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Lui & Lei

Sandali rossi


di Membro VIP di Annunci69.it MGEfantasy
14.10.2023    |    1.650    |    10 9.7
"La sbatto, affamato del suo corpo e in pochi istanti l’orgasmo ci travolge come un’onda impetuosa, mentre sento gli schizzi del mio sperma riempirle la..."
In questo nuovo racconto, una delle scene più importanti è descritta in due versioni: la mia e quella di Mary. Ci piacerebbe molto che, nei vostri stuzzicanti commenti, ci faceste sapere quale delle due vi è piaciuta di più. Grazie

Siamo, da poco, arrivati nella nuova casa presa in affittato al mare. Non è molto grande, ma ben arredata ed ha una vista spettacolare. Dal balcone l’intero golfo si apre ai nostri sguardi. È la prima volta che veniamo su questa costa, abbiamo letto un po' di informazioni ma non abbiamo ancora visto la spiaggia, toccato la sabbia.
Siamo impazienti per cui, sistemati i bagagli, ci precipitiamo sul lungomare cercando lo stabilimento dove abbiamo prenotato ombrellone e lettini.
Nemmeno mezz’ora e siamo finalmente in spiaggia. La sabbia è finissima, chiara. Il mare cristallino è un insistente invito a tuffarsi, immergersi, ad abbandonarsi nelle sue acque appena mosse. Il sole caldo, la brezza marina… l’atmosfera è così piacevole e rilassata che la giornata scorre davvero rapidamente.

Mary è semplicemente spettacolare, incredibilmente attraente, nel suo nuovo costume. Di un acceso ed estivo turchese, il reggiseno esalta l’abbondanza del seno, con il morbido solco che corre tra le tette erotiche. La mutandina incornicia le natiche del culo polposo, invitante, carnoso. Quando esce dall’acqua poi, le goccioline che corrono sulla pelle vellutata fanno brillare quel corpo che, con gli occhi chiari e luminosi, la rende irresistibile, eccitante e attraente.

Torniamo a casa quando la spiaggia è ormai semideserta, giusto in tempo per farci la doccia, cambiarci e uscire a cena. Un delicato fritto misto, qualche bicchiere di fresco Muller Thurgau e alla fine, un delizioso tiramisù per viziarci e coccolarci un po'.

Approfittiamo della sera per conoscere un po' il paese e le vie del centro. Mary indossa una semplice gonnellina estiva che arriva appena sopra il ginocchio e una canottiera scollata a v. Non è una fotomodella, ma nella sua semplicità è stupenda e attraente, non si può non notarla.

Le piace, di tanto in tanto, soffermarsi a guardare qualche vetrina dei negozi, soprattutto di scarpe e abbigliamento. Così, per qualche istante, restiamo davanti alle vetrine di un bel negozio di scarpe, in fondo alla strada principale e che attraversa il paese. In una vetrina, tra le molte calzature, sono esposti alcuni sandali. Mary è attratta da un modello elegante ma dalle linee molto semplici, di un bel rosso corallo.
“Magari domani passiamo a vederli, così li provo e vediamo come mi stanno” mi dice mentre riprendiamo a camminare e proseguiamo verso casa.
Il viaggio, la settimana intensa appena trascorsa, siamo esausti quando tornati a casa non vediamo l’ora di riposare. Andiamo a dormire e ci addormentiamo in un istante.

Il mattino successivo, scendo a prendere i croissant nel bar sotto casa, mentre Mary ancora dorme. Immancabilmente al cioccolato per lei e alla marmellata per me. Fatta colazione, ci prepariamo ed usciamo di casa per andare in spiaggia, passando prima però dal negozio di scarpe. I lunghi e ricci capelli color rame, i grandi occhiali da sole che nascondono i suoi meravigliosi occhi ma mettono ancor di più in evidenza il suo sorriso contagioso; sopra il costume un vestitino leggero, coloratissimo. Mary è davvero bellissima.

Entrati nel negozio, veniamo accolti dal proprietario, gentile e professionale. Un uomo all’incirca di quarant’anni, piuttosto alto e robusto, con occhi marroni e uno sguardo molto profondo, penetrante. Un tipo abbronzato, molto curato, con qualche tatuaggio e un sorriso travolgente. Sicuramente un uomo molto affascinante, sulla cui mano sinistra noto la fede. Cazzo, penso, con tutti i negozianti di scarpe che ci sono, proprio uno così figo e affascinante dovevamo trovare?
“Vorrei provare quei sandali rossi che ho visto nella vetrina più grande” dice Mary.

Il negoziante prende i bellissimi sandali che piacciono a Mary e glieli porge, affinché li possa provare. Lei si siede, li prova con cura, facendo anche qualche passo per saggiarne la comodità e guardarsi allo specchio. Il suo profumo, fresco e buonissimo, si diffonde così ancor di più, tutt’attorno. Noto e nota anche Mary, come il negoziante sia affascinato da lei. Lo si nota dall’espressione, da come la guarda e anche dal modo in cui si pone. Si prodiga ben oltre il proprio dovere con straordinaria cortesia, per cercare di esaudire le richieste e consigliare abbinamenti con abiti e borse.
Vuole chiaramente fare lo splendido! Guardo Mary più di una volta mentre mi sorride per farmi capire che, anche lei, ha notato l’atteggiamento dell’uomo, lo sguardo intenso che le rivolge, noncurante di poterla mettere in imbarazzo. Purtroppo per lui, però, nonostante si prodighi così tanto, non riesce a convincere Mary, che rinuncia all’acquisto. Salutiamo, usciamo e dopo pochi passi parliamo subito, divertiti, di quell’uomo, di quel “figo”.

