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Quel gioco finito male


di Carlatrav77
12.04.2021    |    16.238    |    14 8.7
"Poi si alza, sfila il preservativo, e lo fa cadere accanto alla mia testa..."
Può sembrare strano ma anche in periodo di lock down ho una storiella da raccontare.
Venivo da un periodo lungo di astinenza, cause di forza maggiore, così successe che un giorno mi ritrovai scarica di lavoro, e in smart working, chiusa in casa, sola, non è granchè. In più ci si era messo anche il solito maschietto inconcludente in chat a farmi scaldare senza poi venire a raccogliere i frutti.
Così, stanca decisi di fare una cosa che già avevo provato senza scarsi risultati la scorsa estate.
Prenotata uan camera in un mothel nel mio comune, lo ho raggiunto e mi sono preparata.
L’accesso alla stanza è completamente libero dal controllo della reception in quanto le porte danno sul parcheggio, così ho messo un annuncio su un paio di siti di incontri, dichiarandomi libera, disponibile, e pronta da subito, indicando albergo e numero di camera.
La prima è passata in attesa, noiosa, ammetto che mi ha salvata la tv, ed ero quasi sul punto di sistemarmi e andare, quando hanno bussato. Ho timidamente chiesto chi è, una voce grave ha risposto “Sei Carla?”
“Sì” ho confermato e ho aperto la serratura.
Nella penombra data dalla persiana chiusa si fa avanti un uomo, è molto più piccolo di me come statura, spalle larghe addome prominente. Toglie senza parlare una vecchia giacca e il maglione, “Io sono Stefano”
Dice con tono deciso mentre slaccia la patta e lascia uscire dallo slip un cazzo già turgido.
“Dai fammi godere”
Mi avvicino, eccitatissima, inizio a segarlo delicatamente, lui non emette un suono, rimane immobile.
Mi prende le spalle e fa pressione, sono abbastanza esperta da sapere cosa vuole un uomo quando fa cosi, mi sono accosciata e ho iniziato a dedicarmi al suo sesso.
Mugola, ansima, sento la pancia sussultare mentre il cazzo è diventato non lunghissimo ma più del doppio come diametro. Dentro di me spero di farlo venire con la bocca, sono spaventata ed eccitata. Lo sento irrigidirsi e infatti senza che emetta suoni mi inonda la bocca fermandomi la testa con le mani per evitare che mi tolga.
Deglutisco, mi alzo sorridente e vado in bagno a lavarmi, convinta se ne sarebbe andato ma quando torno è ancora lì, senza i pantaloni, e mi fissa.
“Cazzo fai non pensare sia finita. Adesso inizi a divertirti anche tu.”
Mi prende per un braccio e mi butta sul letto con una forza incredibile.
“Ferma, dimmi dove hai i preservativi se no ti scopo cosi”
“Nella borsetta”
La presa che mi tiene la schiena bloccata si allenta, , lui si allontana, rovescia tutto sul pavimento e torna. Sento che armeggia, sento il mio perizoma che si sfila tirato verso il basso, e poi il suo dito che lavora sul mio buco, bagnato, si infila, allarga con forza, esce e rientra…
“Siamo strette…mi sa che mi faccio qualche risata..”
Sputa, più volte, la saliva entra anche dentro, ancora il dito.
Io mugolo, un po' forse tremo, lui se ne accorge. E i dito forza, diventano due. Ho un sussulto.
“Ferma che tra poco ti aspetta di peggio”
Continua cosi per qualche minuto poi si ferma.
Le sue mani mi prendono le natiche con forza e mi sistemano aprendomi le cosce.
“Brava vacca, cosi docile per il tuo toro”
Il suo cazzo inizia a correre su tra le mie natiche, varie volte.
Lui sputa di nuovo e lo ferma sul buchetto.
“Adesso buona che se sei brava come promettevi nell’annuncio non durerà molto la monta”
Inizia a fare pressione.
SI stende su di me, la sua pancia si schiaccia contro la mia schiena, lascia che il suo peso faccia entrare tutto il suo cazzo con veemenza.
Fa male.
Io mi dimeno, il suo peso mi blocca. Mordo il cuscino.
Inizia a muoversi regolare, senza preoccuparsi di me, solleva il bacino e lo abbassa lasciandosi cadere di peso, senza aumentare ne diminuire.
Io sono al limite, mordo il cuscino con forza e prendo le sue mani, le stringo, per fargli capire di rallentare.
Lui affonda ancora, e rimane li, schiacciato su di me.
Poi si alza, sfila il preservativo, e lo fa cadere accanto alla mia testa.
Io rimango li, ferma, lo sento che si riveste, sento il rumore della cintura mentre raccoglie i pantaloni.
“Anche le vacche della mia stalla rimangono cosi quando il toro si toglie. Brava. Rimani li fino a quando non sono uscito che tra qualche minuto entra un amico. Siamo in quattro, io e i miei tre fattori, non sono italiani spero non sia un problema.
Sbatte la porta.
Quello che accadde dopo è un altro racconto.
A presto.
Baci.
C.


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