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La mia vicina - Cap. 2


di cd1948
15.12.2014    |    30.763    |    3 9.5
"”, fece lei rossa come un pomodoro..."
Capitolo 2 – Lei viene in visita da me

Dopo quella mattinata, iniziata con una riparazione idraulica e finita in tutt'altro modo, la mia vita iniziò a cambiare.

Per incominciare, quella sera, i miei vicini mi invitarono a cena, per ringraziarmi del lavoro. Il marito, soprattutto, incapace di fare lavori manuali mi era particolarmente grato perché avevo loro fatto risparmiare il costo dell'idraulico.

Avevano apparecchiato all'aperto, vista la bella stagione. Io mi trovavo seduto fra Rosa ed uno di bambini, mentre il marito era di fronte a me.

Io avevo una maglietta ed un paio di bermuda, ai piedi delle infradito. Il marito era vestito in modo simile a me, mentre lei indossava un vestitino leggero, molto corto da coprirle appena il sederino, con due spalline, un'abbondante scollatura sul davanti e la schiena nuda. Ai piedi dei sandaletti con un po di tacco. Ogni volta che si voltava verso di me, si piegava un poco in avanti e così potevo vedere i suoi capezzoli.

Quando si alzava per andare in cucina, poi, si inchinava così da farmi vedere il culetto, dentro al quale s'intravvedeva il pizzo di un perizomino nero. Ad un certo punto, dalla cucina chiamò suo marito per farsi aiutare.

-”Non si preoccupi, stia con i bambini, aiuto io sua moglie”, feci, alzandomi prontamente e dirigendomi verso l'interno.

La trovai piegata a 90 davanti al forno aperto, che tirava fuori l'arrosto, culetto e figa appena coperti dal filino nero. Mi avvicinai e con una una mano le toccai la figa, mentre con l'altra le abbassavo le spalline. Emise un gemito di piacere. Si raddrizzò piano, appoggiando la teglia sul piano, mentre io con un dito le entravo nella figa, trovandola già bagnata. Con l'altra mano, le toccai le tette ed iniziai a pizzicarle i capezzoli.

-”Ti prego, fai piano, mio marito ….”, fece.

-”Non preoccuparti, sta con i bambini”, le sussurrai all'orecchio.

-”Ohhhhh”, le scappò quando il mio dito e arrivò fino in fondo.

La lasciai andare per non insospettire il marito, mi sistemai il cazzo meglio che potevo, presi la teglia dell'arrosto, lei si sistemò le spalline del vestito che io avevo abbassato, prese i contorni e mi seguì in giardino. Aveva i capezzoli duri che sembravano forare il vestitino leggero.

Iniziò a servire e ad un certo punto, nel fare un movimento, una delle spalline, che non era ben sistemata, scese e lascio completamente scoperta una tetta. Lei, con le mani occupate, la lasciò come stava e s'inchinò vicino a me per posarmi i piatti davanti. Nel farlo, cadde anche l'altra spallina. Il marito fece una faccia quasi spaventata. Lei prontamente si raddrizzò e sistemò lo spalline, mentre io, con una mano le accarezzavo il sedere.

-”Ops, scusate, questi vestiti ….”, fece lei rossa come un pomodoro.

-”Oh, non è nulla”, feci io,” un piccolo ma piacevole fuori programma, ma non si preoccupi”.

-”Ma cara, stai più attenta”, fece il marito, alquanto seccato, “il nostro vicino si potrebbe offendere”.

-”Nessuna offesa, anzi, uno spettacolo imprevisto ma carino”, ribattei, facendo finta di nulla.

La cena si concluse senza ulteriori incidenti. Il marito portò i bambini a letto ed io la aiutai a sparecchiare. La sfiorai qualche volta sulle tette, le toccai il culetto, ma nulla di più.
Ad un certo punto, il marito ritornò e mi fece accomodare su una poltroncina del giardino, mentre lui si mise su un divanetto. Rosa andò ad augurare la buona notte ai bimbi e ritornò dopo qualche minuto, sedendosi a fianco del marito. Nel farlo, aprì leggermente le gambe e mi fece vedere che si era levata il perizoma, facendomi federe la figa ed il biondo pelo che la contornava. Roba da farsi prendere a un infarto.

