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Gay & Bisex

La prima volta


di singlebsx58roma
15.04.2017    |    24.018    |    13 9.7
"“Non ti piacerebbe provare a prenderlo dietro?” mi sussurrò..."
Tutto ebbe inizio nel lontano 1979. Quell’anno fui chiamato a prestare servizio militare in una città del nord Italia. La paga era misera e per noi proletari era dura tirare avanti. Chi non aveva problemi morali si accompagnava con gay (all’epoca semplicemente omosessuali) disposti a pagare per le prestazioni.
Conobbi Vittorio un uomo sulla cinquantina, capelli un pò brizzolati, fisico tonico, una domenica pomeriggio in un bar. Una chiacchierata tira l’altra facemmo amicizia e rimanemmo d’accordo per vederci il giorno seguente, dopo la libera uscita.
Sebbene non avevo problemi a fare sesso con uomini, mi limitavo al mio ruolo attivo e niente baci.
Eravamo di sera nella sua macchina in una stradina di periferia. Quando dopo aver fermato la sua auto mise la mano sulla mia coscia, la patta dei pantaloni si gonfiò. Quando poi l’aprì dicendo “vediamo cosa c’è sotto”, il cazzo saltò fuori tutto duro.
Lo carezzò brevemente con le mani, poi vi si buttò su con il viso, e con le labbra iniziò un lento su e giù, interrotto ogni tanto da slinguazzate. Non dovette attendere molto per ritrovarsi la bocca piena di bianca crema che ingoiò con piacere.
Debbo dire che il nostro diventò un vero rapporto di amicizia. A volte ci si vedeva solo per bere qualcosa, scambiare due chiacchiere e senza fare sesso e magari mi dava anche del denaro. A volte si faceva sesso senza scambio di soldi. Mi portava a mangiare nei migliori ristoranti dove il conto a peersona, poteva essere paragonato agli 80 euri attuali. Aveva un buon impiego e poteva permetterselo ovviamente.
I nostri incontri sessuali avvenivano in auto o nel retrobottega di una boutique di un suo amico o, più raramente, a casa sua quando la famiglia non c’era.
Ma fu nell’estate dell’80 che ci fu l’esplosione dei nostri incontri sessuali.
La sua famiglia era in riviera e noi ci si incontrava in tutta tranquillità a casa sua.
Fu una di queste sere…………
L’avevo già posseduto prima di cena, in piedi nel bagno, e l’avevo aiutato a venire tenendogli l’uccello in mano (avevo già fatto un passo avanti).
Poi mangiammo qualcosa di frugale. Infine ci spostammo in salone per sentire un po’ di musica.
Eravamo seduti, con addosso i soli slip, sul divano e mi teneva il capo sul suo petto. Il suo mento mi massaggiava la testa con i miei cortissimi capelli. Ricordo era un massaggio piacevolissimo e sensuale. Poi si staccò e sentii la sua bocca sul collo e le orecchie. Alternava piccoli baci a slinguazzate e piccoli morsi.
“Non ti piacerebbe provare a prenderlo dietro?” mi sussurrò. Non risposi, lasciai continuarlo. Il cazzo mi si era gonfiato. “Hai paura di perdere la tua virilità?” insisteva lui. “Tanto guarda che siamo tutti omosessuali, attivi e passivi. La parola OMO significa ‘stesso’, quindi sia che sei attivo, sia che sei passivo, sei sempre omosex. E poi, siamo solo noi nell’intimità di queste quattro mura”. “Nnooonn so” risposi io sibilando le parole a occhi chiusi, aggraziato dal massaggio col mento sul mio capo, mentre lui portava la mia mano a palpeggiargli il cazzo.
Ma mentre gli davo quella risposta, nella mia testa cominciò un turbinio di parole “siamo tutti omosessuali, siamo tutti….”.
Poi d’improvviso mi scostò il capo e sentii le sue labbra sulle mie, l’alito fresco di menta (in seguito realizzai che quello di mangiare caramelle era un escamotage per incentivare l’altro al bacio), la sua lingua entrare nella mia bocca. Non mi era mai successo di baciare un altro uomo.
