Racconti Erotici > Gay & Bisex > CARA AMICA, POSSO FARMI INCULARE DA TUO MARITO?
Gay & Bisex

CARA AMICA, POSSO FARMI INCULARE DA TUO MARITO?


di caos_calmo88
03.04.2015    |    36.196    |    7 8.7
"“L’ho fatta per te, devi assaggiarla”..."
Una mia amica, o meglio una mia conoscente con la quale ero entrato in confidenza, mi aveva confessato che suo marito era superdotato. Sempre a suo dire, oltre ad un poderoso uccellone, aveva un vorace appetito sessuale, che la mogliettina non riusciva sempre a soddisfare.
Queste confidenze erotiche avevano stuzzicato la mia fantasia, ero curioso di vedere e di conoscere personalmente quest’uomo, che già avevo cominciato ad immaginare e idealizzare nella mia testolina… mi aspettavo un tipo molto maschio, bello, virile, rude al punto giusto.
La moglie era giovane, pure una bella ragazza, davo per scontato che il marito fosse perlomeno carino.
Mi sbagliavo, spesso le fantasie si infrangono di fronte alla nuda realtà.
Il marito, che chiamerò Samuele, era un uomo davvero poco attraente. Era molto più grande di lei (e di me) aveva 41 anni, alto, robusto e con la pancia. Poco curato nell’aspetto, vestiva in modo quasi sciatto nel tempo libero ed era calvo. Aveva maniere molto sbrigative con una punta d’arroganza, parlava poco e appariva indifferente a tutto. I suoi modi bruschi lo facevano apparire ancora meno attraente.
Eppure, quell’uomo villoso e così poco affascinante, mi intrigava da morire. La prima volta che lo vidi indossava una tuta da ginnastica che lasciava poco spazio all’immaginazione, aveva un pacco strabordante, quando mi strinse la mano, come in una morsa, sentì un brivido di eccitamento. Mi scrutò a lungo com’era sua abitudine fare, mi disse la moglie, forse per capire che persona fossi… da qui ne dedussi che Samuele in fondo era un uomo timido, per questo poco loquace, ma un grande osservatore… con la coda dell’occhio mi accorsi che lanciava lunghe occhiate al mio culo, al mio viso, alla mia bocca… teneva d’occhio ogni mio movimento, ogni gesto. Guardava le mie mani.
“Sei un proprio un bel ragazzo”, mi disse infine Samuele.
Guardai la mia amica, perché trovai quel complimento fuori luogo, ma lei non aveva sentito. O faceva finta di non aver sentito? Chissà.
Sentivo crescere in me la voglia di vederlo nudo, di sfoderare quel cazzone di cui la moglie ne decantava le lodi. Strano come quell’uomo apparentemente sgradevole, suscitasse in me fantasie selvagge. E forse, pensavo, anche io stuzzicavo il suo appetito.
Un bel giorno la mia amica mi chiese un favore. Il marito aveva bisogno di una mano per montare una libreria, non potendo in quel momento contare su nessun’altro, si rivolse a me. Ne fui entusiasta, specialmente perché la moglie non sarebbe stata dei nostri, sarei rimasto solo con Samuele per un paio d’ore. Non c’era grande confidenza tra noi due, perciò mi parve insolito all’inizio.
Arrivai a casa loro all’orario stabilito. Venne ad aprirmi Samuele, indossava un paio di jeans lisi e strappati, dai quali riuscivo a vedere le sue cosce pelose, e quando si muoveva o si piegava, vedevo i suoi slip ripieni.
Lo trovai già a lavoro, infatti era sudato e aveva un aroma e un aspetto non esattamente freschissimi, non so spiegare il perché, ma il suo aspetto d’insieme me lo fece diventare duro. Eppure non era bello, era un misto di qualcosa che non riuscivo a spiegare nemmeno a me stesso. Mi sentivo attratto da lui.
Non riuscivo a nascondere la mia eccitazione, era più forte di me. Il mio sguardo continuava a posarsi sulla sua patta… ero un po’ a disagio.
Ci mettemmo a lavoro. Nessuno dei due parlava, ci scambiavamo solo qualche sguardo ambiguo.
Dopo circa mezz’ora mi chiese se desideravo un caffè, risposi di no.
-“Vuoi un po’ di vino?” Mi chiese subito dopo.
No, grazie, risposi.
-“Allora una birra…” mi domandò.
Non mi va, grazie lo stesso, gli dissi.
Mi girai verso la libreria da montare, dandogli le spalle. A quel punto Samuele fece un gesto totalmente inaspettato, fuori dal comune, che mai avrei immaginato!
-“Questo lo vuoi?” Mi disse a voce bassa Samuele… mi voltai, aveva il cazzo fuori dai pantaloni, sembrava una proboscide. Com’era grosso! Scuro e tozzo, lungo e venoso. La mia amica non diceva bugie! Il marito aveva un pisellone da cavallo. Come una vacca in calore, infoiato, mi inginocchiai davanti a lui, e con una mano liberai i suoi coglioni, mentre con l’altra glielo presi in mano, in pochi secondi era durissimo, come una sequoia. La cappella era fradicia e puzzava di piscio, lui mi tolse dall’imbarazzo afferrandomi per i capelli e spingendomi la bocca sul suo randello gigantesco. Era successo tutto così all’improvviso che ancora non mi capacitavo. Samuele mi scopava la bocca con colpi lenti ma decisi, la mia bocca era amara e la saliva colava dappertutto. Ero come ipnotizzato dal suo ritmo. Cominciò a darmi degli schiaffetti, prima con una mano, l’altra era impegnata a tenermi ferma la testa, poi con il cazzo. La sua cappellona mi schiaffeggiava con violenza sulle guance. Me lo spinse di nuovo in bocca, arrivando di botto in gola.
“Guardami”, mi disse. Alzai gli occhi e mi sputò in faccia, poi sul suo cazzo, che entrava e usciva con forza dalla mia bocca.
Si fermò un istante… “Con questa boccuccia mi fai scoppiare. Se ti sborro in bocca ti affogo, se ti sborro addosso ti faccio il bagno, se ti sborro in culo ti faccio il pieno”, mi disse Samuele.
Ci pensò qualche attimo, poi mi afferrò bruscamente per un braccio e mi buttò sul divano. Mi tolse i pantaloni con tale violenza che quasi mi strappò i boxer. Sputò abbondantemente sul mio culo e con la mano cominciò a spalmare la saliva sul mio buchetto. Infilò il suo pollice tozzo nel mio culo. Ci sputò di nuovo e infilò anche l’altro pollice, allargando il buco.
Mi stavo godendo il trastullo, quando sentì una fitta fortissima… aveva infilato solo la cappella che già mi sentivo schiantare dentro! Samuele non indugiò e in un solo colpo fece sparire il suo enorme cazzone dentro al mio culo. Che dolore! Non riuscivo a stare fermo, mi sentivo infilzato.
Finalmente riuscì a rilassarmi, il suo mega uccello mi spanava a fondo e non sentivo più dolore.
Aveva il pisello rovente, duro come il marmo, grosso, enorme, dirompente.
“Godi puttana?” Mi chiedeva di continuo Samuele.
Mi sfondò il culo a lungo, facendomi gemere come una troietta. Sfilò il suo cazzone e mi disse “mi hai smerdato la cappella, zoccola. Devi sentire solo il mio cazzo nudo e la sborra che ti riempie”.
Andammo in bagno a pulirci, svitò la cornetta della doccia e mi riempì il culo d’acqua tiepida, svuotandomi a fondo. Poi riprese a fottermi duro.
Il suo orgasmo fu splendido. Grugnì come un maiale, il mio culo diventò ancora più caldo, l’aveva riempito sul serio col suo sperma. Estrasse la sua mazza appiccicosa dal mio culo spaccato, e tutto il suo seme viscido e colloso cominciò a colare fuori… ne prese un po’ con il dito e me lo infilò in bocca.
“L’ho fatta per te, devi assaggiarla”. Disse il porco. Era amarissima.
Mi tirò uno schiaffetto e si ripulì il cazzo nella mia bocca. Il mio culo continuava a perdere fili di sborra ovunque. Cazzo se mi faceva male il buchetto adesso! Pulsava come non mai ed era intorpidito.
Samuele si stravaccò sul divano e si assopì, le vene del suo cazzo sembravano esplodere, un filo di sperma gli colava dalla cappella spalmandosi sui peli della coscia.
Svegliati!! Gli dissi. Se torna tua moglie e ci trova così? È tutto appiccicoso e c’è odore di sborra!
Si destò di colpo, tirò su i pantaloni e rinfilò quel bestione nelle mutande. Pulimmo alla meglio il pavimento e il divano. Eravamo esausti ma finimmo di montare la libreria.
“Vado a pisciare”, mi disse Samuele più tardi. Poi mi chiamò dal bagno, lo raggiunsi… mi infilo tre dita nel culo e mi fece leccare come un cagnolino la sua cappella pisciosa. Mi prese ancora una volta per i capelli e mi fece inginocchiare, costringendomi a leccargli le palle mentre si segava l’uccello. Alla fine mi sborrò in faccia, nei capelli, negli occhi! Come bruciava.
Dopo poco me ne andai, con gli occhi rossi, il naso e la gola intasati, e continuando a perdere sborra dal culo slabbrato per il resto della giornata.
Samuele in seguito mi ha scopato più e più volte. Un pomeriggio nel bagno del suo ufficio mi tese un trabocchetto, dopo avermi sbattuto il culo appoggiato al lavandino, con la scusa di schizzarmi in gola, mi pisciò in bocca come una fontanella. Era un porco, a modo suo divertente e galante, una volta mise della confettura di fragola sulla sua cappella, perché sapeva quanto amavo quel frutto… se lo fece ciucciare proprio come un biscottone di grano duro. Ma i biscotti non sborrano, lui si, e in abbondanza come sempre. Se mi concentro riesco ancora a sentire il sapore dolce della fragola mescolata al suo sperma amaro.
Fu una delle ultime volte in cui lo vidi, la mia amica cominciò a sospettare qualcosa, anche se probabilmente in cuor suo non voleva ammetterlo. Ben presto prese ad allontanarsi parecchio da me, e di conseguenza anche Samuele, seppur controvoglia.
Io continuo ad aver voglia di fragola e sborra. E ormai sono un esperto nel montare librerie.



Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per CARA AMICA, POSSO FARMI INCULARE DA TUO MARITO?:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni