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la mia prima esperienza saffica


di benves
03.06.2013    |    67.873    |    6 9.3
"Volevo convincermi che quello accaduto la sera prima era solo un sogno! Nel frattempo, lei mi invia diversi messaggi in cui mi chiedeva scusa, e in cui..."
Mi chiamo Guendalina.
Ero fidanza dall’età di 15 anni con un ragazzo Francesco, in totale 4 anni passati insieme.
Il mio passato è interamente un passato da etero, cotte e innamoramenti pazzi, solo verso ragazzi, e poi, la storia che credevo essere della mia vita.
Anche perché non passo inosservata; alta 1,65, corpo esile, mora ma con una 5° misura di seno.
Quest'ultima mia caratteristica, da sempre, mi aveva reso “popolare” tra i ragazzi.
Insieme a Francesco avevamo progettato il matrimonio, quanti figli avere, come chiamarli e dove vivere.
Sembrava che saremmo stati insieme per sempre anche se dentro di me sentivo che qualcosa tra di noi non andava, soprattutto nell’ultimo anno non avevamo più intimità, non c’ era passione e molte volte lui si rifiutava di rimanere solo con me.
Francesco era stato il mio primo ed unico ragazzo, anche perché essendoci messi assieme a 15 anni non avevo avuto modo, pur essendo popolare ma fedelissima, di avere rapporti con altri.
Non so per quale motivo ma, eravamo arrivati a stare bene insieme solo quando guardavamo insieme un film abbracciati sul divano o quando parlavamo degli argomenti più disparati, ma comunque non mi sarei mai sognata di lasciarlo.
Non c'era più attrazione fisica.
Finita la scuola mi sono iscritta all’università.
Il giorno dei test di ingresso, il mio ragazzo mi accompagnò all’entrata.
Lì appoggiata alla colonna dell’ingresso c’era una ragazza.
Fisico asciutto, capelli corti e scuri, pochissimo seno, vestita completamente di nero e dall'aria molto riservata; attirò subito la mia attenzione perché malgrado l'aspetto il suo fascino inebriava che le passava attorno ma, non ebbi il coraggio di avvicinarla.
Una volta all’interno, scoprì che faceva parte del mio stesso corso, un corso composto da 8 persone in totale.
Iniziammo a stringere amicizia ma lei, era molto riservata.
Passarono i mesi e ci vedevamo solo in facoltà fino a quando, un’ altra ragazza, cambiò corso e piano piano iniziò a diventare nostra amica.
Io non avevo molti amici e passavo la maggior parte del tempo con mia mamma.
Il mio ragazzo studiava fuori, e tornava solo per il fine settimana.
Così cercai di stringere amicizia con loro anche se, con LEI, era molto più difficile dialogare e, tanto di più convincerla ad uscire di casa.
Così un sabato, si e due no, noi uscivamo tutti insieme e LEI, iniziava sempre ad aprirsi di più e ad uscire dal suo guscio.
Io ero molto felice di aver finalmente trovato due amiche sincere con cui potermi confidare e uscire insieme.
Passò il tempo, era estate, ed eravamo a un cinema all’aperto, guardavo lo schermo e all’improvviso mi girai, pensando che LEI mi avesse chiamato, ma non era così.
In quell’attimo mi accorsi di averla guardata con occhi completamente diversi… in quel attimo pensai a quanto fosse bella, meravigliosa e sensuale ma, mi rigirai di nuovo terrorizzata.
Cosa mi era passato per la testa?
Come potevo pensare una cosa del genere?
Con oltretutto il mio ragazzo al fianco? ( una cosa del genere mi era capitata solo all’inizio dell’anno accademico, avevo pensato che una ragazza fosse particolarmente carina, ma dopo lo spavento iniziale non ci avevo più dato peso, anche se da quel momento mi iscrissi ad una chat e non so per quale motivo iniziai ad entrare nelle chat dedicate dichiarando di essere bisessuale, ma quando mi rivolgevano domande specifiche mi impaurivo e pensavo che non era quella la mia vita e chiudevo tutto).
Non ci diedi molto peso e proseguii con la mia solita vita.
Il rapporto con il mio ragazzo peggiorava ma, entrambi non lo volevamo ammettere.
Un giorno eravamo in macchina, io il mio ragazzo LEI e l’altra nostra amica e, ad un certo punto, quest’ultima ci chiese di abbassare il volume della radio; LEI ci doveva dire una cosa…
Ci confesso di essere “bisessuale” e di averlo capito da poco, ovviamente la nostra reazione fu normalissima, figuriamoci io mi ero sempre sentita la paladina degli omosessuali, sostenevo tutte le cause e mi scaldavo sempre un sacco con chi discriminava.
