Al convegno con Roberta (2)

La mattina ci svegliamo già stanchi! Avevamo dormito veramente poco.
I lavori del convegno sarebbero iniziati dopo un’ora circa.
Mi godetti quel risveglio tra le gambe, braccia e capelli di Roberta.
Non voleva aprire gli occhi: “Non voglio tornare alla realtà! Voglio continuare a sognare!!”
Ma bisognava alzarsi! Un’ ultima struffatina sulla sua pelle e via sotto la doccia.
Ero ancora insaponato quando eccola! Si infila sotto il getto caldo con un abbraccio possessivo più che sensuale.
Ci laviamo insieme. Ci insaponiamo, prendiamo cura di ogni piccolo anfratto dei nostri corpi. Le lavo le orecchie, le ascelle, il collo, la schiena, le natiche, le gambe ed i piedi e poi anche il ventre ed il pube, il culetto… Lei accetta tutto quasi passivamente. Mi agevola l’accesso spostando la testa, alzando un braccio o alzando i piedi e allargando le gambe…
Soddisfatta, si dedica a me con la stessa cura. Arrivata al pisello, lo guarda compassionevole. “Poverino… sembra morto, distrutto, vuoto… Chissà se si riprenderà mai…”
“Guarda che è tutta colpa tua!” Rispondo, minacciandola con un dito indice!
“Solo 4 ore fa e poi 3 e poi 2: ti ricordi come lo hai trattato?”
Con aria ingenua e offesa: “Io dormivo! Ho sognato qualcosa di duro e viscido, ma quando mi sono risvegliata era tutta un’altra cosa!”
Sgrano gli occhi per l’audacia nel travisare il racconto della realtà: “Ah si? Allora vedi di sognare ad occhi aperti quello che potrebbe succedere oggi!”
Detto ciò, le infilo la lingua in bocca, in profondità e poi esco dalla doccia, mi asciugo velocemente e vado a rivestirmi.
Lei, asciugata e rilassata, si avvicina e mi chiede: “Che dici, come mi vesto oggi? Ho da fare una relazione al palco di una decina di minuti.”
Ci penso un po’ e … “Vestiti sobria, ma con un particolare che potrò capire solo io. E che sia tale da provocare la reazione di quello che sostenevi morto, vuoto e distrutto!”
Dopo una lauta colazione, riprendono i lavora nella sala grande. Mi siedo a metà platea, vicino al corridoio centrale: ottima vista del palco e, in caso di uscita, non avrei disturbato nessuno.
Ecco che arriva Roberta.
Si era messa in tiro!
Scarpe con tacco 10 o 12, altissimo e sottile, nere e scollate.
Calze nere con riga posteriore.
Gonna e giacca coordinate grigie. Gonna a metà coscia con spacchetto laterale.
Una camicia bianca, che teneva sbottonata, stretta da un corsetto sottoseno, che le metteva in risalto i seni.
Il tutto sotto una casta giacca.
Anche i capelli erano acconciati per l’occasione. Aveva raccolto i voluminosi ricci scoprendo il collo.
Vuole sedersi sulla sedia vicina. Per prendere posto deve passarmi davanti. Mi alzo per consentirle il passaggio e non perde l’occasione per strusciarsi, sensualmente e lentamente, ma con estrema indifferenza e sfiorarmi il pisello…!
Si siede sollevandosi leggermente la gonna.
Come sospettavo le calze erano autoreggenti e lo spacco laterale della gonna mi agevolava la vista di quel bordo estremamente sensuale.
Ovviamente quella mossa era per me, spettatore unico del suo spettacolo!
Ma non aveva finito di provocare!
Si sbottona la giacca, mettendomi in mostra il corsetto, con i lacci stretti al punto da strizzarle la vita ed alzarle il seno! Le tette erano trattenute dalla camicia bianca, ma i tre bottoni slacciati attiravano il mio sguardo ipnotizzato.
Se ne accorge e sorride, maliziosa e provocante.
Si volta verso di me, socchiude le labbra e mi mostra pochi millimetri di lingua. A sbeffeggiarmi? A provocarmi? Ad eccitarmi? Sicuramente tutte e tre le possibilità!
Poi si abbassa verso la borsa che aveva sul pavimento e mi mette in mostra le tette che non erano trattenute da nessun reggiseno! Solo un piccolo cerchietto a copertura dei capezzoli (probabilmente adesivo) …!
Si rialza e sorride soddisfatta alla vista della mia espressione.
Ero sbalordito! La Roberta del giorno precedente non esisteva più! Svanita, scomparsa.
Ora c’era una sensuale, provocante, audace e maialina al suo posto!
Aveva un oggetto in mano. Mi guarda e mi fa: “Devo andare sul palco per la mia relazione. Tieni questo, ma non esagerare… Ciao!” Si alza e tutta composta, si avvia verso il leggio del palco. La seguo con lo sguardo osservando il suo culetto che scodinzola appena, ma quanto basta per immaginarlo nudo e a mia disposizione…
Guardo l’oggetto che mi aveva lasciato in mano: una specie di telecomando. Solo 3 tasti: on/off, più e meno.
Rimango perplesso…
Lo giro e sul retro c’è la scritta “Lelo” …!
Inizio a sospettare!
Poi realizzo! E’ andata sul palco con un vibratore infilato nella passera e vuole che io lo accenda con il telecomando.
Che maialina…. Anzi: che maialona!
Ma la cosa è ipereccitante! Il pisello stanco ed abbattuto, ha ripreso energia e vigoria ed ora sta spingendo forte verso l’alto!
Intanto Roberta ha salutato gli intervenuti e si appresta ad illustrare il suo intervento.
E’ bellissima, seria e concentrata, osservata con attenzione da circa 400 persone di tutta Italia.
Ho un moto di orgoglio!
Poi mi ricordo del telecomando in mano. Lo uso? E se poi la danneggio? Ma se me lo ha consegnato, vuole che lo usi…
Provo… Premo il tasto ON. E, contemporaneamente, lei, dal palco, mi manda uno sguardo fugace. E riprende la relazione.
Bene, il coso si è acceso!
Attendo qualche momento e poi premo il tasto “+”.
Anche questo lo ha sentito: ci siamo incrociati gli sguardi!
Premo altre due o tre volte lo stesso tasto. E osservo: ha abbassato una mano sotto il leggio! Dalla platea non si vede, ma io posso immaginare…!
Premo il tasto OFF.
Lei riprende a relazionare con fluidità e con entrambe le mani appoggiate al leggio.
E’ carino il gioco!!
Lo riaccendo e premo lungamente il tasto “+”.
Roberta inizia a tossire, interrompe la relazione, cerca un bicchiere e beve un lungo sorso di acqua!
Lo spengo di nuovo e, dopo avermi dato una lunga occhiata, torna a relazionare.
E’ arrivata al termine della relazione. Ringrazia la platea, si gode l’applauso, e io riaccendo alla massima potenza!
La vedo piegarsi leggermente, ma sfrutta quel movimento per ringraziare e salutare i personaggi al tavolo delle autorità…
Scende in platea e viene verso di me. Si appoggia alle sedie per sedersi vicino e si adagia con attenzione. Si volta e la vedo con gli occhi semichiusi… Accidenti, avevo ancora il coso acceso!
Lo spengo e la guardo per vederne l’effetto.
Fa un sospiro a 4 polmoni e a voce bassissima: “Mi hai provocato due orgasmi! Sono tutta bagnata! Accidenti a me che ti ho messo in mano il telecomando!”
“Ma dai che la relazione è andata benissimo! Tutti qui in sala hanno goduto con te…!!”
Lei sembrava veramente arrabbiata! Si volta e mi fa, decisa: “Esci, vieni con me!”
Mi passa davanti bruscamente e con uno sguardo veramente incazzato mi intima di seguirla…
Sono perplesso, ma la seguo fino fuori la sala. Attraversa velocemente un paio di corridoi e poi si ferma aspettandomi. Mi prende la mano e mi trascina nel bagno dei disabili! (Il più spazioso e, in genere, il più pulito).
Si alza la gonna, si sposta il tanga e si sfila il coso…: “Scopami!”
Dieci minuti di fuoco! O forse meno, vista la foga…
Ci ricomponiamo, per tornare in sala. Lei era evidentemente arrossata in viso e sul collo.
Io non riuscivo a rimettere i capelli in ordine…
Ci guardiamo, ci sorridiamo e ci abbracciamo.
Da quel giorno ci siamo rivisti altre tre o quattro volte. Sguardi intensi, ma nulla più.
Ora sono anni che non ci vediamo.