Racconti Erotici > Gay & Bisex > Ospiti a cena
Gay & Bisex

Ospiti a cena


di sexasis70
23.07.2018    |    21.632    |    5 6.0
"Per il resto era una mia proprietà..."
Fui svegliato di soprassalto da un rumore proveniente dalla cucina.
Mi alzai di scatto e andai nervosamente in cucina.
"Devi fare piano! Testa di cazzo!" dissi incazzato. Il destinatario dell'invettiva era Michele, un ragazzo moro e magro di 26 anni, e gay. Era vestito solo con un grembiule da "domestica". Tenendo lo sguardo costantemente basso si mise in ginocchio e attese che gli dessi il permesso di parlare. "Sono costernato, mio signore. Non accadrà più." Tornai in camera e presi una cintura. Poi di nuovo in cucina dove lo schiavo attendeva in ginocchio.
Senza alcuna premessa verbale lo colpii con due colpi di cinta e andai via. Ormai ero sveglio, tanto valeva prepararsi. Feci la doccia e poi chiamai Michele. Mi mise adosso un accappatoio e mi asciugò delicatamente.
Io, però, non sono un tipo dolce, così, dopo che ebbe finito, lo feci inginocchiare e gli sputai addosso. Mi vestii e andai in cucina dove lo schiavo mi aveva preparato la colazione.
Lui era in ginocchio che aspettava. Mi sedetti e iniziai a mangiare. Sollevai le gambe da terra, lo schiavo si sdraiò sotto di esse e io poggiai le scarpe sul suo corpo nudo. Premevo con i piedi quel tanto da provocargli un pò di dolore. Finita la colazione mi preparai per uscire. "Me ne vado" dissi, "finisci di sistemare la cucina e la camera prima di andartene. Ah, ricordati che stasera ho ospiti. Non fare troppo tardi". "Si mio Signore" rispose.
Michele era un ingegnere informatico laureato da poco. Lavorava come sistemista per una grossa società. In ufficio faceva i turni e quando non lavorava stava da me come schiavo domestico.
Lo avevo conosciuto in chat e dopo un paio di incontri, a carattere prettamente sessuale, aveva iniziato questa nuova vita da schiavetto a tempo pieno. Praticamente viveva stabilmente da me e mi pagava la metà delle spese. Formalmente aveva una stanza sua ma spesso non gli permettevo di usarla e così dormiva sul tappeto del soggiorno. L'unico limite che mi ero dato era quello di non interferire con il suo lavoro. Per il resto era una mia proprietà. Sempre pronto e sempre disponibile.
Avevo avuto molti schiavi in passato ma nessuno come lui. Era sinceramente masochista e desideroso solo di compiacermi. Godeva nell'essere umiliato, meglio se in pubblico.
Così a volte invitavo a cena amici con cui condividevo la passione per la dominazione. Quella sera aspettavo una coppia di amici gay che avevano uno schiavetto. ma solo per sesso.
Michele aveva il turno pomeridiano, quindi pensavo di ordinare qualcosa a domicilio che avremmo mangiato in attesa che rientrasse.
Io tornai a casa alle 19:00 e con mia grande sorpresa lo trovai già a casa. Aveva già apparecchiato e stava cucinando. "Ho preso un permesso" mi disse, "così posso preparare la cena". Ovviamente non lo ringraziai. "Sei comunque solo una merda, ricordatelo". "Si mio Signore". Fui anche particolarmente contento del fatto che, anche se io non ero in casa, lui stesse cucinando completamente nudo. Lo stavo addestrando bene.
Quando arrivarono i miei ospiti lui aveva preparato tutto e si stava facendo la doccia. Salutai i miei amici, Mauro e Sergio, e dissi loro "se volete potete far spogliare il frocetto che avete portato. Così sarà pronto per l'uso".
Mauro era sui sessanta, era lui il vero dominatore. Sergio aveva poco meno di quarant'anni e amava seviziare lo schiavetto, ma era anch'egli succube di Mauro.
Li adoravo perchè erano davvero porci, sessualmente parlando. "Ti va un pompino aperitivo?" mi chiese Mauro. Io sorrisi. Bastò un cenno di Mauro perchè lo schiavetto si spogliasse e cominciasse a baciarmi i pantaloni, all'altezza del cazzo. Mi sbottonai e liberai l'uccello. Lo prese in bocca con estrema maestria proprio mentre Michele entrava in stanza. "Guarda come si fa, frocio di merda!" gli dissi, "muoviti succhiacazzi, abbiamo ospiti".
Ovviamente Michele era già nudo. Si inginocchio davanti a Mauro e attese di ricevere il via libera da lui. Poi gli prese in bocca il cazzo e succhiò avidamente per non essere meno del suo omolologo. Intanto Sergio aveva iniziato a leccare il culo a Mauro.
Poi, visto il mio sguardo eccitato, decise di leccare il mio. Non ci volle molto per farmi venire nella bocca dello schiavetto che ingoiò tutto. "Sergio sei fantastico" dissi.
