Lui & Lei

UNA SERA


di klik
04.02.2023    |    3.721    |    6 9.0
"-Mi piace il sapore dei miei orgasmi, ma ora la tua cagnetta farà il suo dovere- Si inginocchió sul tappeto tra le mie gambe, afferrando l’uccello con..."
Riporto di seguito, un racconto di un fatto accadutomi e postato alcuni anni fa con un altro nick.
UNA SERA
Lei mi aveva sempre attratto. Pur essendo una bella donna, non era una di quelle che incrociandole per strada attirino l’attenzione, ma emanava un fascino ed una sensualità incredibili; statura media, capelli castani fino alle spalle, belle gambe, un decoltè importante.
L’avevo conosciuta tramite amici e dopo una corte serrata e diversi tentativi andati a vuoto, ero riuscito a strapparle un appuntamento ed un invito a cena.
Era stata una piacevolissima serata: aperitivo, cenetta nel ristorantino giusto, dopocena in un locale con la giusta atmosfera, musica gradevole in sottofondo.
I soliti discorsi per conoscersi meglio, di cosa ti occupi, cosa ti piace insomma i soliti convenevoli e mentre la osservavo,non potevo fare a meno di sbirciare di tanto in tanto l’apertura della giacca del suo tailleur e la porzione di cosce generosamente esibita dalle gambe accavallate e , ad essere sinceri, credo che la cosa non le fosse sfuggita.
Ad un certo punto azzardo:
-Ti andrebbe di continuare la chiacchierata da me? Il bar è fornito, la musica non è male e la privacy assolutamente migliore- aggiungo con un sorriso accattivante.
-Volentieri! Pensa che te lo stavo proponendo un posto più tranquillo nel quale terminare la serata-
Una rapida corsa in auto ed arriviamo a casa mia. Saliamo in ascensore per raggiungere la mansarda nella quale risiedevo e nel raggiungere la pulsantiera per pigiare il tasto del piano, mi ritrovai col viso a pochi centimetri dal suo. D’istinto, senza premeditazione, avvicinai la bocca alla sua, sfiorando con la punta della lingua le sue labbra, ritraendomi
quasi subito, senza dare il tempo, a lei di reagire e a me di capire se la cosa l’avesse infastidita.
A volte ci si rende conto che le donne sanno come sorprenderci e stupirci. Arretrai appoggiandomi con le spalle alla parete dell’ascensore, senza staccare gli occhi dai suoi. La vidi allungare una mano verso la pulsantiera e bloccare l’ascensore.
-Non so se il fatto di aver bevuto un po’ più del dovuto, sia una scusa plausibile- mi disse, - Ma se questo dovesse essere il motivo, sono contenta di aver ecceduto-
Mentre parlava la vidi slacciare i bottoni della giacca, sotto la quale potei appurare non indossava nulla, portare le mani sulle cosce, sollevando la gonna oltre le autoreggenti, fino a scoprire le mutandine di pizzo nere, infilare i pollici sotto l’elastico sui fianchi, sfilarle con un agile movimento e mentre con una mano, con fare falsamente pudico coprirsi il pube, lanciarmele sul viso…
-Portami in casa- furono le sue parole mentre l’ascensore riprendeva la sua corsa.
Appena dentro, ancor prima di arrivare in soggiorno, la schiacciai contro il muro infilandole la lingua in bocca, ci baciammo come due affamati di sesso, i visi bagnati di saliva, le mani che si esploravano, mi stringeva il cazzo duro afferrandolo sopra i pantaloni, intanto la baciavo sul collo palpandole le tette e contemporaneamente, rovistandola tra le cosce.
Mi stringeva il cazzo e le palle fin quasi a farmi male, ansimava e rantolava, con le gambe divaricate mentre le succhiavo e mordevo i capezzoli, infilandole due dita nella figa.
-Continua non fermarti! Ti prego non smettere-
-Voglio sentirti godere troia!-
-Siiii ti vengo in manoooo-
Ansimava stretta tra il mio corpo e la parete, abbracciata a me con la testa appoggiata sul mio petto.Quasi un sussurro:
-Dammi qualcosa da bere, fammi riprendere-
Bevemmo qualcosa seduti sul divano, con un sottofondo musicale appropriato, scambiando poche parole, ma non erano necessarie, la voglia ancora da soddisfare e il desiderio erano tangibili nei nostri sguardi.
-Spogliati, ti voglio nuda- le dissi poco dopo.
Lei si alzó ponendosi di fronte a me che la seguivo seduto sul divano e quasi seguendo il ritmo delle note, inizió una danza provocatoria. Si accarezzava le tette, stingendole e strizzando i capezzoli turgidi tra i polpastrelli, spostavo lo sguardo dal suo corpo ai suoi occhi incrociando il suo sguardo. I gesti erano sempre più espliciti, mi stava mostrando quanto fosse compiaciuta nel fare la porca per eccitarmi… quasi ce ne fosse bisogno.
- Anche se lo intuisco- disse, posando lo sguardo sul rigonfiamento evidente sotto i miei pantaloni, -Fammi vedere quanto ti piace quello che vedi- Accompagnando le parole succhiandosi il dito che si era appena passata nel taglio della figa.
Mi liberai dei vestiti restando nudo, avevo il cazzo duro e le palle gonfie di desiderio.
-Ecco troia lo vedi bene ora?- Mi rivolsi a lei iniziando con un lento movimento a scappellare il cazzo scoprendo la cappella umida.
-Ti voglio così porco, Continua-
Così dicendo si liberó con fare lascivo della giacca, le belle tette piene con i capezzoli eretti, si giró sollevando la gonna a gambe divaricate, aprendosi le natiche in maniera oscena, mostrando il buco del culo e le labbra della vagina umide. Un dito umido di saliva tra le natiche a stuzzicare il buchino, piegata in avanti, dandomi le spalle ma con il viso rivolto verso di me.
-Continua, devi guadagnartelo il mio cazzo-
Si avvicinó liberandosi della gonna, nuda con solo le scarpe e le autoreggenti, il bacino proteso in avanti, le mani ad aprire le grandi labbra per scoprire il clitoride gonfio.
-Certo! Anche tu devi meritartela, guarda che cazzo ti ho fatto venire. Continua a segarti-
Così dicendo si liberó delle scarpe e salita in piedi sul divano, mi spinse contro lo schienale portando la figa sulla mia bocca.
-Leccami ! Scopami con la lingua, mi volevi troia? Si sono la tua troia, sono qui a figa aperta per te, fammi godere!-
Col cazzo in una mano e l’ altra che le esplorava il culo, le stavo leccando la figa, succhiavo il clitoride, farfugliando oscenità per quanto mi fosse consentito. Appoggiata con le mani alla parete, ansimava emettendo suoni rauchi alternati a gemiti di piacere, mentre roteava il bacino e sfregava la figa sulla mia bocca bagnandomi il viso del suo piacere.
-Siiii ancora! Leccamela, mangiamela ti vengo in boccaaa-
Con un urlo soffocato da una mano davanti al viso
-Si godi, ti bevo tutta- io di rimando.
Si accasció tra le mie braccia, abbracciandomi e baciandomi.
-Mi piace il sapore dei miei orgasmi, ma ora la tua cagnetta farà il suo dovere-
Si inginocchió sul tappeto tra le mie gambe, afferrando l’uccello con entrambe le mani. Scoprì il glande scappellando completamente il cazzo cominciando a a tormentarlo con dei leggeri colpi di lingua sotto la cappella, per poi alternare le leccate a momenti nei quali affondava la bocca fino ad inghiottirlo quasi tutto.
Poi scese a riempirsi la bocca delle palle gonfie e piene di sborra, continuando a segarmi.Ero quasi al limite, mentre mi sbocchinava, le afferravo le tette e le torturavo i capezzoli.
-Ora voglio la tua figa-
-Si dammi il cazzo non posso più aspettare, chiavami-
Seduta sulle mie gambe mi afferra il cazzo e lo fa scivolare nella figa fradicia, lo sento scappellarsi dentro di lei mentre le palpo e le lecco le tette stringendole i fianchi accompagnando i suoi movimenti.
Volevi il cazzo? Ora ce l’hai tutto dentro, te la riempio la figa-
-Si chiavami, dammelo, sono la tua puttana stasera, scopala questa figa!-
Ci accoppiammo come due animali infoiati, tra saliva sudore e umori.
Siiii ancora, spaccamela, fammi sentire vacca, riempimi di sperma, mentre ti sborro sul cazzo…-
Ci accasciammo sfiniti ansimando, assaporandoci e annusandoci, sapevamo di sesso.La presi per mano e la portai sul letto.Non parlavamo, ci accarezzavamo con delicatezza e con dolcezza in contrapposizione agli istinti che avevano preceduto quei momenti.
Appoggiata con la testa nell’incavo della mia spalla, con le dita seguivo i contorni del suo corpo. La bocca, il collo, la curva dei seni, sfiorando i capezzoli che rispondevano alle sollecitazioni. Più giù la curva dei fianchi, l’interno delle cosce, per poi risalire lentamente verso l’inguine.
Quasi fossero in sintonia, come un messaggio telepatico, mentre lei istintivamente schiuse leggermente le cosce, sentii lentamente riaffiorare il desiderio. La mano raggiunse la fessura ancora umida, raggiunsi con un polpastrello il bottoncino all’interno delle labbra.
