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incesto

cap. 1 -solitaria serata estiva rovinata dalla suocera


di Membro VIP di Annunci69.it pierpatty6151
13.06.2014    |    83.650    |    9 9.5
"Non lo voglio! Lei si china lentamente sulla preda e lo risucchia nella calda bocca..."
Senza preavviso L’estate è esplosa con un opprimente caldo umido. Serata solitaria; Lucia è di turno in clinica. Io sgranocchiando una fresca insalatona, sono nudo, davanti al PC sincronizzato su A69. Alcune richieste di amicizia lanciate senza una presentazione; mah mi riesce difficile capirle; forse con un messaggino, magari simpatico, il “lanciatore” avrebbe più successo. Stasera non ho voglia di rispondere a nessuno, per cui le cancello e apro sui racconti, sezione incesti.

Guarda un racconto dell’attraente suocera che si spupazza il genero. Questo scrittore ha scelto situazioni soft e intriganti; e mi ritrovo spettatore eccitato. Si! Ho abbandonato l’insalatona e mi sto lentamente segando, vedendo la suocera che in vestaglia semitrasparente gironzola per la cucina preparando la colazione. Il mio Giacomino ringrazia bagnandosi.

Il video citofono squilla furiosamente. “Ma chi cazzo è?” Non rispondo! Continuo lentamente a visionare il racconto.

Altri squilli ripetuti, furiosi, insistenti, antipatici. Vediamo di farla finita con sto “scocciatore seriale”. Deciso a mandarlo al diavolo! Raggiunto il videocitofono, e spunta il viso grassottello e più stralunato del solito di Marta, mia suocera! “Che cazzo vuole a quest’ora?” Apro il portone e cerco un qualcosa da infilarmi. Velocemente afferro pantaloncini e maglietta abbandonati sulla poltrona. In tempo per aprire la porta, mentre il cigolante ascensore raggiunge il mio piano.

Eccola spuntare: piccoletta, grassottella, tette strizzate dal reggiseno di una misura più piccola, il tutto in un vestitino leggero a fiori che svolazza. Trascinando un vecchio trolley, si dirige verso di me. Nessuna parola. Mi scosto e lei entra, abbandona il trolley e raggiunto il mio divano, si lascia cadere e rimane semisdraiata a occhi chiusi.

Ho l’impressione di aver davanti un naufrago che ha appena raggiunto la spiaggia, dopo la tempesta. Nessuna parola! Che faccio? Che è successo?

Squilla il telefono: è mio suocero che agitato chiede di sua moglie! Con gran gesti la suocera mi “ordina” di mentire. Convinco Mario che non ho visto Anna e lo rassicuro che se capitasse da me, lo chiamato certamente. Non ho il tempo di chiedere spiegazioni, che Mario ha già riattaccato.
La seratina solitaria è svanita.

Anna si è abbandonata sul divano: occhi chiusi, braccia sotto la testa, una gamba su e l’altra appoggiata a terra. I piedi nudi svettano nel loro candore. Il vestitino appoggiato a quell’abbondante corpo, segue le curve e infilandosi nel mezzo delle gambe. Abbondanti porzioni di cosce rimangono scoperte. Non ho mai visto mia Suocera in una simile posizione “sconveniente”. Di solito è compostissima e molto attenta a controllare che le gambe siano ben strette e nascoste dalla gonna.

Che faccio? Parlo? Chiedo? Forse è meglio aspettare che passi questo momento di “post-naufragio”. Decido per un buon the freddo. Apro il frigo e il telefonino “rirompe”. E’ mia moglie! Anche lei agitata, mi chiede di sua madre. Sono fuori tiro della suocera e quindi la informo di che sta succedendo, ma non so spiegarle il motivo. Nessun problema Lei sa già tutto e mi chiede di non avvisare suo padre. Domani mattina al suo rientro vedrà che fare.

