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Prime Esperienze

La Figa dai 1000 tentacoli


di NENE_MALO
03.12.2014    |    8.917    |    1 7.4
"Si! Grazie a lei non ebbi più bisogno di farmi pregare, poiché mi si rizzava al solo pensiero di rivivere quel dolce e violento piacere sessuale che avevo..."
Modestia a parte, devo riconoscere che qualche tempo fa ero davvero un bel ragazzo. Indubbiamente come me ce n’ erano tanti altri, ma non avevano lo stesso magnetismo di cui la natura mi aveva prodigiosamente dotato. Agli occhi di chi non mi conosce, potrei sembrare presuntuoso e arrogante, ma non fatevi ingannare dal modo in cui espongo la realtà dei fatti. Credetemi! Sono di una modestia che nemmeno potete immaginare.
Non so come funzionino certe cose; fatto sta che le ragazze non riuscivano a resistermi in nessun modo. Nella maggior parte dei casi, e soprattutto quando mi tiravo indietro, addirittura mi pregano di scoparle. E come biasimarle? Avevo un cazzettino perfetto: Ne troppo grande, ne troppo piccolo; ne troppo ruvido, ne troppo vell… E no! Che dico? L’ ultimo strato di pelle era di una morbidezza paragonabile ai velluti più pregiati. Credo che per una donna, sentire la robustezza abbinata ad un dolce velo felpato significasse “orgasmo assicurato”. Ne ero talmente fiero che spesso mi rammaricavo di non potermi fare un auto-pompino. Per farla breve: Se fossi nato donna sarebbe stato per me, il cazzo ideale. Come già detto… non sono mai stato un narcisista e mai lo sarò; ma vedere una ragazza bramare alla vista del mio poderoso gioiello, mi faceva stare di un bene che non vi dico.
Purtroppo… quando si è giovani e piacenti, spesso si fanno i conti senza l’ oste; e così dopo qualche tempo mi ritrovai l’ uccello dell’ oste nel culo.

Dai… scherzavo!
Dunque… dicevamo: Dopo qualche tempo mi ritrovai a dover fronteggiare un problema che ingenuamente avevo sottovalutato. In pratica, mi eccitavo soltanto quando le ragazze mi supplicavano di sfondarle; in caso contrario, l’ erezione diveniva un vero miraggio.
Com’ è complesso il cervello… vero? In alcuni casi è talmente complicato da non considerare nemmeno che il tempo avanza imperterrito beffeggiando chi s’ illude di restare eternamente giovane.
Ahimé, la giovinezza non è eterna… i corpi cambiano… si deteriorano; e quando poi viene a mancare anche quel magnetismo che ci faceva sentire irresistibili, capiamo che non è più il caso di fare i difficili poiché quando una donna vede che te la tiri troppo ti sostituisce senza troppi preamboli. Credetemi… in quanto alle sostituzioni ne so qualcosa.
Invano tentai di riadattare la pische alle nuove condizioni fisiche per potermi fare di tanto in tanto quella saltatina che è diritto a chiunque abbia un uccello funzionante; ma niente da fare! Se nessuna m’ implorava, il pisello restava moscio come un verme attaccato all’ amo da pesca.

A causa della maledetta flaccidezza sessuale scaturita da quella lieve forma di affezione egocentrica, rimasi quasi due anni senza scopare… finché una sera, in un pab della zona conobbi una ragazza di quelle che capitano una sola volta nella vita; o addirittura… che non capitano mai. Lei subito si mostrò disponibile, e dopo una piccola chiacchierata mi chiese di accompagnarla in collina a guardare le stelle. Presto capii che le stelle erano solo un pretesto, poiché quella sera il cielo era interamente coperto da spessi nuvoli; ma la ragazza era di una tale bellezza da fare in modo che le si perdonasse qualsiasi escogitazione, e se mi avesse supplicato anche una sola volta, sicuramente sarei riuscito ad abbattere quello stupido blocco mentale e avrei potuto castigarla come meritava.
Dopo una ventina di minuti giungemmo con l’ auto in cima alla collina. Convinto che ci saremmo fermati a lungo, feci alcune operazioni per garantirci la ripartenza. Senza perder altro tempo, la ragazza mi posò una mano sull’ uccello e cominciò a limonare. Dopo aver constatato che tutto stava andando come previsto, provai a fare il prezioso con la speranza che supplicandomi riportasse il mio povero pene ai vecchi splendori di una volta.
Cosi… Togliendole la mano dal pacco, falsamente dissi:
«Forse hai frainteso! Veramente sono venuto qui solo per guardare le stelle. Perdonami! Non sono abituato a fare sesso con la prima che capita».
Lei quasi allibita:
«Ma che stelle e stelle? Non vedi che è coperto? Sono venuta qui solo per scopare; ma sinceramente, adesso mi hai proprio fatto passare la voglia. Senti… riaccompagnami al Pub che magari faccio ancora in tempo a salvare la serata».

