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Prime Esperienze

Quel Pomeriggio Con Mia Nipote Flavia


di Chase90
24.02.2018    |    28.868    |    5 9.3
"«Si… credo tu abbia ragione, ma voglio farmi perdonare» gli dico mentre con un cenno della mano lascio intendere al cameriere che voglio il conto «perché..."
Se dicessi che mi sentivo a disagio essere nudo su quel lettino, con mia nipote Flavia che continuava a maneggiare il mio uccello che lentamente iniziava a gonfiarsi, mentirei spudoratamente! Ma sarei altrettanto bugiardo se dicessi che quel giorno ero completamente rilassato, tranquillo, pronto a svuotare le mie palle se mia nipote non avesse smesso di muovere a destra e sinistra il mio cazzo che teneva per la cappella. Ed il suo abbigliamento non era certo d’aiuto per cercare di sedare la mia eccitazione, la sua canottiera non troppo attillata era per me una lenta masturbazione visiva, ogni volta in cui mia nipote si piegava su di me spostando da una parte e dall’altra il mio uccello, lasciava intravedere il suo piccolo ma sodo seno. Per non parlare dei leggins che ormai tutte le ragazzine indossano, quei pantalancini elastici erano maledettamente aderenti e gli modellavano il culo alla perfezione, lasciando intravedere perfettamente le curve dello stesso e lo spacco della fica. E poi quel tocco, quel suo spostare la mia asta in tutte le direzioni, quel suo massaggio così delicato delle sue mani, stavano portando il mio cazzo da un gonfiore evidente, ad una vera e propria erezione. Se non si fosse fermata, sarei venuto da lì a breve. Come mi sono infilato in questa situazione? Facciamo un passo indietro di trentasei ore.
Dopo mesi di organizzazione e posticipi vari, finalmente con i miei amici riesco ad organizzare un ristretto gruppo della domenica di “fanataci” delle due ruote, no… non della moto, della bicicletta e si… in pratica siamo quelli che nel Week End si piazzano in gruppo sulle strade e bloccano il traffico creando code interminabili andando a dieci all’ora. Questo tipo di sport, comunque, necessita di poche regole e qualche piccolo accorgimento per farlo diventare salutare e privo di rischi, come ad esempio depilarsi completamente le gambe. Un piccolo sacrificio, ma che in caso di caduta dalla bici, può fare la differenza tra medicarsi senza problemi o beccarsi un’infezione dovuta ai peli a contatto con la ferita in via di guarigione.
«Perché non lasci che sia Flavia a farti la ceretta Chase?» mi disse una sera a cena mio fratello parlando della figlia «ormai sono mesi che lavora al centro estetico» concluse poi lanciando uno sguardo a Flavia in cerca di un consenso.
«É vero zio, dai… ti faccio anche lo sconto…» aggiunse mia nipote sorridendo.
Accetto l’offerta, “in fondo un posto vale l’altro per depilarsi” dico a me stesso due giorni dopo la cena mentre varco la soglia del centro estetico.
«Buongiorno, il mio nome é Chase, avrei un appuntamento con Flavia Serr…» una voce da dietro mi interrompe.
«Ziooo… vieni dai, é quasi tutto pronto» mi dice Flavia prendendomi per mano.
«Tieni, questi sono gli slip di carta» mi dice porgendomi gli stessi sigillati all’interno di una busta di plastica «tu intanto spogliati e poi sdraiati su quel lettino, io torno subito» conclude mentre prova a chiudere la porta della stanzetta privata.
«Aspetta… come spogliarmi?» gli chiedo un po’ spaesato.
«beh… togliti i pantaloni, i boxer o gli slip… non posso mica depilarti con l’intimo, se si sporcano di cera calda devo anche ripagarteli con il mio misero stipendio… devi metterti gli slip di carta, se vuoi puoi lasciarti la maglietta» mi risponde uscendo dalla stanza e chiudendo la porta dietro di sé.
Così inizio a spogliarmi e completamente nudo cerco di aprire la confezione con gli slip usa e getta, ma mentre cerco di indossarli, improvvisamente entra mia nipote.
«ah… bene, sei già pronto zio…» mi dice soffermandosi un secondo sulle mie parti intime ancora scoperte.