Comunque, bevemmo un bicchierino, mentre lei accavallava e scavallava le gambe, facendomelo venire duro. Alla fine, ci ritirammo ognuno a casa propria, mentre il marito continuava a ringraziarmi per il lavoro e mi chiedeva scusa per gli inconvenienti di quella sera.
Avesse saputo che mi ero già pagato abbondantemente, non credo sarebbe stato così.

Al mattino seguente, mi svegliò il campanello. Siccome dormo sempre nudo, presi un asciugamano, me lo annodai in vita ed andai ad aprire. Mi ritrovai Rosa che indossava una corta canotta scollata e null'altro. Mi buttò le braccia al collo.

-”Ho una voglia matta di te”, mi sussurrò all'orecchio, mentre mi baciava.

-”Anch'io, ogni volta che ti vedo mi viene duro”, risposi.

-”Anche ieri sera”, fece lei con un sorrisetto malizioso.

-”Anche ieri sera”, ribattei. “Avevo una voglia matta di farmi una sega dopo che mi hai mostrato tutto, ribattei, me me lo sono tenuto tutto per te”.

-”Non vedo l'ora di prendere tutta la tua sborra”, fece Rosa.

-”Ed io voglio metterti incinta alla faccia del cornuto”, dissi a mia volta, mentre le sollevavo la canotta, lasciandola nuda.

Nel frattempo, ovviamente il mio asciugamano era caduto liberando il mio cazzo eretto. La presi in braccio e la portai nella mia camera da letto, adagiandola sul mio lettone. Prima che potesse dire qualcosa, mi tuffai fra le sue gambe ed iniziai a leccarle la figa, mordicchiarle il clitoride, metterle un dito dentro ed un altro nel culetto.

-”Ohhhhhhh, noooo, dietro noooo, sono vergine”, disse.

-”Non ti preoccupare”, biascicai, con la lingua dentro la sua figa dolce ed allagata, “me lo darai quando sarai pronta”. Ma non levai il dito.

-”Oh, ti prego, mettimelo dentro, per favore, non vedo l'ora di sentire tutto il tuo cazzo dentro di me, per favoreeeeeee”

-”Non ancora”, ribattei, continuando a lavorale figa e culetto, mentre lei mugolava.

Alla fine ebbe un primo orgasmo, squirtando un po ed urlando il suo piacere. A quel punto mi sollevai e le posai il glande all'entrata della figa ed incominciai a muoverlo in circolo senza farlo entrare.

-”Ti prego, ti pregoooo, mettimelo dentroooo”, urlava Rosa.

Infine, con una spinta decisa, arrivai fino in fondo e rimasi lì, immobile a sentire le contrazioni della vagina di Rosa. Poi, lentamente, iniziai a pomparla con lunghi affondi. Lei mugolava di piacere e si agitava sotto di me. Poi, accelerai fino a darle dei colpi forti con lei che faceva :

-”Ohhhhh, mmmmmmmmmmmmmmmmmm, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, ancoraaaaaaaa”

All'ennesimo urlo venne nuovamente. Allora, sempre con le sue gambe attorno alla mia vita , mi voltai, portandola sopra di me, senza far uscire il mio cazzo dalla figa ed iniziai a farla andare su e giù, venne ancora con un urlo, allora la misi a pecora e da dietro la infilzai nuovamente. Lei era completamente andata, urlava e mugolava in continuazione, facendo tutto quello che volevo. Alla fine, dopo che lei ebbe il suo ennesimo orgasmo, le venni dentro, riempiendola di sborra.

Restammo così, sdraiati proni, io sopra di lei, il mio uccello che poco a poco perdeva consistenza, fino ad uscire. Allora mi stesi supino al suo fianco, esausto, sudato come un cavallo. Rimanemmo così per un po fino a riprendere fiato, poi andai a preparare la jacuzzi a due piazze che avevo in bagno e lì ci rilassammo.

Oramai era arrivata l'ora di pranzo, pertanto uscimmo dalla vasca e ci recammo, così come mamma ci aveva fatto, in cucina per uno spuntino.

Poi lei si riprese la sua canotta, se la infilò e tornò a casa sua.

Rimanemmo che ci saremmo ritrovati al mattino seguente. Ma l'indomani, decisi, mi sarei preso il suo culetto.

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