Merda! L’ ennesimo buco nell’ acqua. Invece di supplicarmi, mi aveva messo via facendomi sentire un vero idiota.
Demoralizzato, riaprii il cofano; riinserii il fusibile nell’ apposita scatola e rientrai in macchina. Appena riaccesi il motore fui accecato da una potentissima luce azzurrognola; poi non ricordo cosa sia successo nei momenti successivi.

Mi risvegliai completamente nudo su un lettino poco più largo di me ed alto circa 80 centimetri da terra. La prima cosa che vidi fu la ragazza anch’ essa nuda e distesa sul lettino accanto. Porca troia! “Esclamai”. «Che figa! Nuda è ancora meglio che vestita».
E dopo averla squadrata dalla testa ai piedi, mi guardai un po’ intorno:
«Per mille cazzi infuocati! Siamo finiti su un’ astronave aliena».
In effetti, dopo qualche minuto entrarono tre strane creature dalla carnagione bianchissima, nude come bacherozzi. Dalle forme dedussi che si trattava di due uomini e una donna. La donna… alta più di due metri vantava di due gambe esageratamente lunghe. Il taglio della figa era di almeno 30 centimetri, e tutt’ intorno, centinaia di piccoli tentacoli. Gli uomini, “se così vogliamo chiamarli” contrariamente all’ aliena erano dotati di un insignificante pisello che raggiungeva a malapena un centimetro di lunghezza compensato però dalla sproporzionata statura corporea. Uno dei maschi impugnava una videocamera, mentre l’ altro aveva fra le mani il classico taccuino da appunti.
Subito si presentarono:
«Proveniamo da Roodyx; un desolante pianeta interamente coperto da polveri di ghiaccio.
Da noi l’ estate dura circa una settimana terrestre, e soltanto in quel periodo le temperature possono raggiungere i 25 gradi sottozero. Durante il resto dell’ anno c’ è davvero da sbattere i denti; ma questo non è un nostro problema, visto che non abbiamo nessun tipo di dentatura. Vi abbiamo rapito con lo scopo di documentare un rapporto sessuale. Vogliamo semplicemente sapere come si accoppiano gli esseri umani sulla terra. Se vi atterrete alle nostre richieste, subito dopo verrete liberati; altrimenti saremo costretti ad abbandonarvi sul nostro pianeta gemello dove passerete il resto dell’ esistenza al freddo e al gelo».
Pensai:
«Meglio di così non poteva andare! Continuerò a fare il prezioso finché la ragazza esasperata non m’ implorerà di far sesso con lei per poter essere liberata; ed io finalmente avrò la perfetta erezione che mi consentirà di farmi la scopata del secolo. E poi… essere osservati da certi individui mentre si zompa con una figa extragalattica come questa, dovrebbe portare l’ eccitazione a livelli stratosferici. ‘Sti alieni saranno pure degli esseri strani; ma devo dire che sono capitati come il cacio sui maccheroni».
La ragazza:
«Si, si… diteci cosa dobbiamo fare e lo faremo; basta che però poi ci lasciate davvero liberi. Noi terrestri siamo abituati al caldo e sul vostro pianeta difficilmente potremmo sopravvivere. In fin dei conti, non è che ci state poi chiedendo la luna! Ad esser sinceri, sono venuta su questa collina proprio per farmi scopare».
L’ alieno:
«Siamo di parola e se abbiamo promesso di liberarvi, vi libereremo. Ora Cominciate con la sperimentazione».

