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LA CLASSE DELL'UOMO MATURO; -1- Approccio e seduzione


di occhivivi
27.08.2020    |    11.504    |    10 8.8
""Muscoli" fu la sua prima parola d'approccio, commentando Michael, attendendo una mia risposta..."
Tutto iniziò mentre ero fuori di un negozio d'articoli sportivi mentre rimiravo dei poster in cui Michael Jordan esibiva il proprio bellissimo fisico. Per definire bene il contesto posso dire che sto parlando di un fatto accaduto negli anni 90 e i poster in questione erano due foto a mezzo busto, indossando la canottiera dei suoi Chicago Bulls in iperestendeva le braccia in posizione orizzontale. Niente di eclatante se non si parlasse di un uomo scultoreo con muscoli potenti e affusolati che stordivano per bellezza ed efficienza. Ma ripeto niente di eclatante, solo bicipiti, tricipiti e un pò di spalle, in quanto le foto erano una di fronte e una di retro. Ma a dirla tutta non era un'ammirazione erotica, era più un'ammirazione per la bellezza, del corpo, dello sguardo magnetico che esprimeva personalità. Qualcosa di quello che oggi è rintracciabile in Cristiano Ronaldo, non devi per forza farci un sogno erotico per dire che è un bonazzo; da quel punto di vista si potrebbe obiettare che oramai è un mondo talmente patinato che tutto sembra artefatto e troppo perfetto. Ma quelle foto di Michael Jordan non erano paragonabili a quelle di oggi, apparivano più sincere, oppure la mia gioventù mi faceva questo effetto che permane tutt'ora; era un semidio. Tra l'altro, era un'ammirazione talmente sincera che ero pressochè inconsapevole del fatto che il fascino maschile avesse effeto su di me. Intendiamoci, ero all'università e quindi non è che non fossi cosciente che il mondo è fatto di tante bellissime varietà ma anche rimirando Michael rimanevo un convinto giovane amante della passera. Non che vivessi particolari successi con il sesso opposto, ma i miei tentativi li facevo.
Ma proprio fuori di quel negozio in quel momento mi avvicinò un tipo. Al che il lettore si potrebbe aspettare un'incontro con un adone, ma invece era tutto l'opposto. Non che io sia mai stato alto, a stento sfioro i 170 cm, e questo signore era poco più alto di me. Piuttosto paffutello, sulla sessantina, capelli bianchi, molto ben vestito sopratutto considerando l'ambiente e l'orario (tarda mattinata).
"Muscoli" fu la sua prima parola d'approccio, commentando Michael, attendendo una mia risposta.
"Questo sfiora la perfezione delle statue" rispondo più che altro per cortesia.
"Beh, direi che è anche meglio di un bronzo di riace, ma anche te hai belle spalle".
Era parzialmente vero; avevo belle spalle ma non ero in un momento di forma massimale.
"direi di non confondere la cosa, chissà quali lavori fa per raggiungere questi risultati!"
"beh ma anche te fai sport?"- chiese sempre con un accento molto affettato.
"sì anche se adesso è un pò che sono fermo da quando ho iniziato l'università, infatti si vede".
E così iniziammo una normale conversazione, dove lui mi chiedeva cosa facessi e via discorrendo; una conoscenza di base. Con l'occasione mi presento anche al lettore: io, che sono Stefano, ero uno studente che faceva da pendolare via treno tra la mia città e l'università, come detto non sono proprio un corazziere, sono poco più di 170. In precedenza ero stato un calciatore e poi un runner e mi ero anche dato al nuoto, fisicamente ero molto tosto ma in quel periodo che in cui avevo abbandonato le attività sportive ero quel poco in sovrappeso canonico che hanno tutti quelli di costituzione robusta quando si impigriscono.
Lui era Italo, la descrizione fisica la ho già fatta, mi disse che era imprenditore anche se non ha specificato bene in che settore. Era, gradevolmente e palesemente, un tipo che in quel momento potevo definire "dell'altra sponda", un gay dichiarato. Ma anche io sono un tipo cortese e non occorreva mica avere mire sessuali per sviluppare una conversazione.
Quella mattina ero arrivato prestissimo per una lezione mattutina e avrei avuto la successiva da lì a un'ora e mezza. Italo mi offriva di andare a prendere un caffè al bar vicino. Leggera titubanza dovuta alla novità della cosa.
"Dai, devi prendere un caffè e basta, e poi.." mi disse rimanendo in sospeso.
"Poi?"
"poi chi non accetta non merita" - disse sorridendo - "tu meriti?"
"Sì".
"Andiamo allora".
Prendemmo il caffè e anche se chiaramente non era vero, pensavo di avere tutti gli occhi addosso visto che ero lì con un signore apparentemente molto gay.
Lui capì al volo.
"C'è qualche motivo per cui ti senti a disagio?"
"no" mentii chiaramente.
"Avrei fatto meglio ad invitarti a casa a prendere il caffè"
E iniziò a decantare il suo bel piccolo appartamento in una famosa via poco distante.
"Un giorno te lo faccio vedere che è un piccolo nido sopra i tetti".
Il mio commento fu: "descrizione romantica devo dire". Allora vi sono frasi dette con lo scopo di tagliare la conversazione, magari vera, ma il mio scopo era tagliare la conversazione e ancor oggi mi domando cosa, invece, avesse potuto capire lui.
"Allora se hai ancora tempo te lo faccio vedere subito, magari ti offro un succo di frutta"
"ma guarda forse non è il caso che poi ho lezione".
"allora facciamo che ci passiamo davanti e ci salutiamo lì così ti faccio vedere dov'è".
In quel momento ero proprio per nulla interessato al suo appartamento e a cosa intendeva farci dentro ma mi sembrava veramente scortese non assecondarlo. Del resto avevo ancora un'ora e più di tempo a disposizione e andare a vedere dove era questo posto non mi faceva poi allungare il percorso che di qualche minuto.
Quindi, accettai. Si capiva che stava iniziando un progetto di seduzione, o meglio lo aveva già iniziato. Mi piaceva l'idea di essere oggetto del gioco di seduzione; arrivati al portone mi disse quale era il suo campanello e di non vergognarmi se avessi voluto suonarlo.
"non penso che sia imbarazzante suonare un campanello" - risposi.
"ecco, e non dovrebbe essere imbarazzante neanche accettare un invito a salire" - lo disse con un lieve tono di sfida. Tentazioni e sfide sono cose a cui difficilmente si resiste, così accettai, e lui aprì la porta del vecchio palazzo. Un ingresso minuscolo e una scalinata stretta che portava a pianerottoli altrettanto angusti. Sembrava di salire su di una torre ed effettivamente l'aspetto dalla via sembrava quella; una torre appoggiata a tutti gli altri palazzi vicini.
"Ci arrampichiamo in paradiso!" disse incoraggiandomi.
L'analogia poteva essere abbastanza azzeccata anche considerando il fatto che viveva proprio in cima. Mi disse poi che il palazzo era il suo e che sotto vivevano tutti studenti fuori sede. In realtà capì che questo argomento non faceva colpo su di me anzi, per certi versi mi infastidiva perchè gli confessai che invidiavo molto la vita dello studente fuori sede; i pendolari non hanno la metà dei divertimenti di questi. E per divertimenti intendevo che è risaputo che lo studente fuori sede scopa come un riccio.
"Ma mica serve essere uno studente fuori sede per avere molteplici occasioni, comunque, benvenuto nel mio nido". disse aprendo la porta.
L'appartamento era piccolo, chiaramente per una persona sola; un ampio soggiorno con angolo cucina, tettino basso e finestre su più lati. Una porta dava in quella che avrei scoperto essere la camera da letto che poi aveva un bagno di pertinenza. Tre soli ambienti, anche piuttosto grandi tutto considerato, ma il tetto basso, la luminosità e l'arredamento decisamente di buon gusto mi fecero sentire a mio agio.
Mi aveva invitato per un succo di frutta che puntualmente mi servì ma insisteva per farmi vedere le varie viste dalle finestre del soggiorno. Lui mi era sempre più vicino mentre indicava le zone della città che si vedevano da quel piccolo osservatorio. Poi ad un certo punto prova una nuova evoluzione.
"Io qua sono uscito presto e oggi non viene la cameriera, mi aiuteresti a rifare il letto?".
Rimasi un poco interdetto.
"Ma sì dai, dammi una mano e ti faccio vedere anche il panorama dalla finestra della camera da letto" e si avviò verso la camera.
Non riesco a supporre quale possa essere l'effetto per chi legge ma sul momento pensai di essere a scuola da un veramente bravo seduttore. Per capirci, non ero propenso a fare sesso con un uomo, e se proprio avessi deciso per quela direzione questo tipo era sulla carta veramente improbabile, eppure stavo per andare in camera sua ad aiutarlo a rifare il letto. Letto che scoprii essere perfettamente composto, ma a lui non andava bene e così decise di cambiare le lenzuola. Classe pura. In quei frangenti mi lasciavo un pochino trasportare, ma ancora non ero dell'avviso di far sesso con lui.
Poi banalmente mi disse che faceva caldo e se volevo togliermi qualcosa.
Ci può stare, caro lettore, che questo rientrasse un poco nello stereotipo dell'approccio sessuale, ma tutto veniva al momento giusto e nel modo giusto quindi... mi ritrovai in camicia.
Lui mi venne dietro e mi disse di stendere le braccia come il poster di Michael. E mi iniziò a tastare le spalle e le braccia da dietro. Mentre mi tastava mi si avvicinava da dietro fino a toccarmi il sedere con la sua zona pubica e di conseguenza....
Ero un pò poco partecipe e così mi disse "mi sembra che sei poco abituato a farti tastare e farti apprezzare"
Gli risposi che era vero, ero veramente poco abituato.
"se ti è sgradito possiamo interrompere"
"no, mi sta piacendo" risposi; ancora non so quanto fosse vero, ma di sicuro volevo vedere l'evoluzione.
"secondo me non sei neanche tanto abituato a rifare il letto" e mentre lo diceva iniziava anche a tastare il torace e anche la pancia.
"non è che non sono abituato è che non vado in giro a fare i letti degli altri". Ammetto che sarebbe una frase poco adeguata, ma da un inesperto ce lo si può anche aspettare.
"perchè allora non ti stendi e ti rilassi? Poi vediamo come si sta". Mi piaceva quest'uomo, calma, classe, eleganza, mai una cosa fuori posto.
"va bene" risposi e quindi si allontana. Faccio per stendermi, e lui mi guarda...
"ma no dai... togli camicia e pantaloni almeno, mica ti rilassi così in casa". Aveva ragione e mentre lo facevo iniziai ad essere un poco civettuolo anche io. Vedendo che mi osservava attentamente fui molto lento e misi in grande evidenza il sedere mentre mi toglievo i pantaloni.
Una volta che mi fui sdraiato lui mi sorrise compiaciuto. "hai veramente un bel sedere dolcezza, qualche chilo in sovrappeso ma se riprendi l'attività sportiva sei uno schianto"
mi limitai a rispondere "grazie"
"tu però non guardarmi troppo eh, che io non sono mica in forma" e iniziò a togliersi qualche indumento.
"eh, allora dove guardo?"
"io ho la pancia vedi?" era ancora in camicia ma la pancia prominente era caratteristica già da vestito.
"vabbè alla tua età ci può anche stare" la mia non era adulazione era una verità. Poteva anche tenersi un poco meglio ma insomma era sulla sessantina...
"ma sotto la pancia funziona tutto bene" disse con un sorrisino malizioso mentre rimaneva come me, in canottiera e slip.
"beh, buon per te". Gli dissi anche io con un pò di malizia....
"ma magari anche buon per te, lo vuoi vedere?" mi disse rimanendo in piedi.
Risposi di sì. Realizzai che sino a mezz'ora prima invidiavo Michael perchè con il suo fisico avrei avuto figa a profusione, invece adesso ammettevo di voler vedere il pisello di questo signore.
Il pisello non mi impressionò affatto. Vuoi perchè era moscio e vuoi perchè era sotto una pancia imponente, mi sembrava moderatamente piccolo.
"che dici, è piccolo?, ti piace?".
"non so se è piccolo, penso che sia giusto per la tua età".
"ma diritto fa tutt'altra figura, te lo assicuro. Mi fai vedere il tuo?"
La domanda era giusta e posta al momento giusto ma, come detto, ero ancora un poco frastornato e quindi..."veramente per adesso preferirei rimanere così".
Lui non fa una piega e mi dice che va bene.
"lo vuoi vedere più da vicino?"
"sì".
Rimasi disteso mentre lui salì sul letto e si avvicinò inginocchiato a me. Il suo pisello era abastanza vicino al mio volto. Non sembrava più tanto piccolo adesso.
"lo vuoi toccare? Toccalo dai".
Lo presi in mano rimanendo disteso, apparentemente lo feci senza particolare entusiasmo.
Sentire il cazzo di un altro uomo in mano mi fece un certo effetto; trovai che fosse diverso dal mio, sicuramente meno tosto e vivace, ma la carne moscia prendeva consistenza.
"la sai fare una sega? Te le fai le seghe vero?"
"certo"
"allora fammi una sega, con calma eh, senza fretta".
Iniziai a muoverlo e nel farlo mi avvicinai di più ponendomi su un fianco. Vedendomi più partecipe iniziò ad accarezzarmi la testa, e le orecchie e il volto.
Il pisello gli stava prendendo una certa consistenza anche se non così in fretta.
"Bravo, sei molto delicato e sensibile". Semrbava un complimento e ne ero compiaciuto.
Nel frattempo mi avvicinava la testa al pube.
"perchè non gli dai un bacetto?"
Lo guardai con l'espressione di chi non sa cosa fare.
"Dagli un bacetto!" con un tono che era a intendeva spronarmi con un poco di direttività.
Gli diedi un bacetto, era ancora barzotto ma adesso si vedeva un'accenno della reale consistenza.
"ti piace vero?" constatò soddisfatto.
"sì" risposi anche se chiaramente non mi sentivo nella condizione di dare un'altra qualsiasi risposta.
Lui notando il rigonfiamento nei miei slip e disse indicandoli "si vede, perchè non teli togli?"
Evidentemente ero ancora imbarazzato per la situazione e anche per l'erezione in sua presenza. Non dissi di sì. Lui che sapeva alternare la pazienza con una forma più direttiva disse che andava bene egualmente, ma gli piacevano i bacetti sul pisello.
Così, esprimendo una forma di gratitudine per il fatto che non reiterasse la richiesta di togliermi gli slip iniziai a baciarlo con una certa avidità.
"Dai adesso prendilo in bocca" disse prendendomi per il mento e facendomi aprire l abocca.
Il suo pisello mi entrò in bocca e lo percepii veramente indurito.
"bravo, delicato, sensibile" e nel frattempo iniziò a spingermi sulla testa.
Mi trovavo in una posizione scomoda, perchè la sua pancia sopra la mia testa mi costringeva a una torsione innaturale, poi era chiaramente il mio primo pompino.
Feci per staccarmi. In un movimento brusco gli feci sentire i denti sul pisello.
"No!", mi diede uno schiaffetto.
"E' una cosa incredibilmente fastidiosa sentire i denti".
"scusa ma stavo tutto storto e non ce la facevo più"
"ah, okay, capisco, mi spiace, sdraiati che facciamo in modo diverso.
Per un momento temei che mi volesse salire sopra e scoparmi la bocca, ma in realtà mi fece continuare il pompino mettendomi un secondo cuscino sotto la testa e rimanendo di lato. La bocca me la scopava egualmente ma era una posizione meno intensa di quella di cui avevo paura, e il suo movimento era molto calmo. In ogni caso anche se alternavo momenti in cui mi lasciavo andare e momenti in cui avevo mille pensieri lui sembrava di gradire il pompino. Aveva oramai il cazzo in tiro, e devo dire che era quasi come il mio anche se leggermente più sottile. Aveva ragione; gli funzionava ancora bene. Comunque non arrivò al culmine dell'eccitazione. Si staccò e iniziò a tastarmi ovunque anche da sopra gli slip dove percepiva chiaramente la mia erezione.
"ti vergogni ancora di farmi vedere il pisello o riesci a toglierti gli slip?"
"beh non lo so", forse rimaneva un punto d'onore, anche dopo il pompino.
"okay mettiti sul fianco, non te lo guardo"
mi sdraiai sul fianco dandogli le spalle.
Con un braccio mi cinse da sotto e la sua mano mi si infiò tra gi slip.
"non telo guardo contento?"
"sì, non lo so perchè ma mi piace di più se non me lo vedi"
"va bene, vedi si fa come vuoi te".
"grazie", ero veramente grato per accettare qualche mio pudore.
nel frattempo anche l'altra mano si infilava nei miei slip, ma questa volta dal lato posteriore.
Massaggiava le natiche ma sembrava chiaro che il suo obiettivo fosse il mio buco nascosto.
Arrivò a toccarlo e mi irrigidii.
"tranquillo tanto si fa tutto come vuoi tu, vedi"; nel frattempo proseguiva a farmi la sega con calma e sapienza. La sua mano si sapeva indubbiamente muovere e non mi dispiaceva affatto, anzi, ero un poco pentito di non essermi fatto togliere gli slip ma a quel punto lasciavo che fosse lui a gestire il tutto; tra l'altro ancora non ero sufficientemente scafato per indurre il mio esperto partner a variazioni su quanto stesse facendo. E posterioremente mi stava massaggiando il buco e il solco tra le natiche. Sentivo che almeno un dito aveva intenzione di entrare ma non feci una piega.
Lui percepì il tacito assenso e se lo insalivò.
"adesso ti faccio godere come non hai mai fatto in vita tua".
Il suo dito si piazzò gradualmente nel mio sedere mentre la sega diventava veramente coinvolgente.
Si può dire che non capivo veramente più niente, con la sinistra mi segava e con la destra mi stava penetrando il sedere con un dito che poi divennero due... sempre con un movimento ritmato abbastanza analogo a quello della sega. Finalmente mi lasciai andare del tutto e urlai di piacere arrivando a sborrare. Lui mi rilascò con il giusto garbo; percepivo la sua soddisfazione anche solo dall'atmosfera che era in grado di sprigionare il suo carisma.
"Ci sono i fazzoletti sopra al comodino" disse indicandomeli.
Li presi e iniziai a pulirmi dalla sborrata.
(continua)
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