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Non è un paese per giovani... Cap. 2


di Pulcia
19.04.2021    |    6.646    |    9 9.7
"L'abbraccio dura un'eternità, ma nessuna delle due ha intenzione di interromperlo per prima..."
E' passato un po' di tempo, lo so, ma finalmente ecco la continuazione di questa fantastica storia, se non avete letto la prima parte consiglio vivamente di farlo!
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Uccellini che cinguettano, il rumore di un motore ovattato in lontananza e un raggio di sole fastidioso che mi colpisce sul viso, passando da una piccola fessura degli scuri socchiusi. Mi rigiro nuda nel letto, sotto le lenzuola profumate. Non ho voglia di alzarmi, ancora semi-addormentata e in quel limbo fra sogno e realtà che accompagna il risveglio vero e proprio, mi tiro le lenzuola sopra il viso e cerco di ritornare fra le braccia di Morfeo.
I suoni della campagna però mi riportano immediatamente alla realtà, sferzandomi violentemente con un’ondata di consapevolezza che mi fa sedere dritta sul letto con uno scatto.

Ho veramente... ho veramente fatto quello che ho fatto? È la prima domanda che mi passa per la testa appena sveglia. La risposta la conosco già, ed è si, l’ho fatto veramente. Un sorriso enorme mi si stampa sul viso e, incontrollabilmente, comincio a ridere, da sola, come non mi capitava da non so quanto.
Mi lascio cadere a braccia aperte nel letto, intenta a fissare le travi del soffitto della mia stanza.
Sono una pazza!!
Chi avrebbe mai pensato che avrei fatto una cosa del genere, proprio io poi! Cosa mi era saltato in mente? Offrire il mio corpo a degli sconosciuti per mettere al mondo dei figli! Un idea romantica certamente, ma folle, completamente folle...
Ma se ho fatto una cosa così folle perché non riesco a smettere di sorridere? Perché mi sento piena di energia? Il mio corpo è elettrico, sento ogni fibra di me vibrare di pura energia, è come se mi fossi risvegliata diversa, completamente diversa.
Continuo a ripetermi che non è possibile, che devo tornare in me, che è stata solo una pazzia dovuta alle circostanze, al senso di appartenenza a questa piccola comunità...

Mi alzo in piedi scendendo dal letto e mi ritrovo ad osservarmi allo specchio. Istintivamente mi metto di lato, osservando il mio profilo, in punta di piedi per accentuare le curve del mio corpo.
Mi sono sempre vista troppo bassa (1,62) e troppo “in carne” con i miei seppur pochi 49kg, rispetto allo stereotipo femminile in voga al momento. Ma con quel raggio di sole caldo che mi colpisce la pelle nuda, mi vedo con occhi diversi. Mi vedo sexy.
Mi accarezzo con le mani il corpo, la pelle liscia e pulita dopo il bagno di ieri sera.

Mio Dio! Non credo di essere mai stata così “ricoperta” di seme... di seme? Di sborra! Cazzo Bea. - penso tra me e me - ti sei fatta scopare da 5 uomini uno dopo l’altro e ancora dici seme?

Un fremito mi corre lungo la schiena. Solo al pensiero sento calore affluire tra le cosce.
Chiudo gli occhi e mi immagino lì dove sono, guardandomi allo specchio mi vedo col pancione, il seno gonfio e i capezzoli più grandi e scuri, con entrambe le mani mi accarezzo la pancia e sono felice. Sorrido.

Lo stesso sorriso che ho sul volto quando riapro gli occhi.
Di scatto corro verso il comò e afferro il cellulare. Sono le 9.10 del mattino! Perfetto.
Senza pensare seleziono il numero di telefono del mio responsabile e lo chiamo.
“Ciao Paolo...”
.....
“Tutto benissimo grazie! Infatti, proprio di questo volevo parlarti. Ti anticipo che voglio dare le dimissioni immediatamente....”
.....
“No no, stai tranquillo. Non sono impazzita. Avendo avuto il tempo per riflettere in questi giorni sono giunta ad una decisione, alla conclusione di un ragionamento che portavo avanti da tempo. Non mi sento più me stessa nella vita che faccio ora. Ho deciso di cambiare. Tutto qua!
E ti anticipo già non vado da nessun altro, mi prendo un periodo sabbatico, ti spiegherò tutto quando torno settimana prossima.”
.......
“Non ci ripenso. Te lo assicuro. Tu pensa solo al modo, con tutte le mie ferie arretrate accumulate, di farmi finire di lavorare prima possibile.”
......
“Va bene, ti chiamo per dirti quando arrivo. Ora scappo. Ciao ciao”

Ok, l’avevo fatto. L’avevo veramente fatto?? Si cazzo si! L’avevo fatto!

Caccio un urlo di gioia lanciandomi sul letto a braccia aperte. Ero una pazza!!!

“Bea tutto bene?” Sento chiamare Laura dal piano inferiore.

“Siii!” Rispondo “fra poco scendo!!”

E subito mi alzo in piedi alla ricerca della vestaglietta rosa con la cintura che avevo portato. Ma dove l’avevo messa? Ah si! Era nella busta della biancheria intima “sexy” che avevo portato in caso di incontri bollenti durante le vacanze! Una vestaglia rosa e un completino di pizzo bianco.
Mi metto instintivamente a ridere da sola pensando che non ero affatto stata previdente!
Indossata la vestaglia, che copriva a malapena il mio bel sedere, mi fermo nuovamente davanti allo specchio a controllarmi , stranamente vanitosa. Mi sembra di “sprizzare” gioia da tutti i pori!
Con un saltello di felicità, come una ragazzina, mi avvio verso la cucina per fare una bella colazione, ero affamata!

Arrivata in cucina mi fermo sull’uscio. Laura mi da le spalle, lavorando ai fornelli, chiudo gli occhi e inspiro profondamente. Aroma di caffè appena fatto e i classici profumi di una cucina “laboriosa”.
Riapro gli occhi e osservo meglio la stanza, sono qui da pochi giorni e questa stanza mi sembra già familiare, la sento già mia, come se fosse giusto trovarmi lì.
Espiro profondamente, e rumorosamente, tanto che Laura si gira e appena mi vede sorride amorevolmente.

“Oh Bea! Ti sei svegliata cara?” E mi si avvicina abbracciandomi stretta stretta.
Ricambio il suo abbraccio stringendola a me. L'abbraccio dura un'eternità, ma nessuna delle due ha intenzione di interromperlo per prima.
Controvoglia Laura finalmente si fa indietro e tenendomi per i fianchi mi guarda, mi sembra quasi che abbia gli occhi lucidi.
"Come ti senti questa mattina tesoro?" mi chiede, e percepisco nel suo tono di voce una lieve preoccupazione.
Le sorrido "Benissimo, mai stata meglio direi!" e immediatamente vedo il suo viso distendersi "un po' indolenzita in alcuni punti a dir la verità".
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere entrambe.
"E ci credo tesoro!!! A fine serata manco ti reggevi in piedi..." continua Laura facendo segno di sedermi a tavola e portandomi una tazza di caffè fumante e due fette di torta ancora calde.
"Ora fai una bella colazione, sarai affamata!"
Senza farmelo ripetere due volte mi butto sulle fette di torta che faccio sparire in un'attimo per poi bere un bel sorso di caffè caldo.

Solo in quel momento mi rendo conto che per tutto il tempo Laura mi aveva osservata in silenzio, quasi in “adorazione”. “Laura? Tutto bene?”
Sentendo la mia voce si "risveglia" dai suoi pensieri. "Si si mia cara, tutto benissimo." E immediatamente comincia a darsi da fare nuovamente in cucina ai fornelli. "Se vuoi altra torta o caffè serviti pure..." mi dice evitando di voltarsi.
"No grazie, non vorrei esagerare, magari ne mangerò una fetta più tardi, ora sono piena!" Mi alzo per sparecchiare la tavola, portando tazza e piattino nel lavandino, continuando a pensare che Laura mi stia nascondendo qualcosa. Mi chiedo se affrontare subito la questione con Laura o se aspettare ma, seguendo il mio istinto, decido di approfondire subito.

"Laura, scusa la domanda, mi sembri strana stamattina, tutto bene?" le chiedo senza peli sulla lingua.
Quasi sussulta alla mia domanda e prima di rispondere inspira rumorosamente. "Sono così trasparente?" mi chiede sorridendo "Bea, mia cara, dopo quello che è successo ieri, siamo tutti un po' agitati, passami il termine, è da questa mattina alle 5 che continuo a ricevere messaggi e chiamate dagli altri e sono tutti in ansia!"
"In ansia? e perchè?" chiedo immediatamente senza lasciarla finire di parlare.
"Beh tesoro, come posso dirtelo, siamo tutti in ansia perché abbiamo paura che tu ti sia spinta troppo oltre e che ci ripensi. Sembra una cosa troppo bella per essere vera, non potevamo sperare in una cosa migliore, eravamo disperati per la nostra comunità e poi sei arrivata te, come un angelo..."
Laura è un fiume in piena, dando voce a tutte le ansie sue e degli altri abitanti, mi stavo commuovendo a sentirla parlare cosi.
"... addirittura questa mattina Giuseppe si è svegliato all’alba perché era troppo in ansia ed è andato a far legna nel bosco per sfogarsi..."
"Laura, fermati!" prendendole le mani per tranquillizzarla "Non ho cambiato assolutamente idea, anzi, questa mattina, prima di scendere per colazione, ho dato le dimissioni. Certo, dovrò tornare a sistemare alcune cose e non potrò fermarmi subito qui, ma non ho assolutamente idea di tornare indietro..."

"Licenziata? Ho sentito bene? Sul serio? Quindi non hai cambiato idea?" La voce di Giuseppe arriva tremante dalla gioia da fuori la porta della cucina...
Mi giro e lo vedo li, sull’uscio, tutto sporco e sudato con in mano l’accetta.
“Ma perché mai avrei dovuto cambiare idea scusatemi?” Rivolgendomi ad entrambi con sguardo stupito e incuriosito. “Non sono mica una da una botta e via!” Dico mezza seria e mezza no, cercando di trattenermi e non ridere dopo la mia boutade.
Laura e Giuseppe si guardano senza saper che rispondere per alcuni istanti ma non resisto più e scoppio a ridere con loro due che mi seguono a ruota!

La nostra euforia viene placata dallo squillo insistente del telefono di Laura.
“Oh mio Dio! Nuovamente Emma! Mi chiama da ore ogni 15 minuti!” Si asciuga le lacrime e si sposta fuori con il telefono per rispondere.

Mi giro verso Giuseppe con sguardo interrogativo...
“Emma è dalle 6.30 che ci chiama per sapere se ti sei svegliata e se hai cambiato idea...” mi dice sollevando entrambe le braccia in un moto di scuse “hanno chiamato tutti, chi più insistentemente di altri.” Facendo chiara allusione ai Percelli.
Un brivido di eccitazione mi percorre la schiena alle sue parole...Stavo per rispondergli lusingata, quando vengo interrotta da Laura che si affaccia alla porta:
“Emma vuole sapere se vuoi andare da loro a pranzo oggi?” Mi chiede Laura tappando poi il microfono con la mano e ora bisbigliando “mi ha detto che Carlo l’ha scopata appena sono tornati a casa ieri sera con una foga mai vista e di nuovo questa mattina!!” Spettegolando civettuola.
Ancora brividi lungo tutto il corpo, sento i capezzoli indurirsi all’istante...
“Si certo! Volentieri” rispondo, cercando di nascondere il desiderio crescente che si stava impossessando di me, mentre Laura toglie la mano dal microfono per farmi sentire da Emma.
“Benissimo” la sento riprendere la telefonata “restiamo d’accordo così, Giuseppe la porta su da voi per ora di pranzo e poi passa a riprenderla quando ci chiamate. Perfetto. Si sì ora glielo dico! Ciao ciao!” E riattacca sbuffando!

Quando ricomincia a parlare con noi mi riprendo un attimo da quello stato di trance che mi aveva pervasa, sopraffatta dal desiderio. Ma cosa mi stava succedendo? Cosa mi stavano facendo quelle persone? Un incantesimo? O ero semplicemente io ad essere così? Perché io, ad essere sincera, non mi ero mai sentita meglio di così in vita mia!

“Emma mi ha detto di dirti che hanno una piccola sorpresa per te! Non chiedermi cosa non ne ho idea!” Disse sorniona...

“Eccitata di andare ancor di più!” Dissi in modo molto provocatorio. Da troia insomma! Ero senza parole. Veramente. Semplicemente sopraffatta dagli eventi!

“E con gli altri come facciamo?” Chiede, spezzando il silenzio, Giuseppe.

“Beh” risponde Laura, “bisognerà trovare un modo”

“Gli altri?” Chiesi io ancor più stupita.

“Si Bea, anche il sindaco, il dottore e il sig. Roberto hanno chiesto di passare del tempo con te, per contribuire al bene della comunità” disse Giuseppe schiacciandomi l’occhiolino.
Mio Dio! Mi volevano tutti. Ora la mia micina era in fiamme veramente.

“Allora, sono quasi le 10 ormai, direi di organizzarci così” inizia Laura, con fare perentorio, distogliendo lo sguardo di Giuseppe dai miei capezzoli, chiaramente visibili al di sotto del sottile tessuto della mia vestaglia.
“Se devi andare a pranzo dai Percelli devi essere su per mezzogiorno e mezzo, l’una al massimo. Questo lascia tempo perché tu possa farti una doccia tranquilla, Giuseppe ti accompagnerà dai Percelli, magari per strada potreste passare dal Sig. Roberto? Che dici!”

“Beh ovvio, è di strada” risposi con entusiasmo, stavamo compilando un'agenda di utilizzo della mia micina. E io ne godevo immensamente!

“Il dottore ha già detto che passa lui stasera da noi” aggiunge Giuseppe

“Bene, allora tornando puoi fermarti dal sindaco giusto?” Di nuovo rivolta a me.

“Mi sembra un ottimo piano direi!” Annuisco entusiasta ed eccitata. “Manca qualcuno però alla lista” dico a Laura sorridendo.

“Quando vuoi tesoro!” Risponde allegramente “mi ha già scopata di brutto questa mattina!” Continua ridendo mezza imbarazzata. “Non so cosa ci hai fatto Bea, forse sei una strega e ci hai fatto un incantesimo, o forse siamo noi che siamo felici di essere così...”

Non la lascio finire. Le stesse identiche parole prodotte dalla mia mente ripetute dalle sue labbra. Era troppo. Con uno scatto le vado incontro. L’abbraccio e la bacio, impetuosamente, con la lingua. E lei contraccambia! La stringo forte, presa dalla passione. Ci baciamo per un’eternità.
Sento il corpo in fiamme.
E poi ci stacchiamo all’unisono, gli occhi fissi una nell’altra, uno sguardo con migliaia di significati, stupore, incredulità, lussuria, desiderio, gioia, felicità...
Scoppiamo a ridere nuovamente, spezzando la tensione e voltandoci verso Giuseppe che ci sta guardando con occhi sbarrati, e con una enorme erezione sotto i pantaloncini!

Colta da un nuovo senso di complicità con un’altra donna, credo per la prima volta in vita mia, mi giro verso Laura con sguardo complice.
“Ora?” Mi chiede subito lei e io annuisco sorridendo.
“Ma è tutto sudato e sporco!” Obietta Laura.
“Meglio così!” Rispondo io, sciogliendo la cintura che teneva stretta la vestaglietta, facendola cadere a terra e rimanendo nuda davanti ad entrambi.

Prendendo l’iniziativa mi muovo attorno al tavolo della cucina, fermandomi con la schiena verso Giuseppe, che in un istante si cala pantaloncini e mutande. Il suo cazzo svetta imperioso in aria, finalmente libero, luccicante di eccitazione.
Mi piego appoggiandomi sul tavolo e voltandomi dico provocante “Vieni a fare il tuo dovere per la comunità Giuseppe!”