“Amore, hai visto come brillavano i suoi occhi quando mi guardava? Sembrava mi volesse spogliare con lo sguardo, talmente intenso che ad un tratto mi sono sentita davvero nuda. Penso che, se non ci fossi stato tu… mi avrebbe spogliata davvero”.
“Ehi vuoi farmi ingelosire? Si che l’ho notato, è proprio il tipo di uomo che può piacere a te, per quello ho cercato i tuoi occhi più di una volta. Era così estasiato che stava diventando ridicolo. Sei sempre bellissima e attraente, eccitante… ma oggi con questo vestito, i capelli sciolti e al vento, qualsiasi uomo non può che guardarti e rimanere a bocca aperta”.

Raggiungiamo poi la spiaggia, dove la giornata trascorre rilassata, più o meno come il giorno precedente. Qualche bagno, sole e chiacchere.

Alla sera, non usciamo. E non aspettiamo la notte per andare a letto, per fare l’amore travolti da una intensissima eccitazione. Desidero Mary e ogni centimetro del suo corpo, della sua pelle, del suo calore. Assaporo ingordo la sua bocca calda, la sua lingua, poi i capezzoli e le tette, che con quelle areole mi eccitano solo a guardarle. Le sue “porno tette” come le chiamo io e che, tante volte, le hanno fatto raggiungere intensi orgasmi mentre le toccavo e leccavo, perdendomi tra loro. Scorro con le labbra sul suo ventre morbido, sulla pelle profumata prima di arrivare tra le sue cosce e vedere le grandi labbra della sua figa, già umide di desiderio. Le allargo lentamente con la lingua, mentre assaporo i suoi umori, facendole emettere un gemito di piacere. Con la mano cerca il mio cazzo, lo tocca, ma non posso lasciarla continuare perché sono così eccitato che mi farebbe venire. Muove vogliosamente il bacino mentre con la lingua entro, esco, percorro la sua figa morbida e ormai bagnatissima. Non vedo l’ora di entrare dento di lei, di sentirmi dentro di lei, di farla godere. Mi metto tra le sue gambe aperte, la guardo negli occhi e lo spingo dentro. Mi sento avvolgere, mentre le smorfie di piacere del suo viso mi chiedono di sbatterla, di scoparla e farla godere. Mi appoggia le mani sulle natiche per aiutarmi a spingere forte dentro di lei e sa perfettamente che questo mi eccita da morire. “Vengo, vengo, vengo amore mio” mi dice vanificando così ogni mio tentativo di resistere. Godo, dentro la sua figa calda, gonfia, con il suo corpo sotto di me e miei occhi nei suoi.
Ci addormentiamo appagati del piacere intensissimo che ci siamo dati. Nudi, abbracciati, con i corpi che odorano di sesso.

Il mattino seguente ci prepariamo, come al solito, per andare in spiaggia. Mary indossa nuovamente lo splendido vestito del giorno precedente, gli immancabili occhiali da sole ed usciamo di casa.
Mentre chiudo la porta Mary mi dice di averci pensato e che, forse, quel paio di sandali che ha provato può essere un buon acquisto, che le piacerebbe indossarli per l’estate, per cui mi chiede di passare dal negozio di calzature prima di andare in spiaggia.

Potrete immaginare il viso del negoziante al nostro ingresso. Con un sorriso, bello ma che a me pare quasi da idiota, palpitante di emozione, ci fa accomodare per poi correre a cercare i sandali che Mary desidera. Torna dopo poco, posa la scatola a terra e si inginocchia per far indossare la scarpa a Mary. È così premuroso, quasi devoto che, in quell’istante, mi pare di vedere il Principe che fa provare la scarpa a Cenerentola!

Cenerentola che, nel frattempo, si è seduta su uno di quei cubi, vicini agli specchi, presenti nei negozi di scarpe.
Solleva e accavalla elegantemente una gamba per poter indossare la scarpa. Il negoziante, con movimenti lenti sfiora, accarezza poi quasi palpa il piede, avvicinandosi con il viso. Emozionato tanto da non riuscire a controllare un leggero tremolio delle mani, l’uomo allaccia delicatamente la calzatura.
Mary porge quindi l’altro piede e l’uomo, già pronto con il sandalo, ripete quei movimenti delicati ma intensi. Mentre fa calzare, quasi impacciato, l’altro sandalo, con le dita percorre lentamente e delicatamente il polpaccio di Mary, dalla caviglia sino quasi dietro il ginocchio. Poi la mano si ferma e si ritrae con uno scatto, mal celando l’evidente desiderio di proseguire, proseguire sulla pelle vellutata all’interno della coscia e forse oltre. È in preda all’emozione quell’uomo mentre cerca, deglutendo, di celare la bocca chissà quanto asciutta.

