Gay & Bisex

Marcello


di xsea3
12.05.2023    |    15.846    |    11 9.5
"Se non fossi una persona per bene lo violenterei! – Cosa c’entra essere finocchi! Qui si tratta di imparare ad usare il corpo! Di capire cosa piace a te per..."
- Qual è il problema?-
Lui mi guarda nervoso.
Ha appena compiuto 18 anni, mi fa tenerezza con quel suo visetto imbarazzato.
Siamo amici, io e i suoi, da qualche tempo e con loro ho ereditato l’amicizia col figlio.
Se sapesse. Ho conosciuto il padre su un sito di incontri. Lui e la moglie cercavano un terzo per vivacizzare la loro vita sessuale. Davvero un gioiello di coppia. Lei, nonostante i quaranta, longilinea, tonica e vogliosa, lui, di poco più grande, in perfetta forma. Una coppia da copertina. Infilarmi nel loro ménage è stato bello.
Carlo, l’uomo, è bisex e versatile, gli piace metterlo ma a volte gli vien la voglia di prenderlo. Lei si eccita quando la scopi mentre il marito t’incula e anche quando è lui che geme, col cazzo nella sua fighetta stretta e sempre bagnata, mentre un altro lo stantuffa.
Dopo un po’ di incontri un po’ freddini si è finalmente creata l’intesa e poi l’amicizia. Il rapporto è uscito dal sesso ed è diventato frequentazione.
L’aperitivo con gli amici, la cena… senza che nessuno immagini quanto siamo intimi.
E nel mezzo Marcello. Il figlio ignaro della vita sessuale articolata dai genitori. Il ragazzo timido che ha bisogno di qualcuno di esperto con cui parlare.
- Qual è il problema?- è la domanda… lo vedo che è in difficoltà mentre tergiversa.
I suoi sono a casa loro, è venuto a trovarmi. Lo fa a volte, perché con me può parlare di tutto, e io che una famiglia mia non l’ho mai voluta, lo trovo stimolante, parlare con ragazzi giovani, dargli se posso delle indicazioni.
Ma a lui darei anche altro. Col suo fisico asciutto, magro, gli occhi chiari e i biondi capelli ricci arruffati in testa sembra un cherubino. Innocente, bravo, bono, con un culetto a mandolino in cui affonderei senza pietà sussurrandogli all’orecchio: - Se piace a tuo padre, tu lo adorerai.-
Ma naturalmente faccio il bravo.
- Le donne! - risponde lui esasperato. – Mi piacciono ma non sai mai come fare a farle stare bene! -
Sorrido passandogli una birra: - Parliamo di psicologia o di fisiologia?- so che ha una ragazza che frequenta, ma non so se hanno già consumato la loro relazione.
Lui alza gli occhi al cielo – Se la tocco le piace, ma non toppo, le tette sfiorate sì e più giù… non si capisce mai se vuole o no!-
Rido – Le donne sono esattamente come noi. Basta chiederti se a te piacerebbe!- gli dico facendo l’occhiolino.
Lui sembra piccato – Non dire assurdità! Siamo completamente diversi!-
Un idea malsana mi prende. Vorrei dominarla, ma non sono bravo in questo. Improvvisamente me lo immagino a gridare sotto di me mentre lo stantuffo.
Dovrei cambiare pensieri, ma ormai mi sono innescato: - Cosa stai dicendo!?-
Apro un cassetto e tiro fuori una immagine di Jessica, una delle mie amiche. Difficile riconoscerla: è un primo piano della sua fighetta umida e stretta.
Il ragazzo sgrana gli occhi e arrossisce, mentre io ignorandolo indico la foto.
-Questa è una donna! Cosa c’è di diverso da te?-
Lui resta in silenzio imbarazzato. Mi siedo accanto a lui, abbastanza vicino perché i nostri corpi si tocchino.
Indossa quei pantaloni da tutta che vanno tanto oggi tra i giovani e una maglietta di cotone a maniche lunghe. In casa mia si sta bene. Sento la gamba tonica contro la mia, il suo calore mi pare attraversare il tessuto e i miei jeans. Qualcosa comincia a gonfiarmisi. Lui ingenuo non si ritrae, troppo preso dalla foto.
Sfioro l’immagine con e dita: - La figa è un buco, lo hai anche tu. Qui c’è la clitoride, che è come il tuo cazzo. Dentro, se frughi bene c’è il punto g, che le fa impazzire di piacere, come la tua prostata… Siamo uguali. Per far stare bene loro devi solo imparare a stare bene tu…-
Sento la sua resistenza all’informazione. Parti di lui lottano al suo interno, finchè non mi guarda con gli occhi chiari smarrito: - Non capisco…- ammette.
E io ho già un piano.
Carlo e sua moglie mi ucciderebbero se sapessero. Ma io non sono mai stato bravo ad accontentarmi, se parliamo di sesso. E la carne tenera del ragazzino mi chiama, con il suo profumo, la sua delicatezza.
-Mmm, se vuoi ti spiego ma dovrà essere il nostro segreto.-
Lui è imbarazzato, il mio tono è caldo e complice, improvvisamente pare accorgersi del mio corpo accanto al suo.
Annuisce e io sorrido: - Togliti la maglietta- ordino. Lui sgrana gli occhi mentre io mi sbottono piano la camicia. Per la mia età so di essere in forma. Non ho la pancetta, sono tonico anche se non scolpito.
-Cosa fai?- domanda spaventato.
-Certe cose non si spiegano a voce, si devono provare!- dico fissandolo dritto negli occhi – Avanti non fare il bambino, siamo tra di noi, leva la maglietta.-
Esita ma non osa tirarsi indietro. Finalmente vedo quel corpo bianco e morbido.
Sorrido.
Gli appoggio piano una mano al centro del petto e inizio ad accarezzarlo. Lui sussulta.
Gli prendo la mano e me la poso sul pettorale: -Cominciamo da qui. Le donne hanno le tette e noi pure. Le loro son più grandi, ma quello che si sente è lo stesso. Molti maschi non se ne rendono conto ma il piacere dei capezzoli è uguale per entrambi.- mentre lo dico inizio a sfiorargli il piccolo capezzolo roseo. Lo sento indurirsi sotto il mio polpastrello. Lui è paonazzo e noto che qualcosa si sta gonfiando tra le sue gambe.
- Per dare piacere ad una donna devi fare ciò che piacerebbe a te. Gioca con le me tette. Facciamo un gioco, io faccio a te quello che tu fai a me!-
-Luca io non so se va bene questa cosa…- mormora, mentre comincia a toccarmi i capezzoli.
Sorrido imitando attentamente i suoi gesti, ci sfioriamo, tittilliamo e lui ci prende gusto, inizia a stringere a giocare, allunga anche l’altra mano. Riproduco fedelmente a lui quello che mi sta facendo, sento il cazzo che scoppia nei jeans, ma non ci vuole fretta in queste situazioni, devo farlo eccitare a dovere.
- Molto bravo – gli sussurro- impari in fretta. Ma non ci sono solo le dita.- mi chino a leccargli il capezzolo.
Lui salta preso di sorpresa, non sa cosa fare.
-Forza Marcello, concentrati, devi capire cosa ti piace, non stare impalato come se ti stessi mangiando! Toccami! Il sesso ben fatto è scambio!-
Gli succhio piano il capezzolo mentre con una mano tormento l’atro, lui trema, finalmente allunga una mano e me la posa sulla nuca. Divento più aggressivo, lui geme.
Inizio a correre con le mani su tutto il petto, gli stringo i fianchi, gli addominali, passo all’altro capezzolo, gli lecco il petto e salgo fino al collo. Lui si stringe a me esterrefatto da ciò che prova.
- Aspetta Luca, così è troppo- Mugola spaventato. E io lo bacio.
Sgrana gli occhi, cerca di spingermi via, io gli prendo le mani e me le spingo sul corpo.
-No, lasciami!- protesta e io gli infilo la lingua in bocca.
Si agita, sento il suo cazzo duro sfregare sul mio. Peso abbastanza da tenerlo fermo.
-Smettila di comportarti così!- Lo riprendo spazientito-
-Io non sono finocchio!- protesta arrabbiato
-Non fare lo scemo! – sono a cavalcioni su di lui, ha le labbra arrossate per il mio assalto, il petto segnato dalle mie mani e dalla mia bocca. Se non fossi una persona per bene lo violenterei! – Cosa c’entra essere finocchi! Qui si tratta di imparare ad usare il corpo! Di capire cosa piace a te per poi farlo alla tua ragazza! Ti pare che io sia frocio?-
Lui mi fissa esitante, il mio tono duro lo ha sorpreso, scuote il capo,
- Esatto, io sto cercando di aiutarti, di insegnarti qualcosa che nessuno può, ma il sesso è fatto di sensazioni. Te l’ho già detto. Mi sto sacrificando per te e tu non fai altro che protestare e mi dai pure del finocchio!-
Mi scosto e faccio per rimettermi la camicia.
-Luca scusa, non volevo offenderti…- lui è mesto e confuso. Sorrido dandogli le spalle.
-Forse sei ancora troppo ragazzino per queste cose, scusami tu, lasciamo perdere- Faccio per mettere la camicia.
-Aspetta- il suo tono supplichevole mi da una nuova scossa al cazzo.
Mi volto.
-Scusami, è che mi hai preso di sorpresa… cioè… io voglio imparare, tu hai sempre delle gran fighe attorno…-
Sorrido e mi avvicino scompigliandogli i capelli: -Certo che ho delle gran fighe, perché le faccio godere e non c’è nulla di meglio per conquistare una donna. E sai come faccio? Perché so che siamo uguali e ho imparato su di me cosa si prova, così riesco a immaginare cosa provano loro!
Pensa al bacio di prima, essere baciato da me non è come con la tua ragazza giusto?-
Lui mi fissa pieno di attenzione, scuote la testa.
Gli poggio il pollice sulle labbra e le accarezzo: - il dito di un uomo fa un effetto diverso da quello di una donna, ma se fai attenzione puoi capire cosa prova lei.- Mi avvicino lentamente, prendendogli il mento.
- Senti come ti bacio, che effetto fa la mia bocca, come ti succhio la lingua…- gli sussurro terminando con le labbra sulle sue.
Lo sento ancora esitare, ma apre la bocca e io reinfilo la lingua. È teso ma ora pare concentrato su quello che gli faccio.
Lentamente sento una mano che mi cinge il fianco, si sta sciogliendo, lo bacio con più passione, tirandolo a cavalcioni su di me, gli afferro la nuca.
Il ragazzino si arrende, risponde al bacio, mi comincia a toccare il petto, mi pizzica i capezzoli e io restituisco il favore.
Gli appoggio le mani sul culo, lui si irrigidisce, ma io lo massaggio piano.
Ci separiamo, lui è rosso in volto.
-Stai muovendo il culo sul mio pacco!- gli dico.
Lui si immobilizza diventando color peperone.
-Non ti vergognare sciocchino! Pensa invece a come ti è venuto naturale. Se baci così e tocchi così la tua ragazza, anche a lei verrà naturale. Le si bagnerà la passerina e vorrà che tu la scopi!-
Lui sorride all’idea.
-Lei si bagna a te viene duro, la reazione è la stessa- spiego sfiorando il rigonfiamento dei sui pantaloni.
Fa una risatina imbarazzata.
-Andiamo al succo della lezione!- gli dico battendogli sulla gamba perché scenda dal mio braccio.
Lo vedo un po’ preoccupato ma si vede che è curioso.
Riprendo la foto della patata di Jessica.
-Qua siamo alla parte importante. Come ti dicevo siamo fondamentalmente uguali, magari solo con diverse proporzioni. Quindi bisogna far eccitare la tua ragazza, prima di arrivare alla scopata. SI inizia da sopra i vestiti. Vieni qua, dammi un bacio!-
Lui esita ma si protende su di me e mi bacia timidamente.
E io rispondo e lentamente lo spigo sul divano.
Mi appoggio su di lui, premo il cazzo contro il suo.
-Lo senti?- Domando
Lui pare un uccellino in trappola. Annuisce.
-Se tu fossi una ragazza, lo sentiresti uguale, e io lo starei strusciando proprio sulla clitoride-
Muovo il bacino contro la sua erezione. Io ho dei Jeans, non credo riesca a capire bene le dimensioni del mio cazzo, ma io avverto perfettamente la forma del suo, duro e di dimensioni apprezzabili.
- Luca io…-
-Ti piace non è vero?- chiedo ricominciando a baciarlo e a toccarlo, a stringerlo.
La resistenza è minima, risponde al bacio, mi abbraccia, stringe i miei fianchi, mi guida per strusciare meglio contro il pisello duro.
Poggiato su un gomito gli sorrido, gli accarezzo il petto, gli addominali e mi infilo sotto i suoi pantaloni.
Sgrana gli occhioni, si paralizza, e io gli accarezzo il cazzo attraverso le mutande.
- La clitoride di una donna è sensibile proprio come noi, è solo più piccola, ma devi massaggiarla, solleticarla, stuzzicarla, soprattutto in punta.
Gioco col suo glande, sento dell’umido.
- Proprio come il tuo cazzo anche la fighetta si bagna quando la coccoli a dovere.-
Sta per parlare e io lo bacio, stringendogli il cazzo. Si inarca e mi geme in bocca. Questo ragazzino mi farà godere come non mai quando avrò finito di istruirlo, penso tra me.
Non lotta più, mi bacia, si impegna e io passo al collo, al petto e scendo, leccando gli addominali, mi fermo sull’ombelico, mentre con la mano continuo ad accarezzargli il pacco.
Ha capito cosa sta per succedere ma non osa protestare.
Arrivo all’inguine e vi struscio la faccia, mentre con le mani gli accarezzo il corpo, gli pizzico i capezzoli.
Infine scendo e gli abbasso i pantaloni e le mutande.
Il cazzo balza fuori eretto.
-Luca…- mi piace come mormora spaventato il mio nome.
Gli lecco il cazzo a partire dalle palle fino in punta, assaporando una goccia di presperma. Lui trema.
-Siete mai arrivati a questo?-Domando
Farlo parlare della sua ragazza serve a mantenere la farsa dell’insegnamento.
Lui scuote la testa.
-Se arrivi alla fighetta devi imparare a leccarla a dovere. Devi prestare molta attenzione alla clitoride, ma anche al resto.- gli sussurro sollevandogli le palle e leccando il perineo fino al buchino.
-Aspetta! Aspetta!- è spaventato ma io gli afferro le cosce e gliele divarico iniziando a leccarlo dal buchetto alla punta del cazzo.
Sento che mi mette le mani sulle spalle come per allontanarmi e glielo prendo in bocca.
Geme, getta indietro la testa, perde forze nelle braccia e io comincio a succhiarlo a dovere, gli lecco la capella violacea e gonfia, passo con la lingua attorno, gli lecco il filetto, lo stringo e sego. Con il pollice gli massaggio il perineo, sento la radice del suo cazzo sotto le dita che pulsa. Con una mano gioco col suo capezzolo.
Il suo primo pompino: il ragazzino è perso nel piacere. Insisto finchè non lo sento contrarsi, il cazzo sta per pompare tutto lo sperma e schizzarmi in gola. Quindi mi fermo.
Lui mi guarda shockato. E io risalgo a baciarlo in bocca, facendogli assaggiare il sapore del suo giovane cazzo.
-Hai capito come funziona la clitoride? Il piacere che da ad una donna avere un uomo che la lecca?- domando premendo il mio pacco sul suo cazzo duro.
-Si..- Sussurra
-Vedi stai di nuovo muovendoti contro di me, senti come hai voglia del mio cazzo? Di sentirmi addosso?-
Lui si immobilizza- Ma cosa dici?- ribatte scandalizzato
-Eddai Marcello! Non torniamo indietro. Son qui da mezzora che mi prodigo per farti capire cosa sente una donna! L’obiettivo è farle desiderare il tuo cazzo! O pensavi di limitarti a regalare dei fiori!?- Mentre lo dico gli afferro il pisello e gli accarezzo la punta.
Lui trema – Scusa luca è che… non so, mi pare di fare qualcosa di sbagliato- Mormora col cazzo che mi pulsa in mano.
-Non dire cazzate, senti come ce l’hai duro, significa che ti piace, che sei eccitato, come lo sarebbe la tua ragazza al posto tuo.
Forza slacciami i Jeans.-
-Ma…-
Gli stringo il pisello turgido: -Avanti Marcello, lasciati andare, vediamo di andare avanti così la chiudiamo in fretta- Dico e comincio a baciargli il collo. Ho capito che gli piace.
Si struscia su di me, la nostra pelle bollente si incontra.
Gli prendo una mano e me la appoggio sul pacco, poi lo bacio ancora.
Con la mia lingua in bocca prende coraggio, mi stringe finalmente l’uccello attraverso i Jeans.
Capisco che devo aiutarlo, mi slaccio io i bottoni e poi gli prendo la mano e me la porto al ventre.
Lui segue la linea dei miei addominali, finchè non mi sfiora il pisello.
Lo sento esitare finchè finalmente lo afferra.
Ho un cazzo abbastanza nella media, ma mi piace soprattutto per la forma, leggermente curvato in su, con la cappella a fungo proporzionata e soprattutto bello duro.
-Concentrati adesso Marcello, sentilo in mano, senti come è caldo e liscio? Non è mai come toccare il proprio quando si prova il cazzo di un altro!-
Lui è di nuovo rosso di imbarazzo.
Mi scosto da lui, mi alzo, sfilo i pantaloni. Mi lascio osservare.
Lui resta immobile, steso sul divano.
-Bhe, che ne pensi?- Gli domando, afferrandomi il cazzo e segandolo in modo teatrale.
Sembra ipnotizzato mentre pian mi avvicino.
-Su, toccalo, mica ti mangia, è come il tuo! Ma fai attenzione alle sensazioni, immedesimati nella tua ragazza. Se non lo avete mai fatto, la prima volta che ci arriverete si sentirà come te! E tu ora sai come ci si sente, potrei capirla, guidarla, aiutarla come faccio io con te.-
Gli prendo la mano e me la porto al cazzo.
Lui si siede per stare più comodo.
Osservo la sua mano bianca ed esitante cingermi l’uccello.
Gli circondo le dita con le mie e lo guido in una bella sega, muovo la mano dalla base alla punta. Piano piano mi avvicino a lui.
-Ti piace?- gli chiedo.
Lui alza gli occhi verso di me.
-Senti l’odore? Anche se è pulito sprigiona un suo aroma. Ogni cazzo ha il suo e ogni figa, te ne accorgerai…è un odore eccitante no?-
Lui ingenuo avvicina il naso, inspira, mi guarda di nuovo.
Gli accarezzo piano la testa, attirandolo verso il mio bacino:-Annusa ancora- gli sussurro- Sentilo tutto, non solo la punta, anche il resto…- lui si lascia guidare, come in trance, il mio pisello gli passa tutto sotto il naso, arriva fino al pube, dove ho i peli corti e ben curati. Sento il suo respiro mentre mi annusa il cazzo e con la mano continua a toccarmi.
-Senti le palle- gli dico e lui annusa -Toccale anche!- Obbedisce.
Prendo in mano il pisello e glielo struscio sul viso.
Lui si scosta – Non ti piace?-
-Luca io…-
-Tu ti devi concentrare se poi vuoi farlo alla tua ragazza!- lo ammonisco severo -Adesso bacialo!-
Sgrana gli occhi. Vorrei fargli una foto, seduto lì, con gli occhi chiari spalancati e il mio cazzo davanti alla faccia.-
-Come?- chiede spaventato.
Fingo di non capire – Con la bocca, con cosa lo vuoi baciare!? Siete innamorati tu e la tua ragazza, ti bacerà no?-
Lui esita e io gli appoggio il glande sulla bocca. Mi da un timido bacio. Spingo di nuovo per averne un altro: -Concentrati, senti la forza maschile nel cazzo, devi baciarlo come se lo adorassi, impegnati, fingi di essere lei, coprilo di tenerezze, assicurati che mi resti duro!-
E Marcello cede di nuovo. Mi bacia il pisello piano, con convinzione. Parte dalla punta, poi mi copre di baci il glande, il filetto, l’asta, giù fino al pube. Mi bacia anche quello e poi le palle e risale.
-Ah che bravo! – mugolo – Diventerai uno spaccafiga eccezionale.
Lui sorride al complimento e io approfitto dell’entusiasmo: -Vai di lingua- lo incito.
E Marcello obbedisce. Comincia a leccarmi come un gelato, le palle, risale lungo l’asta, lecca la goccia di presperma in punta.
Non devo dire nulla, faccio una leggera pressione sulla nuca e lui apre la bocca.
Mi scappa un gemito soddisfatto mentre le sue labbra avvolgono il mio bastone.
-Attento ai denti – lo istruisco – senti bene la sensazione. Molte donne sono refrattarie a fare i pompini o li fanno per obbligo, sei tu che devi insegnare loro ad apprezzare il cazzo in bocca. Concentrati sulle sensazioni, fai come ho fatto io prima a te. Bravo così, usa la lingua, assaporalo, senti com’è duro e caldo!-
La troietta ci sta prendendo gusto, succhia deciso, mi tocca le palle, lecca, cerca di prenderne più che può.
Lo fermo controvoglia, ma solo per stendermi sul divano.
Lui fa per accucciarsi tra le mie gambe, ma lo blocco.
- Sei bravissimo, meriti un premio, il sesso è scambio, voltati e mettiti a cavalcioni su di me, facciamo un sessantanove-
Lo vedo impacciato mentre si posiziona, ma ormai è mio.
Il suo cazzo è ancora duro, lo lecco piano e lui si getta sul mio. Gli appoggio le mani sul culo, mi allungo. È un po’ più basso d me, dunque il culetto mi arriva proprio davanti alla faccia.
-Bene, veniamo all’ultima parte della lezione- gli dico- abbiamo studiato la clitoride, ora tocca alla figa. Anche quella ama essere leccata.
Gli divarico le chiappe, godendomi il buchetto stretto e rosa, ci soffio piano sopra.
Lui si blocca – Aspetta! Quello no!- Esclama.
-Non dire cazzate! Continua a succhiarmi!- Ordino e mi avvento sul buchino.
La mia presa sulle chiappe è solida, lui cerca di scostarsi ma non ci riesce.
La mia lingua arriva al pertugio, inizio a leccarlo con attenzione.
-No, aspetta Luca! Non voglio!- geme, stringendo il mio cazzo ancora in mano.
Non gli rispondo nemmeno, inizio a picchiettare con la lingua, il tenero orifizio cede lentamente ai miei colpi, pian piano si apre come un fiorellino, si dilata, si rilassa.
Lui smette di lottare, appoggia la testa sulla mia coscia, ancora col mio cazzo duro in mano.
Sento che comincia piacergli.
- Senti come va leccata una fighetta? Devi usare tutta la lingua, leccarla attorno e poi dentro!- gli dico eseguendo subito dopo quanto illustrato.
Lui si lascia scappare dei sospiri.
-Succhiami il cazzo Marcello, così saremo connessi.- Sento la sua bocca muoversi, non protesta più, inizia a leccarmi e succhiarmi e io faccio lo stesso al suo buchetto, glielo mangio, glielo succhio, ci infilo la lingua e ci faccio colare dentro la saliva.
Andiamo avanti qualche minuto, poi gli do un buffetto per farlo scostare, sono troppo vicino all’orgasmo e non voglio finirla qui.
-Ti va un’altra birra?- gli chiedo
Lui sgrana gli occhi e annuisce.
Vado in frigo a prendere due birre. Forse crede sia finita qui ma il meglio deve ancora venire.
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