Non se lo fa ripetere sicuramente e con passo deciso si avvicina e mi afferra per i fianchi, sento le sue mani rugose sulla mia pelle liscia e sento anche qualcuno afferrarmi ai polsi, appoggiati sul tavolo. È Laura che mi guarda negli occhi e si gode la mia espressione di puro piacere mentre suo marito mi infila dentro tutto il suo cazzo duro con un sol colpo. Fermandosi dentro per assaporare l’assoluto piacere dell’essere completamente dentro di me.
Riapro gli occhi e sento Laura sussurrarmi “per il bene della comunità...”.. e si spinge in avanti, baciandomi passionalmente.
In quel momento sento il cazzo di Giuseppe sussultare e gonfiarsi ancora di più dentro di me.
Mi stacco controvoglia dalle labbra di Laura. Sento i muscoli della mia micina contrarsi attorno a quel palo duro.
“Cosa cazzo ci sta succedendo?” Sussurro con la voce rotta dal piacere.
“Non lo so” mi risponde Laura leccandosi le labbra “ma non voglio che finisca!” E poi, rivolta a Giuseppe, quasi ipnotizzato, “E ora scopala, non vedi che non può più aspettare?!” Risvegliato da quelle parole sento le sue dita affondare rudi nei miei fianchi e il suo cazzo finalmente muoversi, lasciando quasi completamente il calore della mia fighetta per poi rientrare dentro con un colpo secco.
Le labbra di Laura si stampano di nuovo sulle mie e la sua lingua vogliosa incontra subito la mia, mentre il tavolo trema sotto i colpi secchi e profondi di Giuseppe, che mi sbatte con foga sul tavolo della cucina.
Sono un lago! Nonostante ieri fosse già successo di tutto questa mattina si stava rivelando ancora migliore delle aspettative.
La cucina riecheggia dei colpi secchi del ventre di Giuseppe sul mio sedere. Il mio bacio appassionato con Laura si è trasformato in un vorticare di lingue, con lei che non si limita più a baciarmi ma mi accarezza i capelli sciolti, il viso e mi sussurra parole di incitamento a farmi riempire dal potente cazzo di suo marito.
Sembriamo tre indemoniati, posseduti dal piacere, ben oltre lo scopo originale di ridare nuova vita alla comunità...
Non resisto più, quel cazzo duro mi stava facendo impazzire dal piacere.
Scossa dall’inizio di un orgasmo crescente mi stacco dalle labbra di Laura:
“Mmmm sto per godere... non smettere... non smett....” un urlo di piacere soffocato ferma le mie parole.
“Vieni piccola... godi...” mi incita Laura, sempre tenendomi le mani. Il rumore dei colpi di Giuseppe viene sovrastato dai miei mugolii di piacere e dal rumore di liquido che cade sul pavimento di terracotta della cucina quando la mia micina esplode di piacere, facendo colare il mio piacere lungo le mie cosce lisce fini a terra.
L’orgasmo mi ha lasciata in estasi e abbandono la testa sul tavolo mentre Giuseppe aumenta il ritmo della sua scopata, ora ancor più facilitato dalle convulsioni della mia fighetta, completamente sconquassata dal piacere appena provato e che ora produce un rumore “acquoso” ad ogni colpo di reni del neo stallone dietro di me.
Laura, senza mai lasciarmi le mani, ora passa ad incitare il marito, come se ne avesse bisogno!
“Dai Peppe, scopala, riempila con tutto quello che hai” continua lei sempre più provocatoriamente “mettila incinta! Voglio che sia nostro il primo del paese!”
A quelle parole sento il membro di Giuseppe gonfiarsi ancora di più dentro di me e, dopo tre o quattro colpi ben assestati un grugnito gutturale mi preannuncia la successiva, stupenda, sensazione.
Vengo nuovamente non appena sento la sborra di Giuseppe riempirmi la micina dilatata e vogliosa.
Continua a scoparmi per alcuni altri secondi, riversando tutto quello che ha dentro il mio ventre fertile, fino a quando, esanime, si sfila da me e si siede a terra traballante, mentre io resto distesa supina sul tavolo ansimante.

La prima a spezzare il rumore dei nostri respiri affannosi è Laura.
“Cazzo, che scopata!” Esclama con gioia “sono così accaldata, neanche avessi scopato io stessa!”
Alle sue parole scoppiamo tutti e tre a ridere, allentando un po’ la tensione dopo l’atto appena consumato.
Lo sguardo di Laura corre verso l’orologio a muro e, rendendosi conto dell’orario, si sposta verso il marito con uno strofinaccio in mano e glielo lancia. “Ora sbrigati e vai a farti una doccia Maiale! A Bea ci penso io! E non metterci un’ora altrimenti farai fare tardi a Bea, ha una giornata fitta di appuntamenti!” Concludendo con uno schiaffo amichevole alle mie chiappe ancora all’insù per la posizione.
Ridiamo nuovamente tutti, consci che le nostre vite, e quelle degli altri abitanti, sono cambiate per sempre...
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