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Ti piace il Bondage? (prima parte)


di Membro VIP di Annunci69.it Grey-Heron
21.01.2023    |    5.277    |    7 9.0
"Non ricordo come avessi impostato l’annuncio, solo in altra occasione mi fu detto che fu la foto in giacca e cravatta ad attirare la sua attenzione..."
Prima Parte
Correva l’anno del Signore 2007, anzi lasciamo stare l’Altissimo e diciamo che correva l’anno di San Sebastiano e tutti immaginiamo il perché.

Stavo curiosando a notte fonda in un sito di incontri, misto. Il sito mi piaceva perché oltre ad essere frequentato da coppie, poche singole e tanti singoli, molti dei quali erano etero curiosi in cerca di altri maschi. Il sito ha chiuso parecchi anni fa. Non era impostato per raccogliere pubblicità o richiedere abbonamenti. Da qui il fallimento.
Recentemente ho digitato sulla tastiera per vedere se fosse stato ripristinato.
No, la home page era stata aggiornata con una immagine geometrica molto bella direi, quasi elegante, stile Art Deco. Ma un avviso indicava che il sito era in vendita.
Peccato, perché i maschi che bazzicavano il sito erano in genere etero curiosi come ho già detto e mi ha fruttato qualche bella avventura.
Ancora la mandria gay dichiarata non lo aveva scoperto.

Mi arriva un messaggio. Solite parole di circostanza come introduzione. Poi il tono cambia. La foto, una soltanto mostrava due bei pettorali scolpiti. Siccome il pettorale scolpito e altre fasce muscolari ben definite mi attizzano parecchio, porto avanti il colloquio conoscitivo.
Puntualizzo qui che nel mio profilo avevo due foto che mostravano la mia corporatura e una in giacca e cravatta. Non ricordo come avessi impostato l’annuncio, solo in altra occasione mi fu detto che fu la foto in giacca e cravatta ad attirare la sua attenzione. Praticamente davo un senso di sicurezza.
Poi capirete il perché i pettorali cercavano sicurezza.

Qui lo chiamerò Paolo ma non è il suo nome. Iniziammo a chattare del più e del meno.
Era lui che portava avanti la conversazione scritta. Lui inquisiva velatamente, ma lo faceva come se volesse indagare per come io fossi.
Poi il domandone: < Ti piace il Bondage? Ti interessa?>

Gli rispondo che ne sono totalmente estraneo anche se mi incuriosisce ma che dovrei iniziare da zero e qualcuno dovrebbe insegnarmi e capire bene se lo volessi veramente fare e poi, con chi?

Mi risponde senza mezzi termini che se fossi libero domani pomeriggio tardi verso le 18:30 mi vorrebbe incontrare in un certo bar per conoscerci e li mi avrebbe spiegato tutto.

Il traffico della città è pesante alle 18:00 e dintorni; chi esce dalla città dopo il lavoro e chi ci entra dal lavoro. Il bar si trova in una piazza lontana dalla mia zona dove vivo.
Mi destreggio in motorino tra le macchine e i pedoni che attraversano senza guardare. Raggiungo il posto in tempo come convenuto. Indosso un giaccone verde e Jeans.
E’ autunno. Parcheggio il mio SH150 grigio e mi tolgo il casco bianco. I colori che gli avevo descritto, dato che non voleva ancora scambiare i numeri di cellulare.
La piazza è rotonda con nel mezzo un parco alberato e quattro ingressi della metro ad ogni punto cardinale. Sono un poco in apprensione, non so in che guaio mi sto andando a cacciare. Forse è uno che mi vuole legare e poi picchiare, forse sul più bello potrebbe anche andare giù di testa. Che ne so che cosa cerca.
Penso che forse sono ancora in tempo per saltare sul mio motorino e darmela a gambe.

Sto mettendo il casco nel bauletto quando vedo un tipo appoggiato alla ringhiera della Metro che mi osserva. Lo guardo. Sembra essere un bel marcantonio, alto come me, ben piazzato, atteggiamento da maschio. Fissandomi si avvia verso di me.
Mi chiede se sono (nome) mi allunga la mano. Piacere, Paolo.
Ci guardiamo negli occhi per pochi secondi e ci sembra di essere abbastanza tranquilli entrambi. I famosi sette secondi di empatia.

Mi invita ad entrare e mi dice che sarò suo ospite e che questo bar è famoso per fare ottima cioccolata calda e pasticceria. L’ambiente è molto viennese. Insolito per questa città dove vivo da circa sei anni. Una città che in fatto di locali manca di buon gusto.
Mi sorprende anche il fatto che un tipo come lui abbia scelto un locale tradizionale.
Ci sediamo ad un tavolino all'interno.
Lui ordina una certa cosa che qui fanno molto bene e ce la gustiamo senza alcun accenno al motivo del nostro incontro anche se ammetto mi sento sotto osservazione.
Paolo ha un bel volto maschio, quasi da duro, mascella quadrata, occhi chiari, capelli cortissimi, quasi rasato. Mi dice che ha trentotto anni. Pure le mani sono belle e forti.
E dopo aver visto i pettorali in foto sono certo che sotto i vestiti ci sia del muscolo guizzante. Potrebbe essere l’uomo forte che ti abbraccia e ti protegge. Oppure potrebbe essere il maschio che ti lega, ti fa soffrire dolori fisici per soddisfare il proprio sadico piacere. Non so dove stiamo andando a parare qui.

La cameriera, una ragazza piuttosto carina ci serve l’ordinato.

Mi chiede la conformazione della casa. E qui ho un brivido. Gli spiego che abito al piano terra di un condominio con cortile condominiale e che una parte di esso delimitato da una cancellata fa parte del mio monolocale.
Dal cancelletto si accede alla porta di ingresso a vetri.
Il monolocale è diviso in zona notte e giorno, angolo cucina, che dà su un disimpegno verso il bagno, nuovo, con doccia.

< Ok, se vengo da te sarai vestito in giacca e cravatta. Tieni comunque una cravatta a portata di mano accanto ad una giacca, un abito. Decidi tu>.

Penso che Paolo stia preparando un gioco di ruolo e temo che il malcapitato sarò io.

< Dalla strada ti farò un trillo di telefono. Tu, terrai le porte socchiuse e buio quasi totale in casa. Io entrerò furtivamente come fossi un ladro. Tu mi attenderai nascosto nel buio di casa tua>.

La sua voce è calda ma decisa. Mi parla in modo quasi imperativo.

< Dopo che sarò entrato mi aggredirai alle spalle, poiché ho violato casa tua. Io cercherò di liberarmi di te. Lotteremo, finiremo a terra continuando a lottare. Ti avviso che la lotta tra due uomini può essere molto eccitante ed erotica. Mi piace essere aggredito, mi eccita>.

< Non ti preoccupare, non userò la forza contro di te, non ti farò del male. Anche se potrei dato che faccio arti marziali.> esclama.

Paolo mi guarda dritto negli occhi. I suoi sono chiari e limpidi. E si apre in un sorriso rassicurante. Allunga la sua mano sulla mia. Ci batte sopra due volte.

< Tranquillo, non voglio farti del male. E’ un gioco e mi serve il tuo aiuto. Ma se non ti và dimmelo subito. Non voglio forzarti >.

< Ok Paolo, continua. Penso che tu possa insegnarmi altre cose. Se vedo che vai troppo in là, ci fermiamo >.

Si sta creando un feeling to reciproca complicità. E’ lui a condurre il gioco ovviamente. Una eccitante novità per me. E poi, vi immaginate io addosso al muscoloso, avvinghiato a lui per immobilizzarlo? Sentire i suoi muscoli tra le mie mani?

< Lotteremo per un po' e io farò in modo che tu mi sovrasterai. Mi piace soccombere. Mi legherai i polsi con la cravatta e io sarò immobilizzato da te >.

Penso che il gioco inizi a piacermi.
Gli chiedo, per rompere il discorso, delle sue arti marziali e ne parliamo per un po'.
Sembra essere una persona molto tranquilla. Mi dice che fa palestra ed è piuttosto fisicato. Mi accenna brevemente ad un lavoro di tipo Hi Tech. Mi dice che quando non va in palestra si allena in casa dove ha installato una scala svedese che usa anche per altre cose e mi fa un sorrisetto malizioso. (Ne parleremo più avanti).
Più continuiamo a parlare e più mi sento tranquillo di portarmi in casa questo estraneo.

< Dopo che mi avrai immobilizzato i polsi con la cravatta, apri lo zainetto. Io sarò immobile sul pavimento. Estrai qualche corda di seta e una benda di stoffa nera. Mi benderai gli occhi. Mi legherai le caviglie ben strette. Io sarò immobilizzato e inerme sotto il tuo controllo. Voglio che tu prenda il controllo di me. In questo caso, tu dopo la lotta sarai un poco stanco e vorrai decidere che fare di me. Prenditi tutto il tempo che vuoi. Sarò io a godere di tale situazione. Il mio piacere sarà che tutto questo mi porterà a ricordare episodi della mia vita di cui un giorno ti parlerò. Sarò io la vittima >.

Fuori si è fatto buio. Clienti entrano ed escono dal bar-pasticceria. I tavolini attorno a noi sono abbastanza distanziati e le poche persone sedute non sentono i nostri discorsi che facciamo a bassa voce, ora, in totale complicità.
Gli chiedo che cosa si aspetta dopo che l’ho immobilizzato a terra.

< Niente, mi lasci a terra e ti prendi il tempo che vuoi. Sicuramente ti verrà in mente qualche cosa e sarà l’attesa ad essere eccitante per me, la curiosità di immaginare che accadrà dopo>.

Gli chiedo fino a che punto posso avventurarmi dal punto di vista erotico.

< Ti piacciono i muscoli vero? Ebbene qui da me ne trovi di belli tosti. Mi puoi spogliare, denudare, toccare accarezzare, massaggiare, leccare, annusare, segare, adorare, sempre tenendomi bendato e legato. Anzi, dovrai farlo. Io sarò il tuo giocattolo.
Ad un certo punto quando vuoi tu, mi toglierai la benda.
Mi eccita l’uomo in giacca e cravatta e tu lo sarai.
Tu deciderai cosa fare di me e godere di me.>

< Mi puoi spostare sul letto, sul divano. Dovrò sentirmi come se tu abusassi di me.
Un misto di forza, abuso, sopruso quasi violenza. Dove e come vuoi tu.
L’unica cosa che non ti permetto di fare sarà di baciarmi in bocca, di non ciucciarmi il cazzo che sarà duro e soprattutto di non toccarmi il buco del culo. Se lo farai io mi libererò dei legacci e ti massacrerò di botte>.

Il suo sguardo si fa duro e le mascelle si irrigidiscono. Mi fissa

< Guarda che non scherzo, posso e so come farlo. Patti chiari?>

< E già che ci siamo niente profumi addosso o essenze in casa, tipo incenso.
Nemmeno la musica. Solo il silenzio e noi due.>

< Inoltre; nessuno dei due parlerà per tutto il tempo. Saremo due estranei come se non ci conoscessimo.
Tutto quello che faremo sarà sempre in silenzio nella penombra di casa tua.>

Rispondo che è chiaro e che rispetterò le regole.
Poi mi parla della parola chiave, la parola di sicurezza. La decidiamo anche ora e sarà la stessa per sempre tra noi due. La sceglie lui e mi viene da pensare che sia la stessa che lui usa in altre occasioni per altri giochi. In caso di emergenza, malore, qualsiasi cosa, pronunciando la parola chiave, si interrompono i giochi.
Non lo sapevo e mi sembra una cosa sensata.

< Assolutamente vietato l’uso di stupefacenti o sostanze chimiche. Dobbiamo essere ben consapevoli. Qui sta comunque il plus. Dobbiamo entrambi vivere una esperienza con la testa. Sta tutto nelle nostre emozioni interiori.>

Siamo entrambi accanto al mio motorino, sto armeggiando con il casco bianco.
Paolo mi guarda.

< Allora, oggi è giovedi. Ok da te per martedi sera ore 22:000?>

Digita mio indirizzo e numero cellulare sul suo. Mi chiama e cosi posso registrare il numero.

< Guarda che non sei tu quello che deve aver paura di portarsi un estraneo in casa ma sono io che dovrei averne andando in casa di un estraneo e farmi legare.
Ma ora ci conosciamo, No?>

Ci diamo la mano. Ciao a martedi.

Segue seconda parte.
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