Ed io, sapendo che in quell’ occasione la mia tattica non poteva fallire:
«No! Non se ne parla nemmeno. Mi pare d’ esser stato chiaro già in macchina. Ho i miei principi e per niente al mondo ne verrei meno. Ho promesso a me stesso che non avrei mai fatto l’ amore, se non dopo essermi sposato».
Lei:
«Cazzo! Ma sei rincoglionito? Credi che questi siano venuti fin qui per assistere al tuo matrimonio? Vogliono solo vederci scopare e basta. Senti… per favore: Ho ventidue anni e non vorrei passare il resto della vita su un desolante pianeta ricoperto da polveri di ghiaccio. Piuttosto ti violento.
“Poi, a mani giunte”: Per favore… ti supplico… ti supplico col cuore; scopami. Vuoi che mi metta in ginocchio a pregarti? Lo farò; ma adesso infilami ‘sto cazzo nella figa e comincia a pompare! Facciamo vedere a questi spilungoni cosa sappiamo fare, così ci togliamo anche la soddisfazione di vederli partire con la coda fra le gambe».
A quel punto, finalmente mi divenne duro come un pezzo di legno stagionato; ma nel contempo mi tornò anche il desiderio di continuare a fare il prezioso onte accentuare maggiormente il godimento.
Lei:
«Vedi? È diventato durissimo. Significa che non ti sono proprio indifferente».
Lo prese in mano con estrema dolcezza; si chinò come per baciarmi… poi posò le labbra sulle mie e per alcuni minuti rimase immobile sia con la mano che con la bocca.
Dunque… la cagnetta sapeva il fatto suo! Sapeva che la tecnica dell’ immobilità aumentava le prestazioni maschili di almeno 5 volte.
Appena la ragazza si chinò, l’ alieno con la videocamera fece uno zoom repentino fino a spiaccicarsi la gnocca sul muso, e dopo averla analizzata a dovere, le domandò:
«Che cos’ è quel gamberetto che hai in mezzo alle gambe? E come funziona?»
La ragazza:
«È un clitoride e si eccita sfregandolo. Personalmente preferisco farmelo leccare».
Lui, senza indugio:
«Vogliamo vedere come si lecca il clitoride».
La ragazza, con una gamba scavalcò il lettino e con garbo mi avvicinò la fighetta alla faccia. Eccitato da non stare più nella pelle… tirai ulteriormente la corda continuando la riprovevole recita:
«Questo non posso proprio farlo! Cerca di capire! Sono un ragazzo romantico, e leccare dal basso in alto non fa parte del sentimentalismo».
Lei, nervosissima:
«Ti prometto che se usciremo sani e salvi da questa storia dedicherò un’ intera giornata a guardarti negli occhi e a ripeterti che ti amerò per sempre finche un altro non ci separi; ma adesso, leccami la figa! Quello ci sta filmando, e se si rompe i coglioni con le tue cazzate, fa partire la navicella e siamo fottuti».
Sempre più eccitato, con le labbra cominciai a sfiorarle il clitoride. Sapevo bene quanto fosse sensibile e che la stimolazione doveva essere realizzata in modo estremamente delicato. Appena lo sentii entrare in bocca, provai dapprima un senso di pace profonda, e poi un piacere intenso risvegliare ogni parte eccitabile del mio corpo. Sentirlo crescere… palpitare… vivere… era qualcosa di sublime. Il solo pensiero che presto avrei portato quel fiorellino ad un orgasmo mi faceva accapponare la pelle; ma proprio sul più bello… l’ aliena scostò la ragazza dicendole:
«Forse è meglio che ci provi io. Vedo che in queste cose hai poca esperienza»
Dopo aver preso il suo posto, si mise anch’ ella nella stessa posizione ed iniziò a palpeggiarsi dappertutto emettendo strani versi. Vedere dal basso la lunga figa e gli attornianti tentacoli era a dir poco impressionante. Senza perdere tempo… piegando notevolmente le ginocchia, me la poso delicatamente sull’ uccello in tiro. I tentacoli sollecitati dal contatto cominciarono ad allungarsi e a vibrare all’ interno delle mie gambe pungolando ad intervalli alcune parti dei testicoli. Di tanto in tanto l’ uccello veniva aspirato dall’ ampia cavità vaginale e massaggiato da piccole lamelle carnose; ma appena l’ aliena percepiva che stavo per avere un orgasmo, automaticamente lo ributtava fuori, ed avvolgendolo con sottilissime labbra esterne bloccava l’ eiaculazione. Avevo paura; ma allo stesso tempo desideravo essere rapito da quel piacere totalmente sconosciuto e accattivante. Di colpo si alzò e si mise al mio fianco. Col palmo aperto fece una leggera pressione sulla cappella facendomi passare l’ uccello dall’ altra parte della mano. Tenendola sempre ben aperta, cominciò a muoverla lentamente su e giù; mentre con le ventose delle dita mi stimolava incessantemente il punto “L” e le zone anali.
Quando vidi la mia amica, spompinare il minuscolo pene dell’ alieno che aveva ormai raggiunto la lunghezza di 3 centimetri, non riuscii più a trattenermi, ed ebbi una fortissima eiaculazione. L’ aliena, colpita dal getto, arretrò spaventata e rivolgendosi all’ amico:
«C’ è stata una perdita di H2O! Mi spiace… ho fatto il possibile, ma più lungo di così non diventa».
Ed io, sapendo che difficilmente avrebbero potuto capire i nostri modi di dire:
«Brutta zoccola! Vabbé che c’ hai la figa più larga di una vacca; ma questo non ti da il diritto di sminuire il mio arnese. E poi… non so se hai notato i cazzetti dei tuoi uomini; se si sono allungati di pochi centimetri è solo merito della mia amica. Ah… tanto per intenderci: Quello che ti ho schizzato in faccia non è acqua; ma sperma di prima qualità. Avrai anche una figa chilometrica, ma a letto vali poco più di una…»

Vedendo che la discussione si stava protraendo oltre, Il maschio disse:
«Va bene! Ora vogliamo vedere l’ accoppiamento nella fase risolutiva e poi vi lasceremo andare».

