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Gay & Bisex

Romeo & Julien


di Uff99
15.09.2020    |    4.506    |    4 8.5
"Soprattutto quando riuscì a prendere l'intera lunghezza in bocca, facendo gemere forte Julien..."
Il tè era caldo, bollente.
La zolletta di zucchero si era sciolta velocemente nella tazza, bianca con delle spine disegnate nel bordo.
Il cucchiaino che mescolava il liquido era sorretto da dita con unghie curate e rughe che sembravano voler raccontare una storia.
La proprietaria delle dita era un'anziana donna sulla settantina con i capelli bianchi raccolti in uno chignon.
Gli occhi azzurri erano vispi dietro a degli occhiali, così leggeri e trasparenti che si potevano vedere solo grazie alle due stecche color oro.
Le labbra erano fini e rosa.
Davanti alla signora c'era un piccolo tavolo bianco di legno, con sopra una caraffa argentata per il tè e un'altra tazzina con disegnata una rosa rosso fuoco con i contorni d'oro.
La tazza fu presa e portata alle labbra di un'altra donna.
Sempre sulla settantina questa donna era poco più alta dell'altra, i capelli, un po' brizzolati, erano tagliati corti e gli occhi erano marroni e caldi.
La prima donna indossava una gonna e una camicetta, entrambe bianche, mentre un cardignan di lana grigio gli dava un po' di calore .
L'altra signora aveva indosso una maglia rossa con un uccellino ricamato all'altezza del cuore; i pantaloni erano lunghi e neri.
Attorno a queste due vecchiette c'era un bel giardino curato che stava iniziando a sentire gli effetti della primavera.
- Il tuo tè è sempre ottimo Gilda- disse la donna con i capelli brizzolati.
- Ooh, grazie Alma, ma continua pure a raccontarmi della serata di ieri.-
- Ah si, ti dicevo che ieri il ristorante era davvero bellissimo, e così romantico. C'erano un sacco di coppie giovani sedute ai tavoli e Aldo è stato così carino a portarmici per il nostro anniversario.-
- Che brav'uomo che è -
- Adesso che ci penso ho visto anche tuo nipote, Julien, insieme a quel caro ragazzo di cui non ricordo mai il nome.
Ah si, Romeo, erano insieme ad un tavolo e mi hanno anche salutata. Adesso che ci penso è davvero strano averli visti insieme, soprattutto in un posto simile. La tua famiglia e quella dei Montecchi non vanno molto d'accordo, perché mai si sarebbero dovuti incontrare. E poi stavano sempre così vicini.
Oddio, non che loro due sono...?-
- Oh no, mia cara cosa vai a pensare, due così bei ragazzi sarebbe uno spreco enorme, e poi lo sai che le loro famiglie non approverebbero mai, già che fossero gay, poi se stessero insieme sarebbe ancora peggio, farebbero crescere la rabbia che già c'è tra i loro genitori.- rispose pronta Gilda conoscendo invece la verità.

