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Gay & Bisex

LEGATO E OFFERTO A LORO...


di RedTales
07.03.2024    |    4.172    |    4 9.0
"Pierluigi se ne va e ritorna poco dopo con un altro uomo..."
Quel giorno ero eccitatissimo perché il Padrone mi aveva chiamato ancora. Non sapevo cosa aspettarmi perché l’ultima volta era stata davvero deludente. Praticamente avevo fatto quasi solo da spettatore.

È sabato ed arrivo puntuale alle sei di pomeriggio. Pierluigi non mi dice niente ma mi indica di scendere nel seminterrato e, dopo avermi fatto spogliare, mi mette due polsiere legandomi alle due funi che scendono dal soffitto. Mi ritrovo a braccia aperte, quasi spalancate mentre lui mette sul tavolo un vasetto pieno di una pasta lubrificante che poi mi spalma per bene tra le chiappe e dentro il buco. Sento le dita aprirsi la strada e sono contento perché immagino che, in qualche modo, si dedicherà a me…
Purtroppo se ne va e credo ritorni solo dopo una buona ventina di minuti. Con lui c’è un altro uomo, non riesco a capire l’età perché ha una mascherina che copre naso ed occhi. Mi guarda, commenta con voce bassa che sono vecchio ma conclude con un: “però una botta non gliela nego, tanto ormai sono qui.”
Da quello che si dicono non credo conosca Pierluigi.
Lo vedo tirarsi fuori l’uccello quasi duro e quindi, su invito del Padrone, si mette un preservativo e, dopo essersi strusciato tra le chiappe, mi si fionda dentro. Bloccato come sono posso solo facilitargli l’ingresso allargando un po’ le gambe, ma non ne ha bisogno. Mi penetra con facilità mentre lancio un urletto, più per la sorpresa che per altro. Mi sbatte per bene, ci sa fare, e con una mano mi tocca il pene. Lo fa in un modo strano, stringendolo e tirandolo ma senza cercare di masturbarmi. Va avanti senza fretta, senza fermarsi e con un ritmo interrotto, di tanto in tanto, da brevi rallentamenti. Continua così fin quando viene. Mi piace ma non è niente di speciale. Però ho gradito e sono già soddisfatto.
Una volta fatto parla con il Padrone chiedendogli se può rimanere a vedere. Ovviamente, visto il mio ruolo nessuno dei due si degna di parlarmi e si comportano come se non ci fossi.
A quel punto è evidente che ci saranno altre sorprese e mi sento felice per quello che mi aspetta dopo: un “giro di giostra” lo ho fatto ed ormai sono sicuro che ce ne sarà almeno un altro. Resto in attesa e, non molto dopo si sente suonare il campanello. Pierluigi se ne va e ritorna poco dopo con un altro uomo. È biondo, sulla quarantina, forse più. Mi squadra chiedendogli cosa può fare: “quello che vuoi, è a tua disposizione” è la lapidaria risposta.
“Voi guardate?”
“Sì!”
Si mette subito ad accarezzarmi partendo dal collo, mi stringe i capezzoli, poi scende per darmi una strizzata alle palle e quindi si sposta e si toglie scarpe, pantaloni e mutande. Ha il cazzo duro. Mi abbraccia forte e sento il suo pene schiacciarsi contro la pancia. Mi succhia i lobi delle orecchie e mi bacia il collo mentre le mani mi stringono le chiappe. MI afferra il labbro inferiore tra i denti e quindi mi lecca il viso. Non mi bacia ma continua a far scorrere le mani dappertutto sussurrandomi che gli piace la pelle liscia e senza peli. Alla fine si sposta dietro e, stringendomi ancora tra le braccia, piano piano trova la strada giusta ed è dentro. Si muove piano giungendo in profondità, quindi esce completamente, attende e ritorna dentro. Ovviamente, aperto come sono, non trova resistenza. Il gioco gli piace e lo continua. Provo una sensazione strana, non so se mi eccita ma mi piace. Dopo un po’ si ferma di colpo, quindi esce e capisco che è venuto. Ritorna davanti a me e mi spara la lingua in bocca a lungo. Quando si sposta lo vedo togliersi il preservativo che mi spinge in bocca cercando di rovesciarlo e ci riesce perché sento il sapore dello sperma. Mentre succhio il condom lo vedo eccitatissimo con gli occhi che brillano. Purtroppo mi lascia così, con la “gommina” tra le labbra, ringrazia Pierluigi e, dopo che si è rivestito, mi fa un’ultima carezza su una guancia e lo vedo andar via. Il primo uomo è ancora lì che mi guarda ma non dice niente. Sono indeciso se sputare via il condom o tenerlo ancora in bocca ma, quando ritorna Pierluigi, è lui a togliermelo.
