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DOPPIA VITA - 3 - La trasferta


di Foro_Romano
12.04.2024    |    5.791    |    13 9.0
"Prese la parola l’allenatore, un bel maschio di poco più di cinquant’anni: “C’è chi è del parere che fare sesso prima di una partita non conviene a livello di..."
Non amo molto le saghe ma, a richiesta di un appassionato lettore, ho ripreso un mio vecchio racconto in due puntate e l’ho proseguito aggiungendovi questa terza parte. Per chi non lo avesse fatto, consiglio di leggere le puntate dall’inizio.

La storia con l’investigatore 55enne e suo figlio 25enne andava ormai avanti da circa un anno. Sono sposato. Intanto che mia suocera era stata tranquillizzata riguardo i miei impegni di lavoro e mia moglie si dedicava sempre più a nostro figlio, noi “maschietti” ce la spassavamo alla grande e il mio buco di culo era ormai una voragine sempre più affamata di cazzi e sborra. L’intensa attività sessuale a cui ero sottoposto non intaccava minimamente la mia voglia di essere sottomesso alle voglie di maschi insoddisfatti delle mogli, delle loro donne incapaci o svogliate nei riguardi delle loro pulsioni naturali. Gli uomini più scopano e più ne hanno voglia, mentre le donne ne hanno sempre meno. Giocoforza i maschietti devono pur scaricarsi da qualche altra parte.
L’investigatore era stato lasciato parecchi anni prima dalla moglie per le troppe corna che le aveva messo. Lui ed il bel figlio, ambedue sempre carichi di voglia di fottere duramente, avevano ormai trovato in me chi forniva loro due mani pronte a segarli e due buchi che non si tiravano mai indietro quando si trattava di essere usati per il loro piacere.
Ho già detto che sia il padre che il figlio erano alti ed avevano un fisico prestante, più massiccio quello del primo e più tonico quello dell’altro. Il più giovane, infatti, faceva il magazziniere ma era anche uno sportivo, giocando in maniera quasi professionale in una squadra di rugby a 15.
Era una squadra molto forte che andava scalando rapidamente la classifica nazionale. Mi invitarono più volte a vedere le loro partite, dove mia moglie non venne mai, non riuscendo a capacitarsi del perché mi fossi appassionato all’improvviso di questo sport. Io, invece, sapevo bene il perché, specialmente quando, dopo la partita, mi facevano entrare nello spogliatoio e mi presentavano tutti quei maschi massicci, più o meno pelosi e più o meno nudi (a volte completamente, senza problemi).
Padre e figlio lo facevano apposta per farmi sbavare e farmi aumentare la voglia di essere preso con forza. Così, tornati a casa, non dovevano perdere tempo ad eccitarmi e mi potevano sbattere con le loro dure nerchie e sborrare più e più volte dentro e sopra di me.
“Ti piacerebbe farti fottere da loro, vero lurida troia?” mi dicevano spesso.
“Chi ti piace di più? Preferisci Andrea o Paolo? Oppure l’allenatore, che non è niente male? Magari tutti e tre! O non piuttosto tutta la squadra che ti metta in mezzo alla mischia e che ti stuprino senza freni? Sappiamo che genere di fallo vorresti che ti facessero!”.
Rispondevo loro con un sorrisino malizioso e con gli occhi che mi brillavano all’idea. A volte, mentre mi scopavano, mi balenava il pensiero di avere veramente dentro il cazzo di questo o di quell’altro giocatore, sciogliendomi al pensiero di essere una troia senza limiti.
L’occasione venne quando si prospettò di accompagnarli in trasferta in un’altra città. Mia moglie, sapendo della mia passione per quello sport (non certo dell’altra mia passione), mi lasciò andare senza problemi. Ero immensamente felice, facendomi le fantasie più assurde in testa. Non immaginavo assolutamente che quelle fantasie si sarebbero tramutate in realtà, anche se dentro di me lo speravo.
Viaggiai in pullman con loro. Con la scusa di avere il loro autografo sulla palla, li avvicinai tutti, specialmente durante le soste in autostrada. I miei due amici mi facevano da biglietto da visita, ma fecero ancora di più. Prima di ripartire da una di quelle soste, quando tutti erano a bordo, l’investigatore prese l’altoparlante e, senza avermi interpellato, annunciò:
“Ormai conoscete tutti il nostro amico – fece una pausa - ma non sapete ancora tutto di lui. Si, è vero che è sposato, è vero che ha un figlio ma, state bene a sentire, è anche vero che è una grande troia sfondata”. Divenni rosso e ci fu un brusio generale.
“Ebbene sì – confermò il figlio – è un anno che ce lo trombiamo alla grande e, vi assicuro, fare goal dentro di lui è un’esperienza indimenticabile che consiglio a tutti voi”.
Prese la parola l’allenatore, un bel maschio di poco più di cinquant’anni: “C’è chi è del parere che fare sesso prima di una partita non conviene a livello di rendimento. Noi non siamo d’accordo e non lo è il vostro allenatore. Vero? Pensiamo che, all’opposto, possa spronarvi a tirar fuori il meglio di voi stessi, della vostra aggressività, del vostro desiderio di vincere. Giusto? Pertanto, in questi giorni il nostro qui presente amico sarà a vostra completa disposizione, sia singolarmente che in gruppo, per farvi scaricare i coglioni in assenza delle vostre amatissime donne. Non vi si negherà mai, vero zoccola? (disse verso di me). Dunque, buon divertimento”. Tornò il brusio, ancora più forte di prima.
Non so se tutti accettarono subito la proposta, ma so che, nello scendere a destinazione, sentii molte mani che mi palpavano il culo, forse solo per sentirne la consistenza. Lo avranno trovato un budino a confronto dei loro, duri e sodi, ma forse proprio per questo molto attraente.
Ero confuso. Mi vergognavo ed ero eccitato contemporaneamente. Una sensazione stranissima. Il mio sogno si stava avverando ed è vero, non mi sarei negato a nessuno. Certo, avevo un po’ di timore.
Arrivati in albergo ed assegnate le camere, venne dato l’appuntamento due ore dopo nella sala conferenze per le indicazioni preliminari. L’allenatore volle me ed i miei amici nella sua camera.
“Allora, ti è piaciuta la presentazione che ho fatto di te alla squadra? Spero che non li deluderai, come loro non ti deluderanno, stanne certo. Seguono sempre i miei consigli. Sei pronto?”.
Arrossii ancora ma, con mia stessa meraviglia, risposi spavaldo: “Si”.
“Bene, però voglio provarti prima io e vedere se loro mi hanno detto la verità sulle tue qualità. Spogliati” ordinò perentoriamente.
Lo feci lentamente e lo fecero anche loro tre, senza togliermi gli occhi di dosso. Rimasi in mutande.
“Ti ho detto di spogliarti e intendevo completamente, puttana. Che sono queste?” e me le strappò via brutalmente.
“Beh, il fisico non è eccellente. Ha un po’ di pancetta, il culetto è piccolo e piacevole al tatto e il buco… Fai vedere, piegati… Accidenti, è quasi più largo il buco che il culo. Ma quanto lo avete trombato? Bene, bene. Sarà più facile scoparlo col mio cazzo. Sai, tesoro, ho il cazzo grosso e non è facile per me trovare qualcuno che se lo fa mettere dentro e, a quanto mi hanno detto, a te piacciono i cazzi grossi, vero?”.
Non ebbi né il tempo e né il modo di rispondere che mi aveva già infilato due dita dentro il buco. Gemetti di piacere. Aggiunse un altro dito. Mi usci un lieve rantolo.
“Non perdiamo tempo. Inginocchiati e succhiaci i cazzi. Fammi vedere che sai fare”.
Con una mano in testa mi fece abbassare. Avevo davanti le loro tre minchie già in tiro. Con le mani afferrai le due ai lati dell’allenatore segandole, mentre della sua leccai la cappella prima di infilarmela in bocca. Pompai, leccai, succhiai meglio che potevo tanto che lo portai presto al limite. Me la tirò fuori di bocca velocemente. Non voleva venire subito. Era davanti a me, lucida di saliva ed un filo di bava la collegava al mio labbro inferiore.
Mi fece alzare (gli arrivavo al petto), mi strinse a sé, mi afferrò la testa e mi sprofondò la lingua in bocca, prepotentemente. L’investigatore, da parte sua, mi venne dietro, mi aprì le chiappe con i pollici e, senza mezzi termini, come suo solito, mi sprofondò dentro la sua mazza appena inumidita di saliva. Mi aggrappai al possente torace peloso che avevo davanti ed emisi un rantolo direttamente nella sua bocca. Lui, tenendomi saldamente, faceva resistenza alle spinte che ricevevo da dietro. Si staccò dal bacio ed osservò il mio volto che la diceva lunga sul piacere che stavo provando dietro.
“Ma bravo, bravo. Vedo che ci sarà da divertirci molto”. Mi prese per un polso e mi trascinò verso il letto, facendo uscire, con nostro disappunto, il bel palo che avevo in culo. Si sdraiò e mi invitò a sedermi sul suo cazzo. Fu allora che mi accorsi che era veramente grosso e largo, come aveva detto, ma non mi persi d’animo, anzi, benché sarà stato di oltre 25 centimetri. Una cosa incredibile.
