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Ricordi d'infanzia 13 - The evolution


di papy60
22.11.2014    |    25.564    |    0 9.6
"9 Mossi dalla libidine più perversa ci avviamo verso il reparto notte..."


Ricordi d'infanzia 13 -The evolution
di Papy60
Scritto il 08-04-2010 letture 28.216 votazione 6.9

Mossi dalla libidine più perversa ci avviamo verso il reparto notte. Io, mia moglie e mia figlia Sara, il trio più immorale dell'amore incestuoso. Mi sono attardato in bagno e quando rientro in camera, madre e figlia sono già nel lettone; Seppur nascoste sotto le loro camice da notte, i mie due gioielli risplendono come tersi diamanti. Abbagliato mi blocco sulla soglia,
sono estasiato; Sono preso da un leggero capogiro che mi assale; E' la consapevolezza che è roba mia; La bellezza adolescenziale di Sara rifulge baciata dai suoi 14 anni e quella di Anna non le è da meno. La piccola è tutta protesa nell'attesa del racconto della mamma; Mi sollecita anche con gesti di entrare Mi scuoto, m'avvicino al letto, lei ginocchioni mi s'avvicina, mi abbraccia appoggiando il visino sul mio petto, lo alza, capisco, vuole un bacio;
La carnosa morbidezza della sua bocca m'inebria; Sento la linguetta che s'apre un varco fra le mie labbra, ora è nell'accogliente bocca del suo papà; Cerca la mia lingua; Ci scambiamo un lungo bacio e, in un magico silenzio si possono udire i nostri respiri, i nostri affannosi ansiti; Anna non fiata, quasi volesse essere partecipe a quei piacevoli fremiti. Scompiglio con un affettuoso gesto i capelli di Sara e lei tenendomi ben stretto, si lascia cadere all'indietro trascinandomi con sè; Tendo una mano a mia moglie; E' un spontaneo gesto d'affetto che mi nasce dentro; Dio mio le sono così grato; Lei lo recepisce benissimo e con un lieve sorriso, mi da una leggera stretta; La comunione dei nostri cuori è perfetta. Comincia a raccontare i suoi primi approcci col sesso e Sara l'ascolta attenta; io conosco ogni dettaglio dello svezzamento che ebbe da suo padre, ascolto ugualmente; Mi pongo dietro mia figlia, me la tengo vicina, con la mano le percorro il suo meraviglioso corpicino e le tettine sono la meta dove soggiorna più a lungo, d'apprima dal di sopra della camicia, poi l'infilo sotto e fremo dal piacere nel bearmi del tepore e della morbidezza delle collinette vellutate di soda carne fresca. Il mio pisellone s'inturgidisce, lo faccio aderire alla sode chiappette; Le sue mutandine e il mio pigiama sono le barriere che si frappongono fra me e il Paradiso e mentre Anna continua la narrazione io m'industrio e abbasso i nostri indumenti; Ed ecco le parte denudate ora si toccano; Sto toccando il cielo. Ora il vellutato culetto aderisce alla mia pancia; Sensazioni sublimi. Il mio scettro premuto nella paffuta valle mi trasmette brividi da sogno. Mi muovo lentamente, roteo il bacino accarezzando col ventre quelle gote divine e come il tuono in lontananza è foriero di un' imminente temporale, così il piacevolissimo formicolio che mi pervade il basso ventre premonisce l'orgasmo; Rapidamente piego l'uccello inserendolo fra le cosciette di mia figlia; L'istinto naturale che alligna nel profondo del mio inconscio mi spinge di andare avanti e indietro, avanti e indietro imitando il coito vero e proprio; Ad un tratto mi fermo, mi fermo perchè è lei, il mio tesoro che spingendo indietro il culetto comincia a muoverlo, lo rotea e le carezze che riceve il mio ventre è impossibile descriverle; Sono eccitato al massimo, mia figlia, la mia creatura mi sta masturbando l'uccello con le coscie; Mai sega è stata più lussuriosa di questa; Ho il cazzo a contatto con le labbra vaginali roride di rugiadoso miele; Godo attimi d'intenso piacere e io, egoista. non penso più a lei ma, travolto
dalla mia libido e, nell'imminenza della sborrata, spingo e spingo attanagliato all'esile vitino; Sono vittima della libidine, infoiato, galoppo con irruenza e stringo, stringo e galoppo e in un attimo scarico bordate di sperma che schizzando imbrattano la fica di mia figlia ma soprattutto le cosce di mia moglie.
Sfinito, riverso il capo all'indietro e lascio placare sia il respiro che l'animo. Socchiudo gli occhi, il soffitto azzurro come il cielo, mi crea un scenario paradisiaco; Alzo il capo e vedo i miei angeli, Sara il mio cherubino, è intenta a leccarsi le dita, mi guarda sorridente; Ciò che lecca è il mio succo che maliziosamente raccoglie dalle coscie della madre.
Anna riprende la narazione, io riprendo a sfiorare il pancino di Sara passeggiando spesso nel palpeggiarmi le sue adorabili mammelline. Sara sta vivendo magici momenti, ascolta immedesimandosi nell'eccitante racconto e si gode le mie carezze, però è anche generosa la mia piccola; Vuole anche dare piacere alla mamma, così sbacciucchiandola, la riempie di carezze passando dai seni al grembo, tanto che in certi momenti il racconto viene spezzettato da irrefrenabili fremiti.
Sara poi d'istinto, baciò affettuosamente la bocca della mamma che poi continuò,
< Oh papà, papà - l'interruppe Sara guardandomi accigliata - perchè non l'hai fatto anche tu. mi toccavo già da qualche tempo sai?>
< Davvero? E ti saresti fatta toccare questa
fichettina così giovane? - risposi, cercandole la fica e avendo una forte impennata all'uccello - ma come potevo immaginare che questo grillettino avesse così tanto bisogno di carezze, io pure a quell'epoca, un giorno, avendoti vista nuda sotto la doccia provai un perverso fremito, ma ero lontano mille miglia dall'immaginare i tuoi pensierini> Intanto continuavo ad accarezzarmela bene ma lei curiosa sollecitò la mamma ad andare avanti ponendogli una domanda: < Mamma e quando fu che ti leccò la passerina?> lei le sorrise e rispose < ero in quita elementare, avevo dieci anni...sì dieci anni>
Anna narrava, ma io che mi ero abbassato a leccare fra le coscie di mia figlia, non la potevo udire, ero tutto preso dal mio lavoro, ma sopratutto le sue parole mi giungevano ovattate dalle morbide coscie. Godeva la mia piccola nel sentire la lingua del suo papà, che oltre a darle piacere, la puliva dello sperma; La deliziavo con profonde pennellate che, partendo dal perineo, arrivavano al grillettino irrigidendolo. Mia moglie era tenuta su di giri da Sara che la toccava dappertutto e, un'ora dopo quando ci concedemmo un riposino ristoratore, avevo già chiavato Anna e donato tre bei orgasmi alla mia cocchina.
Due giorni dopo, mentre l'accompagno a scuola in macchina,mi dice col visetto supplichevole < Papà, voglio anch'io...come la mamma...sì dai papà...sono grande ormai > . Un po' per la fretta del momento, un po' perché nel profondo del mio animo, lo volevo anch'io, le risposi affermativamente con una certa leggerezza, ma il baciotto che mi dette , quasi mi richiamò alla realtà; avevo promesso alla mia bambina che
che l'avrei scopata. Mentre correva felice, scalando a tre a tre i gradini della scuola, una cappa di paura attraversò il mio cervello, socchiudendo gli occhi pensavo all'immane peccato e alle possibili implicazioni di quella promessa, infine, affascinato solo dalla parte piacevole, sorridendo m'avviai al lavoro.-

Continua.
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