Passa ancora un po’ di tempo, forse un quarto d’ora ma non succede nulla. I due uomini mi ignorano completamente e si mettono a parlare di un ragazzo e di cosa gli fanno fare. Li ascolto fin quando suona ancora il campanello. Poco dopo sento un vociare sulle scale e un attimo dopo compare il Padrone con tre persone. Mi sembra di conoscerle e, dal modo di parlare, credo siano quei muratori dell’est europeo che avevo già incontrato. Però sono passati più o meno due anni e non ne sono completamente certo.
Questi, vista la situazione, non perdono tempo e si abbassano i pantaloni in fretta. Il tempo di essere nudi e ho già il primo dentro il culo. Scopa forte. La posizione è perfetta e lo vedo che, tenendo le mani sui fianchi, muove con impeto il bacino. Dura il giusto e poi scarica e se ne va lasciando il posto al secondo che è molto più… violento. Mi fa quasi male per i colpi fortissimi che da. Evidentemente ha il cazzo lungo perché mi procura delle fitte in profondità. Mi lamento ma lui prosegue senza alcuna esitazione. Traballo per le spinte ma lui avanza di quella decina di centimetri che bastano ber bloccarmi. Non posso più muovermi perché ho le braccia tese in avanti e lui da dietro mi spinge solo in avanti. Provo una totale sensazione di impotenza e quel sentirmi impossibilitato a fare anche il minimo gesto mi eccita. In ogni caso scopa bene e, mescolando sensazioni fisiche e mentali, il piacere è davvero intenso tanto che ho una forte erezione che induce il primo uomo che sta ancora godendosi lo spettacolo a venirmi davanti per schiaffeggiarmi con decisione il cazzo. Lo colpisce di lato facendolo sbattere a destra e a sinistra e mi fa male ma, al tempo stesso, mi piace... Intanto, sotto quei colpi incessanti, l’erezione inizia a sparire anche se la stimolazione sta facendo il suo effetto. Lui intanto alterna anche dei colpi dall’alto ed il mio pene inizia ad andare su e giù ed il piacere diviene estremo e, così sollecitato, non riesco a trattenermi e, all’ennesimo schiaffo, inizio a sbrodolare. Vengo. Questo lo fa fermare per osservare l’eiaculazione. Sto godendo in modo brutale e grido a gran voce il mio piacere. I commenti dei presenti sul mio stato di “troia” si sprecano e ciò accresce la potenza dell’orgasmo che sto vivendo. Ovviamente quello dietro continua ancora finché non giunge alla meta e lascia il posto al terzo che, dopo essere entrato, mi afferra per il collo e inizia ad offendermi chiamandomi troia, puttana, vacca sfondata, culo rotto… Sono sudato, tremo, godo ed è davvero tanto quello che provo...
Ad un certo punto, non contento mi afferra per i capelli tirandomi con forza la testa all’indietro. Mi fa male. Urlo e mi rendo conto che sono stanco e comincio ad essere spossato, sia per quanto mi stanno facendo, sia per l’orgasmo vissuto ma anche per la posizione scomoda e per essere bloccato lì in piedi da almeno due ore.
Ovviamente non dico nulla anche se comincio a lamentarmi ma ciò sembra non interessare a nessuno, anzi mi pare che ecciti ancora di più quello che ho dentro il culo perché si da da fare con maggior intensità mentre sento gli altri parlare e ridere.
Poi ogni cosa si ferma e tutti in pochi istanti, anche lo spettatore, se ne vanno di sopra con il Padrone. Resto solo nel silenzio, ritrovo le mie idee e metto a fuoco che i polsi mi fanno male, che mi scappa la pipì, che il culo brucia e che ho il pene molto arrossato. Inoltre vorrei grattarmi la testa… ma è nulla in confronto a quanto ho provato fino ad adesso e ho i brividi per l’appagamento che quella situazione mi sta provocando. Ripeto ancora, perché lo ho già detto altre volte, che il senso di impotenza e di totale dipendenza dall’altro è un qualcosa di interiore che ti fa sollevare da terra e ti procura delle scariche intense di qualcosa che, da dentro, ti fa impazzire dal piacere. Il dolore e la frustrazione si mescolano al gusto dell’orgasmo per sublimarlo oltre ogni comprensione. E tutto questo o lo si prova con la persona o le persone giuste e nella situazione ottimale o non lo si può capire e nemmeno immaginare.
Ritornando al racconto, dopo un’altra lunga pausa, Pierluigi ritorna con un ulteriore ospite. Questo lo riconosco subito, lo avevo già incontrato, è Michelangelo e, anche se solo per un attimo, ho paura per quello che potrebbe farmi.
“Ci si rivede troietta. Quanto tempo è passato? Lo dai via ancora per strada? Lo prendi anche dai neri?”