La ragazza, scavalcò nuovamente il lettino e senza ulteriori preliminari si fece immediatamente penetrare. Si muoveva su e giù come una giovane puledrina in calore, e dopo non molto cominciò ad emettere i primi gridi di piacere.
L’ alieno, spaventato dai gemiti, si rivolse all’ atro:
«La ragazza è arrabbiata. Forse è meglio farli smettere».

A quel punto… la mia amica non riuscendo più a trattenersi dal ridere… fermò l’ amplesso asserragliandomi l’ uccello nella figa; poi avvicinandosi con le labbra, sfogò la risata nella mia bocca. Era eccitantissimo! Ad ogni minimo sogghigno, sentivo le contorsioni dei muscoli vaginali intorno al mio pene, e il suo alito riempirmi i polmoni di sensualità. Pian piano riprese a muoversi e a sussurrarmi dolcemente fra le labbra tutto ciò che le passava per la testa; finché stringendomi a se con tutta la forza che aveva:
«Si… Sto venendo… Amore mio… Vieni anche tu… è bellissimo… si… adesso… non fermarti... ti amo».
Fra il saldo movimento delle carni accese e i gemiti soffocati dalle bocche congiunte ci parve di amalgamarci l’ uno all’ altra in un amplesso che andava oltre ogni cognizione umana.
Non saprei dire quanto durò l’ orgasmo; ma posso affermare che furono i momenti più intensi e significativi della mia vita.

Come promesso, dopo l’ accoppiamento fummo subito liberati. La ragazza, buttandomi le braccia al collo, disse:
«Certo che quando hai detto di non voler accoppiarti, mi hai fatto prendere uno di quegli spaventi che non ti dico. In quel momento ti avrei strozzato».
Fra un bacio e l’ altro, le confessai il mio problema, ringraziandola di avermi guarito.
Si! Grazie a lei non ebbi più bisogno di farmi pregare, poiché mi si rizzava al solo pensiero di rivivere quel dolce e violento piacere sessuale che avevo provato solo con lei.
In seguito mi confidò che la sua spregiudicata disinibizione non era altro che un atteggiamento impostosi per combattere la timidezza.
Una ragazza così, sarebbe stata la mogliettina perfetta per ogni uomo; perciò non vedevo il motivo per cui avrei dovuto perderla.

Una notte… tornando in auto dal lavoro, fui accecato da una luce fortissima, e persi i sensi. Mi risvegliai, non so dopo quanto tempo, all’ interno della stessa navicella che ci aveva rapito circa sette mesi prima. Come per magia riapparvero gli stessi alieni e dissero quasi le stesse parole della volta precedente:
«Proveniamo da Roodyx; un desolante pianeta interamente coperto da polveri di ghiaccio.
Vogliamo vedere come si comporta un essere umano quando lo prende nel culo. Se ti atterrai alle nostre richieste, subito dopo verrai liberato; altrimenti saremo costretti ad abbandonarti sul nostro pianeta gemello dove passerai il resto dell’ esistenza al freddo e al gelo».

Porcaccia la miseria! Prenderlo nel culo non era mai stato l’ obbiettivo della mia vita; ma nemmeno passare il resto dell’ esistenza su un desolato pianeta ricoperto di polveri ghiacciate. Non avevo altre alternative che voltar la schiena e tirar giù le braghe.
Per nulla al mondo avrei lasciato un pianeta tanto bello come la terra. Si… La terra: il gioiello più prezioso del sistema solare. Come avrei potuto rinunciare alle meraviglie della natura? Come avrei potuto vivere senza le albe… i tramonti e il risorger del sole? Mai e poi mai.
L’ amavo troppo… così come amavo quella ragazza unica al mondo e dissimile nella sua bellezza da qualsiasi altra creatura dell’ universo.
Senza pensarci due volte, tirai giù i pantaloni, e dissi loro:
«Va bene… Fate quel che volete; ma fatelo in fretta perché ho ancora alcune cosette da sbrigare».

I due alieni cominciarono a massaggiarsi un punto preciso dell’ addome. In poco tempo, i piselli che poco prima raggiungevano a malapena i tre centimetri, divennero delle sberle da mezzo metro di lunghezza con un diametro da far invidia anche ad un cavallo superdotato. La consistenza delle spranghe mi ricordava vagamente l’ acciaio inossidabile.

In tutta fretta tirai su i pantaloni, e dissi:
«Fra inquinamento ambientale… corruzione… criminalità ed altro; questo pianeta è diventato invivibile. Sentite: Abbandonatemi dove volete. Disperdetemi fra le polveri, le nevi e i ghiacci; ma portatemi via da qui; e subito».

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