Racconti Erotici > tradimenti > Il piacere Vs la felicità
tradimenti

Il piacere Vs la felicità


di cpromagnolamatura
27.12.2023    |    3.940    |    3 7.8
"L’odore di sesso e di alcol mi ricordo che aleggiò nella stanza fino al mattino..."
Ho sempre portato le corna con stile, quasi con eleganza direi. Mi bastava sapere che Anna era contenta, non dico felice, perché la felicità non appartiene al sesso, ma a cose più profonde e spirituali, a volte siamo felici e basta, senza un perché e forse è meglio non indagare troppo, ma gustare questi momenti, rari, ma assolutamente appaganti. No, non intendo divagare, ma piacere e felicità sono due concetti, due idee da tenere ben distinti, specialmente quando si parla di sesso e di sesso coniugale, per lo più. Ho conosciuto tutti i suoi amanti, anche quelli di un giorno o, addirittura, di un’ora e non perché fossi sempre presente, ma semplicemente perché poi me lo raccontava lei. Il raccontarsi tutto, non solo i fatti o la cronaca di un incontro, ma soprattutto le emozioni credo sia la spiegazione più sensata a questo sentirci contenti per la complicità che ci ha sempre unito. Non vorrei essere presuntuoso, ma il fatto di vivere le sue emozioni attraverso le sue parole, o nel caso fossi presente, attraverso i suoi occhi alla ricerca dei miei negli attimi precedenti e successivi al piacere è come se avessi fatto sesso anch’io con quell’uomo.
Nei primi anni di matrimonio ero entrato nel gioco direttamente, alternandomi al toro di turno, ma ben presto avevo compreso come la mia vocazione non fosse quella dell’attore, benché coprotagonista, ma quella del regista, dello sceneggiatore, del confidente, del compagno. Una cosa mi ha sempre affascinato in questo gioco, ovvero cercare di capire quale fosse per me, per mia moglie, ma anche per i suoi amanti, l’oggetto del piacere. Certo gli uomini che si sono succeduti tra le sue cosce principalmente cercavano l’appagamento sessuale, talvolta il riconoscimento di essere stati bravi amanti, più raramente il piacere di umiliare me o mia moglie; ma poi cerano anche amanti più sinceri, più complessi, capaci di interagire non solo con il cazzo, ma anche con la testa, proponendosi non solo per le loro perfomances, ma anche in un rapporto di amicizia e complicità, sia con lei che con me. D’altronde mi interessava anche comprendere cosa spingesse mai mia moglie Anna a trovare in altri maschi quello che forse non potevo offrirle direttamente. Il primo amante di mia moglie aveva quasi il doppio della sua età e fisicamente non lo avrei mai considerato una alternativa a me, eppure, tra tutti si dimostrò uno dei più complici con il nostro menage. Fisicamente tarchiato, cinquantacinquenne, stempiato, con un po’ di pancia, culturalmente semplice, ma affatto stupido aveva dalla sua un carattere aperto, capace di trasmettere entusiasmo, attento a non essere invadente, ma al tempo stesso disponibile. Certo era anche sessualmente ben attrezzato e con tempi di recupero decisamente brevi, ma penso che alla fin dei contri questi argomenti siano stati per mia moglie meno rilevanti. Le nostre uscite insieme, quando gli impegni famigliari, nostri e suoi, ce lo consentivano non terminavano obbligatoriamente a letto e forse questo è stato uno dei fattori che hanno contribuito alla durata della nostra amicizia. Il fatto che Franco, il suo primo amante da sposati, fosse così più vecchio di Anna, all’epoca poco più di trent’anni, forse appagava il suo sentirsi al sicuro oppure semplicemente soddisfaceva una sorta di senso di rivalsa verso una figura adulta, fatto sta che l’averci entrambi a disposizione le dava un senso di potere che comunque ha sempre avuto, anche quando più tardi, invertendo il fattore età, annoverò tra i suoi amanti occasionali anche giovani inesperti, rivelandosi una notevole “nave scuola” per i figli di alcuni nostri amici.
