmo tutti abbondantemente. Alla fine del pranzo, mentre la zia e lo zio sparecchiavano, i miei genitori e mio marito si ritirarono a fare la siesta.

Io ero troppo eccitata da tutto l'insieme ed annunciai che invece sarei andata a fare un giro per la fattoria, per rivedere i luoghi che avevo conosciuto da bambina.

Mi allontanai ed inizia a girare fra i filari di vite, il fienile, i posti dove giocavo da piccola. Poi mi diressi verso i recinti degli animali, c'erano delle mucche, più in là c'era un recinto con delle capre.

Ad un certo punto, notai del movimento e vidi il caprone che abbrancava una delle caprette e le infilava il suo membro nella vagina. La cosa mi eccitò da morire e rimasi lì, imbambolata, a guardare.

Iniziai a sentire un rimescolamento nel basso ventre, un calore tale che mi costrinse ad prendere qualche provvedimento. Quasi sconvolta, mi infilai la mano dentro i pantaloncini ed iniziai a sgrillettarmi furiosamente, appoggiata alla staccionata.

-”Vedi, è la primavera, la stagione dell'amore, gli animali la sentono” sentii la voce di mio zio dietro di me.

Mi mise una mano sulla spalla. Mi vennero i brividi dall'eccitazione.

-”Guarda là”, disse, “vedi, anche l'asinello sente la voglia di sesso”, indicandomi alla mia sinistra, dove in un altro recinto stava un asinello che il suo pene rosso di fuori.

Mi prese la mano non impegnata nella mia passerina e se la portò all'inguine, appoggiandola sopra i pantaloni. Sentii un bozzo di dimensioni incredibili. Mentre lo massaggiavo lentamente, dietro di me, lui si aprì la lampo dei pantaloni, si abbassò i boxer e me lo mise in mano. La circonferenza era tale che non riuscivo a chiudere la mano completamente.

La mano che stava sulla mia spalla iniziò a scendere lungo la mia schiena e, mentre con una mano lo segavo lentamente, con l'altra mi sgrillettavo furiosamente, come ipnotizzata. Poi, la sua mano giunse all'altezza del mio culetto e, con mossa leggera, mi sfilò i calzoncini e li lasciò cadere a terra. Poi, con un dito, da dietro, mi entrò nella patatina allagata.

Si mise dietro a me, mi fece piegare leggermente in avanti e mi aggrappai con le mani alla staccionata mentre lui appoggiava il glande all'ingresso delle mia fighetta. Poi mi afferrò con entrambe le mani sui fianchi e, con un colpo deciso, entrò tutto in me, fino alle palle.

La sua nerchia era enorme, ne ho prese tante in vita mia, anche dopo sposata, ma come quella nessuna. Mi fece un po' di male all'inizio, ma scivolò dentro senza troppa fatica tanto ero bagnata.
Mi sentivo piena come mai prima di allora.

Iniziò a pompare lentamente, con degli affondi lunghi, prima quasi fuori, poi fino a schiacciarmi l'utero. Mi sembrava mi arrivasse in gola, da tanto era lungo. Ebbi un primo orgasmo quasi subito.

Stavo per urlare dal godimento, quando lui fece :

-”Fai silenzio, altrimenti richiamerai tutti”.

-”Oh, zio, mamma mia, quanto sto godendo, ti prego non fermarti, ancora, sììììììììììì”.

-”Che porcellina che sei. Ti piace il cazzone dello zio, vero ?”

-”Sììììììììììììììììì, zione, sìììììììììììììììì, mi piace da morire”

-”Sei una troietta, ti piace scopare, vero ?”

-”Sìììììììììììììììììììììì, zio, sono la tua troietta, ho sempre sognato un cazzone bello grande come il tuo”.

-”Ora ti sfondo per bene”

-”Sì, zio sfondami, ancora ti prego”

A tutto questo, lo zio Antonio continuava a pompare come un dannato ed io avevo oramai degli orgasmi a ripetizione. Ma lui non era stanco, anzi, sembrava avere un'energia inesauribile.

Si sfilò da me, lasciandomi una sensazione di vuoto, mi fece girare e mi appoggiò alla parete del fienile, che ci nascondeva dalla casa, mi alzò una gamba portandosela fin sulla spalla e mi inzilò nuovamente il suo uccellone nella mia patatina bollente. Mi sbatteva letteralmente contro la parete ed io continuavo a venire in continuazione.

Infine mi fece mettere le braccia attorno al suo collo, mi fece serrare le gambe attorno ai suoi fianchi e, sostenendomi con le mani sotto il culo, mi portò dentro al fienile, dove si sdraiò con me sopra. Mi strappo il top e, mentre io lo cavalcavo selvaggiamente, mi massaggiava le tette, mi pizzicava i capezzoli, fino a che venne mentre io avevo l'ennesimo orgasmo.

