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Il sogno con Yamila


di Spericolato03
04.01.2023    |    3.883    |    0 9.8
"Ormai la lingua stava facendo il possibile per darle tutto il piacere che potevo, fu li che decisi di aggiungere un dito per aumentare la sua goduria..."
Si può finire a far sesso con una persona amica con cui ci si é lasciati in malo modo?
Credevo proprio di no e invece.. ma veniamo ai fatti.
Conoscevo Yamila da più di dieci anni, una amica della mia ex, una ragazza argentina che viveva in Italia da quando era bambina ma che aveva conservato un po' di accento sudamericano misto al toscano, molto simpatica, spigliata e senza peli sulla lingua ma soprattutto una gran fica.
Imparai col tempo a conoscerla bene e l'amicizia era tale che la ospitai a casa dei miei genitori durante le vacanze estive quando ero ancora fidanzato e lei ancora single. Quella settimana fu micidiale, andavo in giro con due gnocche, lei e la mia ex, e nonostante scopassi tutti i giorni nei luoghi meno insoliti quando mi appartavo con la mia ex donna, desideravo scoparmi anche Yamila, aveva un fisico davvero superlativo e le sue labbra mi facevano davvero sognare un pompino da paura, sognavo di farlo a tre ma quando provai a sondare il terreno in modo scaltro entrambe non erano affatto d'accordo su cose simili. Non insistetti per non farmi sgamare e litigare con la mia ex e così finii solo per desiderare la bellezza argentina.
Col tempo Yamila conobbe un ragazzo e alla fine ci si sposò e fece una figlia, io nel frattempo ero tornato single ma, un po per non perdere la amicizie maturate durante il periodo in cui ero stato fidanzato e un po per provare a fare uno dispetto alla mia ex, mantenni tutte le amicizie con le sue amiche, Yamila compresa.
Sui social potevo vedere che si era ripresa dalla gravidanza, era tornata gnocca come prima, ma ben presto seppi anche che si era separata, la campanellina che era di nuovo libera suonò in me però la sorpresa fu che proprio lei iniziò a scrivermi più spesso, dai semplici messaggi di saluti e di cortesia:
"Come stai? Che fai bello nella nuova città."
Si passò discorsi più seri e oltre. Furono proprio questi a riaccendere il desiderio verso di lei. Nonostante tutti i film che mi ero fatto su di lei nel corso degli anni, Yamila si rivelò davvero essere una brava ragazza, mi raccontava che sui social la cercavano in tanti e quando gli proponevano di far sesso senza impegni lei puntualmente gli sfanculava; una mamma che deve pensare a badare da sola alla figlia anche a discapito della sua vita, quella sessuale in particolare modo.
Un giorno mi scrisse:
"Wei ciao Maurizio, che combini di bello?"
"Ciao Yami, nulla di che, cercavo sui internet dei pezzi per dei lavoretti che devo fare alla moto. Tu come stai? Che mi racconti di bello?"
"Dai diciamo bene. Senti ti sei iscritto a dating?" Andò subito al punto per cui mi aveva scritto.
"Non lo conosco, cosa é?"
"Dai mai io credevo che tu da single fossi a conoscenza di questi social per conoscere persone. Sei sempre single o mi stai nascondendo qualcosa?"Schietta come sempre.
"Si sono sempre single", risposi aggiungendo l'emoticon della linguaccia dispettosa, "e non conosco questo dating".
Smise di scrivere e mi chiamò, era troppo lungo spiegare come funzionava questo servizio, però quello che avvertì dalla sua voce fu che lei ci teneva a farmi iscrivere, voleva a tutti i costi coinvolgermi, come se volesse propormi qualcosa per andare oltre l'amicizia.
"Ti stai dando alle app per incontri?" Le dissi dopo che avvertí tutta questa sua enfasi.
"Be Maurì, qua non si batte chiodo, nessun vuole una mamma. Ci credi se ti dico che no faccio sesso da un anno e mezzo?" Mi disse con una tranquillità tale come se stesse prendendo un caffè.
Fui sconvolto da quanto stavo sentendo, forse si ricordava del discorso vago che avevo fatto anni addietro per far sesso con lei e la sua amica, la mia ex, e capendolo voleva propormi qualcosa adesso? Il mio cervello non fece a tempo a darsi una risposta che lei continuò:
"L'altro giorno al bar é entrato un uomo affascinante per fare colazione, ha iniziato a battermi il cuore solo a sentirlo parlare, il sangue mi è salito alla testa, si era accomodato al tavolino e quando gli ho portato la sua ordinazione, mi ha fatto i complimenti...Maurì mi sono bagnata all'istante tutto il perizoma! Stavo quasi svenendo quando lui mi ha sfiorato il braccio dopo la mia espressione. Non dovrei dirti certe cose ma solo tu che sei single mi puoi capire."
Il mio cazzo era diventato duro all'istante. Una ragazza che mi ha sempre fatto arrapare, che conoscevo bene, mi parlava che si era bagnata il perizoma per un complimento...come potevo resistere?
"Effettivamente Yami stai messa malino" risposi aggiungendo un'altra emoticon e cercando di sembrare meno coinvolto, meno male che non me lo aveva detto a quattrocchi o avrebbe visto la mia espressione di stupore con gli occhi di fuori.
"Visto che sei stata diretta, come sempre, lo sarò anche io. Ti tocchi almeno da sola per sfogarti un po'? C'è l'hai un vibratore? O devo regalartelo io? Non posso credere a quello che sto sentendo, sei una bellissima ragazza, una vera gnocca, dovresti avere la fila dietro la porta. Se non abitassimo in due città così lontane, (un centinaio di km circa) verrei a portarti fuori a cena e poi a consolarti tutte le volte che vorrai.
Boom!
Gli avevo detto le mie intenzioni. Non doveva essere una scopata normale quella che gli proponevo, che lei non avrebbe mai accettato, doveva essere un cosa più intima e con del coinvolgimento sentimentale sotto certi punti di vista, insomma a me era sempre piaciuta, e conoscendola da anni non volevo trattarla male, diciamo che il mio intento non era scoparla ma farci proprio l'amore, anche più volte.
"Ma che dici?! Con te non potrei mai farlo, sono troppo amica di Aurora (la mia ex), se lei ci provasse con Giulio (il suo ex marito) mi incazzerei a morte con lei."
"A parte che nessuno glielo direbbe, non é che voglio usarti per fargli un dispetto, ma da quando ci raggiungesti per l'estate che ho fatto un pensierino su di te, sei bellissima, simpatica, spigliata e schietta. All'epoca avrei voluto farlo a tre perché mi facevi parecchio sangue, ora mi fai sempre lo stesso effetto.”
"No Maurizio non accadrà mai questo, anzi meglio che non ci sentiamo, era meglio se non mi dicevi queste cose. Ciao"
Pensavo mi stesso proponendo qualcosa e invece, forse ero stato troppo schietto o non si aspettava la mia reazione, fatto sta che chiuse la chiamata in modo brusco.
Passarono mesi senza sentirci, neanche un messaggio, anzi per di più mi cancellò anche dai social, non è finita bene insomma, si era risentita e se l'era presa, pazienza pensai, non potevo farci nulla ma ero convinto di aver fatto bene a dirgli quello che pensavo.
Un giorno un amico che avevo nella vecchia città in cui avevo abitato, m'invitò per festeggiare il suo compleanno:
"Maurizio vieni qui da me e resti il fine settimana, andremo a cena e poi dopo ho prenotato un tavolo in discoteca, siamo il vecchio gruppo che conosci e qualcuno di nuovo, dai ci divertiremo, non puoi mancare."
"Andrea non mancherò, sarà bello rivedervi un po tutti quanti" fu la mia risposta.
Ci ritrovammo davanti al ristorante e fu subito una festa, ovviamente io ero al centro dell'attenzione visto che ero l'unico a vivere in una città differente e tutti erano a farmi domande, entrammo nel ristorante e ci accomodammo e dopo un po iniziarono a servirci e qui la sorpresa, Yamila lavorava lì ed era una delle cameriere. Quando mi vide si illuminò in viso ed io mi alzai per salutarla con un bel sorriso. Fu un saluto rapido, non c'era tempo per parlare perché lei doveva lavorare ed io avevo una festa a cui partecipare. L'occasione di scambiare due parole fu verso la fine della cena, andai in bagno per rinfrescarmi e all'uscita lei era lì vicino perché la cucina era da quella parte.
"Che bello rivederti" mi disse.
"Si é un piacere anche per me" le risposi con un bel sorriso.
"Ti sei fatto un sacco di strada per questa cena, rientri subito a casa?"
"Stiamo festeggiando il compleanno di uno e dopo andremo a ballare in discoteca, per questo motivo mi fermerò da lui questo fine settimana, non devo tornare a casa immediatamente".
"Ah ecco, una festa fino in fondo. Io ormai ho smesso con la discoteca, si sono tutti accasati o fatto figli, guarda me ad esempio, ora va bene che mi sono lasciata ma con mia figlia é davvero impossibile andarci. Da quando ho iniziato a lavorare qui però ho un pò di tempo volendo, perché i miei mi tengono la bimba nel weekend, ma nonostante ciò nessuno ci va più in discoteca e quindi anche potendo non ci vado, non ho voglia di essere rimorchiata da ragazzini ventenni”. Mi disse con un poco di amarezza.
"A che ora finisci di lavorare?" Le chiesi.
"Con voi abbiamo chiuso la cucina, vi manca solo la torta, poi si prende a pulire e per l'1:00 dovremmo aver finito."
"Noi abbiamo un tavolo prenotato, se non sei stanca quando finisci, potresti raggiungerci".
"Davvero? Guarda che io vengo sul serio, ovviamente devo andare a prepararmi." Mi rispose entusiasta.
"Ti aspetto li allora, prenditi il tempo che vuoi per prepararti". Le dissi prima di tornare al tavolo. Finita la cena, era quasi mezzanotte, la salutai e con i ragazzi ci incamminammo verso le auto, la seconda parte della serata ci aspettava. Erano quasi dieci anni che non si andava in disco tutti insieme e nessuno aveva cambiato le proprie abitudini, c’era Emanuele che ballava senza mai fermarsi, Alberto che andava a provarci con tutte senza rimediare nulla, Francesco che non si scollava dal divanetto e al massimo ballava sul posto, Andrea che beveva soltanto e dopo un oretta era già bello ciucco e barcollava, cadendo ogni tanto sul divanetto. Io invece, avevo bevuto solo un cocktail leggero, mi piaceva rimanere lucido e mi godevo la serata guardando tutte quelle gnocche che ballavano e ogni tanto ballavo con qualcuna di loro. Ero tornato al tavolino per fare un sorso dal prosecco che Andrea aveva fatto arrivare, proprio in quel momento mi senti tirare per un braccio, d’istinto mi girai con sguardo cattivo e in modo aggressivo, ne avevo viste di risse nascere in quel modo, ero subito pronto al peggio, invece era Yamila. Rimasi a bocca aperta. Indossava una minigonna e calze con varie scritte disegnate e su indossava un toppino che ne mettevano in risalto la scollatura. Era bellissima! La mia espressione da imbambolato non le sfuggì affatto, anche con le luci soffuse della discoteca.
“Ohi ti sei flashato? E chiudila sta bocca che ti ci entrano le mosche dentro”, disse ridendo perché era consapevole di aver fatto centro per come era vestita.
“Eccoti qua, allora sei venuta davvero, sai credevo che non venissi affatto. Sei uno schianto, complimenti”. Risposi, cercando di uscire da quella figura barbina in cui mi ci ero trovato, mentre mi avvicinavo per darle un paio di bacetti sulle guance.
“Grazie”. Le parole quasi non si sentirono ma i suoi occhi e la sua espressione avevano risposto immediatamente.
“Tieni, prendi un bicchiere di prosecco” le dissi mentre le porgevo il bicchiere.
Ballammo un pò insieme ma non volendo ricascare nell’errore dei mesi precedenti, mi girai e inizia a ballare con un’altra. Era un pò una sorta di vendetta e inoltre non volevo apparire come un polpo che le si appiccicasse sopra. Anche lei fu avvicinata da altri che cercavano di ballarci insieme ma gli rifiutava e quando la guardavo notavo che lei mi stava fissando.
Smisi di ballare con questa tipa quando cambio un pò la musica e me ne ritornai verso il tavolino dove c’era solo Andrea e Francesco, mi sedetti e presi un altro bicchiere di prosecco, l’ultimo rimasto. Yamila mi raggiunse appena ebbi finito di bere il primo sorso.
“Ne è rimasto ancora?” mi chiese indicandomi la bottiglia.
“E’ l’ultimo bicchiere, se non ti schifa puoi finire questo” le risposi porgendole il mio.
Nel momento in cui si avvicinò per prendere il calice, Andrea barcollò e le cadde sopra, lui si alzò, e non disse nulla, non si accorse di niente, per lui era ormai normale barcollare così. Yamila mi era finita addosso. Vedendola cascarmi sopra, avevo gettato di lato il bicchiere in modo da non farci male ma soprattuto per provare a pararle la caduta.
“Tutto ok?” le chiesi.
“Si tutto bene. Il tuo amico sta troppo ubriaco per reggersi in piedi. Tu tutto ok? Mi sembra che non ti sia andata così male”. E fece un sorriso divertito.
Nella caduta, dopo aver lasciato cadere il bicchiere di lato, avevo messo le mani avanti per pararla e una era finita su una tetta ed era rimasta li mentre ci scambiavamo queste battute. Non che lei facesse nulla per interrompere quesa situazione, poteva rialzarsi ma continuava a stare li su di me, io dal canto mio ero bloccato col polso e non potevo estrarlo ma dopo un paio di secondi così mentre ci guardavamo negli occhi, le detti una bella palpata.
Lei strabuzzò gli occhi come a rimproverarmi ma non si staccava.
- “Ti stai divertendo? L’ho detto io che non ti è andata male sta caduta dovuta a quell’ubriacone del tuo amico.” mi disse tra il divertita e l’aria di quella che se l’aspettava che lo avrei fatto.
“Scusa ma quando mi ricapita che mi ci casca una tetta…una bella tetta sopra la mano?”
Insomma era pur sempre una bella terza piena. Lei fece un sorriso per questo complimento e mi diede un bacio a stampo sulle labbra e poi si rialzò, uscendo da quella situazione che si era surriscaldata in un attimo.
“Hai ragione non mi è andata per nulla male” le dissi facendo un sorriso.
“Ah Buffon dopo sta parata il prosecco che fine a fatto?”
“Il prosecco è finito fuori campo, l’importante che la palla sia stata parata” fu la mia risposta con un sorriso a pieni denti.
“Bene, adesso andiamo al bar che mi offri un prosecco, mi sembra che tu sia in debito”.
Preso da bere tornammo ai nostri divanetti, non c’era nessuno dei miei amici, e ci sedemmo, lei molto vicina a me.
“A che dobbiamo brindare?” le chiesi.
“Ad un furbacchione, approfittatore” rispose ridendo
“Furbacchione ci sta, lo ammetto, approfittatore no. Non mi sono approfittato di te inconsapevolmente, sei sempre bella lucida e poi sei tu che non ti spostavi da sopra, evidentemente la situazione ti piaceva” fu la mia risposta mentre le facevo la linguaccia.
“Ah quindi mo sarebbe colpa mia?! Hey furbetto non ti permettere di dirmelo facendo la linguaccia”
“vabbè è colpa di entrambi” dissi facendo nuovamente la linguaccia.
Mi si avvicinò al viso con un espressione mista tra il divertito la shockata.
“Se hai coraggio fai di nuovo sta linguaccia, che se te la prendo…” mi disse con aria di sfida.
Ritirai fuori la lingua per sfidarla e lei provò a prenderla con la sua bocca. A questo punto era chiaro dove si sarebbe arrivati e cosi la ritirai fuori e li provò ancora una volta ma senza riuscirci. Lo rifeci di nuovo e stavolta lei mi bloccò la testa con la mano, così da non farmi scappare all’indietro, e posò le sue labbra alle mie. Allungai la lingua alle sue labbra e lei le apri e subito dopo aggiunse la sua di lingua. Il bacio che ne scaturì fu intenso, non ci staccavamo più e le lingue entrarono in un turbinio di emozioni che non si controllava. Le mie mani la presero e la avvicinarono di più e lei mi sali a cavalcioni sopra. Nel frattempo le sue mani andavano dalla mia testa alla schiena e anche loro sembravano in un circolo di energia perpetua. Io dopo averla avvicinata avevo le mani sul suo culo bello sodo e ogni tanto toccavo anche a turno entrambe le tette e lei mi si strusciava sopra e mi faceva eccitare sempre di più.
Eravamo in una altra dimensione, non sentivamo più né la musica né tantomeno le persone intorno a noi, era come se tutto fosse scomparso improvvisamente, il tempo era come fermo. Non so quanto rimanemmo attaccati a baciarci ma ad un certo punto ci staccammo e ci guardammo negli occhi. Non dicemmo una parola. Un altro paio di baci veloci e lei mi scese di sopra.
“Sarà il caso che ci ricomponiamo un pò caro il mio furbetto” mi disse mentre si sistemava la gonna che era salita vertiginosamente mostrando un bel perizoma di pizzo nero.
Feci un cenno di assenso con la testa, avevamo offerto un bello spettacolo a chi ci aveva guardato.
“Accompagnami verso il bagno” disse prendendomi la mano e facendomi alzare.
La zona bagni era leggermente lontana dalla pista da ballo e qui in genere si fermavano un pò le coppiette per limonare in modo più tranquillo. Mi fermai vicino al bagno femminile e lei entrò, quando uscì mi si avvicinò di nuovo e ci baciammo ancora e stavolta fu lei a palparmi posando una mano sul cazzo, che in un attimo tornò bello duro. Quando lo sentì in quello stato, smise di baciarmi e mi si avvicinò all’orecchio mentre mi teneva posata la mano sopra:
- “Però niente male bel furbacchione, ora che ti sto palpando io come la vedi? Ti sembro opportunista o furbetta?”
“Mi sembri una furbetta vogliosa”.
Ma tu vuoi davvero restare a dormire dal tuo amico e lasciarmi sola soletta o vuoi venire adesso da me? Attento a come rispondi che ti ho in pugno”.
“Perchè ne stiamo ancora parlando? Andiamo a prendere i cappotti e andiamocene subito.” fu la mia risposta.
Tornati ai divanetti trovai Francesco e gli dissi che stavo andando via, lui mi fece l’occhiolino e il gesto del pollice verso l’alto.
“Guida te per favore” mi chiese Yamila una volta arrivati alla sua macchina.
Abitava a meno di quattro chilometri dalla discoteca e saremmo arrivati in pochissimo tempo, ma la ragazza ormai era in un turbinio tale che non mi dava tregua mentre guidavo. Continuava a palparmi e mi prendeva la mano per portarsela in mezzo alle gambe, dove sentivo tutto bagnato.
“Lo sai, è molto stimolante sentirti così bagnata. Mi eccita molto” le dissi.
Non disse nulla ma sentendo che le indurivo anche il cazzo nella mano, mi si avvicinò a leccarmi l’orecchio scendendo fino al collo, dove mi fece un succhiotto.
“Calma furbetta così rischio di sbandare, siamo arrivati, poi mi puoi mangiare quanto vuoi”, e detto ciò feci indurire il cazzo mentre lei me lo continuava a stringere.
“Fai poco lo spiritoso, ti mangio davvero tutto, altro che scherzi.”
Tra parcheggiare, scendere e arrivare all’ascensore, passarono pochi minuti e le tenevo la mano in tutto questo tempo. Non si aspettava il gesto e guardandomi negli occhi fece uno sguardo che a parole è difficile descrivere, si rese conto che dopo quell’atteggiamento da infoiati che avevamo avuto fino a quel momento, le stavo mostrando della tenerezza prendendo la sua mano come fanno due innamorati. Gliela avevo tenuta stretta e l’avevo avvicinata a me ogni volta che lei si era allontanata più di qualche centimetro mentre raggiungevamo l’ascensore. Non volevo far solo del sesso, volevo fare l’amore con lei. Tutto questo glielo avevo comunicato in quel modo e lei lo capì. La foga avuta fino a quel momento si trasformo in dolcezza e ci scambiammo un bacio molto delicato, lento e pieno di passione. Ci guardammo negli occhi e ci si scambiò un secondo bacio così, poi la abbracciai fino a che non giunse l’ascensore.
“Stasera è un insieme di emozioni che non mi so spiegare. Sorpresa, foga, arrabbiatura, desiderio, tenerezza, malinconia. Tutte insieme e tutte separate nello stesso tempo. Mi stai facendo uscire fuori di testa, non sto capendo nulla, sono in balia di te e mi piace esserlo.” sussurrò mentre tornava a baciarmi delicatamente.
“Sono tua, ti desidero” aggiunse prima che la porta dell’ascensore si aprisse.
Silenziosamente entrammo in casa, senza fare rumore sulle scale del condominio. La foga avuta in auto era come sopita, sapevamo entrambi che sarebbe scoppiata di li a poco come una cascata ma ora ci stavamo gustando questa tenerezza. Tolti i cappotti ci mettemmo sul divano a pomiciare come due adolescenti, i baci erano più sensuali e io andavo anche a baciarle il collo, infilandomi ogni tanto anche nella scollatura, lei dal canto suo mi accarezzava la testa e me la stringeva sul seno quando la abbassavo.
Non si sa come ma pian piano ci trovammo in intimo, fu come se qualcuno ci avesse spogliato senza che ce ne accorgessimo. La feci sdraiare sul divano e posai le mie labbra sui polpacci con l’intenzione di salire, lei mi spalancò le gambe e io sali su per esse baciandole delicatamente e mordicchiandole ogni tanto. Arrivai sul perizoma di pizzo dove lasciando un bacio da sopra l’indumento passai all’altra gamba, che nel frattempo avevo accarezzato, ridiscendendo verso il polpaccio e il retro del ginocchio. Poi baciando a saltelli qua e la, tornai verso il centro di gravità, il suo frutto proibito, che era il vero mio obiettivo, era ora finalmente di soddisfarla un pò ma qui lei mi sorprese, dopo averle dato un altro paio di baci da sopra l’indumento intimo, mi spostò e si alzo, mi risalì a cavalcioni e riprese a baciarmi.
“Mi sembra di far l’amore, mi sei entrato dentro la testa e già ho goduto due volte per questo, ricordiamoci la nostra prima volta come una cosa bellissima e non selvaggia” e mi continuava a baciare.
“Anche io voglio fare l’amore con te e ricordarmelo non come una scopata qualsiasi. Mi piaci Yami, mi sei sempre piaciuta.” e presi a baciarla anche io.
Fu delicatissima, si sposto leggermente e si sfilò il perizoma, io guardavo estasiato la macchia di bianco, quella del suo desiderio, che vi era rimasta all’interno, e guardavo la sua fichetta quasi tutta depilata ma con un ciuffetto in cima, che stava letteralmente grondando, poi la guardai negli occhi e muovendo solo le labbra ma senza emettere rumori, mimai un “WOW”. Sorrise e si poggiò a me, si strusciava sulle mie gambe e potevo sentire il caldo e l’umido che proveniva dal suo frutto eccitato. Prese la mano e ci si poggio sopra, si strofinava su di essa come una gattina che fa le fusa e poi si alzò il giusto per permettermi di muoverla. Finalmente potevo accarezzare la sua pelle più intima e ci giocai con un dito, poi avvicinandomi al suo orecchio, le chiesi:
“Vuoi che ci faccio entrare prima il dito” e titillavo lo stesso sulla sue labbra, “o preferisci prima la lingua” e le infilai pian piano nell’orecchio tutta la lingua iniziandole a leccare tutto il lobo.
Non fu una vera parola ma più che altro un sussurro dato dal suo respiro:
“mmm la lingua mmm”.
Adagiata nuovamente sul divano baciai l’interno cosce e il suo bottoncino, inarcò un pò la schiena e questo per me era il segnale che era pronta a non soffrire più, che dovevo soddisfarla. Dapprima detti un ultimo bacio poi tirai fuori la lingua e pian piano iniziai ad esplorare tutto il suo sesso.
Gustavo tutto il suo sapore e sentirla respirare con affanno mi dava la carica per continuare ad entrare sempre più dentro senza però tralasciare il suo bottoncino magico. Il clitoride che titillavo con la punta delle lingua ma che a volte lo afferravo con le labbra e lo succhiavo avidamente e che quando lo facevo, facevano emettere dei veri mugugni di piacere a Yami, la quale mi spingeva la testa sopra la sua fichetta perché aumentassi la pressione. Ormai la lingua stava facendo il possibile per darle tutto il piacere che potevo, fu li che decisi di aggiungere un dito per aumentare la sua goduria. Mi arrivò in bocca una spruzzata di umori come se mi fosse stato lanciato un bicchiere d’acqua.