Non rispondo mentre inizia a girarmi attorno fin quando non mi si ferma davanti e mi afferra per i coglioni e mi tira con forza verso di lui e ride. Mi provoca una fitta terribile e, quando molla la presa, mi lascia piegato in avanti e sorretto solo dalle braccia perché ho le gambe piegate. Si sposta dietro e mi allarga i glutei con decisione e mi fa ancora male e quindi mi infila qualcosa dentro l’ano, forse due dita.
“Porca! Ma quanto sei sfondata?”
Ritorna davanti mentre il Padrone se ne va via e si abbassa i pantaloni sventolando l’uccello: “lo vuoi? Lo vuoi nel culo? L’altra volta ti era piaciuto. Allora, lo vuoi?”
Non dico niente.
“E che cazzo! Lo vuoi? Rispondi!”
“Sì, sì, lo voglio.”
“Dove lo vuoi?”
“Nel culo.”
Lascia i pantaloni sul pavimento e mi viene dietro e, mentre mi aspetto di sentirlo entrare, mi da un forte calcio sulle palle.
Urlo fortissimo e resto nuovamente appeso solo per le braccia mentre lui mi solleva per i fianchi e mi penetra. Mi sbatte ma quasi non me ne accorgo perché mi fa male dappertutto. Mi da delle spinte forti, dal basso verso l’alto perché mi fa quasi sollevare con i piedi da terra quando arriva in fondo e i nostri corpi sbattono uno contro l’altro. Mi dice che si diverte e continua a lungo fin quando non si svuota. Non lo so con sicurezza ma credo che lui, come le altre volte che lo ho incontrato, non si sia messo il preservativo.
Nel frattempo è tornato Pierluigi per assistere alla fine del rapporto e, da quanto dice, è appagato.
“Sai che sei l’ultimo, uno mi ha scritto che non viene e quell’altro ormai avrebbe dovuto essere qui da più di un’ora. Coglione! Almeno poteva avvisare.”
“Allora finisce così?”
“Se hai ancora voglia…”
“No, è tardi e devo tornare a casa, Clelia mi aspetta…”
“Ci fai un giro tu?”
“Nooo! Con questa troia ho finito. Non mi gusta più. Ma la vedi? Ormai non sa neanche cosa vuole. Forse vuole solo un cazzo in culo…”
“Già. Ma se vuoi me la posso prendere io?”
I due parlano a un metro da me, come se non ci fossi e continuano.
“Certo. Se ti va sta roba, prendila pure. Ma vedrai che ti stanchi subito.”
Continuano a parlare del mio possesso finché non salgono.
Resto di nuovo solo. Soffro e provo piacere ma ho un fortissimo stimolo: devo fare pipì. Cerco di reggere e provo a stringere il più possibile le gambe. Sì, resisto, ma più il tempo passa più diventa difficile e all’improvviso esce. Stringo di più le ginocchia ma non c’è nulla da fare lo scroscio scende tra le gambe e, a quel punto le raddrizzo e mi svuoto. Provo sollievo ma anche preoccupazione per cosa potrà dire Pierluigi.
Quando ritorna il Padrone e vede quanto ho fatto si infuria e mi dice di tutto, mi schiaffeggia e quindi mi slega e mi ordina di leccare tutto.
Mi accuccio sul pavimento ed inizio a far correre la lingua mentre lui mi da dei calci sul culo.
Dopo parecchio mi butta davanti i vestiti e: “mettili e vattene. Sei pessimo come slave. Non ti voglio più vedere. Hai rovinato anche questo ultimo incontro. Fai schifo. Vestiti e vai via.”
Non aggiunge altro e se ne va.
Esco dalla sua casa ed ho la forte sensazione che non mi chiamerà più e, questa volta, credo che sarà proprio così.
Guido ancora provato e sbattuto. Sono le undici e mi sento stanco. Adesso che il piacere è scomparso resta solo la sensazione di malessere, soprattutto per quanto mi ha detto.
Parcheggiando davanti a casa guardo distrattamente il telefono.
C’è solo un messaggio da un numero sconosciuto: “domai mattina alle dieci vieni qui. Arriva con un grosso cazzo nel culo e con calze autoreggenti. Ti faccio la festa.”
Rispondo: “chi sei? Cosa vuoi?”
“Sono l’amico del tuo ex padrone. Ti ho inculato prima da lui. Vieni in via…”
Quell’uomo non mi piace, non mi è mai piaciuto e non è il mio Padrone. Ho un momento di rabbia e gli rispondo malissimo: “vai al diavolo. Se proprio non resisti fatti una sega da solo. Non sei il mio Padrone” e poi blocco il numero.

Oggi, mentre scrivo queste righe sono pentito di quanto fatto e lo ho già sbloccato...
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