Gay & Bisex

Escort 2


di Zibibbo2
29.10.2022    |    5.639    |    3 9.1
"È un uomo di sessant'anni, ma si definisce giovanile..."
Dopo l'incontro con Alberto, David non ha più visto nessuno.
Ha lasciato i soldi dentro una scatola, in camera. Ogni tanto sfiora il coperchio con due dita, come se il contenuto fosse un mistero o una sorpresa; o forse come se lì dentro ci fosse la ragione di tutto. Ma è così? Di fatto lui di quei soldi non ha bisogno; gli piace l'idea dirsi che così può "arrotondare" il suo stipendio, che potrebbe permettersi degli sfizi oppure potrebbe addirittura conservarli per un viaggio... ma la verità è che non l'ha fatto per questo. Non sono i soldi, ad averlo spinto a prostituirsi.
Quando Alberto se ne è andato, David è tornato in camera e si è steso a letto. Si è tolto i boxer e ha iniziato a masturbarsi, quasi in trance, ripensando a quanto era accaduto, al cazzo di lui che lo penetrava, al suo sguardo ferino e privo di affetto ma profondamente eccitato, alle sue mani che lo stringevano; ha ripensato agli spunti in bocca ricevuti ed è venuto, con un'intensità inusuale per lui. Gli schizzi di sperma gli sono arrivati a metà del petto, e dopo aver eiaculato ha continuato a toccarsi, e il piacere non ha accennato a interrompersi. Poi è rimasto lì un po', sul letto, nudo, e non ha pensato a nulla.
Dopo un paio di settimane, però, il ricordo di quell'orgasmo potente lo tormenta. Mai, mai aveva goduto così. Per cercare di capire e mettere ordine ai suoi pensieri, aveva mandato un messaggio a un amico che ogni tanto lo scopa e gli aveva chiesto di vedersi. Non voleva vedere altri sconosciuti, e una trombatina con lui gli era sembrata un modo per fare ordine, per distrarsi. Come al solito Fabio gli aveva detto di sì, dimostrandosi stupito solo per qualche attimo del fatto di sentirlo dopo un po’ di tempo. Lo aveva montato a pecora, masturbandolo mentre lo stantuffava e toccandogli i capezzoli, il suo punto più sensibile. Gli era venuto dentro e dopo il suo orgasmo si era preoccupato del suo piacere; e dopo il sesso erano rimasti per un po' a letto a chiacchierare, scambiandosi qualche coccola. Era stato bello.
Ma mentre guidava tornando a casa, aveva capito che no: non aveva niente a che fare con l'incontro con Alberto.
E quindi, eccolo di nuovo qui, con la app attiva sul cellulare, a rispondere ai messaggi degli utenti. Sono una ventina, più o meno, alcuni anche piuttosto vecchi dato che non accede da due settimane. Risponde a tutti sapendo che per la maggior parte sono segaioli in cerca di foto e di qualche chiacchiera, ma sente anche l'eccitazione che gli sale. Mentre sta rispondendo agli ultimi messaggi, uno riscrive a sua volta. È un uomo di sessant'anni, ma si definisce giovanile. Gli spiega che ha una relazione aperta con il suo compagno e che quindi cerca spesso compagnia; a volte, per rendere più piccante la cosa, gli piace pagare qualche ragazzo giovane. La cifra che chiede David gli sembra onesta. E poi gli domanda se sarebbe disponibile ad andare a casa sua, adesso, visto che è da solo. David risponde che preferisce ospitare da lui, quindi l'uomo, che dice di chiamarsi Franco, risponde: "Posso essere da te fra mezz'ora. Riesci a prepararti?"
Il campanello suona; questa volta David si è evitato tutta la pantomima dell'aspettare fuori, dell'attendere... ha capito che sono altri i particolari che contano. Attende Franco sulla porta. È un uomo molto alto e massiccio, che porta bene i suoi sessant'anni; pur essendo ampiamente stempiato, ha un viso giovanile.
"Sei un bel tipo, come immaginavo", gli dice, entrando.
David gli sorride. "Accomodati. Vuoi bere qualcosa?"
"Certo. Cos'hai?"
"Se vuoi, una birra."
"Va benissimo."
Franco si siede sul divano e David arriva subito con la birra in bottiglia, già aperta. "Tu non la prendi?" Lui scuote la testa, quindi Franco la accetta e, con un cenno del capo, gli dice: "Siediti qui."
Così si siede accanto a lui. "Sai, non ti avevo mai notato sul sito. È da molto che lo fai?"
"No, onestamente no. Spero non sia un problema per te."