____________

La luce tenue nella stanza era appena sufficiente per poter distinguere i lineamenti dei due corpi che si stavano baciando davanti al letto matrimoniale.
Le labbra fini di uno si scontravano con quelle più grosse e morbide dell'altro, mentre le lingue si incontravano e si accarezzavano, prima timidamente ma poi sempre più in modo focoso e passionale. Quasi come se avessero vita propria si allungavano e si restringevano per poter esplorare al meglio, prima la lingua dell'altro, ruvida al contatto ma morbida e poi ogni punto della bocca, rendendo il bacio sempre più profondo.
Le mani viaggiavano tra i due corpi.
Il ragazzo dalle labbra fini aveva gli occhi verdi, e i capelli erano un po' mossi e boccolosi verso la fine.
Quegli stessi capelli venivano accarezzati e stretti da una ruvida mano che impazziva nel sentire una tale morbidezza, mentre l'altra accarezzava la liscia schiena che sentiva attraverso la maglietta, per poi decidere di toglierla lasciandolo a petto nudo.
Quelle due mani erano congiunte a braccia muscolose, fasciate da una maglia blu; il portatore aveva i capelli castano chiaro, corti ai lati ma più lunghi al centro che creavano un po' di cresta.
I capelli erano uniti alla barba che, anche se poca, incorniciava il viso e veniva spesso ricoperta da piccoli baci lasciati dal compagno.
Gli occhi erano marroni con riflessi di giallo.
Presto anche la maglia blu fu tolta lasciando vedere un fisico asciutto che metteva in bella mostra i muscoli, più accentuati rispetto a quelli del compagno.
Il giovane con la barba sentiva già da tempo una forte emozione verso il ragazzo dalle labbra fini e in quel momento sentì di volerlo dire.
Il corpo si mosse ancora prima che la mente avesse finito di pensarlo.
Si staccò con dispiacere dalle labbra dell'altro e lo guardò dritto negli occhi.
Cercò di calmare il respiro ma le corde vocali avevano fretta di dire ciò che avevano taciuto da troppo tempo.
Le mani erano posate sulle spalle nude dell'altro, che lo stava guardando con sguardo perso per l'improvviso distacco.
- Ti amo- disse con voce profonda e affannosa.
- Cosa?- la voce dell'altro era sorpresa e di un tono leggermente più alto.
- Ti amo Julien. Ti amo -
In un attimo Julien scattò verso le labbra e il corpo dell'altro ragazzo, in un modo così forte che lo fece indietreggiare di qualche passo e dopo aver baciato quelle labbra carnose si sporse fino all'orecchio e sottovoce gli disse - Anche io ti amo Romeo-.
La foga di entrambi di tornare a baciarsi e sentire la pelle strusciare con quella dell'altro sembrò aumentare.
Presto Romeo e Julien si ritrovarono senza vestiti, i sessi turgidi si toccavano scatenando scosse di piacere e di desiderio sempre più crescente.
Le mani non erano mai ferme, toccavano tutto quello che riuscivano a raggiungere e esploravano ogni punto cercando quelli più sensibili e che potessero dare più piacere all'altro.
Anche le bocche non si fermavano, passando dal capezzolo, agli addominali, per poi tornare sulla bocca.
Romeo sentiva sulla pelle di Julien l'odore salato del mare con un pizzico di lavanda e dopobarba.
E Julien poteva inspirare la fragranza che emettevano i libri appena comprati, mischiata con l'odore della sigaretta che il compagno si era fumato durante il tragitto.
Romeo iniziò a lasciare una scia di baci che partivano dalla bocca di Julien fino alla sua cappella, per poi leccare tutta l'asta e le palle.
La lingua si muoveva agile ed esperta, già a conoscenza dei punti più sensibili.
Tutto questo Romeo lo fece senza distogliere gli occhi dal suo ragazzo e beandosi del piacere che gli stava procurando. Soprattutto quando riuscì a prendere l'intera lunghezza in bocca, facendo gemere forte Julien.
Il ragazzo lo prese per i capelli e lo tirò su con foga per poterlo baciare.
Poi si concentrò sui pettorali, palpandoli con la mano e sentendo una sensazione molto diversa da quella che gli poteva dare se fossero state le tette di una donna.
I pettorali di Romeo erano sì, morbidi, ma quando li stringeva poteva sentire anche una sorta di durezza e la sensazione era indescrivibile.
La bocca era sui capezzoli rosei e con le labbra e la lingua ci giocava stringendoli e leccandoli facendo godere il proprietario.
Da li si mise a leccare gli addominali per poi arrivare anche lui al pene e segandolo con la mano sinistra e massaggiando le palle con quella destra, si mise a leccare la punta del pene e per poi iniziare, sempre con la lingua, a fare piccoli cerchi sempre più larghi, per poi prendere a succhiare, facendo godere Romeo, che iniziò a ansimare il suo nome. Poi ricoprì di piccoli baci tutta la lunghezza e, facendo il percorso inverso di prima, tornò dalle labbra dell'amato.
Sii avvicino poi sl comodino vicino al letto e prese il gel e il preservativo.
- Sicuro di volerlo fare?- gli chiese Romeo
- Ti amo, e tu mi ami. Sei la persona di cui più mi fido al mondo e......te l'ho già detto che ti amo?-
Disse Julien avvicinandosi lentamente e allacciando le braccia intorno al suo collo.
- Credo di non aver sentito bene. Cos'è che hai detto?- rispose Romeo con un sorriso furbo sulle labbra.
- Ho detto che ti amo -
- Scusa, ma mi sono distratto un attimo a osservarti le labbra. Ripeti. -
- Ti amo- disse Julien baciandogli il mento.
-Ti amo - disse baciando la punta del naso.
-E ti amo - ripeté scontrando dolcemente le proprie labbra su quelle del suo ragazzo.
Il bacio iniziato come una cosa leggera, li fece travolgere dal desiderio e dal sentimento e ricaddero nel pieno della passione.
Julien si lascio andare sul letto matrimoniale, sconfitto dal peso e la forza di Romeo che spingeva verso il suo corpo per provare ad approfondire ancora di più un bacio che era già al massimo.
Di istinto Julien aprì le gambe e le riunì attorno ai fianchi del compagno.
Romeo, senza staccarsi dalla bocca dell'amato, si mise il profilattico e un po' di gel nelle dita.
Lentamente iniziò a entrare dentro Julien con un dito.
Julien si irrigidì un attimo per l'improvvisa intrusione, ma lasciò che l'altro continuasse fino a quando non gli diede più fastidio.
Quando Julien si fu abituato anche al terzo dito, Romeo si sentì pronto a entrare.

Prese altro lubrificante e ne mise abbondantemente sulla sua lunghezza e nell'apertura dell'amato.

Poi lentamente entrò, i due sguardi non si staccavano l'uno dell'altro, e anche se la voglia di andare veloce era tanta, Romeo riuscì a controllarsi e, molto lentamente e fermandosi spesso per far abituare Julien, finalmente fu completamente dentro.
Il più giovane aveva le lacrime agli occhi per il dolore ma, piano piano, sentiva il piacere farsi strada sempre più forte fino a che non fu lui stesso a spingersi contro Romeo.
Romeo inizio a spingere sempre più velocemente, mentre che gli lasciava baci lungo tutto il collo.
Quando poi sentì che stava per venire, uscì e si mise a segarsi mentre Julien faceva lo stesso con il proprio pene.
Vennero insieme, mentre si baciavano e continuavano a sussurarsi parole dolci.
Poi Romeo si stese affianco a Julien, che si appoggiò al suo morbido petto e si addormentó, seguito a ruota dal compagno.

_________

Romeo si svegliò, riposato e solo.
L'odore di caffè era nell'aria, e anche se gli sarebbe piaciuto risvegliarsi con Julien affianco immagino che il ragazzo fosse in cucina.
Quindi si alzo e silenziosamente si avviò verso di essa.
Julien era lì, seduto su una sedia vicino alla finestra a guardare la pioggia che bagnata la città.
Era così assorto dai suoi pensieri che non si era accorto della sua presenza e neanche che la moka stava bollendo.
Romeo, andò a spegnere il fuoco e, con una tazza di caffelatte in una mano e una tazza di solo caffè nell'altra , si avvicinò per al più piccolo.
- Hey -
- Hey - rispose Julien, girando la testa verso di lui.
Romeo gli lascio un leggero bacio sulla bocca per poi darli la tazza con il caffelatte.
-A cosa pensi? - gli chiese mentre prendeva una sedia per mettersi vicino al compagno.
- A tante cose -
- Tipo? -
- Pensavo a noi, al fatto che nonostante tutto ci amiamo, al fatto che tutto questo è incredibile visto le famiglie da cui veniamo, e che per quanto io ti ami ho comunque paura.
Ho paura che le nostre famiglie non ci accettino, di quello che dirà la gente, di come resteremo insieme.
Ho paura che il tuo amore per me non sia abbastanza forte per tutto quello che dovremo affrontare.
Ho paura di quello che farà mio padre quando lo scoprirà e della relazione di mia madre.
E se mi cacciano di casa? Come faremo?-
- Ti ricordi cosa ti ho detto ieri notte?-
- Sì -
- Allora non dimenticarlo mai. Io ti amo, e non mi importa cosa succederà, non mi importa se le nostre famiglie non ci accetteranno e di cosa dirà la gente. Che parlino pure. Perché io ti amo, e se dobbiamo, sono pronto a lasciare la città, andare in capo al mondo e ricominciare da zero pur di stare con te.
Quindi non ti preocupare, troveremo una soluzione a tutto.-
Julien lo bacio, in un bacio dolce e lento, con le lingue che si assaporavano in piccole carezze.
- Ti amo - gli disse.
Due semplici parole, che non potevano contenere un sentimento così grande, ma potevano rendere l'idea.
Ed è così che li lasciamo, mezzi nudi, che si baciano appassionatamente, felici del loro amore e speranzosi per il futuro, perché sanno che nonostante tutto loro rimarranno insieme.
L'unica spettatrice a questo fuoco di passione è una finestra, che lascia intravedere una Verona bagnata, ancora dormiente e ignara di ciò che succede.


ANGOLO AUTORE

Questa storia è nata grazie a uno strano sogno che ho fatto qualche mese fa mentre mi trovavo in montagna.
Spero vivamente che vi sia piaciuta, ammetto che ero molto insicuro se pubblicarla.

Alla prossima!
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