Il mistero s’infittisce. Sento un fruscio alle spalle: è la suocera. Prende il bicchiere di the e ritorna al divano. Si siede a gambe larghe, il vestitino si alza e lascia scoperte le cosce. Strano comportamento. MI siedo davanti a lei e cerco di non fare cadere lo sguardo sulle grassottelle nude gambe. Lei, precedendomi, inizia a raccontare che è successo:

Rientrando dal lavoro ha scoperto il Mario nudo che scopava la giovane vicina di casa, mentre il marito li guardava, li incitava e si segava con le braghe alle caviglie. Lei ha urlato, inveito, ha sbattuto fuori di casa la coppia, ancora seminuda. Poi ha preso qualche vestito ed è uscita da casa. A nulla sono valse le scuse, i perché di Mario che ancora nudo ha cercato di farla ragionare, dicendo che è stato un momento di debolezza. Che è stato convinto dal giovane sposo, che voleva vedere scopare la giovane moglie. Dal taxi ha sentito la figlia, concordando di passa la notte a casa nostra. E questo è il tutto.

Ok, bella seratina! E ora che faccio? La suocera continua a parlare. Dice che non se lo merita che ha sempre soddisfatto sessualmente il marito. Dicendo questo si alza in piedi e solleva tutta la gonna. Sfoggia un paio di gambe grassottelle, ma ben fatte. Mentre si gira per farsi ammirare, mostra un paio di mutandine in cotone, di sexy nulla, ma lei è convinta del contrario. E mi chiede se una donna come lei la scoperei.

O cazzo e ora che dico? Che faccio? Tutto diverso dal racconto di prima. Lì la suocera era seducentemente maiala. Qui una donna tradita cerca conferma della sua femminilità, che, purtroppo, è ai minimi termini. Ma proprio stasera Mario doveva far casino!! Non poteva guardare l’orologio e scopare in orario per il rientro di Anna. Ora se dico che è “fuori quota” gli prende un esaurimento nervoso memorabile. Se dico che è attraente rischio, anzi ci sarà sicuramente, un casino galattico con Lucia.

Sempre a gonna alzata e con i mutandoni a far da bandiera, la suocera si avvicina minacciosa. Guardandomi diritta negli occhi, vede il mio poco interessamento alle sue grazie. Il mio disagio si materializza, quando facendo un maldestro passetto, cado rovinosamente sulla poltrona. Adesso sono anche ridicolo! Lei ride divertita. La tensione si allenta e si trasforma in un breve momento d’ilarità. Sono salvo? Macché, Lei inizia un inverosimile spogliarello. Sbottona il vestito e lo lancia distante, rimanendo in mutandoni e reggiseno d’ordinanza coloniale. Cazzo che faccio? Scappo? No! Argomentando sulla nostra parentela, provo a convincerla a rivestirsi. Nulla da fare è infoiata dura o vuol vendicarsi delle corna? Fatto sta, che si lancia languidamente su di me e insieme roviniamo a terra, in un intreccio di gambe e braccia. Lei si ritrova cavalcioni sulle mie gambe. Sento il calore attraverso la bianca stoffa del mutuandone. Capperi lei è a patata calda. Devo divincolarmi altrimenti la suocera mi violenta. Fosse una figa, mi sacrificherei, ma, mondo gatto, lei ha donato tutta la bellezza e il sexappeal alla figlia. Non è facile rialzarsi. Siamo incastrati tra le poltrone. Lei sopra mi schiaccia le gambe con il suo peso. Il suo viso serio, fisso nei miei occhi. Le veloci mani s’intrufolano sotto la mia maglietta e via uno strattone per sfilarla. Parzialmente ci riesce e rimango a dorso quasi nudo. Si avventa a bocca spalancata sui miei capezzoli, leccandoli, succhiandoli e martoriandoli in ogni modo. Cacchio ci sa fare la signora! La mia tensione si allenta. Che faccio? Non posso! È solo una povera donna piena di rimorso per il marito traditore e si è lanciata sul primo uomo disponibile che le è capitato a tiro, per vendicarsi.

Con sforzo riprendo la situazione in mano. Ci rialziamo. Lei tristemente delusa, si accoccola sul divano, coprendosi con il vestitino a mo’ di copertina, lasciando solo scoperte le gambe incrociate. Io anche se sono a dorso nudo, cerco di darmi un’aria disinvolta e inespressiva. Mentre sparecchio il mio posto PC, le offro qualcosa da mangiare. Riluttante accetta un’insalatona e acqua. Con sollievo mi reco in cucina a tagliuzzare verdure varie. A operazione finita, rientrando in soggiorno, vedo la suocera seduta davanti al mio PC. Cavoletti!! Nel trambusto non ho spento il PC. Lei sta leggendo la storia della suocera maialina, che infoia il “povero” genero, ristrutturatore di appartamenti.