-Mmmmmhhh- sentii il suo respiro trasformarsi in un lieve gemito di piacere e l’approvazione manifestata dal fatto che le suo gambe ora si stavano aprendo completamente.
Sentivo il clitoride ergersi mentre lo stringevo tra le dita, la sua mano nel frattempo aveva risalito la mia coscia e mi stava accarezzando i testicoli.
Il cazzo si stava indurendo nuovamente..
-Vedo che non sono l’unica a non essere ancora sazia- disse con un sorriso malizioso.
Ci guardavamo negli occhi quasi a carpire le rispettive emozioni. Le dita sul clitoride erano più decise, e la sua mano si era impossessata del mio uccello andando su e giù in maniera sempre più decisa.
I nostri respiri si stavano facendo affannosi, le infilai un dito in figa, scivolando agevolmente, poi un secondo e poi un terzo.Con tre dita nella figa la sentivo ansimare ad occhi chiusi mentre si mordeva le labbra. Ora mi scappellava il cazzo con veemenza stingendolo con forza.
Con le dita umide dei suoi umori, cominciai ad accarezzarla tra le natiche, il che non le dispiaceva affatto stando ai gemiti che le sfuggivano. Iniziai a penetrarla contemporaneamente con un dito nella figa e uno nel culo, mentre lei assecondava col movimento del bacino le mie perlustrazioni.
-Ho ancora voglia del tuo cazzo- disse in un sussurro.
-Ho voglia del tuo culo- le risposi.
Mi guardó e non parve quasi sorpresa dalla mia richiesta.
-Lo voglio anch’io, promettimi di fare piano-
Si mise a carponi , il viso rivolto verso lo specchio sulla parete a fianco del letto. Dietro di lei la vedevo che mi osservava attraverso l’immagine riflessa. Cominciai la lambire con la lingua il buchino tra le natiche, la sua mano nel frattempo era scivolata tra le cosce per masturbarsi. Le leccavo la figa e il buco del culo penetrandola con la lingua.
Poi la presi per in fianchi e scivolai nella figa che ormai era un lago. La guardavo nello specchio, la sua espressione sfigurata dal piacere, assecondava i miei movimenti venendomi incontro per farsi penetrare più a fondo.
-Si spingi più forte, di più! -
-Cosa vedi nello specchio!- le chiesi
-Una troia affamata di cazzo, sbattimi!-
-Adesso ti rompo il culo-
Mi sfilai dalla sua figa e appoggiai la cappella allo sfintere umido di saliva iniziando lentamente a spingere. Sentivo il suo buco del culo, prima contrarsi e poi rilassarsi, mentre aveva ripreso a masturbarsi.
La stavo dilatando lentamente, mi fermai per farla abituare a sentire la cappella, lei era in silenzio, sentivo solo la sua mano che continuava a torturare la figa.
Lentamente l’asta la stava penetrando, le stavo riempiendo completamente il culo.La sentivo cominciare ad assecondare i miei movimenti e il suo respiro farsi nuovamente affannoso.
-Siii muoviti lentamente, si così! Oddio che bello continua non fermarti-
Ce l’hai tutto dentro ora lo senti? Guardati ora nello specchio, vedi come sei troia, ti stai facendo rompere il culo-
Ora le spinte erano più decise ma lei non disdegnava sicuramente, stava godendo col cazzo nel culo.
Si fottimi, inculami, sono la tua vacca spingi rompimelo!
Ormai senza freni e senza ritegno la sbattevo forte facendola gemere.
-Siii più forte, fammi venire!!-
Si era abbandonata completamente prona stesa sul letto mentre io steso su di lei continuavo a pomparla nel culo.
-Sto venendo, sto godendo col cazzo nel culo, non sborrarmi dentro, ti voglio in bocca… Siiiii-
Quasi con un grugnito animale raggiunse l’orgasmo con le braccia allacciate dietro alla schiena per tenermi dentro di sè.
Mi sdraiai sul letto al suo fianco col cazzo durissimo. In un attimo si accovacció tra le mie gambe, cominció a prendermi in bocca il cazzo, leccando l’asta fino alle palle, sollevandomi le gambe per leccarmi tra le natiche.
Ero al limite il cazzo mi scoppiava.
-Ora chi la fa l’aspetti-disse con un sorriso malizioso.
Comincio a pomparmi il cazzo come un’ossessa, mentre sentivo che con un dito si apriva la strada tra le natiche e mi rovistava il culo.
Esplosi nella sua bocca una sborrata interminabile.Sollevó il viso si sdraió su di me e con la bocca imbrattata di sborra, mi bació in filandomi la lingua in bocca.
-Sai ? Ora farei una dormitina- disse sorridendo.

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