Non feci resistenza, ma anzi, con meraviglia la mia le andò voracemente incontro.
Intanto con la mia mano gli avevo fatto diventare il cazzo duro.
“Ti va di baciarmelo?” disse lui accompagnando delicatamente il mio capo sul suo cazzo.
“Ma si, dissi” tra me e me, “quello che dice non è sbagliato”. OMO è sinonimo di stesso, e quindi se scopiamo con lo stesso sesso, che senso ha queste distinzioni tra passivo e attivo? Forse potrà non piacere ma bisogna prima provarlo.
Presi il suo uccello in bocca, e ricordando il suo modo di fare i pompini cominciai a succhiarlo. Era piacevole. Poi mi tirai su, ci baciammo e infine gli dissi “Mi hai convinto, voglio sentirti dentro, ma mi raccomando fai piano è la prima volta”. “Non ti preoccupare, sarò dolce, girati con la pancia verso lo schienale del divano, mentre vado a prendere l’olio”.
Tornò subito con una tazzina d’olio. Io ero con il viso poggiato sullo schienale, il sedere inarcato, posizione pecorina. Sentii la sua lingua leccarmi l’ano e i dintorni. Una sensazione così piacevole non l’avevo mai provata. Il corpo cominciò a rilassarsi. Infine sentii le sue dita unte d’olio intente ad allargare l’orifizio. Poi quando sentii il palmo della sua mano sinistra poggiarsi sulla mia anca sinistra, capii che quello che stava entrando nel mio culo, era il suo cazzo.
Non fu traumatico sicuramente x due fattori. Uno perché me lo aveva lubrificato e fatto rilassare bene, e secondo perché aveva un cazzo di quelli che iniziano con la cappella piccola e si ingrossano scendendo.
Era fatta, avevo perso la mia verginità.
Vittorio cominciò a cavalcarmi lentamente, poi con più foga, aumentando e rallentando sia il ritmo che i colpi. Sentivo il suo respiro aumentare. Avevo il cazzo eccitatissimo.
Fu quando cominciò ad assestare con la forza dei reni colpi secchi, che cominciai a sentire dolore. Ma era solo dolore? Sicuramente mi trovavo in quella terra di confine dove dolore e piacere si confondono e confine più non c’è.
Non so quanto durò la cavalcata.
Ero in trance, piacere e dolore si alternavano come in una staffetta, ma aveva sempre la meglio il piacere.
Mi prese il petto con le mani e mi tirò su. Sentivo il suo respiro forte, affannato, sul mio collo. “Allora ti piace? Ne valeva la pena?” mi sussurrò. “Ssiiii” risposi io.
Mi girai con la testa e ci baciammo. “Fammi capire quando stai per venire che veniamo insieme” mi disse.
Non dovette attendere molto.
Ormai con la mente completamente in trance, e il corpo completamente rilassato avevo solo sensazioni di piacere. Sentivo un fuoco salire.
Esplodemmo quasi all’unisono in un grande orgasmo. E mentre il mio ano riceveva la sua calda crema (eravamo nell’80 e l’AIDS era ancora lontano), il mio sperma schizzando fuori con la forza dei 20 anni, andò a posarsi sullo schienale del divano.
Rimanemmo alcuni minuti abbracciati, con lui dentro di me, stanchi ma felicemente appagati!
Quella sera rientrai in caserma con 30 minuti di ritardo. Mi beccai 5 giorni di CPS (se ricordo bene dovrebbe significare Camera di Punizione Semplice, previsto per infrazioni semplici. In sostanza si rimaneva consegnati in caserma senza poter andare il libera uscita). Ma ne valsero la pena.

A volte i racconti hanno una morale. Anche questo ne ha una. E quale è? A tutti quei giovani baldanzosi che si dichiarano “bsx, ma solo attivo” dico questo: Chi ha la predisposizione a fare sesso con lo stesso genere, è molto facile che in età adulta vorrà provare anche l’aspetto passivo. FATELO ORA che avete ancora il cazzo ben in tiro, e potete raggiungere l’orgasmo anale senza dovervi masturbare. Non aspettate di raggiungere l’età matura e dovervi aiutare segandovi!



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