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I colleghi - parte 1


di Membro VIP di Annunci69.it Tocilizumab83
14.01.2024    |    7.865    |    7 9.8
"Una sera d’inverno, allo smonto dal solito turno massacrante, guardavo Franco che, a dispetto della solita flemma, sembrava sui carboni ardenti..."
Con Franco e Martina avevamo subito legato.
I frenetici ritmi del lavoro in ospedale logorano anche i rapporti più solidi, ma con loro il feeling, sebbene ci fossimo conosciuti da pochissimo, si era fatto via via sempre più profondo, tuttavia, nemmeno con “senno del poi” sarei stato preparato alla svolta inaspettata che avrebbero preso gli eventi.
Una sera d’inverno, allo smonto dal solito turno massacrante, guardavo Franco che, a dispetto della solita flemma, sembrava sui carboni ardenti.
“Mi vuoi dire cosa ti prende?” dissi ad un certo punto
Lui mi guardò per qualche secondo, sospirò, ma non disse nulla.
“Spara” lo incalzai
“E’ da un po’ che penso ad un modo giusto di dirlo, ma non l’ho trovato. Marco, te lo dico e basta. Tu ascolta e se vuoi non dire nulla.”
“Senti, faccio il medico, di cose ne ho viste e sentite, sono poche le cose che ancora mi sconvolgono. Dimmi e basta paranoie”
Dopo una generosa sorsata di birra, Franco prese fiato e finalmente, senza alcun giro di parole disse: “te la scoperesti Martina?”
Rimasi senza parole, a bocca aperta come un ebete. Si, mi aveva sconvolto e, visto che non dicevo nulla continuò: “sono serio” e dalla sua espressione non avevo alcun dubbio a riguardo.
Alzai la mano come a chiedergli un momento.
Franco, il mio amico, mi stava davvero chiedendo di fottermi la mogliettina? Certe cose non succedevano solo nei porno?
Pensai a Martina, al suo bel sorriso, ma anche ai grossi seni che spesso mi sorprendevo ad immaginare sotto la casta divisa. Come sarebbe stato bello palpeggiare le sue mammelle mentre la limonavo con foga e sotto gli occhi del marito.
Sentii che mi diventava duro, molto duro. Guardando Franco dritto negli occhi dissi “Si, me la chiaverei molto volentieri”
D’incanto Franco si rilassò, tutta la tensione era sparita.
“Ci fantastichiamo da un po’, sai. Vorremmo, ma ci vuole la persona giusta. Abbiamo pensato di coinvolgere un estraneo, magari durante un viaggio, ma non riusciremmo mai a lasciarci andare, ci vuole qualcuno di cui ti fidi”.
“E sono io quel qualcuno?” Ero ancora un po’ incredulo “Martina è d’accordo al 100%?”
“Martina non fa altro che sditalinarsi all’idea. Lo vuole. Lo sappiamo come sei fatto però. Sappiamo che non ti fidi, per cui mi ha detto di farti vedere questo”
Tolse il cellulare dalla tasca e mi chiese di mettere gli auricolari. “L’audio merita davvero, sarebbe un peccato non sentirlo a tutto volume”. Mi si fece più vicino e premette play.
Martina bella e slanciata apriva la scena. Il camice completamente abbottonato lasciava vedere le calze nere e velate. Era a piedi nudi.
Si siede ed il volto le si apre in un sorriso malizioso. “Marco, Marco, Marco. Ti abbiamo pensato tanto sai? Vuoi vedere come ti penso quando Franco è di turno e sono tutta sola?”
Inizia a sbottonare il camice con deliberata lentezza non staccando gli occhi ammiccanti dall’obiettivo, finché giunta all’ultimo lo scosta con eleganza.
Il cuore mi martella nel petto. Sono senza fiato: il camice nascondeva l’elegante intimo di pizzo nero.
Le grosse tette strabordano dal reggiseno e le cosce toniche sono fasciate da eccitanti autoreggenti e poi la sorpresa: le gambe si aprono e svelano una carnosa figa con solo un ciuffo di peli rossi.
“Ti piace la tua collega così?” mugola “vediamo se ti piace ancora di più”
Inizia ad accarezzarsi il clitoride con movimenti sempre più veloci e a sospirare e gemere.
“Ti piace così? Mi vuoi così?” dice mentre togliendo una tetta dalla coppa inizia a palpeggiarsela ed a stuzzicare il capezzolo con le dita”
Sento il mio cazzo che preme sempre più nei pantaloni, tutto quello che mi circonda smette di esistere.
Lei geme mentre si sditalina furiosa, è un lago di umori.
“Ti piace? Io voglio il tuo cazzo, porco. Lo voglio tutto, lo voglio qui” Urla e così facendo la vedo prendere un grosso dildo ed infilarselo nel buco del culo.
Era davvero troppo, stavo impazzendo.
Martina con una mano si stantuffava il culo oramai sfondato e con l’altra continuava a tormentarsi il clitoride urlando senza freni “Marco, Marco, Marco. Quando vieni a sbattermelo nel culo. Vieni presto a sborrarmi nel culo” ed accelerava il ritmo ed i gemiti fino ad arrivare ad un grido di piacere mentre il corpo ed il viso si contorcevano scossi da un orgasmo violento.
Buio.
Realizzai che il video era finito, le mani mi tremavano, il cuore mi batteva in gola.
Franco mi guardava compiaciuto.
“E adesso” dissi
“ E adesso inizia il divertimento” rispose

CONTINUA
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