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Lui & Lei

Galeotta fu la pioggia...


di Roccia85
21.09.2019    |    4.375    |    4 9.1
"La sua risposta mi intenerisce e fornisce finalmente l’occasione per osare: è senza macchina per cui dovrà tornare a casa a piedi, ed ha dimenticato..."
Racconto di fantasia ispirato ad una situazione reale che spero possa concretizzarsi, spero possiate trovarlo gradevole, buona lettura!
Ho da poco preso un nuovo ufficio per la mia attività, in una zona centrale e ambita di una cittadina di circa 20mila abitanti. La nuova posizione mi piace molto, sia lavorativamente parlando che per la nuova “fauna femminile” che studio sempre con occhio attento e, spesso, sognante. Non dovrei farlo, essendo impegnato da anni, ma è più forte di me: la mia fantasia corre troppo!
Sono rimasto subito colpito da Ele, lavora in un negozio di elettronica in cui non ho mai avuto necessità di accedere, ho potuto ammirarla per la prima volta mentre prendeva una boccata d’aria davanti alla sua vetrina in un momento di pausa. Ele è una bella donna, supera il metro e 70, fisico longilineo, capelli castani generalmente sciolti che le accarezzano le spalle, ma ciò che mi ha colpito particolarmente sono stati i suoi occhi: un colore intenso, una tonalità di verde screziato di ambra che non poteva lasciarmi indifferente, non se abbinato ad un bel sorriso come il suo!
Il sorriso… ce n’è voluto di tempo per vederlo una prima volta, un po’ per mancanza di occasioni, un po’ perché penso di aver intuito il suo essere piuttosto riservata e restia a dare confidenza; d’altronde una bella donna come lei potete facilmente immaginare quanti cascamorti debba affrontare tutti i giorni.
Eppure, piano piano, un pochino di confidenza me la sono guadagnata: salutandola con un sorriso ogni volta che avevo occasione di incrociarla, concedendomi qualche piccola gentilezza nei suoi riguardi… purtroppo mi sarà difficile andare oltre, temo, anche se…
A scatenare la mia fantasia ci ha pensato una chiacchiera da bar, captata quasi per caso un pomeriggio in cui avevo assoluto bisogno di caffeina, forse una malelingua, forse la classica sparata di un omuncolo che vuole vantarsi con i suoi amici… Ma il sentirlo dire che Ele lo avesse invitato a chiudersi con lei nel retrobottega è stata come una brezza che ha iniziato a soffiare sulle braci del mio desiderio per lei.
Dovevo scoprire qualcosa in più su di lei, speravo di trovare conferma di un animo focoso celato dalla sua aria di brava ragazza che presta poca confidenza agli sconosciuti; è così che ho iniziato a corteggiarla tramite un mio profilo riservato di un famoso social, ha accettato la mia richiesta di amicizia nonostante io non abbia caricato nemmeno una mia foto ed ovviamente sia iscritto con uno pseudonimo: la curiosità è donna d’altronde… piano piano, like dopo like, un commento dopo l’altro sempre gentile e velatamente malizioso l’hanno portata ad incuriosirsi ulteriormente sulla mia identità ed iniziare una conversazione virtuale nella quale cercava di carpire dettagli che sapientemente celavo per tenere viva la sua curiosità e accrescere la sua eccitazione nel sentirsi così desiderata da uno sconosciuto.
Col passare dei giorni mi è sembrata sempre più vispa ogni volta che la incrociavo fuori dal negozio, sicuramente la curiosità di scoprire chi sia l’ammiratore segreto la porta a lavoro in uno stato di leggera eccitazione ed euforia, la trovo più sorridente e ciò non può che rendermi felice, credo sia giunto il momento di rischiare e creare un’occasione per passare dal virtuale al reale, per scoprire la mia identità anche se dovessi rischiare lo sputtanamento generale… Confido però abbastanza sulla sua discrezione, il mio intuito mi porta a fidarmi, e generalmente non sbaglia mai!
L’occasione propizia si presenta una sera in cui una forte pioggia si abbatte sulla nostra cittadina, costante, fitta e incessante; in pochi minuti le strade si riempiono d’acqua, e la scorgo fuori dal suo negozio mentre scruta il cielo con quegli occhi felini che tanto mi hanno colpito, sembra quasi implorare una tregua a tutta questa pioggia. Mi affaccio a prendere un po’ di aria finchè con la coda dell’occhio non mi rendo conto che è voltata verso di me e mi osserva, mi volto e la saluto chiedendole come mai fosse così crucciata per un po’ di pioggia. La sua risposta mi intenerisce e fornisce finalmente l’occasione per osare: è senza macchina per cui dovrà tornare a casa a piedi, ed ha dimenticato l’ombrello per cui si aspetta una brutta lavata sotto l’acquazzone. Le rispondo di non preoccuparsi, è quasi ora di chiusura, per cui posso tranquillamente aspettarla un attimo ed accompagnarla io in auto; sorride ampiamente e quasi mi sembra di scorgere un lampo nei suoi occhi, accetta di buon grado ma mi dice che dovrò pazientare un attimo perché dopo aver abbassato la serranda dovrà fermarsi ancora all’interno del negozio per chiudere i conti della giornata; rispondo di non aver fretta, per cui mi invita a bussare al retrobottega quando avrò chiuso il mio ufficio, in modo da aspettarla mentre sbriga le ultime faccende.
Finalmente chiudo baracca e burattini, col cuore a mille mi avvicino all’accesso del retro deciso a provare il tutto per tutto, pronto a prendermi un sonoro ceffone perché l’intenzione è quella di assaporare finalmente le sue labbra e inebriarmi del profumo dei suoi capelli. Busso alla porta, il rumore di pochi passi e l’uscio si apre, appena oltre mi aspetta lei sorridente: entro, lei si scansa, chiudo la porta alle mie spalle e mentre lei si sta voltando per tornare verso la cassa afferro una sua mano girandola dolcemente ma con decisione verso di me; sembra spiazzata ma non spaventata, per cui avvicino il mio viso al suo, porto una mano dietro la sua nuca e dolcemente appoggio le mie labbra alle sue iniziando a darle piccoli e morbidi baci. Ci mette pochi secondi a rispondere, dapprima dolcemente e poi con sempre maggiore passione, finalmente le nostre lingue si cercano, si trovano e si abbracciano così come facciamo noi. Sento il suo respiro farsi più intenso mentre le mie mani scorrono ad esplorare il suo corpo, la volto e spingendola contro uno scaffale la blocco costringendola a voltare la testa verso di me per continuare a baciarmi mentre la cingo standole alle spalle; una mia mano si infila sotto il maglioncino fino ad accarezzarle il seno attraverso il pizzo del suo reggiseno, l’altra è ora sulla sua schiena e scende su quel sedere su cui ho tanto fantasticato e che ora è finalmente alla mia portata. Passo poi a sbottonarle i pantaloni ed accarezzarle il monte di venere, sento i suoi fremiti ed i suoi umori bagnare la stoffa del suo intimo; è il momento di abbassarle pantaloni e slip, ho la visione delle sue lunghe gambe e della sua intimità protesa verso di me, non resisto ed affondo il mio viso tra i suoi glutei sodi precipitandomi a leccare la sua voglia che cola tra le gambe, non risparmio i colpi di lingua sul suo culetto, ma l’eccitazione ora mi comanda di possederla lì, tra gli scaffali nella penombra del retrobottega. Prova a voltarsi ma con decisione la fermo, da quando sono entrato non abbiamo pronunciato una parola e si guarda bene dal farlo ora, sa che romperemmo la magia e l’eccitazione del momento, per cui mi lascia fare: lascia che con una mano io le prenda i polsi e la porti ad appoggiare le sue mani contro il muro, sopra la sua testa, costringendola ad inarcare la schiena e protendere ulteriormente il bacino verso il mio sesso duro e voglioso del calore della sua intimità.
La penetro dolcemente, un lungo gemito riecheggia nella stanza, un brivido percorre la sua schiena e la scuote fino quasi a farmi uscire da lei; invece affondo con più decisione sentendola stringersi intorno alla mia virilità, ansima forte mentre con un ritmo lento e costante le faccio dono di tutta la mia voglia. Sono troppo eccitato, non so quanto a lungo potrò resistere ma mi impegno per portarla ad avere un forte orgasmo, devo sorreggerla quando le gambe le vengono a mancare e le scosse la portano a vibrare come un fuscello nel mezzo di una tempesta tropicale; si volta con una decisione che mi sorprende, mi bacia con passione impugnando il mio cazzo lucido dei suoi umori, e poi si inginocchia per accoglierlo in bocca, se lo spinge in gola in un attimo e succhia come se dovesse portarmi via l’anima. È un attimo: i suoi occhi che dal basso incrociano i miei, quegli occhi così emozionanti mi possiedono più di quanto stia facendo la sua lingua che danza sulla mia cappella, non posso resistere e con una mano provo a scansarla non sapendo se possa gradire il mio sapore nella sua bocca; ma lei non si sposta, accenna un mezzo sorriso che mi porta ad esploderle in gola tutto il mio piacere. Mille scosse mi attraversano mentre lei ripulisce ogni goccia del mio piacere, quando siamo entrambi soddisfatti si rialza, la tiro a me e torno a baciarla con dolcezza.
Sono attimi dolci, fuori ormai si è fatto buio e ci rendiamo conto che è venuto il momento di ricomporci.
Prendo il mio ombrello e sono sull’uscio per uscire quando un rumore metallico mi fa voltare, la trovo che armeggia con le chiavi della sua auto ed il suo ombrello, mentre mi sorride maliziosa…
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