“E bravo il Giuliano, solo soletto ti trastulli con questi raccontini erotici tra genero e suocera!!!”

Imbambolato, con l’insalatiera in mano, sembro lo stupido del villaggio, scoperto a rubare le cigliese. “Ma nooooo era lì per caso”

“Si per casssssssso ti leggi una chiavata. Ma va!!! Dammi l’insalata, che devo leggere”

Seduta alla scrivania con addosso solo mutandoni e reggiseno coloniali, si riemerge nella lettura e con grandi forchettate sbrana l’insalatona.

Non so che fare. Mi ha completamente escluso emergendosi nel racconto. Sicuramente s’immedesima nella suocera protagonista, vivendo l’attrazione che prova per il genero. Meno male A69 mi ha salvato. Mi sdraio sul divano e cerco un qualcosa da vedere alla TV.

Passa il tempo. Un suono gutturale, lamento? Apro gli occhi, cavoletti mi sono addormentato. Vedo sfuocato, non capisco che succede. Un paio di enormi tette mi sovrasta. I capezzoli grossi violacei, appuntiti, mi puntano. E’ Lei, inginocchiata. Mi sta accarezzando i pantaloncini. Il viso quasi stravolto dal piacere. Non ammette sconfitte o rinunce. La sua mano s’intrufola sotto l’elastico e raggiunge il mio Amichetto, già barzotto. Lo accarezza con dolcezza prendendolo tutto in mano. Si ritrae e con tutte le mani tira e sfila il sipario, appare il protagonista che felice entra in scena. L’aiuto sollevando il bacino e via tutto. Sono nudo davanti a mia Suocera. Non sono in grado di contrastarla. Non lo voglio! Lei si china lentamente sulla preda e lo risucchia nella calda bocca. E’ ancora molliccio. Sento il calore della sua lingua che lecca la cappella. La succhia. La martella con maestria. L’effetto è calore, che ingrossa l’asta dentro la sua bocca. Le palle, prima tutte nella sua bocca si ritraggono lasciando il posto alla dura asta che pulsa. Lei abbandona la presa e si rialza per osservare orgogliosa la sua preda. L’abbraccio attraendola a me. Le bocche si uniscono, le lingue s’intrecciano e il gusto del mio cazzo riempie la mia bocca.

Scivoliamo sul tappeto, intrecciati. Lei ancora con i mutandoni, si da fare per toglierseli. Lasciando apparire una folta peluria nera. Mi gira in posizione. Con foga, la vedo sedersi su di me. S’impala violentemente e si ferma con il mio cazzo tutto dentro. Che calore, che morbida caverna. Un tempo infinito di ferma estasi. Poi lentamente inizia a far uscire e rientrare la preda dalla Vogliosa. Un tempo infinito di silenzioso piacere, crescente, lentissimo, assordante. Il suo viso si trasforma in una maschera di godimento assoluto, unico, violento.
Io assecondo con piccoli movimenti il nostro godimento. La regista del godimento è lei che varia a ogni colpo la velocità, si ferma, aspetta, riprende veloce, lenta lo fa uscire e rientrare, gioca con le labbra e la cappella. In un attimo nulla è più controllabile, se lo infila tutto, io l’aiuto alzandomi. Si scuote, urla un suono rauco, assordante, gioioso. Gode, come non ho mai visto fare a una donna. Le vengo dentro, senza permesso, mugolando, e sborrando all’infinito. I muscoli si rilassano e ci ritroviamo in un silenzioso abbraccio. Ci baciamo lungamente.

MI risveglio all’alba, lei dorme abbracciata a me, siamo ancora nudi sulla moquette, nostro nido di sesso.
La sveglio, la accompagno in bagno, una veloce doccia e ognuno nella propria camera. Appena sotto il lenzuolo sento aprire la porta. È Lucia che rientra dalla notte.

“Ciao amore, la mamma?”
“Penso che dorma nella cameretta, tutto bene stanotte?”
“Solito! Dormi amore faccio una doccia, più tardi parleremo come affrontare la situazione dei miei genitori. Ti amo”

Parlando si è spogliata e adesso nuda sparisce nel bagno. A domani!
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