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Se la passerina è un'opera d'arte


arte 15.04.2011 3   |   Canali: arte vagina

Se la passerina è un'opera d'arte

Diciamoci la verità care amiche: sentirsi belle ed in armonia con il proprio corpo è fondamentale. Poter contare anche sulla propria “bellezza intima”, è invece il surplus a cui pare sia diventato sempre più difficile rinunciare.

Lo dimostra l'aumento vertiginoso degli interventi di vagino e labioplastica; anche se la chirurgia, che ha stabilito canoni precisi per labbra e seni, fatica ad identificare la formula della patata perfetta. I genitali restano dunque l'ultimo baluardo del relativismo estetico, e c'è talmente tanta varietà là sotto da lasciare sbalorditi.

Da qui l'ispirazione per due progetti artistici che prendono vita e vedono la luce quasi contemporaneamente.

Kussomaten, la cabina della vulva - Il primo progetto nasce a Copenhagen l'8 marzo scorso, promosso dal Goethe Institut e dalla K. Winner's Foundation, ed ambisce a mostrare come sono fatte le patate delle donne reali, non quelle postprodotte o naturalmente fotogeniche delle pornostar.
Per farlo, proprio all'interno del Goethe, è stata allestita una cabina fotografica, molto simile a quelle per le fototessere, chiamata Kussomaten, ovvero la cabina della vulva.
All'interno, sedendosi su un seggiolino bucato, ci si scatta una foto intima.
Il Kussomaten sarà in tour per tutta la Danimarca e, alla fine dell'esperimento, tutte le foto collezionate, naturalmente anonime, saranno raccolte in un volume, dedicato a quelle donne un po' confuse circa il concetto di normalità.
Lo scopo è quello di mostrare labbra imperfette, peluria eccessiva e colorazioni insolite della pelle, alla faccia della chirurgia estetica e della pornografia che vorrebbero imporre un modello di perfezione piuttosto lontano dalla realtà.


The Great Wall of Vagina -
Il secondo progetto è il parto della mente di uno scultore di Brighton, Jamie McCartney, che da ormai dieci anni realizza calchi umani. Tra le sue opere moltissime maschere funebri, pancioni gravidi e mezzi busti sinuosi, grosse tette e piselli voluminosi.

Realizza modelli per diletto personale o su commissione per i privati; l'ultimo grosso incarico in ordine di tempo, l'ha ricevuto dall'Amora di Londra, il museo interattivo del sesso.
Il suo progetto personale più recente si chiama invece The Great Wall of Vagina ed è un polittico lungo 9 metri composto da 360 tavole, ognuna delle quali è il calco della vulva di una delle volontarie che si sono prestate alla realizzazione di questa opera monumentale.
Il messaggio è chiaro: l'universo femminile è bello perchè è vario e non conta come è fatta la vostra fica, per essere donne l'importante è averla.
The Great Wall of Vagina sarà esposto in diversi musei della Gran Bretagna, paese dove sembra che i chirurgi plastici e i millantatori di trattamenti miracolosi per il ringiovanimento delle parti intime, si stiano arricchendo sulle spalle di donne sempre più vittime delle proprie insicurezze e sempre meno capaci di sorridere della meravigliosa fantasia di Madre Natura.
Per partecipare ai prossimi, dissacranti, progetti di Jamie McCartney, date un'occhiata qui.


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