Nel frattempo Mauro aveva tolto il suo cazzo dalla bocca di Michele. Aveva deciso di rinviare la sua sborrata. Immaginai che la riservasse per il culo di Sergio.
Mandammo gli schiavi a ripulirsi e intanto ci sedemmo a tavola.
Michele e lo schiavetto ospite (il nome non me lo dissero per tutta la serata) iniziarono a servire. Michele era davvero bravo in cucina e si guadagnò i complimenti degli ospiti.
"Così siete diseducativi, ragazzi" dissi. Quindi mi alzai, feci inginocchiare Michele e lo presi a cintate. "Sei solo una merda. Un frocio di merda". E infine gli sputai addosso.
"Grazie Signore" disse lui. Presi un dildo e glielo infilai nel culo affinchè tenesse presente il suo ruolo inferiore.
Dopo un pò io ero decisamente brillo. Brillo ed eccitato. Mi alzai dal tavolo col mio bicchiere di vino e mi sedetti sulla schiena di Michele, che si era prostrato allo scopo.
"Vorrei metterlo nel culo del tuo frocio" disse Mauro. "Fai pure" risposi, "qui è tutto a tua disposizione". Mi alzai. Mauro si avvicinò a Michele e si tirò giù i pantaloni. Poi infilò il suo cazzo al posto del dildo. Michele gli piaceva molto, era chiaro. Lo toccava vogliosamente e alla fine gli prese il cazzo. Michele perse il controllo e venne.
Mauro rise. "Signore ... io... Chiedo perdono" farfugliò Michele.
"Ora lecca tutto quello che hai rovesciato a terra" dissi. Michele pulì per terra con la sua lingua in modo certosino. Intanto io gli rovesciavo addosso la cera calda di una candela che avevo preso dal tavolo.
"Ora vai ingiardino e resta lì. Michele uscì in giardino e si inginocchiò in modo che fosse ben visibile attraverso la porta a vetri. Il giardino non era grande ma tutto sommato ben riparato. C'era anche una tettoia che copriva dagli sguardi indiscreti dei piani superiori.
Nel frattempo io avevo iniziato a giocare con Sergio. Lo schiavetto ospite succhiava i nostri due uccelli insieme. Mi ecitava sentire il cazzo a contatto con quello di Sergio.
Mauro intervenne rivolto a me "perchè non ti scopi Sergio? e poi veniamo tutti sulla faccia del frocetto?"Non me lo feci ripetere. Pochi istanti dopo Sergio era nudo e il mio cazzo si infilava dentro il suo culo. Il cazzo di Mauro, invece, riempiva la bocca di Sergio mentre lo schiavetto ospite attendeva impaziente la colata di sborra che gli era stata promessa.
Fuori c'era Michele che guardava la scena. Sapevo benissimo che stava rodendosi il fegato per il fatto di non poter partecipare. Ma avevo in mente un gran finale per lui.
Con questo pensiero sentii la sborra che strava per esplodere, così tirai fuori il cazzo dal culo di Sergio e venni sul viso dello schiavo. Quasi contemporaneamente Mauro tirò fuori il cazzo dalla bocca di Sergio e venne anche lui sullo schiavetto.
Allora sergio cominciò a masturbarsi e sopo poco venne anche lui sul frocetto.
"Checca maledetta, resta fermo. Non muoverti per nessun motivo" dissi io rivolto allo schiavo. "Ragazzi io io devo pisciare" dissi "perche non lo facciamo tutti addosso al wc che aspetta fuori?" Mentre uscivamo vidi Michele che si illuminava. Lo feci mettere, sempre in ginocchio, al centro del giardino, noi ci mettemo in piedi intorno a lui e iniziammo ad innaffiarlo. Conoscevo Michele e sapevo che stava godendo intensamente per quel momento di reale e totale umiliazione. "Bevi frocetto" disse Sergio. "Ti piace la doccia, lurida troia?" "Zoccola, sei una merdosa zoccola" aggiunsi io.
Quando la pioggia dorata finì, dissi a Michele di lavarsi nel lavandino esterno prima di rientrare.
Noi tre intanto tornammo dentro casa. Lo schiavetto era sempre sdraiato a terra con la faccia coperta di sborra. Mauro e Sergio si rievestirono. Poi diedero al loro sottomesso il permesso di farlo ma senza pulirsi la faccia. Quindi lo fecero uscire di casa da solo, con l'ordine di aspettarli davanti alla macchina. Era tardi, la strada era quasi deserta, comunque mi piaceva pensare che magari qualcuno che portava fuori il cane, avrebbe notato quella faccia coperta di sperma.
Io Mauro e sergio ci salutammo con un abbraccio.
Sergio mi disse "la prossima volta, però, devi assaggiare tu il mio cazzo". Poi mi fece l'occhiolino e andò via.
"Contaci Sergio", pensai dopo che furono andati via, "contaci".
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ospiti a cena:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni