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Ristorante a Catanzaro


di ScrittoreAcerbo
29.04.2024    |    1.045    |    5 9.8
"Era come il mio ma, probabilmente, un paio dita più lungo..."
La storia che sto per raccontarvi inizia in un noto ristorante di Catanzaro.
Io e alcuni miei amici avevamo sentito parlare molto di quel posto e decidemmo di dargli una chance per la cena di quella sera.

La sera passò festosa e con tante chiacchiere. La bontà del cibo, il luogo pieno di persone, la terrazza con vista diretta sul mare, insomma una serata perfetta.
Come sempre le chiacchiere spaziarono in tutti i campi, dal calcio, alle ragazze, fino ai programmi per quella vacanza che ancora era all’inizio.

“Raga, raga, ma quanto è figa quella lì?”.
Il mio sguardo seguì quello di Matteo e andò a posarsi sulla figura di quella che sembrava una dea.
Bionda, occhi azzurri che davano sul verde, fisico longilineo, sembrava che ogni parte di quella donna fosse il mix perfetto di ciò che gli uomini volessero.

Quella perfezione di donna fasciava il suo stupendo corpo abbronzato con un vestito bianco a tubino che lasciava poco all’immaginazione. Il seno, coperto solo da due piccoli pezzi di stoffa era solcato uno spacco centrale vertiginoso che andava a concludersi su una gonna che copriva a malapena la zona inguinale. La schiena e le gambe erano completamente scoperte e i suoi piedi erano ornati da un sandalo con un tacco abbastanza alto, in modo da slanciare la figura.

A fianco a lei c’era il marito. Un uomo sulla quarantina, alto capelli neri e occhi azzurri, con due spalle molto larghe messe in risalto dalla camicia bianca che indossava.

I due furono accompagnati al tavolo di fronte al nostro e questo fece accendere ancora di più l’ormone mio e dei miei amici.
Le battute si fecero subito pesanti e io, incentivato da alcuni sguardi che lei mi mandò, mi misi a difenderla, facendo finire quel circo che stavano mettendo su i miei amici.

La serata continuò tra le risate e le varie portate.
Bottiglie di vino vennero svuotate e la mia vescica si fece sentire. Lasciai la mia parte per pagare la cena e andai in bagno.
Scelsi un orinatoio e iniziai a concentrarmi sul lavoro che dovevo fare.

“Grazie per aver difeso Cinzia”.
Mi destai dai miei pensieri e scorsi, di fianco a me, la figura del marito intento anche lui a farla nell’orinatoio di fianco al mio.
“Si figuri, conosco i miei amici e quando vedono una bella donna non sanno come comportarsi”.
“Tranquillo, siamo abituati. Senti ma, se per ringraziarti, ti offrissimo qualcosa da bere?”.
“Accetto molto volentieri”.

Finito di fare quello che dovevamo fare uscimmo dal bagno e congedai i miei amici.
Loro, data la vicinanza di casa nostra, non obiettarono più di tanto e, fatte delle ovvie battute, se ne andarono.
Ci ritrovammo, quindi, io, Angelo (il marito) e Cinzia al bar.

Non riuscivo a sostenere il suo sguardo. Da vicino era ancora più affascinante. Dovetti sudare per non guardarle lo spacco del seno o le sue gambe.
Lei, d’altro canto, aveva dei modi molto gentili e riuscì subito a mettermi a mio agio.
Parlammo del più e del meno e bevemmo un paio di amari che misero ancora più alla prova il mio autocontrollo.

“Angelo, finalmente troviamo un ragazzo che mi difende e gli offriamo solo questi amari scadenti?”.
“Giusto, ora ti offriamo qualcosa di un po’ più forte”.
Arrivarono tre bicchierini di assenzio e questo segnò la resa della mia sobrietà.
Gli sguardi che prima riuscivo a trattenere e verso il suo corpo non furono più trattenuti.
Le feci un’autentica radiografia e iniziai a sentire un rigonfiamento all’altezza del mio basso ventre.

“Occhio che a guardarmela così me la rovini”.
La voce di Angelo mi riportò alla realtà. Alzai lo sguardo prima verso di lui e poi verso di lei e provai a scusarmi.
“Tranquillo, -disse ridendo- a dire la verità a lei fa piacere avere questo effetto su un ragazzo”.
“Beh devi vedere che effetto mi ha fatto là sotto”.

Che cosa stavo dicendo? L’alcol aveva preso il sopravvento e probabilmente mi avrebbe fatto prendere a sberle da un uomo ben più grosso di me.
Si misero a ridere di gusto.
“Occhio che Cinzia quando beve diventa curiosa. Se dici ste cose poi ti tocca farle vedere”.
Ancora una volta l’alcol parlò per me.
“Beh, se c’è un posto dove andare, non mi faccio problemi”.

Probabilmente fu l’alcol, oppure una incredibile dose di fortuna, fatto sta che ci ritrovammo in riva al mare, in una caletta riparata dalle rocce.
“Ora ti tocca mostrarmelo”.
Io, arrossì. Mi aspettavo che fosse un bluff e non che dovessi mostrarlo ad una donna con il marito alle sue spalle.
“Quindi? Prima mi stuzzichi e poi non fai nulla?”.
Io abbassai lo sguardo.
“Va bene, mi servo da sola”.

Le sue mani andarono sulla mia cintura e in uno schiocco di ciglia i miei pantaloni e le mie mutande erano all’altezza delle mia caviglie.
Il mio cazzo, barzotto da prima, uscì fuori.
“Amore, faccio indurire il ragazzino e poi penso anche a te”.
Alzai lo sguardo e vidi Angelo con in mano un paletto di carne lungo e duro. Era come il mio ma, probabilmente, un paio dita più lungo.

Con un sapiente lavoro di mano Cinzia mi fece arrivare all’ erezione completa.
Angelo si avvicinò e fece iniziare alla moglie, in ginocchio in mezzo a noi, un lavoro di bocca da vera esperta.
Prima leccava la cappella facendoci roteare la lingua intorno e poi la imboccava. Dava due o tre pompate profonde per poi poi passare all’altro cazzo e fargli lo stesso trattamento.
Mentre uno veniva spompinato l’altro veniva segato con colpi secchi e decisi.

“Ahhhh si amore, facci godere”.
Lei, sentiti gli apprezzamenti del marito decise che era ora di osare di più.


Staccò la mano dal pene del marito e, continuando a tenermi in bocca, si mise a novanta davanti a lui.
Doveva essere molto bagnata perché Angelo, senza esitazione e senza preliminari, le alzò la gonna e la penetrò in un sol colpo.
Iniziò una monta selvaggia.
Mentre lui la pompava con furore, Cinzia mi tenne avvolto nella sua bocca e riuscì a sincronizzare le botte ricevute dal marito con le sue pompate.

Tutto questo fu troppo per me. Senza preavviso e senza aver modo di controllarmi, un’ondata di sperma uscì dal mio membro e andò ad invadere la bocca calda di quella dea che, ingoiandone una buona parte, riuscì a non farne uscire neanche una goccia.

Bella, bei modi e indiavolata a letto, avevo appena conosciuto una donna che sembrava nata per far impazzire gli uomini.
Interruppe il marito che la stava scopando e si mise in posizione eretta. Si avvicinò a me e mi baciò.

Cinzia decise di passarmi la mia sborra e si staccò.
Fu una sensazione strana per me. Normalmente questa cosa mi avrebbe schifato ma ero così preso dalla bellezza e dal calore di lei che mi sembrò la cosa più naturale del mondo.
Mi riavvicinai, le misi le mani intorno a quel suo dolce visino e la baciai a mia volta. Il mio seme tornò da lei e fu deglutito.

Rimasi imbambolato. Una donna che avevo conosciuto da poche ore mi stava facendo fare cose che non avrei mai neanche immaginato.
Probabilmente mi lesse nel pensiero perché mi guardò e si mise a ridere.

“A tuo marito non ci pensi?”.
Lei, sentita la voce di Angelo, si girò e lo fece sedere. Si sedette su di lui e, senza nessuna fatica, si impalò sul suo membro.
Angelo,come risposta, prese le spalline del vestito e le tirò giù.

La scena che mi si presentò mi fece tornare in erezione marmorea.
Cinzia cavalcava Angelo che nel frattempo le leccava il seno.
“Luigi che aspetti? Leccami il culo”.
Mi ridestai dai miei pensieri e, come un automa, mi abbassai per fare ciò che mi era stato ordinato.
Allargai quelle chiappe sode e mi ci buttai in mezzo. La mia lingua iniziò a fare lo scalpo ai bordi del buco posteriore di Cinzia e poi se ne impossessò.

Quella scena deve aver fatto eccitare Angelo che, dopo aver messo le mani sui suoi fianchi per tenerla ferma, iniziò a scoparla da sotto con colpi forti e ben assestati.
“Oh cazzo, si amore,ti piace eh che mi lecchino il buco”.
“Si cazzo, fattelo fare che impazzisco”.
“Va bene allora, Luigi, scopami anche tu, fammi il culo”.

Non me lo feci ripetere due volte. Mi posizionai dietro di lei e, lentamente, lo feci entrare.
Quando fu tutto dentro, e capii che Cinzia si era abituata alle mie dimensioni, mi concentrai per trovare il sincronismo con Angelo.
Fu molto facile. Quando uno usciva, l’altro entrava.

Cinzia sembrava indemoniata. Averne due dentro in contemporanea la mandò completamente fuori di testa.
“Cazzo si, ne voglio di più, spingete, più forteee”.
Io e il marito ci andammo giù pesante usando tutte le forze che avevamo in corpo.
“Oh si, si, vengo, vengo, vengo, vengoooo”.
Sentii le contrazioni del culo di Cinzia farsi sempre più forti e decise.

Un orgasmo disumano uscì fuori dalla sua bocca seguito da un urlo di Angelo.
“Vengooooo”.
Avevano avuto un orgasmo simultaneo.

Lui stremato dalla sforzo di sdraiò a terra per riprendere fiato e lei ci fece sfilare entrambi.
“Mmm amore mi hai riempitola fica, ora dovrai pulire”.
Detto ciò usò la faccia di Angelo come sedia e lo obbligò a leccare via tutto il seme.
Mi guardò e mi sorrise.

Allungò la mano verso di me e prese a segarmi con mano ferma.
“Magari stavolta avvisami prima di venire”.
Detto ciò ricominciò il lavoro di bocca che prima avevo interrotto vendendo.

Sembrava instancabile.
Mentre mi pompava il cazzo muoveva il bacino per farsi leccare meglio dal marito. Era incredibile, sapeva gestire due uomini come nulla e sapeva essere il centro del gioco come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Sentii l’orgasmo montare su.
“Cinzia, sto per venire”.
Lei se lo sfilò dalla bocca e lo puntò verso il suo seno. Diede un altro paio di colpi di mano più decisi e mi fece capitolare.
“Cazzo, siii”.
Una quantità indefinita di seme andò ad imbrattare il seno di Cinzia lasciandomi senza forze.

Continuò la sega in maniera blanda fino a quando non mi si ammosciò del tutto.
Quindi si alzò e disse:”grazie di tutto Luigi, direi che per oggi ti abbiamo ringraziato a dovere. In quanto a te -e si rivolse al marito- veloce ad andare in macchina che a casa abbiamo molto da fare”.
Con questo ultimo riferimento all’attività sessuale di quella notte mi congedarono e se ne andarono.

Che nottata che avevo vissuto.
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