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Lui & Lei

Vino bianco


di PerseoBlu
25.06.2021    |    543    |    0 8.7
""Però il vino lascialo" e si china per darmi un tenero bacio sulla guancia, lasciandomi senza la voglia di replicare..."
"Ciao Katia! Vengo da un meeting di lavoro in città e ho pensato di vedere se eri a casa per un saluto. Ho portato anche il vino" alzo il braccio per mostrare la bottiglia alla videocamera del citofono. Un Riesling, un bianco profumato e deciso che so essere la tipologia che predilige.
Davanti a me un palazzo elegante e moderno appena fuori dal centro. L'affitto è piuttosto esoso, ma non per Katia il cui padre è uno dei commercialisti più in vista della provincia. Lei lavora a malincuore nello studio paterno, forzata dal genitore a fermare sul nascere la carriera nel campo della psicologia, vera sua passione.
Spingo lo spesso portone vetrato dell'ingresso e chiamo l'ascensore. Mentre salgo mi accorgo che la bottiglia che ho in mano gocciola dappertutto a causa dello sbalzo termico. L'estate è arrivata e si fa sentire. Fortunatamente la segretaria del cliente precedente mi ha in simpatia e un paio di ore fa si era mostrata disponibile ad accontentare quella strana richiesta di mettere al fresco una bottiglia di vino.
Pregustavo questo incontro già dalla scorsa settimana, quando avevo saputo che Katia sarebbe stata sola a casa per una quindicina di giorni. Il futuro marito era occupato in qualche cantiere all'estero.
Non avevo mai capito cosa ci trovasse in lui, un bravo ragazzo ma così male assortito con Katia, ragazza profonda, colta e con tante ambizioni. Eppure in passato li avevo anche aiutati quando avevano avuto momenti di difficoltà, perché provavo un sincero affetto per Katia e vederla star male era l'ultima cosa che volevo.
Non faccio in tempo ad uscire sul pianerottolo del quarto piano che mi spalanca la porta con un'espressione sorpresa. "Ma cosa ci fai qui?" chiede con un accenno di vergogna. "Te l'ho detto sono passato a salutarti" "Sei fortunato, sono tornata da poco dallo studio. Però ho poco tempo perché devo prepararmi per andare a cena dai miei" in un attimo è diventata sbrigativa. Non mi lascio abbattere. "Prepararti? A me sembri già pronta" Effettivamente. Maglia beige di raso, jeans a vita altissima e ai piedi dei sandali neri aperti appena in punta con tacco a spillo. Femminile senza essere eccessiva, Katia è sempre molto elegante e pulita nel suo stile, quasi pudica, considerando i suoi 27 anni. I lunghi capelli dorati e la pelle candida contribuirebbero ad una sorta di richiamo angelico, se non fosse che l'abbondante metro e settanta e la quinta misura di seno rendono il suo fisico una bomba. Nella mia immaginazione perversa la vedo come una Venere botticelliana, slanciata ma non esile, le forme prosperose, il seno florido, lo sguardo sognante.
"Eh se devo vedere i clienti devo essere elegante!" fa per giustificarsi. "Non ti devi giustificare Katia, stai benissimo." Sentite queste parole si rilassa e va in cucina a prendere due calici e il cavatappi.
Mi accomodo al tavolo e mentre apro la bottiglia la incalzo: "Quindi mi stai dicendo che non mi farai usare la tua bellissima cucina per preparare la cena?"
"No asino, ti ho detto che mi aspettano i miei. E non ci posso andare così, vorrei essere un po' più rilassata!"
"Ok ok vado via anche subito se vuoi" le dico semiserio mentre brindiamo con lei ancora in piedi davanti a me.
"Però il vino lascialo" e si china per darmi un tenero bacio sulla guancia, lasciandomi senza la voglia di replicare.
Finalmente si siede e qualche convenevole e un paio di bicchieri dopo il mix tra vino e afa inizia a fare effetto. Katia si toglie rumorosamente le scarpe e allunga le gambe verso di me. "Questo caldo mi fa gonfiare tantissimo i piedi". Il mio sguardo si sofferma sullo smalto. Un verde molto scuro, di certo non convenzionale. Mi sento ribollire, la camicia incollata alla schiena. "Ma questo appartamento super all'avanguardia non dovrebbe essere anche fresco?" dico con un finto lamento. "Sei tu che non reggi il vino. Perché non ti togli la camicia?"
Già, perché. Sono spiazzato. "Non fare il finto tonto, so che idee hai. Mi hai già conquistata con questa visita a sorpresa. Dai, fammi vedere i tuoi muscoli" A questa richiesta esplicita non mi faccio pregare e mi tolgo la camicia. Katia si alza in piedi avvicinandosi. Le sue mani morbide mi accerezzano il petto, le braccia, il torace, come un'artigiana intenta ad apprezzare la merce che ha comprato. La prendo e la bacio con passione. Sento il sapore fresco e dolciastro del vino mentre mi strofina energica il rigonfiamento della patta. Non resisto molto e mi calo pantaloni e mutande in un attimo, poi prendo a spogliarla. Comincio con la maglia e il reggiseno. È stupenda con il seno nudo e addosso solo i jeans stretti a vita alta.
Mi porge il petto invitandomi con le mani a favorire, non mi faccio pregare e inizio a leccare e succhiare come un affamato a cui hanno portato i frutti più deliziosi che esistano. Quasi non mi accorgo che si è tolta tutto. Sento il suo sesso bagnato e inizio ad usare le dita per esplorarlo in tutti i modi che conosco. Ansimante, Katia si lascia trasportare completamente nella viziosità del momento.
La sollevo contro la parete e lei con la mano mi indirizza il cazzo. La penetro in modo molto deciso, come a voler farle percepire ogni centimetro della mia carne, mentre grugnisco prendo a morderle il collo e l'orecchio e Katia geme come una scolaretta, in balia della mia foga animalesca.
Sento di essere vicino all'orgasmo ma voglio che sia prima lei a venire, così dopo gli ultimi colpi scendo per darle piacere con la bocca. Le labbra sono gonfie e quasi fluorescenti rispetto alla pelle pallida dell'inguine. Esploro tutte le pieghe della sua figa depilata quando con uno scatto improvviso si gira porgendomi il culo e tirandomi per i capelli tra le sue natiche. Impazzisco per questa sua iniziativa e con la lingua mi metto a lappare disperato il suo buchetto roseo, i suoi gemiti si fanno più acuti fino a che viene attraversata dal piacere e si contrae convulsamente. Allora mi rialzo e punto l'asta sul buco ben lubrificato, entrando senza particolare sforzo in quel canale dalla temperatura bollente. "Piano" mi ordina. Qualche spinta lenta è sufficiente per farmi raggiungere l'apice e ritraendomi le vengo copiosamente sul solco. Madidi e intontiti, ci buttiamo letteralmente sul divano di pelle. Curiosa, Katia lancia l'invito: "che ne dici di venire a cena dai miei?" Ancora inebetito, senza pensarci troppo le faccio "Prima però devi farmi fare la doccia." Lei si tira in piedi di colpo "La facciamo insieme." La visione di lei nuda che cammina leggera sul parquet mi restituisce forza sufficiente, così mi alzo e la seguo verso la zona notte.
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