Però da quel momento non so cosa iniziò a scattare dentro di me, inizialmente avevo “paura” che restando sole si sarebbe potuto creare imbarazzo, avevo paura che dopo quella sua confessione il nostro rapporto potesse essere diverso, ma non sapevo cosa mi passasse per la testa e come mai pensassi queste cose assurde.
Passò il tempo e, invece di allontanarci, ci unimmo sempre si più.
Lei ormai era una persona nuova, più aperta e solare, sempre più se stessa.
Ed anche il nostro rapporto era cambiato, non come avevo paura io che accadesse ma al contrario. Diventavamo più unite, LEI era diventata più affettuosa nei miei confronti, mi abbracciava spesso, mi teneva la mano e aveva sempre più bisogno di un contatto fisico continuo con me.
Io la lasciavo fare fin a quando, non ho iniziato a rendermi conto che tutto questo mi piaceva, mi piaceva fin troppo.
Ne abbi la conferma quando una sera, entrambe un po’ brille, lei rivolse delle avans “speciali”;
mi strusciava sul suo collo ( desiderava intensamente di baciarmi).
Io intimorita la respinsi con dolcezza.
Tornata a casa, non presi sonno tutta la notte e il giorno dopo le inviai diversi messaggi in cui le dicevo che se mi voleva bene non doveva più rivolgermi quelle attenzioni ( le avevo parlato del mio sospetto di essere bisessuale ) che mi mandavano in confusione e che mi sembrava di impazzire.
Lei accettò, anche se negava tutto.
Per lei, i suoi erano solo atteggiamenti iperprotettivi di una amica, e non c’era nulla di strano in tutto ciò.
Passò il tempo, lei mi stette lontana solo per pochi giorni e, successivamente tornò a comportarsi come prima, ed io a desiderare che lei si comportasse così.
Nel frattempo, lei si sentiva con una ragazza, ci era uscita insieme una volta ma non era mai successo nulla.
Una sera dovevano vedersi ma all’ultimo minuto questa ragazza le diede buca, così l’andai a prendere con la macchina per poterla consolare e poterle stare vicino.
Passammo una serata tranquilla a parlare in un parcheggio, fin quando, lei allungò una mano sul mio seno.
Io la lasciai fare, le sue dita giocavano con la stoffa della mia maglietta all'altezza del mio capezzolo che, grazie alla sollecitazione si indurì.
Il mio seno è sempre stato un'attrazione per il pubblico maschile ma, non credevo anche per quello femminile.
Mi guardò negli occhi e mi chiese: “posso vedere i tuoi seni”?
Io ero imbarazzata, ma al tempo stesso curiosa e fiera di me. Non mi accorsi neppure di ciò che stavo facendo e dopo poco mi trovai a petto nudo, con i capezzoli ritti e lei in adorazione.
Le mie aureole rosse svettavano invitanti, tant'è che lei, senza neppure chiedermelo, cinse con le labbra morbide il mio capezzolo sinistro.
Io chiusi gli occhi ed un gemito di approvazione involontario uscì dalla mia bocca.
Le sue labbra e le sue mani esplorarono i miei seni.
Non so quanto andammo avanti, so solo che mi svegliai da quel torpore accorgendomi che ci stavamo baciando.
Le nostre lingue si incontravano, si amalgamavano...aveva un buonissimo sapore...era bellissimo ed al tempo stesso imbarazzante per me, scoprire quella mia nuova identità; mi piacevano le donne !!!
Scoprivo una parte nuova di me, una parte contrapposta come il dolce e l'amaro.
Ci ricomponemmo e, arrivato sotto casa sua, mi invitò a salire.
Io rifiutai, ero sconvolta dall'aver scoperto una parte di me stessa che non conoscevo o non avevo voluto conoscere.
Volevo stare sola per riflettere! Non volevo ammetterlo !
Io tollerante con gli altri ero intollerante con me stessa!
Ero spaventata, disorientata, impaurita!
Impaurita per le reazioni dall'esterno ma al tempo stesso felice di aver scoperto la mia vera natura, la mia vera identità!
Volevo al tempo stesso gridarlo al mondo e non dirlo a nessuno!

Il giorno dopo ritornò in città il mio ragazzo ed ero decisa a passare del tempo insieme con lui.
Volevo convincermi che quello accaduto la sera prima era solo un sogno!
Nel frattempo, lei mi invia diversi messaggi in cui mi chiedeva scusa, e in cui diceva che non si sarebbe arresa all’idea di perdermi.
Pomiciai con il mio ragazzo ma, mi accorsi che in tutto il tempo avevo pensato solamente a lei.