«Si, beh… quasi, ho avuto qualche difficoltà con questa bustina» gli rispondo mentre cerco di coprire il mio uccello infilandomi gli slip «sembrano quelle del supermercato che non si aprono mai…» concludo avvicinandomi a mia nipote.
«Si, é vero… a volte capita anche a me quando le apro per i clienti… ed é il mio lavoro, pensa…» continua Flavia posando su un bancone flaconi di non sò cosa «senti Zio… vuoi fare la depilazione completa già che sei qui?».
«Cosa vuoi dire?» gli chiedo.
«Ecco… ho notato mentre indossavi gli slip che hai dei peli anche… anche lì insomma…» mi dice indicando con un dito il mio uccello coperto da quel pezzo di carta.
Ora non sò dirvi esattamente cosa sia accaduto in quel momento, forse il fatto che fossi quasi nudo, forse l’abbigliamento di Flavia, o forse semplicemente il fatto che la fica é fica, ma dopo quella frase qualcosa si é smosso nella mia testa, senza considerare che tra le gambe il mio cazzo iniziava a gonfiarsi senza un motivo e che quegli stupidi slip usa e getta non mi sembravano adatti a “contenere” la mia emozione crescente. Credevo di aver rimosso quel pensiero proibito, si… insomma… qualche volta avevo fantasticato su mia nipote Flavia, spesso l’avevo vista in costume ed in un paio di occasioni anche con la biancheria intima, ma avevo sempre accantonato l’idea di fare “qualcosa” con lei, alla fine era comunque molto giovane, senza contare che stavo considerando di scopare la figlia di mio fratello! Ma é anche vero che Flavia é bella, molto bella o come diciamo da queste parti, una fica pazzesca, dal suo metro e settanta sprizza sesso da tutti i fori… volevo dire “pori”… ma la verità é che, a parte il gioco di parole, a vederla ti viene davvero voglia di scoparla in tutti i buchi che il suo giovane fisico presenta. Ed io ora, su quel lettino, stavo ancora riconsiderando l’idea di trovare un modo per fare sesso con lei.
«Ma no, grazie tesoro…».
«Perché no, zio? dai… ormai sei qui…» insiste mentre mi invita con un gesto della mano a sdraiarmi sul lettino.
«Non fa per me la depilazione intima, te la dico tutta, ci ho provato una volta e non mi sono sentito a mio agio» gli rispondo completamente sdraiato sul letto.
«Per me sbagli, senza contare che staresti esteticamente meglio…» mi dice mentre prepara la prima striscia con la cera calda «se non la fai saresti liscio fino qui e poi avresti questi peli che escono dagli slip o eventuali boxer» conclude passando velocemente la mano verso l’inguine.
«OK… ci penso qualche minuto, intanto iniziamo con le gambe» gli rispondo mentre avverto la spinta del mio cazzo sugli slip di carta. Così Flavia procede con la depilazione e quello che mi aspettavo fosse un dolore, si stava trasformando in un piacere. Ogni suo tocco, ogni strappo di quelle strisce di cera calda, stava diventando una lenta masturbazione che portava il mio cazzo a gonfiarsi sempre più, a gonfiarsi talmente che percepivo la punta della cappella farsi strada fuori dagli slip.
«hei… sembra che qui qualcuno si stia svegliando» mi dice Flavia guardandomi con un sorriso e strizzandomi l’occhio.
«Scusami tesoro, non so cosa mi sia preso» provo a giustificarmi con una palese bugia.
«Tranquillo Zio… succede quasi sempre da noi» risponde mia nipote cercando di mettermi a mio agio.
«Succede sempre cosa? Che mentre fai la ceretta gli uomini hanno delle erezioni?» gli rispondo notando che ormai la cappella é completamente fuori dagli slip.
«Si, certo… che hanno delle erezioni é un fatto naturale dovuto al tocco di noi ragazze, soprattutto se queste “toccatine” naturali si avvicinano alle zone intime» mi risponde continuando il suo lavoro «ormai ci siamo abituate, anche se un paio di volte mi é successo di buttare fuori dei clienti che alla fine della seduta pretendevano una sega…».
Per qualche secondo il mio uccello sembra rilassarsi, afflosciarsi ascoltando le storie di Flavia, ma poi quando inzia a passare una sorta di crema per calmare le irritazioni, il mio uccello torna sull’attenti.
«…eccolo di nuovo che si sveglia» mi dice Flavia poggiando pericolosamente la sua mano sugli slip.
«Si, bhé… peró… tu non fai niente per darmi una mano tesoro…» gli rispondo con il cazzo in tiro che cerca una via d’uscita da quella gabbia di carta.
«io? io sto facendo solo il mio lavoro» mi risponde passando su e giù le mani lungo le cosce.
«Si certo, come no… vi conosco a voi ragazzine e conosco soprattutto te… un po’ vi piace provocare… almeno potevi metterti qualcosa di diverso, coprirti un po’ di più» gli rispondo guardando attraverso la scollatura della canottiera.
«Zio, ma… ma mi stai guardando le tette?» mi risponde per la prima volta arrossendo un po’.
«No, forse… si…» ammetto ormai spudoratamente.
Poi improvvisamente mia nipote mi strappa via gli slip di carta liberando finalmente il mio uccello ormai in piena erezione.
«Ma, ma… che fai Flavia?» gli dico mentre sento sue mani spostare a destra e manca il mio cazzo.
«Stai tranquillo Zio, non voglio segarti… sono tua nipote…» mi dice continuando a giocare con il mio uccello «ma non ce la faccio a vederti cosí… liscio qua sotto e peloso qui sopra» mi risponde mollando il mio cazzo ed avvicinandosi al bancone dove sono riposti alcuni flaconi.
«Ora ti depilo anche lí, hai detto che ci stavi pensando ed ho deciso io per te» continua tornando verso di me.
Così mentre lei procede con una prima sfoltita dei peli tagliadoli con delle semplici forbicette, io cerco di pensare ad altro per darmi una calmata tra le gambe. E per qualche minuto la tattica sembra anche funzionare, fino a quando Flavia non torna a maneggiare le mie palle ed il mio pisello provocandomi una nuova e lenta un’erezione, muovendo in tutte le direzioni il mio pisello forse non si rende conto che alla fine é come se mi stesse segando, masturbando. Le sue dita, i suoi polpastreli che afferrano la cappella per immobilizzare il mio cazzo, portano ad ogni tocco il mio cazzo allo sfinimento. Flavia sembra non preoccuparsi della mia erezione mentre continua a mettere piccole strisce di cera calda sul mio pisello, ed io ormai sono passato da un primo dolore, fastidio allo strappo dei peli, ad un piacevolo gioco erotico. Sentire le sue mani sul mio cazzo, mi piace troppo, ormai sono al limite. Cerco di trattenere lo sperma che avverto salire lungo l’asta e dico a me stesso che non posso sborrare su mia nipote, ma sono troppo carico ed uno spasmo attraversa il mio uccello mentre Flavia fa su e giù lungo il mio cazzo ormai depilato spalmandomi minuti la crema idratante.
«Ziooo… non fare scherzi, eh…» mi sussurra lei vedendo delle chiare gocce di sperma uscire dal buco della cappella.
«io… aspetta… scusa… ma… aaah…» balbetto mentre sento la sborra salire velocemente lungo l’asta «lascia Flavia…» continuo cercando di togliere la sua mano dal mio cazzo.
Ma prima che io riesca nell’impresa, la mano di mia nipote fa un’ultima risalita sul mio uccello provocandomi una prima intensa spruzzata, un lungo interminabile schizzo che finisce sulla canottiera di Flavia.
«Accidenti Zio, no…» mi dice lei mollando la presa del mio cazzo che continua a schizzare, mentre cerca di prendere una scatola di fazzoletti.
Ormai sono fuori controllo, il mio cazzo é fuori controllo e lo sperma vola ovunque, cosí mia nipote afferra tutti i fazzoletti che puó e li avvolge intorno al mio cazzo pulsante cercando di bloccare lo sperma ed evitare che continui a sporcare tutta la sala.
«Flavia… ecco…» sussurro cercando di dire qualcosa.
«Lasciati stare Zio… ormai é fatta… svuotati…» mi dice continuando quella che ormai era un’evidente masturbazione tenendo il mio uccello stretto tra i fazzoletti ma muovendoli leggermente su e giù lungo l’asta «…e leviamoci pure questa, tanto era quello che volevi» aggiunge mollando per un secondo il mio cazzo e togliendosi la canottiere sporca di sborra per rimanere con le tette al vento. Poi con una mano torna ad afferrare il mio cazzo e con l’altra guida il mio polso sul suo seno «…dai, toccale… così ci togliamo il pensiero» conclude lasciandomi massaggiare le sue tette.
Ormai anche lei mi sembra presa da questo gioco perverso, ed anche io non riesco a fermare questa sorta di sesso incestuoso. Ora si che sto impazzendo, i miei occhi non smettono di osservare quelle tettine così perfette e sode mentre gioco con i suoi capezzoli. Sento tra le sue mani il mio cazzo che continua a pulsare e le mie palle che continuano a svuotarsi lanciando sperma fuori dal buco della mia cappella, schizzi di sborra che sembrano non finire impregnando i fazzolettini di carta ormai fradici, ed io che non riesco a trattenere piccoli gemiti di piacere.
«ssssh… almeno non ansimare Zio, sei matto? Ci sono altri clienti qui fuori…» mi dice mentre gli ultimi getti di sperma schizzano fuori dal buco della cappella.
«Non so cosa mi sia preso tesoro… io » gli dico ormai completamente svuotato, anche se avverto ancora gli spasmi del mio cazzo.
«Ma quanta ne avevi Zio?» mi dice Flavia mollando la presa del mio cazzo ancora in erezione «questi fazzoletti sono zuppi» conclude gettando gli stessi nel cestino e prendendone altri vergini per pulirsi le mani.
«Devi perdonarmi, davvero… io…» cerco di scusarmi mentre mi alzo dal lettino ancora con l’erezione ben visibile «dov’é il bagno? Così mi pulisco» concludo mentre vedo Flavia sciacquarsi le mani.
«É qui fuori e tu non puoi uscire così» mi suggerisce con un gesto della testa ed avviciandosi nuovamente a me «aspetta… ti pulisco io con questi…» mi dice prendendo una seconda scatola di salviette inumidite.
Quindi afferra il mio cazzo ed inizia a pulirlo ovunque… lungo l’asta, sotto le palle, intorno alla cappella completamente ricoperta di sperma e… e un ultimo fiotto di sborra schizza fuori verso di lei.
«Cazzo Ziooo… ma quanta ne hai?» mi dice tra il serio e l’arrabbiato «tieni… continua tu a pulirtelo…» aggiunge cercando di rimuovere la macchia di sperma dai suoi pantaloni.
«Scusami ancora, sono settimane che non scopo e…» gli rispondo.
«Ecco… bravo… allora la prossima volta cerca di arrivare nello studio meno carico» mi dice interrompendomi «ma guarda che macello… sperma dappertutto… hai finito comunque? Ti sei svuotato completamente? Ora aiutami a pulire» conclude indicando i piccoli laghetti di sborra sul pavimento «…e guarda che macchia qui» conclude osservando la canottiera un secondo prima di indossarla.
Meno di un’ora dopo siamo seduti in un Bar davanti ad un caffé.
«Mi dispiace per prima Flavia, io non pensavo di…» abbozzo posando la tazzina sul tavolo.
«Ormai é andata Zio e… teniamoci questa storia per noi, che dici?» mi risponde alzandosi dalla sedia.
«Si… credo tu abbia ragione, ma voglio farmi perdonare» gli dico mentre con un cenno della mano lascio intendere al cameriere che voglio il conto «perché domani sera non vieni a cena da me? Tu solamente…» concludo alzandomi anche io dalla sedia.
«…mmmm, OK… a domani, ciao Zio» mi risponde mentre la vedo prendere la direzione del suo centro estetico.
Sinceramente non so perché ho detto quelle parole, perché ho fatto quell’invito a mia nipote. Forse perché voglio farmi davvero perdonare o forse semplicemente voglio “farmi” Flavia in tutti i sensi, voglio scoparmi quel suo fisico giovane e fresco ancora tutto da esplorare per me. Non lo so, ma mentre la vedo allontanarsi da me, altri pensieri proibiti si fanno strada nella mia testa.
Ma come diceva qualcuno, domani é un altro giorno e vedremo quello che accadrà.


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