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Umiliato da un 20enne toro - Parte 3


di LucLucoo
01.05.2024    |    10.172    |    24 9.8
"Baciai i suoi capezzoli, ma vidi che - a differenza dei miei – i suoi non erano affatto sensibili..."
Il mio torello 20enne super dotato e muscoloso mi baciò, con mia grande sorpresa. Non mi aspettavo una mossa del genere da un vero uomo etero come lui. Eppure, eccomi lì, fremente ed inerme come una ragazzina tra le braccia di un giovane stallone che era già molto più uomo di me, che avevo il doppio della sua età. Con una mano, mi teneva stretto il collo mentre affondava la sua lingua, potente e avvolgente. E con l'altra, esplorava il mio buchetto. "La tua fica è molto calda, hai mai preso 22 cm? Sii sincera". Nel farlo, sentii il suo enorme pene pulsare sulla mia pancia. Io ero in imbarazzo, perché, nonostante fosse il mio desiderio più profondo quello di esser preso da un uomo come lui, avevo avuto solo un paio di esperienze. Entrambe deludenti; tanto più lo erano state, quanto più mi avevano reso voglioso di realizzare i miei veri sogni erotici.

"No, 22cm, mai, e comunque, non credere abbia tutta questa esperienza". Lui fece un ghigno, e con una velocità inaspettata mi inserì il dito proprio lì, nella mia intimità. Mi fece male, mi allontanai d'istinto: "Ma che fai? Mica sono una di quelle larghe, mi hai presa per una troia vera?". Ero sgomento, da quando avevo iniziato a riferire a me stesso al femminile? Era eccitante se a farlo era lui, ma non avrei mai pensato il piacere che mi avrebbe provocato abbandonarmi alla mia vera natura. Lui sorrise: "Vieni qui, piccola, farò più piano, non ti arrabbiare". Affiorò nel suo guardo un tratto insospettabile, la dolcezza. In un modo surreale, essendo a rischio di esser scoperto da un momento all'altro in quella cabina degli spogliatoi, mi sentii protetto dalle sue braccia, dalle sue enormi cosce muscolose, dal suo sguardo ammaliatore. Mi sentii avvolgere da un calore incredibile, e decisi di avvicinarmi nuovamente.

Lui subito mi afferrò il viso con due mani, e quando fu ad un centimetro dalle mie labbra, pronunciò le parole più erotiche che avesse mai potuto proferire: "Sei bellissima, con me non devi avere paura". Mi baciò di nuovo, questa volta tenendomi stretto per i fianchi, all'inizio la presa era leggera, quasi una carezza, e poi, mano a mano che l'ardore conquistava il momento, divenne forte e salda. Mi sentivo totalmente nel suo giogo, paralizzato dal piacere e dal desiderio irrefrenabile di essere solamente suo. In quel momento, sentii qualcosa mai provato prima: il mio ano voleva essere riempito dalla sua enorme maschilità. Era una sensazione strana, sì, mi sono sempre visto come passivo, ma non era mai legato all'atto fisico in sé. Era più una immagine che mi eccitava, qualcosa di estremamente rarefatto nella mia fantasia. Ma in quel momento, non era più onirico, non aveva più elementi sfumati nell'immaginazione, era concreto, forte, istintivo. Volevo il suo cazzo dentro di me, più di ogni cosa.

Fu in quel momento che lui mi strinse a sé, si allontanò per un attimo, guardò il suo membro in erezione, accanto al mio micropene, e disse: "Hai il clitoride tutto bagnato, sei pronta ad onorare il tuo dovere di femmina?". Annuì senza esitazione. Lui mi spinse il capo in basso, come a suggerire – neanche tanto velatamente – che fosse venuto il tempo di usare la mia bocca per compiacerlo. Iniziai a scendere, senza risparmiarmi in baci al suo corpo incredibilmente muscoloso. Prima mi fermai sui bicipiti, che lui flesse d'istinto per farsi ammirare. Vedere quell'enorme muscolatura, affiancata da ascelle molto maschili, pelose ma non troppo, mi portò con la faccia ad annusarle. Un odore sublime mi inebriò totalmente la coscienza. Dio, non c'era una singola secrezione di quest'uomo che mi avrebbe mai disgustato. E questa teoria sarebbe stata messa alla prova da lì a poco.

Ero totalmente in suo potere. Lui sembrava apprezzare parecchio l'attenzione che dedicai alle sue ascelle, tanto che spinse vigorosamente il mio viso contro di esse. "Brava, senti l'odore di un vero maschio dopo la palestra, so che ti fa impazzire e ti fa allargare la fica". Mise la mano nuovamente nel buco, ed aveva ragione, era decisamente più rilassato. Quel magnifico profumo aveva agito come un incantesimo sul mio corpo. A quel punto, abbassò le braccia e mi fece segno di proseguire in basso. Baciai i suoi capezzoli, ma vidi che - a differenza dei miei – i suoi non erano affatto sensibili. Così decisi di proseguire sugli addominali, dove al centro si annidava la perfetta quantità di peli che scendevano fino al pube.

Usai quel sentiero di maschilità per guidarmi sempre più in basso, finché non fui completamente in ginocchio. Di fronte a me, la sua virilità in tutta la sua gloria. Volevo venerare quel palo enorme, in quel momento, e non scherzo, se pur fossero arrivate persone, avrei continuato senza provare alcuna vergogna. Ero in trance. Volevo assaggiarlo. Feci per avvicinarmi alla sua cappella lucida, con una piccola goccia di liquido seminale. La tentazione era forte, ma lui mi fermò con la mano. "Prima di arrivarci, devi guadagnartelo". "Farò qualsiasi cosa tu desideri, sono tua". Ormai, non avevo più alcuna inibizione. "Bene, devi prima leccarmi le palle". Non me lo feci ripetere due volte, se quello era il biglietto d'accesso per la sua verga, era il tributo più piacevole che avessi mai pagato.

Mi avvicinai al suo scroto, enorme, ben proporzionato ai suoi muscoli ed al suo membro. Anche in quel caso, l'odore di uomo ebbe un effetto potente sulla mia coscienza. Iniziai a divorare quei testicoli, come se non ci fosse un domani. Lui pareva apprezzare parecchio, ad ogni mia leccata, lui produceva intensi suoni di piacere, e mi spingeva sempre più forte a sé. Si calò, e mentre ero ancora intento ad onorare le sue palle, lui si bagnò le dita con la saliva e iniziò a strofinarmi i capezzoli. "Ah, li hai molto duri, troia. E' l'unica cosa che ti diventa dura ormai, vero?". Quella frase fu eccitante ed umiliante allo stesso tempo. In realtà io ero duro sotto, ma considerando le sue dimensioni di cavallo, il mio pene in erezione non era neanche grande quanto il suo flaccido. Inoltre, i miei capezzoli erano il punto più erogeno del mio corpo, quindi più li stimolava, più affondavo i suoi coglioni in bocca, che ormai era piena di lui.

Fu in quel momento che sentimmo la porta dello spogliatoio aprirsi. Ci bloccammo tutto d'un tratto. Lui si portò il dito indice alla bocca, facendomi segno di stare zitto. Noi eravamo nella nostra cabina privata, non c'era pericolo potesse vederci alcuno, perché era chiusa a chiave. Era chiusa a chiave, vero? Il terrore si impadronì della mia testa, e mi sporsi a controllare se avessimo girato la manovella della porta correttamente. Con mio grande stupore, notai che in realtà era posizionata in modo errato, uno strattone più forte avrebbe lasciato che si aprisse la porta. Ed in quell'istante, si iniziò a muovere. Il terrore più puro invase ogni fibra del mio corpo. "OCCUPATO, bro!", urlò lui d'istinto. L'altra persona si fermò con la porta appena socchiusa e la richiuse subito. "Scusami, pensavo fossi solo a ques'ora, bro. Tranquillo, uso l'altra cabina".

Sentimmo i suoi passi allontanarsi dal nostro nido d'amore. E restammo immobili per qualche minuto, in attesa che si preparasse per l'allenamento ed uscisse dallo spogliatoio. Lui a quel punto mi guardò e disse: "Ti avevo detto che con me sei al sicuro, piccola". Osservò il suo pene, che aveva perso l'erezione, rimanendo comunque un pezzo di membro che avrebbe fatto invidia alla maggiora parte degli uomini. Continuava a sconvolgermi che avesse solo 20 anni. "Ho un'idea, prima hai detto che avresti fatto tutto per me, giusto?". Ero incuriosito ma anche spaventato, per cui dissi "Si", con un certo grado di esitazione. "Bene, bene, adesso ti devi fidare di me, chiudi gli occhi e rimani a bocca aperta". Era ovvio cosa volesse fare, feci finta di non comprendere per stare al gioco. Avevo perso ogni inibizione, vi dicevo, ed era così.

Obbedii agli ordini e attesi inerme la sua urina, che arrivò copiosa nella mia bocca. Era la mia prima volta, non sapevo cosa attendermi, ma il mio maschio meritava sottomissione totale. Se lui desiderava usarmi come bagno personale, chi ero io per oppormi? All'inizio, fui molto sorpreso da quanto fosse calda, e in meno che non si dica, mi riempì il cavo orale. D'istinto, sputai tutto fuori. Lui interruppe il flusso di piscio. "Cosa fai? La sprechi? Ora devi bere tutto, capito? Non fare la ribelle". Annuii, e lui riprese subito ad urinare. Questa volta ingoiai tutto. "Bene, brava, adesso mettiti il cazzo moscio in bocca, e bevi direttamente dal rubinetto, non deve cadere neanche una goccia". Ricordo chiedermi quanta ne avesse ancora in corpo, ma obbedii senza esitazione, ancora una volta.

Fui molto bravo, in effetti non andò sprecata alcuna goccia del suo nettare . Era tutta dentro di me. Ero euforico, come se avessi appena fatto il pasto più buono e godereccio della mia vita. Fui sorpreso dalla mia reazione. Ero molto eccitato. "Benissimo, adesso che sei il mio cesso, non ci sono più limiti tra noi, ho capito che sei proprio la mia troia". Mi fece alzare, guardò di nuovo il mio pene e se ne schernì. Poi mi girò verso il muro, e mi appoggiò il cazzo tra le natiche. Iniziò a strusciarsi, e ci mise poco per tornare duro come una roccia. "Ora è venuto il momento che aspettavi dalla prima volta che mi hai visto in palestra". Sputò sulla sua mano, e la inserì nel mio buco. Che diamine dico, devo chiamarla fica pure io, perché ormai lo era a pieno.

Iniziò inserendo un dito alla volta, e con mio grande stupore, riuscì ad infilare tre dita con grande facilità. Il suo gioco era potente, deciso e mandava scariche di piacere al mio intero corpo. Dopo qualche minuto di quel ballo di dita, fu l'ora del piatto forte. Iniziò a premere il suo enorme pene contro la mia fica vogliosa. Era giovane, ma doveva avere esperienza, perché muoveva il bacino come se stesse trovando l'angolo giusto per entrare con il minimo sforzo. Le sue manovre esperte mi fecero perdere il controllo, mi facevano sentire tra le mani di un vero uomo. Iniziai a gemere come una ragazza. Lui si eccitò moltissimo, e così lentamente, infilò dapprima la punta, e vedendo che non ponevo alcuna resistenza, proseguì fino ad un terzo dell'asta.

"Vedo che sei resistente, ti metto la mano sulla bocca per evitare che urli ora, non vogliamo disturbare il nostro amico lì fuori". A quel punto, ero totalmente inerme, e lasciai che mi entrasse del tutto. Non fu facile, anzi. Io mi allenavo regolarmente con un dildo, quindi non ero impreparato. Ma il cazzo vero, quel cazzone lì, era tutta un'altra esperienza. Ma lo accolsi, protestando proprio quando il dolore era forte, e calmandomi non appena lui rallentava per dare spazio al mio ano di adattarsi alla sua verga di 22 cm. Quando fu tutto dentro, non ci fu più alcun freno, iniziò a sbattermi tenendomi sempre la mano sulla bocca. "Prendilo tutto, troia, hai pure bevuto il mio piscio, quanto sei lurida?". Mi sentivo lurida, zozza, sporca, ma non mi ero mai sentita così viva in vita mia. "Si, amore, ti prego prendimi, fammi tua, sono totalmente tua", dissi senza freni.

Lui sbatteva e mi sfiorava i capezzoli. Sbatteva, e mi sussurrava porcate all'orecchio. Sbatteva e mi prendeva per i capelli. Sbatteva, e mi inarcava la schiena per accogliere meglio il suo membro. Mi sentivo una puledra, e lui era il mio fantino. Io non ero duro, ma godevo come mai prima. Lui lo notò, e sorrise. "Sapevo che una volta inculata, il clitoride sarebbe rimasto piccolo. Ormai la tua trasformazione è completata, ti ho resa una donna vera". Era bellissimo, vivevo quegli istanti quasi come un sogno. Stava davvero capitando a me? Sì, era tutto vero. Il sapore, l'odore, le parole, le sue mani, la sua bocca, la sua voce, i suoi muscoli. Il suo cazzone. A quel punto, iniziò a spingere con maggiore frequenza, compresi stesse per godere, e uscì all'improvviso dalla mia fica. Mi spinse nuovamente in ginocchio. "Apri la bocca, ORA". Risposi al comando istantaneamente, mentre con una mano mi stimolavo un capezzolo, e con l'altra infilavo un dito in fica. Ormai godevo solo con quelli.

"Cazzo, porca troia, ingioia, cazzo". Mi mise il cazzo in bocca, e spruzzò una quantità di sperma incredibile. La sentii arrivare fino in gola, con la possenza di una pistola ad acqua. Io continuavo a sgrillettarmi capezzolo e fica, finché riuscii a venire dal mio clitoride moscio. Credetemi, fu una sensazione surreale. Non avrei mai pensato di riuscire a venire in quel modo, eppure era successo. Fu a quel punto, che lui mi fece alzare. "Ti deve essere piaciuto molto se sei venuta così". Io non sapevo che rispondere, ero sotto shock. "La prossima volta voglio ingravidarti in fica, ok?". Io annuii. A quel punto, lui uscì dalla cabina. Io rimasi lì per qualche minuto. Attesi che uscisse dallo spogliatoio. Decisi di farmi la doccia a casa, volevo che il suo odore e sapore mi rimanessero ancora addosso.

Ero finalmente donna.
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