Lui provò ad andare oltre, voleva fare all'amore ma io, avevo la mente altrove – a lei- e, rifiutai adducendo scuse poco credibili.
Lui mi assecondò perplesso.
Poi gli chiesi di accompagnarmi a casa di Lei, (non ce la facevo più dovevo abbracciarla, dovevo baciarla, dovevo vederla).
Nel tragitto in macchina dissi al mio ragazzo che le cose non andavano più bene, cercai di salvare la situazione ma lui non fece nulla per migliorare le cose.
Evidentemente aveva capito tutto !
Salutai il mio ragazzo sotto il portone e corsi su in casa da lei.
Era un mercoledì, ed eravamo io e LEI, a casa sole!
Come la porta si aprì, inizia a baciarla.
Sul collo, sulla bocca, sulle guance,ero una furia.
Lei rimase ferma immobile, non mi dava nessun cenno.
La guardai negli occhi e le parole uscirono da sole “ti amo” le dissi.
Mi resi conto di ciò che avevo detto quando vidi i suoi occhi illuminarsi.
Mi prese per mano, ed andammo in camera sua.
Sedemmo sul bordo del letto.
Lei iniziò a baciarmi poi, sentii le sue mani esplorare il mio corpo.
Ero emozionata e tesa come la prima volta che feci all'amore.
In poco i miei vestiti si ritrovarono ai piedi del letto e, io e lei nude, a scambiarci baci appassionati.
Sentivo le sue mani morbide carezzare i miei seni.
Le sue labbra suggere i miei capezzoli.
Io passivamente mi stavo godendo quel momento.
Fui svegliata da una sensazione nuova; sentii farsi tra le labbra della mia vagina le sue dita.
Percorrevano longitudinalmente la mia ostrica, facendo sì che pian piano si aprisse al piacere.
Il clitoride diede l'inevitabile segnale che la cosa mi piaceva, ergendosi turgido.
La sua bocca si spostò dai miei seni andando ad esplorare la mia intimità.
La sua lingua si intrufolava in me, fino a quando, con un sussulto, per la prima volta con una donna. Venni!
Era un orgasmo intenso ma delicato, diverso da quello provato con il mio ragazzo.
Ero paunazza in viso, imbarazzata.
Lei se ne accorse, prese delicatamente la mia mano, ponendola sui suoi seni. Ora toccava a lei godere!
Carezzai quelle acerbe mammelle e quei capezzolini piccoli ed irti.
Poi, memore di ciò che aveva fatto lei con le labbra andai a leccarli.
Le sue mani nei miei capelli mi fecero capire che le stava piacendo.
Automaticamente la mia mano si spostò andando ad esplorare il suo cespuglio folto ma ben curato, iniziando a masturbarla.
Passo un tempo indefinito, lei si sposto, mettendosi nella posizione del 69.
Voleva che abbattessi anche questo mio ultimo tabù.
Iniziò lei a leccarmi, eccitandomi lentamente.
Io che avevo esperienza di pompini al mio ragazzo mi sentivo imbarazzata ma, l'eccitazione facilitò il compito.
Iniziai anch'io a leccarla nella lunghezza del suo sesso.
Evidentemente non ero bravissima, ma ero eccitatissima e Lei volle darmi una scossa.
Sentii un dito intrufolarsi nel mio vergineo culetto.
Persi il controllo di me stessa !
Iniziai a leccarla avidamente, con foga, infilavo le mie dita nella sua intimità, arrivando anche ad imitarla, infilandole un dito nel culetto.
Venimmo assieme con un grido liberatorio!
Non avrei mai pensato di godere tanto, e tanto mai avevo goduto, neppure con il mio ragazzo.
Mi resi conto finalmente di aver trovato me stessa.
Ci stendemmo esauste.
Abbracciate l'un l'altra e ci addormentammo.
Quando ci svegliammo ci ritrovammo lì, nude, sul letto, mano nella mano; senza imbarazzo!
Ci sorridemmo, ci rivestimmo e baciandola mi congedai da lei.
A domani amore, Le dissi con la più spontanea naturalezza.
Lei mi sorrise!

Non sapevo cosa avrei fatto l’indomani quando avrei rivisto il mio ragazzo; non sapevo se l’ avrei lasciato.
Ma così fu !
Dopo quel pomeriggio, non potevo minimamente nemmeno pensare di avvicinare nuovamente le mie labbra a quelle di lui, o lasciarmi sfiorare da mani che non fossero le sue.

La storia tra me e lei è appena iniziata e, anche se abbiamo diverse difficoltà, so che un bacio dato a lei di nascosto dal mondo, vale di più di qualsiasi altro bacio …
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