Mi lasciai cadere sul suo petto, esausta. Lui pure era stanco, sudato da morire, c'era odore di sesso e di sudore che pervadeva l'ambiente.

Pian piano il suo enorme pisellone si sgonfiò al che me lo sfilai e mi sdraiai al suo fianco.

-”Ah, che bella scopata, erano mesi che non facevo una scopata così” disse, finalmente.

-”Zio, mi hai distrutta” dissi a mia volta, mentre gli accarezzavo l'uccello, che a riposo aveva dlle dimensioni considerevoli.

-”Non mi sembra ti sia spiaciuto, vero?”.

-”Oh, no, è stato grande. Non avevo mai goduto tanto. Non avevo mai preso un cazzone grosso come il tuo, zio”.

-”Bé, quando vuoi, si può ripetere” disse, sogghignando.

-”Ora sarà difficile, ho la figa in fiamme”. Guardai l'orologio. “Oddio, sono passate quasi due ore, staranno per alzarsi tutti”.

Mi alzai e corsi dentro a casa, nuda com'ero, infilandomi da una porta secondaria senza far rumore, salii silenziosamente le scale ed entrai nel bagno senza far rumore e mi misi sotto la doccia. In quello entrò mio marito, che si era appena svegliato dalla siesta.

-”Che ci fai qui ?” chiese.

-”Be, sai, fuori faceva caldo, ho sudato tanto ed allora ho pensato di farmi una doccia”, risposi.

Lui si abbassò i boxer e tirò fuori il suo pisello per fare la pipì. Mi venne da confrontarlo con quello dello zio. Il membro di mio marito non è piccolo, ma in confronto con quello di zio Antonio sembrava uno stuzzicadenti.

Quando se ne andò, finii di lavarmi, mi asciugai ed andai in camera per vestirmi. Mio marito, a quel punto, era già sceso. Mentre stavo pensando a cosa mettere, la porta si aprì ed entrò mio zio con i miei calzoncini ed il top che indossavo prima.

-”Pensavo sarebbe stato imprudente per te lasciarli in giro, non trovi ?” disse, dopo aver chiuso la porta dietro di sé, “certo che ti sei fatta proprio una bella gnocca”.

-”Zio, mi hai distrutto, la figa mi brucia da morire” replicai, ancora nuda dopo la doccia, “non so quando potremo rifarlo, ma stai sicuro che lo rifaremo. Ora vai, prima che qualcuno ci becchi così”.

Lui se ne andò, mi rivestii, mettendo un altra maglietta ed una minigonna. Rimasi senza reggiseno, ma misi un perizoma, vista tutta la gente che c'era per casa.

La sera mio marito volle fare l'amore ma dovetti rifiutare con una scusa, avevo mal di testa perchè avevo bevuto troppo, dissi.

Nei giorni seguenti, mi riposai. In fin dei conti, la campagna era proprio riposante, se non si hanno lavori urgenti da fare.

Il giorno prima di ritornare in città, lo zio disse che doveva andare a fare delle commissioni al paese vicino. Io mi offrii di accompagnarlo. Mi misi un corto vestitino, di quelli senza spalline, con la zona del seno elastica, che mi copriva appena il sedere, con dei sandali bassi. Sotto avevo messo un perizomino di pizzo bianco.

Non appena partimmo da casa, me lo levai, rimanendo con la fighetta nuda. Lo zio mi mise subito la mano sull'inguine ed iniziò a massaggiarmi il clitoride. Io, a mia volta, iniziai a massaggiargli quell'enorme membro. Io mi bagnai immediatamente, mentre a lui venne subito duro, tanto che dovetti aprirgli i pantaloni, mentre lui mi infilava il suo dito fino in fondo nella patatina.

Quando fummo abbastanza lontani da casa, lo zio s'infilò in una stradina laterale, scese prendendo una coperta e mi fece andare con lui, dietro un cespuglio che ci nascondeva dalla strada.

Mi levò il vestito, si calò i pantaloni, mi fece stendere e si posizionò sopra di me, puntellato sulle braccia. Io gli presi l'uccellone, lo puntai sull'entrata della mia patatina e lui, con un colpo deciso, affondò tutto in me, riempiendomi tutta.

Mi scopò in tutte le posizioni e, alla fine, mi riempì la passerina di sborra calda. Io godetti da morire, ebbi almeno una decina di orgasmi. Lo zio era insaziabile, una durata incredibile. Alla fine ero distrutta.

Mi rimisi il vestito, tendomi le mutandine per evitare che la sborra dello zio allagasse la macchina, gli ripulii ben bene l'uccello con la bocca e ripartimmo per le commissioni. Io ero talmente stanca che lo aspettai in macchina.

Quando ritornammo, mi rifugiai in camera con una scusa e scesi solo per cena. Al mattino seguente ripartimmo, con quella che ci saremmo rivisti tutti.

Penso proprio che ritornerò spesso a far visita a zio Antonio.
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