Mary mi guarda, sorridendo, compiaciuta e divertita. Poi si alza, qualche passo lento guardandosi allo specchio per vedere come stanno i sandali. È semplicemente meravigliosa. I capelli ricci, lunghi e voluminosi, il vestito colorato e leggero che delicatamente sfiora e accompagna le curve del suo corpo, la pelle dorata. I miei occhi sono colmi di lei, bellissima e sensuale.
Il negoziante la segue, con uno sguardo che pare avvolgerla in ogni suo movimento, come se non volesse perdersi nemmeno un istante di quella visione. La sua voce è bassa e suadente. mentre le dice quanto stiano bene quei sandali, come si intonino con i colori dello smalto e del vestito.
“Bene, le prendo!” dice Mary entusiasta per il nuovo acquisto, mentre torna a sedersi. Toglie le nuove scarpe, le ripone nella scatola, prende la borsa e andiamo alla cassa. L’uomo ci precede di qualche passo e mentre paghiamo non manca, ancora, di guardare intensamente, profondamente emozionato, Mary.

Salutiamo e usciti dal negozio andiamo verso la spiaggia.
“E’ meglio se non torniamo in questo negozio, se no la prossima volta a questo qua viene un infarto. Oggi non capiva davvero più niente” dico a Mary che, ridendo, mi risponde:
“Hai ragione, ho avuto paura che si sentisse male!”
Arriviamo in spiaggia, dal nostro ombrellone in prima fila. Ma anziché, come sempre, togliersi il vestito e rimanere in costume, Mary sorride e mi dice:
“Amore, vado a mettermi il costume in cabina”
“Come sarebbe che vai a mettere il costume in cabina? Perché non l’hai messo a casa?”
“Certo che l’ho messo, ma solo il pezzo di sopra e sono senza mutandine” mi risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo, continuando a sorridere.
Rimango qualche istante senza parole, mentre sento un turbinio di emozioni, forti e anche contrastanti, esplodere dentro di me. La guardo negli occhi:
“Ah! Ecco perché quell’uomo era così emozionato, ti guardava e parlava in quel modo… quando hai provato le scarpe ti ha visto la figa!”
“La farfallina! Credo proprio di sì!” mi risponde ridendo Mary.
“Cos’hai da ridere? Perché non hai messo il costume?”
“Per giocare con te amore, farti eccitare… zozzone! So che ti piace giocare e mi hai detto tu che la gelosia è eccitante no?”
In un istante penso che non possa arrabbiarmi. Ha fatto tutto questo con me e per me.
“Sei rimasto senza parole?” prosegue ridendo Mary
“E beh… non me l’aspettavo di certo… mi ecciti sempre da morire, se poi mi provochi lo sai che mi fai impazzire!”

Ci sdraiamo sui lettini, vicini per poter parlare senza essere ascoltati mentre prendiamo il sole.
“Ti è piaciuto la sorpresa amore?” mi domanda Mary
“Moltissimo, davvero non me l’aspettavo. Devo ancora riprendermi. Ma adesso ti strapperei il costume e ti bacerei, toccherei dappertutto e ti scoperei qua, subito” le rispondo mentre mi trattengo a fatica, tanto la desidero.

Osservo, in quei momenti, con cura il suo corpo disteso al sole. Mi pare di sentire il calore sensuale della sua pelle, morbida, mentre percorro con lo sguardo ogni curva del seno, del ventre, dei fianchi, degli inguini passando dall’interno delle cosce per arrivare fino alle caviglie. La pelle chiara, appena abbronzata, con qualche neo, liscia come la seta. È, Mary, molto più che desiderabile, è letteralmente una tentazione irresistibile.

“E a te amore, è piaciuto?” le domando

“Certo amore mio, sapere di eccitarti fa eccitare tantissimo anche me. Lo sai che sono monella!” mi risponde ridendo.

“Ma l’ho fatto anche perché volevo sentire, vedere l’eccitazione del negoziante nel momento in cui si è accorto che ero senza mutandine, quando mi ha visto la figa. Volevo sentire la sua eccitazione attraverso i suoi occhi, le sue mani, la sua voce… “
“Altro che monella… non so come ha fatto a resistere quell’uomo, chissà come si è sentito, cosa ha pensato… “
“Amore, credo che avrebbe voluto continuare ad accarezzarmi le cosce, fino alla figa, poi mi avrebbe sollevato il vestito e dopo avermela leccata mi avrebbe infilato il suo cazzo duro e scopata, fino a sborrarmi dentro!”
“Cavoli, dritta al sodo e senza convenevoli. Ma è quello che credi avrebbe voluto fare lui o è quello che hai fantasticato tu…? Far eccitare così tanto un uomo da fargli perdere la testa e scoparti in quel modo?”
“Forse entrambe le cose…” mi risponde provocante e sorridente. Altro che diavola…

Parlare e scherzare con Mary, ricordare e rivedere quanto accaduto nel negozio mi provocano continue erezioni, con una eccitazione e un turbamento profondi che pervadono la mia mente, il mio corpo e persino la mia anima. Sento il mio pene pulsare, bagnarsi.
La giornata prosegue come sempre in spiaggia, al sole e con qualche bagno, ma con l’eccitante attesa di poter tornare a casa per poterla prendere, toccare, leccare, eccitare fino a farle pregare di essere scopata. Sembra interminabile questa giornata perché, spesso e prepotentemente, le emozioni e l’eccitazione si impossessano di me incontrollabili.

Torniamo a casa quando la spiaggia è ormai semideserta, il mare calmissimo, con il sole al tramonto. L’atmosfera è magica. Non riesco a non pensare che, arrivati a casa, appena chiusa la porta dietro di noi, la prenderò per tirarla a me, infilarle le mani sotto il vestito e il costume per toccarla, palpare e sentire il suo corpo morbido mentre con la lingua assaporo la sua bocca calda, le sue labbra morbide.

Appena entrati in casa la stringo e la bacio eccitatissimo ma lei si allontana e mi dice che è meglio se ci facciamo la doccia, così poi “possiamo farci le coccoline” come dice spesso Mary. Coccoline? Te le do io le coccoline, ti mangio, ti scopo tutta, penso tra me e me.
Il turbamento e il pensiero che al mattino avesse voluto provocarmi ed eccitarmi così tanto, mi facevano provare un desiderio impaziente e travolgente di toccarla, leccarla, scoparla con le mani, con la lingua, con il cazzo per godere di tutto il suo corpo. Di farla eccitare e godere senza contegno.

Emozionato, eccitatissimo, non impiego molto a fare la doccia, ad asciugarmi, a mettere i boxer e ad uscire dal bagno.
“Amore, se vuoi andare tu a fare la doccia, io ho finito”
Mary non risponde.
“Amore?” la chiamo di nuovo mentre la cerco con lo sguardo sul balcone o in soggiorno dove l’avevo lasciata poco prima, ma lei non è lì.

Mi volto verso la camera da letto e la vedo. Nuda, sul letto, con le gambe aperte e piegate rivolte verso di me. La sua mano le sta dando piacere giocando con la figa, mentre le sue tette vibrano, quasi ondeggiano per il movimento del braccio. Con l’altra mano si sta toccando vogliosamente un seno.

“Leccami le tette” mi dice Mary.
Impazzisco di desiderio a quella visione e con la poca lucidità che mi rimane, in un istante sono sul suo corpo caldo. Prendo le tette tra le mani e con la lingua gioco, stimolo i capezzoli turgidi, prima di infilare in bocca l’intera areola. Unisco i seni con le mani, per leccare in mezzo la calda e morbida linea che formano, mentre il suo corpo freme dall’eccitazione. Sentirla ansimare, emettere quei ritmici versetti goduriosi mi fa impazzire. Mi allontana dal suo seno, si piega su dime e prende in bocca il mio cazzo, mentre con una mano mi accarezza vogliosamente le palle. Me lo sento pulsare, pieno di desiderio di esplodere nella sua bocca. Mary lo sente, si allontana, prende la mia testa e se la porta in mezzo alle sue gambe. È calda, buona e bagnatissima la sua figa. La mia bocca, le mie labbra, si riempiono e assaporano ogni goccia dei suoi umori eccitanti. Il suo corpo quasi si contorce dal desiderio mentre le spinte del suo bacino premono ritmicamente la figa contro la mia bocca.
“Scopami, fammi venire” mi dice Mary mentre mi tira verso di sé e con le cosce aperte afferra il mio cazzo, durissimo e se lo infila nella figa.
È così bagnata che scivolo dentro di lei, avvolto dal suo umido calore. Siamo sopraffatti da un desiderio, da un’eccitazione viscerale, che ha pervaso completamente i nostri corpi e le nostre menti. Spingo, forte, mentre con le mani stringo le sue natiche e tiro a me i suoi fianchi. La sbatto, affamato del suo corpo e in pochi istanti l’orgasmo ci travolge come un’onda impetuosa, mentre sento gli schizzi del mio sperma riempirle la vagina che si contrae, che pulsa, gonfia per il lussurioso piacere.
Il viso goduto di Mary mentre mi ripete “Vengo, vengo, vengo…” mi appaga e mi eccita con una intensità indescrivibile. Il mio desiderio, il mio piacere si nutrono della sua eccitazione, del suo godimento. Mi distendo accanto a lei, la guardo, È bellissima, nuda, sensuale, esausta dopo l’impetuosa scopata.

Ci risvegliamo al mattino ancora appagati dal piacere della sera precedente, con i corpi caldi che profumano uno dell’altra.
È domenica, chissà quanta gente ci sarà in paese, per cui decidiamo di andare in spiaggia un po' prima e fare colazione lì. Una doccia veloce e alle nove e mezza siamo al bar, accolti dall’invitante profumo dei croissant da poco sfornati. Quelli al cioccolato sono particolarmente buoni e Mary, che è piuttosto golosa, ne mangia addirittura due. La guardo, mentre gusta quella colazione che adora. I miei occhi si riempiono della sua bellezza, unica, luminosa. Dopo la giornata di ieri, mi sembra ancora più attraente ed eccitante.