Mi sistemai, puntai l’enorme cappella sul mio ano, mi allargai le natiche con le mani e cominciai a scendere lentamente su quel palo che mi slabbrò inevitabilmente lo sfintere e prese pian piano a tapparmi il budello. Gemetti di piacere. Lui però non resistette oltre, voleva tutto e subito. Mi afferrò per le maniglie dell’amore e mi abbassò di colpo, dando contemporaneamente una spinta dal basso. In un attimo mi sfondò completamente. Il grido mi si strozzò in gola e rimasi senza fiato.
“Aaahhh, puttanaaa”, esclamò soddisfatto.
“Siii, cosiii, bravo! Chiavala, chiavala forte”, gridò il padre. “Scassale il culo. E’ una lurida zoccola da monta”, aggiunse il figlio.
Prese a fottermi senza tregua da sotto, tenendomi ben stretto per i fianchi. Mi scuoteva, mi agitavo come un ossesso, godevo dal piacere e dal dolore, rantolavo, sbavavo.
Il figlio del mio amico si mise davanti e mi tappò la bocca col cazzo e, tenendomi la testa, mi ficcava la mazza in gola e me la scopava. Avevo perso la condizione del tempo e del luogo. Ero su un altro pianeta, inforcato davanti e dietro da quei due tronchi duri. Il padre si eccitava a vedere quella scena, avvicinò quindi la sua minchia al mio viso, la presi in mano per segarla ma non riuscivo a farlo bene perché scosso dalle loro spinte ed ero impegnato a godere. Si spostò dietro per vedere meglio da vicino lo strazio che stava subendo il mio buco da quell’enorme pistone. Credo che fu proprio quello che vide a sconvolgerlo a tal punto che lo spinse a fare una cosa che, a volte, mi aveva fatto assieme al figlio. Perse la testa, si accovacciò dietro, puntò il suo grosso pisellone al mio sfintere già ampiamente occupato e, senza pensarci troppo e senza valutarne le reali conseguenze, lo schiantò dentro con ferocia, squartandomi in due.
Urlai ma avevo la bocca tappata ed il mio grido strozzato fu per loro la goccia che fece traboccare il vaso. L’allenatore, sotto di me, non riuscì a trattenere la sborrata più abbondante della sua vita, ringhiando come un cinghiale. Appena ebbe finito, il figlio dell’investigatore esplose nella mia bocca tenendomi ben ferma la testa in modo che fui costretto, con mio enorme piacere, ad ingoiare tutta la sua crema saporita e, mentre rilasciava l’ultimo fiotto di sborra calda, anche suo padre, con un lungo urlo bestiale, si scaricò le palle dentro di me, mi si abbatté sopra ed il suo sperma andò a mescolarsi con quello che l’altro mi aveva appena sparato dentro.
Rimanemmo tutti fermi a riprendere fiato e cognizione della situazione. Quando rientrai in me, mi resi conto di come mi avevano ridotto e di essere pieno di sperma. Uno ad uno, lentamente, si sfilarono dai miei orifizi lasciandomi un gran vuoto, un piacevole dolore ed un buco irrimediabilmente sfasciato, da cui sgorgava un rivolo di crema biancastra mescolata a strisce di sangue. Mi avevano distrutto ma, dentro di me, capii che avevo goduto da matti facendomi possedere da quei tre cazzi da oscar.
“Complimenti amici. Questa è veramente una troia coi fiocchi. E compimenti a te, lurida zoccola”. Stette un po’ pensieroso. “Certo è che adesso come si fa? Ha il buco di culo più rotto della storia. Come facciamo a darlo in pasto ai ragazzi?”.
“Vi prego, mi fa male, non potrei farcela” obiettai, col buco che sentivo tentare inutilmente di chiudersi.
“Chi dice loro che, almeno per stasera, dovranno soddisfarsi a seghe?”.
“In realtà una soluzione ci sarebbe, anche se forse non è quello che si sarebbero aspettati”.
“Quale?”.
“Si potrebbero accontentare di una pompa con ingoio”.
“Ma certo, sarebbe una soluzione!”.
“Tu che ne dici? Te la senti di ingoiare 15 carichi di sborra per oggi?”.
“Non è detto che si limitino ad una sborrata per uno. Sono giovani, avranno bisogno di farlo più volte, e poi anche noi non possiamo fermarci ad una sola volta”.
“Ho sentito che alcuni di loro arrivano anche a dieci volte di seguito prima di arrivare allo sfinimento”.
“Bene, allora tesoro, per oggi hai già avuto il culo rotto, ti permetto quindi di eccedere nel bere e nel mangiare sborra. Domani però dovrai essere pronto per una bella gang-bang. OK?”.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma non mancate di godervela il più possibile. Buona sega a tutti).
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