FU BELLISSIMO!
Leccavo a più non posso mentre lei ansimava e mordeva il cuscino. Io mi sentivo gocciolare un pò il cazzo perchè stavo godendo mentalmente del suo godimento. Leccai fino a quando lei non mi sposto la testa e mi bacio appassionatamente.
“Furbetto ci sai davvero fare….” e anche lei mosse le labbra senza emettere alcun suono mimando lo stesso “WOW” che le avevo fatto prima io.
“Ora è il mio turno”.
Io mi alzai e lei si inginocchiò, e già questa posizione con lei mi eccitava da morire, un sacco di volte mi ero immaginato ciò… Mi sbottonò i pantaloni e gli fece scendere e appena vide il cazzo grosso lo prese come se lo stesse mordendo direttamente da sopra i boxer. Mi stava leggendo nel pensiero? Era una cosa che mi faceva impazzire tutto ciò. Mi abbassò anche i boxer e ovviamente si poteva subito vedere che era completamente bagnata e che gocciolava.
“Vedo che qualcuno è bello bagnato” disse ridacchiando.
Mi tolse pian piano i pantaloni e poi i boxer, sempre mentre ero in piedi, e facendo ciò andava a sbattere volutamente la faccia sul cazzo duro, ci si stava strofinando sopra e poi ogni tanto allargava le labbra per saggiarne la consistenza laterale ma senza imboccare la cappella.
Finito di spogliarmi mi guardo negli occhi e prese tra le sue labbra la cappella, solo lei. La faceva entrare e uscire spingendola con le labbra e io stavo impazzendo, la mia delicatezza stava lasciando il posto alla frenesia avuta in discoteca ma era lei che comandava in questo momento e volevo continuare ad impazzire ancora un pò. Lei capì tutto ciò e allora inizio a farmi un pompino completo, prima senza mani, che posava sul mio culo palpandolo, poi per potermi leccare le palle prese il cazzo e lo spostò. Le leccava e le succhiava, un misto tra dolore e piacere, era bellissimo ma ogni tanto vacillavo per la goduria o il dolore. Mi spinse sul divano e riprese il suo lavoro con una grande maestria, io però la volevo ardentemente e se non fossi intervenuto avrei rischiato di venire col solo pompino. La fermai e la baciai, presi un preservativo che era li vicino e lo misi e poi la feci salire pian piano sopra di me, fu lei a decidere quanto farlo affondare dentro di lei, era così stretta, calda e bagnata che entrare in lei e sentirla ansimare mi stava quasi facendo venire, dovevo resistere e godermi ancora quel momento. Ci baciavamo intensamente e io le succhiavo e palpavo le tette, strizzando i capezzoli in maniera sempre più forte perché i suoi mugugni l’avevano espressamente dichiarato come una pratica che gli piaceva. Avrei voluto possederla per un tempo indefinito ma la verità è che non resistetti, ero così preso mentalmente da lei che averla in quel modo mi aveva fatto subito salire di giri in modo incontrollato.
“Sto per venire, non riesco più a resisterti” gli dissi.
Pochi istanti dopo mentre stavo per esplodere la senti mugugnare e gridare, stava venendo e io stavo esplodendo proprio in quell’istante. All’unisono stavamo godendo uno dell’altra e ci fermammo solo quando ormai entrambi avevamo raggiunto e superato l’apice. Le restai dentro in quel modo e lei mi bacio, mi accarezzava il viso e prese a piangere.
“Che succede Yami? Ti ho fatto male?”
“No anzi, mi hai fatto solo del bene. Mi hai fatto stare così bene e mi hai fatto godere come non facevo da un sacco di tempo”
Fui sollevato da ciò e le accarezzai il viso mentre lei inclinava la testa su di me.
Con questa nottata di sesso, perchè poco dopo si ricomciò a farlo, posso dire chiusi i dissapori passati, proprio come una coppia fa l’amore con tanta intensità dopo una litigata.
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