Andiamo ai lettini mentre la spiaggia diventa sempre più affollata, di corpi, di voci.
È quasi mezzogiorno quando Mary mi dice di dover andare a fare la pipì e mi chiede se voglio che mi prenda qualcosa dal bar. “Grazie amore, per me solo una bottiglietta d’acqua” le rispondo.
Pochi minuti e torna, quasi correndo sotto il sole rovente, all’ombrellone.
“Amoreeee! Non sai chi ho visto al bar!”
“No, non so. Qualcuno che conosciamo anche se siamo a quasi mille chilometri da casa?”
“Non ci crederai! Quello del negozio di scarpe!”
“Ah, il super figo! Davvero? Ti ha riconosciuta? Ti ha detto qualcosa?”
“Certo che mi ha riconosciuta…” mi risponde Mary con tono malizioso e chiaramente compiaciuto.
“Mi ha salutata, due parole sul caldo, sul mare e mi ha detto che viene abitualmente in questa spiaggia. Non abbiamo parlato molto, perché non mi sono fermata”

Passano pochi minuti e vedo l’uomo avvicinarsi al nostro ombrellone. Si ferma. È gentile, educato, sicuramente molto emozionato. Qualche convenevole mentre non riesce a distogliere lo sguardo da Mary, distesa sul lettino, oggi con un bellissimo costume verde. La conversazione non dura molto, perché il costume morbido che indossa l’uomo non maschera affatto l’evidente erezione che, la vista di Mary, gli ha provocato. Sembra quasi non vergognarsene e anzi, quasi esibire per qualche momento il risultato dell’eccitazione. Poi saluta e se ne va.
Io e Mary torniamo a prendere il sole, scambiando qualche parola sulla combinazione che, tra gli innumerevoli stabilimenti balneari, il negoziante fosse proprio nel nostro, a poche file da noi, del fatto che gli era venuto duro e di quanto dovesse essere eccitato per non riuscire a controllarsi.

Il pomeriggio, in piacevole relax, si sta concludendo e il bagnino ha iniziato a chiudere gli ombrelloni È ora di tornare a casa.
La serata trascorre tranquilla ma, certo, pensieri e domande vengono a trovarci continuamente, sino a quando non ci addormentiamo.
Il giorno successivo siamo di nuovo in spiaggia. Io ancora piuttosto turbato, mentre Mary sembra tranquilla e solare come sempre.

Sono da poco passate le diciotto quando andiamo al bar della spiaggia per l’aperitivo.
“Due Spritz con poco ghiaccio, grazie” dico alla cameriera.
Poco dopo la ragazza torna e posa sul tavolo un piatto con qualche salume, qualche formaggio, patatine, olive e i due Spritz.
“L’aperitivo è offerto dal proprietario del negozio di scarpe in fondo alla strada, che mi ha chiesto anche di lasciarvi questa busta” ci dice.
Rimaniamo un attimo interdetti, ci guardiamo e poi l’apriamo. All’interno, un biglietto scritto a mano.
“Un incontenibile eccitazione mi pervade e non mi abbandona da quando, mentre toccavo i tuoi meravigliosi piedi e sfioravo la tua pelle delicata, il mio sguardo si è insinuato tra le morbide e invitanti cosce, incontrando il tuo fiore succoso in mezzo alle gambe. Non chiedo che di poterti incontrare, ancora una volta, questa sera, alla chiusura del negozio.”
I nostri occhi si incontrano, stupiti da tanta inaspettata sfrontatezza.

“Non so cosa dire…” mi dice Mary visibilmente imbarazzata.
Siamo davvero turbati da quella proposta. Il nostro gioco erotico può continuare e andare oltre? O deve finire, ignorando le spudorate avances di quell’uomo?
Non è una decisione facile, tutt’altro. Ne parliamo a lungo, seriamente ma anche scherzando, come facciamo spesso noi. Poi la curiosità, la complicità erotica del nostro gioco ci fanno decidere di vedere le carte, di scoprire cosa si celi dietro quella richiesta così spudorata, dietro quelle parole raffinate ma, inequivocabilmente, cariche di un potente desiderio, controllato a fatica.

“Sai cosa ti dico, che ci andrò. Questo gioco così conturbante, eccitante, deve avere un finale. E credo che sarà piuttosto caldo…” mi dice Mary con tono malizioso e sensuale.
“Andiamo a casa, così ho il tempo di cambiarmi e prepararmi, cosa ne dici?” prosegue.
È il momento del dunque, è il momento di mettere realmente alla prova la nostra complicità, la nostra capacità di giocare insieme.
Lasciarla andare, sola, in quel negozio con quell’uomo così attraente presuppone l’esistenza di una fiducia, di un amore e di una complicità incrollabili.

Quell’uomo è davvero bello, affascinante e sicuramente molto attraente. Mary saprà resistere? Se in un istante di esitazione la baciasse, o accarezzare una di quelle parti del corpo che la fanno impazzire, saprebbe resistere o l’istintivo desiderio sessuale avrebbero il sopravvento?
Al ritorno, mi racconterà veramente tutto ciò che è successo?