Alla fine di un anno è normale girarsi indietro, e, superati i sessanta, il proprio punto di vista è destinato a cambiare. Si dice che è più facile imparare dagli errori e se dovessi pensare alle volte in cui le cose non si sono infilate per il verso giusto o agli incontri sbagliati certamente dovrei ricordare gli errori di valutazione sule persone che a posteriori si sono rivelate respingenti. E’ il caso di un ragazzo, da perdonare giusto per la giovane età, conosciuto mentre eravamo in vacanza a Ischia , un’isola che in passato ci aveva dato l’occasione per alcuni felici incontri. Il ragazzo lo avevamo conosciuto perché conduceva la barca che avevamo noleggiato per concederci un tour lungo la costa. All’epoca mia moglie aveva superato i cinquanta da un po’ di anni. Per farla breve come capita in queste occasioni avevo notato come il ragazzo guardasse mia moglie prendere il sole e un certo suo comportamento allusivo, come il non distogliere lo sguardo sul suo seno o ad accennare qualche commento, pronunciato a bassa voce, ma perfettamente udibile, sul fondoschiena di mia moglie. Cercai gli occhi di mia moglie per capire se anche lei avesse inteso e ricevendone conferma ero entrato molto banalmente nel discorso con il giovane marinaio su chissà quante occasioni gli capitavano ogni estate di farsi delle turiste. Il tipo apparentemente a disagio, ma solo in apparenza, aveva finito per confermare, vantandosene, come a dire che erano tutte rimaste soddisfatte. La buttai lì chiedendogli, guardando verso mia moglie stesa pancia in giù a prendere il sole, se gli fosse capitato anche con donne di una certa età. Il ragazzo, con un sorriso a tutti denti reggendo con una mano il timone e portandosi l’altra all’altezza dell’inguine, mi confermò che proprio quelle donne lì, di quell’età, erano le più disponibili, addirittura con la complicità dei loro uomini. Per farla breve la giornata trascorse con allusioni più o meno esplicite al fatto che anche a noi poteva interessare una avventura, cosicché al momento di pagare il noleggio e di salutarlo gli bisbigliai il nome dell’Hotel dove alloggiavamo, che era costituito da tanti cottages, e il numero della stanza, dicendogli che ci avrebbe potuto trovare verso le 11 e mezza di sera.
Quando all’ora stabilita bussarono alla porta pensavo di trovarmi di fronte il ragazzo, solo che non era solo, ma accompagnato da tre tipi sui quarant’anni, decisamente su di giri, che entrarono con slancio individuando mia moglie, che per l’occasione si era vestita con un copricostume di garza verde, molto trasparente senza altra biancheria. Io venni spinto sulla poltrona posta di fronte al letto, mentre iniziarono a fare letteralmente la festa alla mia signora. In quell’occasione tutta la mia eccitazione ed anche quella di mia moglie sfumò in un decimo di secondo e si risolse in una scopata meccanica di uno dopo l’altro. L’odore di sesso e di alcol mi ricordo che aleggiò nella stanza fino al mattino. Alcuni dicono che certi incontri possono essere eccitanti, ma confesso che per noi, almeno in quel momento, non fu affatto così, tanto che Anna lo visse come una violenza e per alcuni anni non avemmo più incontri; è stato solo in seguito, forse rielaborando tra noi l’accaduto, che lo abbiamo riconsiderato, per capire cosa in fondo ci aveva disgustato e cosa, con il senno di poi, ci aveva dato “piacere”: certo aver subito l’aggressione, gli atteggiamenti grandemente volgari, il senso di impotenza da parte mia e di Anna, una sorta di senso di colpa per aver provocato in qualche misura il fatto, seducendo (?) il giovane marinaio, ci avevano fatto male, eppure a posteriori io lo vivevo con un misto di eccitazione, che difficilmente potrei confessare apertamente, ed è per questo che da quella volta mi convinsi di essere cornuto, non perchè tradito da mia moglie, essendo consenziente, non può esserci un tradimento, ma in quanto legittimo consorte che condivide la propria metà per il piacere della medesima, e, di riflesso, di me stesso.
Anna da alcuni anni ha rarefatto moltissimo la sua disponibilità e devo dire che certe situazioni mi mancano più per nostalgia che realmente, anche perché come accennavo il piacere è una emozione che può viaggiare tranquillamente slegata dalla felicità e la saggezza dell’età mi fa guardare più alla ricerca della felicità che del piacere. La settimana da Natale a Capodanno è da sempre un periodo di bilanci, in cui ci si spoglia del proprio scudo prossemico e come l’imperatore Adriano, nel finale del romanzo della Yourcenar, si affronta il tempo che verrà. Buona vita a tutti!
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il piacere Vs la felicità:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni