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Il porco del mio capo.


di Clelia_Rocco_coppia
29.12.2023    |    13.151    |    4 9.4
"Tento di oppormi inutilmente e questa mia debolezza mi risulta fatale..."
Paride é il mio capo. Arrogante, supponente e narciso, nonché il migliore amico di mio marito Carlo. Da qualche mese è anche il mio datore di lavoro. Persona squallida e perversa; sfacciato, superbo, molesto, insomma, un porco. Dopo avermi detto insultato dicendomi che in fondo ho delle “bellissime labbra da pompinara”, gli ho mollato un ceffone e minacciato di andarmene. Per nulla intimorito ha replicato:
- “Sei libera di andartene, ma se rimani, accadrà che sarai tu a chiedermi di scoparti”.
Mi allontano senza rispondere giusto in tempo per essere invitata ad andare nel suo loft per scoprire quanto è fondata la sua previsione di “fottermi quanto prima!”. Una notifica sul cellulare con le coordinate del suo loft arriva sul mio cellulare.
Questa sua ossessione nei miei confronti, in fondo mi lusinga e da un po’ mi provoca un sottile languore che arriva fino al centro del mio sesso, facendomi bagnare. In macchina il mio navigatore avvia il percorso e come un automa mi ritrovo davanti al suo loft. Le finestre del locale danno su una stradina laterale e sono aperte. Presa da una morbosa curiosità, guardo all’interno e assisto a uno spettacolo che mi lascia sbalordita. Paride, inginocchiato tiene le cosce spalancate di una bellissima bionda e le lecca la fica avidamente. Un'altra donna, si fa succhiare e mordere i capezzoli dalla prima e si masturba con lascivia e lussuria. Una delle due esclama:
- “Siamo pronte a spompinarti quel maestoso cazzo, se vuoi;
la scena del suo cazzo oscenamente grosso e tozzo mi colpisce come una sferzata; sembra una piccola mazza simile a una lattina e con una cappella altrettanto enorme. Una mia imprecazione di stupore attira la sua attenzione e lo vedo sorridere compiaciuto. Resto immobile nella vana speranza che non si sia accorto di me. Col cazzone in tiro, afferra le due femmine per i capelli e ordina loro:
- “Succhiatemi il cazzo piccole troie!”
Guardare quelle scene mi eccita notevolmente e ancora di più immaginare di trovarmi, io in quella situazione. Infatti, non è infrequente che io immagini me stessa in mezzo a molti uomini con i loro cazzi tutti per me che mi inondano con un fiume di calda sborra. Ora, oltre alla vista, il rumore delle loro lappate sul cazzo di Paride mi provocano una fitta di piacere dritta in fica.
I miei umori iniziano a colare tra le cosce e le mie dita sono già dentro la mia fica e mi torturano il clitoride ormai gonfio come un piccolo cazzo. Le scene di sesso davanti a me si susseguono con posizioni e pratiche oscene che mi eccitano enormemente quel suo meraviglioso cazzo non fa altro che fottere, scopare e penetrare le due donne. Tra queste scene surreali il mio orgasmo arriva intensissimo come uno tsunami. La voce di mio marito, appena giunto, mi riportò alla realtà e mi informa che se volevo far firmare dei documenti a Paride devo aspettare perché è impegnato con delle scene di un film porno. Rimango basita quel porco ha trasformato la sua perversione in un vero e proprio lavoro. Sbollita la rabbia, a casa rivivo ogni scena, eccitandomi e, a quel punto, godo ancora, assaporando un altro un orgasmo intenso e meraviglioso. Quell’uomo è entrato nella mia testa insieme al suo gran cazzo; è diventato il mio sogno proibito. Lo vorrei sentire dappertutto: in bocca, tra le cosce, nel culo. Per quasi tutta la notte mi masturbo fino a sfinirmi con mio marito che dorme accanto a me. Il giorno dopo, in ufficio, mi ignora ma davanti alla macchina del caffè o delle fotocopie mi sfiora il corpo, facendomi sentire il suo superbo bastone tra le natiche e io mi eccito e mi bagno come una cagna.
- “Nella pausa pranzo nel mio ufficio, non tardare”.
Mi intima in modo autoritario. Nessuna replica ma il suo tono mi fa bagnare ancora di più.
Sono già nel suo ufficio. Indosso una gonna corta e un top con bretelline. Niente reggiseno e i miei capezzoli sono già dritti e duri e sono eccitata come non mai. Questo particolare non sfugge a Paride che sorride beffardo.
-“Ho notato che ieri ti sei eccitata a guardare e magari, adesso, solo ripensarci ti fa bagnare”.
Mi dice senza preamboli.
-“Ti sbagli proprio, la cosa mi ha lasciata del tutto indifferente”.
Ho risposto con la voce rotta dall’eccitazione.
Non faccio in tempo a finire la frase che, improvvisamente, mi infila la mano tra le cosce, penetrandomi con due dita la fica e strappandomi un gemito di piacere intensissimo.
Tento di oppormi inutilmente e questa mia debolezza mi risulta fatale.
-“Guardati, sei un lago e hai una gran voglia di minchia ma non lo vuoi ammettere; ricordi ti avevo predetto che mi avresti implorato di fotterti”?
Mi afferra per la lunga coda dei capelli e mi obbliga ad accovacciarmi sui talloni, ma non prima di avermi strappato l’intimo con un gesto deciso; poi mi ordina:
-“Succhiamelo troia e con una mano masturbati mentre lo fai; finalmente, voglio proprio godermi quella tua bocca da pompinara”.
Quegli insulti mi eccitano ancora di più. Dovrei fuggire da quella stanza; ma essere dominata mi accende enormemente. Chiudo gli occhi mentre resto in attesa della sua prossima mossa; la mia mano tra le cosce mi regala sensazioni lussuriose. Un afrore fortissimo mi arriva alle narici; guardo davanti a me e trovo la sua dura ed enorme cappella lucida che mi punta. La fa scivolare sulle mie guance, sul collo, sul mento e, infine, sulle labbra. Aprire la bocca e leccare e una tentazione fortissima; quella straordinaria verga di carne è proprio tanta roba e senza più freni inizio a leccarla tutta dalle palle alla punta, insalivandola per bene. Lo Voglio sentire duro e pulsante tra le mani e, pertanto, inizio a segare, leccando senza sosta come una cagna col suo mastino.
Sono come drogata da quegli odori e da quei sapori; raccolgo la mia saliva su quella nerchia pulsante e la risucchio di nuovo in bocca, rilasciandola ancora tutta sul cazzo. Mi ordina di aprire la bocca aperta e tiro fuori la lingua, attendendo che la sua saliva vi coli sopra. Poi imbocco il suo cazzo e ingoio tutto. Lo sento gemere e mi sento una vera cagna in calore, una lurida puttana, ormai senza alcun pudore. Intanto con una mano aperta riprendo a torturarmi il clitoride, sto perdendo il controllo; sono proprio così come lui mi descrive: porca, troia, cagna, vacca, pompinara, succhiacazzi, zoccola…!
Non contento di come mi tratta, mi provoca dicendomi:
-“Non Vorresti che il tuo uomo fosse qui a godersi la troia che ha sposato? Magari, a tuo marito in fondo tutto questo piacerebbe e ne godrebbe lui per primo. La mia opinione è che osservare la propria donna, sbattuta e penetrata da un altro uomo; e vederla godere sia il sogno di ogni maschio”.
Penso che la sua sia una teoria folle, ma solo immaginarmi di essere scopata davanti al mio maschio mi eccita ancora di più e credo che, in fondo, la sua affermazione abbia un fondo di verità. A quel punto non resisto più e mi ritrovo veramente ad implorarlo:
-“Scopami, fottimi, dammi questo cazzo, mettimelo dove desideri, ma fammelo sentire tutto dentro; è da ieri che lo voglio e non resisto più”.
Senza replicare, mi solleva per le spalle, mi mette piegata distesa sulla scrivania mi infila quel gran bastone di carne tutto in fica, in un sol colpo, facendomi urlare di dolore ma soprattutto di piacere.
Inizio a godere come non ho mai fatto. E mi ritrovo ad incitarlo senza alcun pudore:
-"Era questo che volevi lurido porco bastardo? Allora, scopami, fottiti la femmina del tuo amico e falla godere come la troia che mi hai fatto appena adesso diventare, sfonda questa puttana!!"
Mi trapana il sesso senza difficoltà; mi scopa con affondi decisi e profondi, come se volesse aprirmi in due la fica; sono talmente bagnata che quel grosso cazzo non mi procura alcun dolore. Mi fotte per un tempo indefinito e ad ogni spinta sento di volerne sempre di più. Il primo orgasmo arriva devastante e intenso, facendomi urlare senza ritegno; non smetto di gemere a voce sempre più alta e sono letteralmente alla mercé sua e del suo cazzo. Come una bambola di pezza mi gira e mi sistema supina sopra la scrivania e senza indugio mi penetra nuovamente, pompandomi dentro il suo bastone nodoso; lo afferro per le natiche con le mani, gli lascio il segno delle mie unghie, spingendolo verso il mio bacino. Inizio a gemere sempre più forte; voglio solo essere sfondata da quel cazzone. I suoi rantoli di piacere sono sempre più alti e percepisco che sta per arrivare anche per lui un orgasmo devastante:
- "Ora ti voglio riempire di sborra dappertutto, troia."
- "La voglio tutta in fica, riempimi di sborra, voglio tornare a casa così, ancora piena di te”.
sporcami di sborra!"
Senza smettere di pomparmi il suo cazzo dentro, con le mie gambe sulle sue spalle, sento crescere il mio piacere, fino a portarmi ancora una volta all’orgasmo, facendomi tremare, urlando frasi insensate. Anche Paride non riesce a resistere e dopo i primi schizzi dentro il mio fiore di carne, lo tira fuori inondandomi il pube, il ventre, i seni fino al viso.
Senza timore di potermi smentire decido che quella appena vissuta è la più bella scopata della mia vita. Mi aiuta a rimettermi seduta sulla scrivania, mi bacia sulle labbra e con convinzione mi dice che da oggi sono la sua femmina e che mi scoperà tutte le volte che ne avrà voglia. Sorrido per questa sua spavalderia, ma non posso far altro che ammettere che è anche quello che voglio anch’io e soprattutto che questa storia avrà un seguito molto presto.

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