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Gay & Bisex

Una rovente estate


di schizophonic83
12.02.2020    |    1.166    |    1 9.8
"Rimango in ginocchio, con il suo cazzo a pochi cm da me che ancora gocciola, a fissarlo, quel viso che ora ho potuto vedere in tutte le sue sfaccettature, ..."
È luglio, i giorni roventi d'estate si susseguono, mi viene data all'improvviso una settimana di ferie. Contatto un paio di amici che so essere liberi da impegni lavorativi e organizziamo in poco tempo una vacanza di 5 giorni al mare, una cosa semplice ma efficace per staccare dalla routine e, allo stesso tempo, rinfrescarsi durante il giorno.
Arriviamo nella località da noi scelta in poco tempo, prendiamo possesso delle camere, ma la voglia di mare è troppo forte, il tempo di cambiarci e mettere il costume, e già siamo lungo la passerella della spiaggia. Ci viene assegnato un ombrellone in quarta fila, ai lati tutto vuoto, che fortuna penso io! La giornata trascorre divinamente, tra bagni in acqua, letture di libri, chiacchiere in compagnia e relax sotto il sole. All'epoca ero poco più che 25enne, alle spalle avevo solo qualche sega fatta di nascosto con il compagno di classe, durante i pomeriggi in cui si studiava insieme, avevo ben chiara la mia attenzione anche verso i maschi, oltre che verso le ragazze, ma non avevo ancora sperimentato da vicino un incontro clandestino con un altro uomo, e sinceramente quell'estate neanche ci avrei mai pensato. Ma le cose sarebbero cambiate da lì a poco. L'indomani scendiamo di buon'ora in spiaggia, è ancora presto, c'è poca gente in giro, l'estate si va in vacanza anche per riposare e dormire fino a tardi. Arrivati al nostro ombrellone, noto che quello vicino è stato dato a qualcuno, e da una rapida occhiata, quel qualcuno ha dei bambini, visto che ci sono secchi, palette e formine sparsi ovunque. La pacchia è finita, penso. Ci sdraiamo al sole, cercando di godere di quei primi raggi della giornata, ma in lontananza sento voci di due bambini che piano piano si avvicinano, fino a ritrovarmele a pochi metri. Faccio per alzare la testa, e ciò che mi trovo davanti mi fa sobbalzare. Un ragazzo sulla 30ina, non molto alto, fisico ben definito, peloso al punto giusto, viso da bravo ragazzo con capelli neri e ricci, un costumino che lasciava intravedere un culo ben definito e un pacco... niente male! "Buongiorno, chiedo scusa per il casino. Bambini chiedete scusa..." Mi alzo e allungo la mano "Piacere, ma no, nessun casino". I nostri sguardi si incrociano, mi sorride con un sorriso enigmatico, lo sento penetrare, arrivare nello stomaco, sento l'erezione partire nel costume, cerco di bloccarla in tutti i modi ma inutilmente, tanto da essere costretto a mettermi sdraiato a pancia in giù. La moglie è a casa che lavora, li raggiunge nel weekend. Ti consolerei io, penso tra me e me, anche se non so ancora come, data la mia inesperienza.
I giorni si susseguono velocemente, ormai in spiaggia siamo diventati tutti amici sotto gli ombrelloni, complici i bambini che fanno da collante con tutto e tutti. Ultimo giorno di mare, il nostro vicino ci dice che a breve sarebbe arrivata la moglie, e infatti non più tardi di una mezz'ora eccola arrivare, una bellissima ragazza castana, occhi verdi, magra ma formosa al punto giusto, non si direbbe che abbia avuto due bambini. Sicuramente averli in giovane età ti permette di riavere un bel fisico con meno fatica. Ci raccontano che sono sposati da 4 anni, i bimbi nati lo stesso anno del matrimonio. Io li osservo come uno di quei film romantici che vedi in TV, sono proprio una bella coppia penso. Ero felice di sapere che quel bel ragazzo, sogno erotico della mia estate, aveva al suo fianco una bella ragazza che amava, che bella famiglia!
Ma ecco che succede quello che non avrei mai previsto. Sono le 12 circa quando lui e i bambini vanno a giocare in acqua, lei si rilassa sdraiata al sole sul lettino. Tornano dopo una mezz'ora bagnati e gocciolanti, lei prontamente asciuga i bimbi e li mette al sole, lui invece dice che sarebbe andato a farsi una doccia per sciacquare via il sale e si sarebbe cambiato il costume, mettendo quello asciutto. Chiede a noi vicini di ombrellone se volevamo qualcosa dal bar, rispondo senza pensare "Si, un'acqua, aspetta che ti do i soldi... No, ho solo 20 €, dai vengo anche io, così li spiccio..." e partiamo insieme. Vedo che mi sorride, un sorriso pieno di soddisfazione, ma non colgo il vero significato nascosto tra quelle due labbra che mi stavano ammiccando. Arriviamo alle docce, lui si butta sotto il getto dell'acqua, passando la mano tra i capelli, sul petto, la schiena, le gambe, poi tornando su apre leggermente lo slip e fa cadere un po' di acqua all'interno e si gira verso di me dicendomi "laviamo bene anche qui, il sale pizzica!" e si mette a ridere. Io mi sento avvampare, probabilmente sono ormai viola in faccia, non riesco più a controllare le mie emozioni. Quella situazione era proprio quello cbe sognavo di vivere, l'avevo vista nei film porno, mi ci ero segato centinaia di volte, ed ora era lì, davanti ai miei occhi. Uno sconosciuto, un ragazzo, per giunta bello, giovane, sposato, ci sta provando con me? Mi sto forse immaginando tutto? Ok, non sono un brutto ragazzo, ma sono magrolino, senza peli, introverso, e poi senza nessuna esperienza. Che posso fare? Probabilmente se ne era accorto anche lui della mia inesperienza e della mia timidezza, quindi decide di tentare il tutto per tutto. Finita la doccia, va verso le cabine, ne apre una, entra, poi si affaccia e mi chiede "Per favore, questa porta non si chiude, ti va di entrare e tenerla chiusa?". "Certo" dico io. Che male c'è, due ragazzi chiusi in una cabina, uno si cambia il costume, succede negli spogliatoi delle palestre, delle piscine, che male c'è mi ripeto io. Entro, chiudo la porta alle mie spalle. L'ambiente è piccolo, siamo a pochi passi l'uno dall'altro, faccio per girare lo sguardo per evitare di guardare, e sento che lui mi dice, con tono dolce e sommesso "Non ti vergognerai mica... Non dirmi che non hai mai visto nessuno nudo!". "In effetti no" rispondo timidamente io. "Non c'è niente di male, io in palestra giro sempre nudo nello spogliatoio, non ti preoccupare... Anzi, vediamo che ne pensi" e, mentre lo diceva, si sfila lo slip, facendolo scivolare in basso, e liberando un bel cazzo barzotto, sui 15 cm circa, non circonciso, largo il giusto, ben proporzionato con quel ragazzo che avevo davanti. Le palle erano proprio come piacciono a me, grosse e asimmetriche tra loro, probabilmente gonfie e piene, data l'astinenza di quei giorni senza la moglie. Mi chiede "Allora, che ne pensi? Sono curioso... Sii sincero!" Non riuscivo a dire niente, da quanto imbarazzo avevo e da quanto mi batteva il cuore, ma presi tutta la forza che avevo e pronunciai sotto voce "Sei davvero un bel ragazzo sotto ogni aspetto...". Lui sorrise di nuovo. I suoi sorrisi erano ormai diventati sempre più caldi e intriganti. Fa due passi verso di me, poi mi chiede "Ti va di toccare?". Non aspettavo altro, lo avevo sognato quel momento. Non potevo crederci. Era lì, davanti a me, per me. Allungo la mano, sfioro con timidezza quel cazzo, che ne frattempo continuava a gonfiarsi e a salire, inarcandosi leggermente all'insù. Lui mi prende la mano e me la stringe attorno a quel palo ormai duro. È infoiato, ha voglia, non vuole più aspettare. Ok, il ghiaccio è rotto. Inizio ad accarezzarlo, a massaggiarlo, salendo verso la punta e scendendo fin sotto, dove anche le palle erano diventate più raccolte e meno penzolanti. Con l'altra mano gli accarezzo il petto, passando le dita tra quei peli neri e un po' ricci, bagnati dall'acqua della doccia e dal sudore, non del caldo, ma di quella situazione altamente erotica. Ormai il ritmo del movimento era aumentato, stavo praticamente segando quel cazzone che ora sfiora i 20 cm di lunghezza, parzialmente scappellato e che lascia uscire una cappella rossa e gonfia, pronta ad esplodere quello che non aveva dato per giorni. "Ti va di assaggiarlo? Si che ti va, lo so... Questi giorni vedevo come mi guardavi, le tue guance che arrossivano, le erezioni che eri costretto a nascondere girandoti sul lettino. Ora è tutto tuo." Mi inginocchio, prendo spunto da quei film con cui ho raggiunto i migliori orgasmi, lo appoggio sulle labbra, tiro fuori la lingua ed inizio a giocarci piano... È salato, il sapore del mare è ancora sulla sua cappella, sa anche di maschio, di virilità, la sua pelle mi inebria di quel profumo che ho sentito parecchie volte, durante i giorni passati, quando facevo finta di raccogliere qualcosa vicino le sue gambe o passavo volutamente a pochi cm da lui, e nel frattempo sniffavo la sua essenza. Ero sicuro di non essere visto, di essere io il più furbo, e invece lui aveva capito tutto, e stava al gioco. Ed ora quel gioco non gli bastava più. Ora voleva qualcosa di concreto. Il cazzo è ormai nella mia bocca, faccio fatica a farlo entrare tutto, lui però inizia a spingere piano piano, sento la cappella che spinge giù in gola, inizia ad ansimare, è al settimo cielo. Sono suo, e lui è mio. "Fammi scopare questa bocca calda" sussurra. Sono in estasi. Quelle parole abbattono l'ultimo muro che avevo di titubanza e di vergogna. Ora sono io che succhio avidamente e senza sosta quel palo di carne che sta spingendo sempre di più nella mia bocca. Sento la pulsazione aumentare, lui si morde il braccio sinistro per non urlare, e col destro toglie rapidamente il cazzo dalla mia bocca prima che una colata di lava calda e cremosa mi raggiunge la faccia, il petto, le mani. Rimango in ginocchio, con il suo cazzo a pochi cm da me che ancora gocciola, a fissarlo, quel viso che ora ho potuto vedere in tutte le sue sfaccettature, non più solo da ragazzo per bene, ma anche da maschio arrapato e maiale. Mi godo gli ultimi istanti, voglio imprimerli bene in mente. Riapre gli occhi, mi guarda e sorride di nuovo, pare soddisfatto penso... Sono felice. "Chi l'avrebbe mai detto! Sei davvero una sorpresa" e mi passa un asciugamano per ripulirmi dal suo succo che ho dappertutto. "Sei tu che hai creato questo mostro!" rispondo io, e scoppiamo a ridere tutti e due. Il tempo di ricomporci e torniamo di corsa verso i nostri ombrelloni. "Ce ne avete messo di tempo!" dice la moglie. "C'era la fila alle docce, poi non trovavamo la chiave della cabina" ribatte lui. Si gira verso di me, mi fa l'occhiolino. E i miei amici a me: "Dov'è l'acqua?" "L'ho bevuta tutta, avevo troppa sete".
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