Mentre si trucca, mentre sceglie con cura cosa vestire e quale intimo indossare è bellissima, eccitante, è la tentazione fatta donna. Si capisce che vuole essere bella e attraente. Lo fa per farmi ingelosire? Perché desidera eccitare ancora quell’uomo, essere attraente per lui? Entrambe le cose? In ogni caso un turbine di incontrollabili emozioni e pensieri percorre la mia mente, stringendo con forza lo stomaco.
Un bellissimo reggiseno esalta l’abbondanza del seno. Una camicetta turchese, appena trasparente e una leggera gonnellina bianca rendono ancora più sexy la sua armoniosa figura.
I capelli morbidi e mossi, appena raccolti da qualche pinzetta, sono la perfetta cornice dorata del suo viso luminoso.
Qualche goccia di profumo, calza le scarpe, prende la borsetta e Mary esce di casa salutandomi con un lungo, caldo, appassionato e sensualissimo bacio.

Racconta Enzo.
Qualche istante poi, la gelosia prende il sopravvento e mi costringe a seguirla.
Arriva al negozio di scarpe, ormai chiuso, ma quando si avvicina la porticina di servizio scatta e si apre. Il negoziante, evidentemente, l’attendeva.
È un sollievo quando mi accorgo che Mary non l’ha chiusa perfettamente, permettendomi così di non restare prigioniero della curiosità e del tormento.

Entro silenziosamente e vedo, nella penombra del negozio, qua e là illuminato solamente dalle luci della strada, che il negoziante l’accompagna fino al bancone. Un paio di sandali rossi, con tacco alto, sono sul lungo piano completamente vuoto, illuminati da un fascio di luce che fugge dalla porta socchiusa di un camerino di prova. Sembrano i protagonisti di uno spettacolo che sta per iniziare.
L’uomo invita Mary a sedere sul bancone e poi, delicatamente, le toglie le scarpe. È chiaro che voglia godere di ogni istante, di quel momento, di ogni attimo mentre le sue dita sfiorano la pelle di lei. Lo si capisce dalla lentezza con cui prende i sandali rossi e dalla cura con cui, lentamente, sfiorando e quasi accarezzando con le dita i piedi e le caviglie, glie li fa calzare.

Poi, molto delicatamente, accompagnando prima una gamba e poi l’altra, le fa poggiare i piedi su due cubi, appena distanti tra loro, davanti al bancone. Ora Mary ha le gambe aperte, i piedi quasi sulle punte, mentre l’uomo fa qualche passo indietro, guardandola, come si fa quando si vuole ammirare un’opera d’arte.

Pochi istanti e l’uomo si riavvicina, inizia a sollevare lentamente la gonna fino a quando, arrivata a metà coscia, Mary lo ferma. Con decisione gli poggia un piede sul ventre e lo spinge via, lo allontana.
Mi sorprende e forse mi sconvolge quando, raccogliendo la gonna verso di sé, continua a scoprire le cosce. Mostrandole carnose, eccitanti, ne ostenta l’erotica visione. Al centro, tra la pelle chiara e morbida, la sua calda e succosa figa è quanto di più sessualmente invitante possa esistere per qualsiasi uomo.

Sa perfettamente quanto sia esplicitamente tentatrice mentre si sbottona la camicetta e si abbassa le spalline del reggiseno, liberando le sue grandi tette mature, lasciandole alla vista di quell’uomo totalmente rapito dalla irresistibile sensualità di Mary.
Sopraffatto dal desiderio, dalla voglia, dall’eccitazione, l’uomo si avvicina nuovamente ma Mary, di nuovo, lo allontana con inequivocabile decisione. Non può toccarla, il messaggio è chiaro.

Lui allora si spoglia della camicia, delle scarpe, dei pantaloni, dei boxer, rimanendo completamente nudo davanti a Mary che, ancor più provocante, si accarezza l’interno delle cosce fino quasi a sfiorare la figa.
Il membro eretto, duro e teso verso quella fonte di lussurioso desiderio, sembra implorare di poter possedere quel corpo morbido e caldo.
L’uomo inizia a masturbarsi, molto lentamente, mentre il suo sguardo urla quanto vorrebbe avventarsi tra le cosce di Mary, sulle sue tette…
Quando Mary inizia ad accarezzare anche i seni morbidi, la mano dell’uomo diventa più rapida nel percorrere l’asta, tanto è travolgente l’eccitazione che si è completamente impossessata di lui e lo sta portando all’orgasmo.

Lei è lì, i sandali rossi, il vestito sollevato, seduta con le cosce aperte e le mani che accarezzano e stuzzicano i capezzoli dritti. Che sfiorano le cosce fino alla figa, chissà quanto bagnata.
Il corpo dell’uomo sembra quasi contrarsi mentre si sega ancora più rapidamente, forse persino rabbiosamente, con gli occhi sgranati e lo sguardo voglioso, consapevole di non poter appagare il suo travolgente desiderio di Mary.

Qualche gemito profondo e le gambe si flettono, mentre copiosi schizzi di sperma escono dalla cappella lucida e tesa per il potente orgasmo che percorre ogni fibra del corpo, travolge la sua mente, lasciandolo in ginocchio. Chino in avanti, con il cazzo che ancora pulsa, esausto, solleva appena lo sguardo, languido e goduto.
Mary scende dal bancone, si sistema il vestito, sorride e mentre gli passa accanto, posa appena una mano tra i suoi capelli e se ne va.

Racconta Mary
Mi trucco, scelgo con cura cosa vestire e quale intimo indossare. Voglio essere bella e attraente.
Un bellissimo reggiseno esalta le mie tette, mentre una camicetta turchese, appena trasparente e una leggera gonnellina bianca rendono ancora più sexy la mia armoniosa figura.
I capelli morbidi e mossi, appena raccolti da qualche pinzetta, sono la perfetta cornice al mio viso luminoso.
Qualche goccia di profumo, calzo le scarpe, prendo la borsetta ed esco di casa salutando con un lungo, caldo, appassionato e sensualissimo bacio il mio amore.

Arrivo al negozio di scarpe, ormai chiuso, ma mentre mi avvicino sento scattare la serratura della porticina di servizio. Evidentemente, il negoziante mi stava aspettando.
Mi saluta sorridendo e con uno sguardo penetrante, intenso, che sembra entrare e frugare sotto i miei vestiti, dove certamente sta immaginando di infilare, tra poco, le mani. Mi accompagna fino al bancone. Un paio di sandali rossi, con tacco alto, sono sul lungo piano completamente vuoto, illuminati da un fascio di luce che fugge dalla porta socchiusa di un camerino di prova. Sembrano i protagonisti di uno spettacolo che sta per iniziare.

Posa le mani emozionate sui miei fianchi e mi aiuta a sedere sul bancone. Poi, delicatamente, mi toglie le scarpe. È chiaro che voglia godere di ogni istante, di quel momento, di ogni attimo mentre le sue dita mi sfiorano la pelle. Lo si capisce dalla lentezza con cui prende i sandali rossi e dalla cura con cui, sfiorando e quasi accarezzando i piedi e le caviglie, me li fa calzare.
Poi, molto delicatamente, accompagna prima una gamba e poi l’altra, facendomi poggiare i piedi su due cubi appena distanti tra loro, davanti al bancone.

Mi ritrovo così con le gambe aperte, i piedi quasi sulle punte, mentre l’uomo fa qualche passo indietro, guardandomi come si fa quando si ammira un’opera d’arte.
Quando gli occhi sembrano essere paghi della mia visione, torna verso di me, si china e inizia ad accarezzare e baciare i piedi, le caviglie, le gambe, salendo lentamente sempre più su.
Le sue labbra arrivano ora sulla pelle calda, morbida, all’interno delle cosce e i baci si fanno più pesanti, vogliosi, affamati. Le mani non accarezzano più; ora toccano, stringono, desiderano la carne. I respiri dell’uomo ad ogni istante diventano più profondi, più intensi, percepisco la sua eccitazione crescere. Il corpo si muove più sinuoso, spinto dal desiderio di me, desiderio così forte che sembra diventare incontenibile.
Anch’io sono eccitata e mi eccito ancora di più mentre l’uomo mi bacia le cosce in modo così voglioso, avido del mio corpo, facendomi sentire prepotentemente desiderata.

Quando la sua bocca arriva vicino alle labbra della mia figa, smaniosa di piacere, afferro la testa e affondo il suo viso tra le cosce perché me la lecchi, subito, tanto, Voglio che assapori il mio succo, che senta quanto è calda, quanto è bagnata.
Sono eccitata. I miei fianchi iniziano a muoversi, lussuriosi, affamati di quella lingua che sento scoparmi la figa con voglia insaziabile.

Lo sento emettere qualche mugolio di piacere mentre la sua bocca avvolge, succhia le labbra della mia figa affamata di godimento.
Vuole altro, quando si alza e il suo sguardo entra nei miei occhi facendomi sentire ancora, in un istante, quanto mi desideri, quanto mi voglia toccare, leccare, scopare tutta.
Sbottono la camicetta, abbasso le spalline del reggiseno e con le mani gli offro i miei seni maturi.
Le sue mani, bramose del mio corpo, si impossessano delle tette che non aspettavano altro. Le palpa, straripante di desiderio, mentre lecca continuamente e con avidità i capezzoli dritti, duri, eccitatissimi.

Vuole di più, vuole il calore della mia bocca quando si avvicina cercandomi con le labbra, ma io lo respingo. La sua bocca ora cerca la mia, ma i miei baci caldi, la mia lingua morbida non sono per lui.
Mi pare stupito, sicuramente sorpreso per il rifiuto e perché lo allontano da me. Mentre scendo dal bancone, il suo sguardo sembra supplicarmi di non andarmene, di non ignorare ora quanto desideri possedermi, quanto voglia il mio corpo eccitato.
Mi avvicino e in piedi, di fronte a lui, inizio a sbottonargli la camicia, a slacciargli la cintura. I suoi occhi brillano di nuovo mentre una fiamma invisibile sembra avvolgerlo quando lo aiuto a spogliarsi. Freneticamente si libera delle scarpe, dei pantaloni, dei boxer, mostrandomi il suo bel cazzo, teso, pieno di voglia.
Lo prendo e inizio a segarlo lentamente, mentre con l’altra mano gli tocco e massaggio le palle.
Il suo sguardo eccitato mi penetra e mentre la mia mano scorre sull’uccello durissimo sento quanto le mie mani gli stiano dando piacere. I suoi respiri si fanno più rumorosi, il suo corpo sembra quasi tremare, le sue ginocchia si piegano appena.

Percepisco forte, mentre mi guarda, il suo desiderio di scoparmi, di farmi sentire tutto il suo godimento riempiendomi la figa del suo sperma.
Non resiste più quando mi afferra i fianchi e con foga mi sbatte sul bancone, mi allarga le gambe per infilarmelo e sbattermi. Lo fermo di nuovo e lo spingo a qualche passo da me, mentre con decisione gli dico chiaramente che non può farlo. Mi guarda smarrito e allora decido di farlo impazzire ancora di più: mi infilo due dita nella figa, gonfia e grondante del mio caldo succo, scopandomi vogliosa. Con l’altra mano, intanto, mi palpo voluttuosamente una tetta. Sono eccitatissima e sento, vedo lui eccitatissimo.

“Segati, voglio vederti sborrare per me” gli dico mentre il mio sguardo provocante e lussurioso entra nei suoi occhi.
Obbedisce, muovendo con foga la mano sull’asta del suo cazzo, gocciolante di desiderio.
Viene con un gemito, lungo e profondo, che accompagna il suo viso godutissimo, mentre abbondanti e ripetuti schizzi di sperma escono dal suo cazzo.
È in ginocchio quando mi sistemo, scendo dal bancone e gli passo accanto guardandolo esausto, appagato, goduto.

Esco dal negozio, emozionata, sorpresa da me stessa, ma terribilmente eccitata e impaziente di tornare a casa.

Riesco ad andarmene qualche istante prima di lei, correndo nel buio perché non sappia che ero lì, con lei.
Arrivo a casa, accendo qualche luce e faccio appena in tempo a togliere le scarpe quando sento il rumore dell’ascensore.

Pochi istanti e sento la chiave nella serratura. Mary entra, bellissima e luminosa, il suo sguardo è caldo, profondo, sessualmente eccitatissimo mentre viene verso di me.
“Com’è andata amore?” le chiedo
“Magari un giorno che vorrò farti impazzire te lo racconterò… ma tutta l’eccitazione, la sfrenata lussuria, la mia libidinosa voglia di godere le ho tenute solo per te amore. Adesso voglio che mi mangi, che mi tocchi, che mi scopi e mi vai venire!”

Raccontiamo insieme.
Le nostre bocche si avventano all’istante una sull’altra, calde e affamate di noi, dei nostri respiri, del nostro sapore. Ci baciamo, ci uniamo profondamente mentre le nostre lingue desiderose fanno l’amore.
Ci spogliamo, ci tocchiamo con avidità, senza che le nostre bocche e i nostri occhi si lascino mai. Palpo il suo corpo, morbido e caldo, palpo il suo culo e le sue tette mentre il mio cazzo è così duro che mi fa quasi male, chiuso nei boxer ormai bagnati.
Lecco i capezzoli turgidi, eccitati ed eccitanti.

Le nostre eccitazioni si alimentano l’un l’altra in un crescendo di desiderio che diventa incontenibile.
Vorrei scoparle le tette, la bocca, la figa, il culo, vorrei scoparla tutta… per godere e farla godere, godere e ancora godere.
“Mettimi sul tavolo e scopami” mi dice Mary.
Non me lo faccio ripetere e la sdraio sul tavolo della cucina con le gambe aperte. Appoggio la cappella tra le labbra della sua figa bagnatissima che mi accoglie subito. Calda e avvolgente. Le mie spinte sono decise, arrapate e Mary mi appoggia le mani sul culo per aiutarmi, sapendo quanto questo mi fa impazzire. Ma mi fanno impazzire anche le sue tette che vedo ballare ritmicamente e non resisto.

Non posso resistere a tanto. Sto scopando Mary e di più non esiste.
Vengo, godo, sborrando ripetutamente e fino all’ultima goccia nella figa di Mary che sento pulsare mentre, anche lei, raggiunge l’orgasmo.
E’ bellissimo, eccitante da morire, appagante, godurioso il suo viso mentre viene, mentre gode e mi urla “Vengoooo… vengoooo… vengoooo….”.
Sento il calore del suo corpo, lo sento sussultare, contrarsi prima di abbandonarsi stravolto dall’intensità di quell’orgasmo.

Lentamente, i nostri respiri si fanno più calmi, distesi, mentre i nostri corpi abbracciati, avvinghiati l’uno all’altra sembrano non volersi lasciare. Uscire da lei è un distacco profondo, che non vorrei dover fare.
Nuda, la guardo raccogliere i vestiti prima di andare a fare la doccia.

Non è bellissima, è molto di più; non attraente ed eccitante, è molto molto di più.

È la mia donna, è tutto. È Mary
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