Franco sorride, ignorando la risposta, con la mano libera gli tocca una coscia. "No. Posso?"
"Certo, puoi fare quello che vuoi." On line, gli aveva spiegato che preferiva prendere lui l'iniziativa, e quindi lo lascia fare.
Continua ad accarezzarlo, a volte spingendosi quasi al pube, per poi tornare sempre indietro subito, in un misto di rispetto ed eccitazione che a David non dispiace per niente. "Ti va di spogliarti per me?"
David si alza, si piazza di fronte a lui. Scalcia le scarpe, si toglie i pantaloni. Lo fa con movimenti lenti, e cerca con lo sguardo Franco: lo starà facendo nel modo giusto? Sarà eccitante, per lui? Lui sembra gradire, lo osserva sornione e ogni tanto sorride appena. David ha un attimo di esitazione prima di togliersi la maglietta, sa di non avere un fisico scolpito; tuttavia ha mandato le sue foto e quindi l'altro sa com'è. Toglie anche quella, e poi i calzini: rimane in boxer davanti a lui, e di nuovo torna la sensazione di essere in balia dell'altro, di non poter più decidere del proprio corpo.
Con un cenno del capo, Franco sussurra: "Togli anche quelli, voglio vederti il cazzo."
Si afflosciano a terra.
Non sa dove mettere le mani, rimane fermo e nudo davanti a lui.
"Ora masturbati per me."
Si tocca il pisello ancora molle e lo stringe con la destra. Inizia a muovere piano la mano, avanti e indietro, avanti e indietro, e lo avverte inturgidirsi: questo lo eccita non poco, anche perché Franco lo guarda come ipnotizzato. Il suo bel cazzo è duro, ora, e con la punta delle dita indugia sul glande, avvertendo piccole scariche di piacere che vibrano veloci.
"Vieni qui, mettimelo in bocca."
Si avvicina. Franco lo tira a sé tirandolo per il culo, apre la bocca e inizia a succhiare. Lo fa con gusto, prima concentrandosi con la lingua sulla cappella, e poi prendendolo tutto in bocca. Ogni tanto lo fa uscire e ci sputa sopra, poi riprende. Lo tiene piuttosto fermo e vicino a sè. Ma succhia con avidità, cercando con la lingua tutta la lunghezza dell’asta e rimettendoselo in bocca, come volesse soffocare. All'improvviso si stacca.
"Ho voglia di mangiarti il culo. Mettiti sul divano."
David non vorrebbe ammetterlo, ma gli piacciono gli ordini secchi di Franco: con la sua voce scandisce le fasi del rapporto, senza fronzoli. L'uomo si spoglia completamente, e rivela un corpo appesantito e peloso, di cui sembra non curarsi. Tra le gambe, sotto la pancia prospicente, penzola un cazzo piuttosto grande ma non in erezione. Lo fa mettere in ginocchio sul divano, gli fa appoggiare le mani sulla spalliera in modo da mettere bene in evidenza il sedere. Poi affonda la faccia in mezzo alle natiche e con la lingua cerca immediatamente il buco.
"Allarga bene le gambe."
David obbedisce, e sente che Franco esplora con la lingua tutta la zona del perineo; gli piace e inizia a desiderare di essere penetrato da quell'uomo che ha appena conosciuto e che gli lascerà, prima di andare via, dei soldi per averlo usato. Oltre a continuare con la lingua, gli mette anche le mani sul corpo; gli tocca il cazzo e il petto, percorre le gambe.
Si stacca solo per dire: "Ti piace, eh, troia?" anche perché David fatica a trattenere i gemiti. Gli piace, avverte brividi di piacere che si propagano dall’anno fino ai piedi, con scosse regolari ma intense. Spera che Franco continuerà ancora per un po'... e invece.
"Adesso ti scopo, troia", dice staccando la faccia. "Dove hai i preservativi?"
David cerca di ricomporsi, anche se vorrebbe che il rimming continuasse sa che non è nella posizione di poter decidere. Si alza e prende la confezione da un cassetto. Gli porge anche il lubrificante.
"Non credo servirà, sai..." ghigna Franco. "Rimettiti come eri".
David non fa in tempo a pensare se è mai stato scopato senza lubrificante, forse con il suo fidanzato sì, di certo non con Fabio, ma è confuso, sente le gambe un po' molli per il piacere che ha provato, la mente persa nel desiderio di quanto sta accadendo... si mette di nuovo sul divano, obbedendo agli ordini.
"Adesso ti scopo, troia", ripete Franco. Si avvicina da dietro, appoggia la punta del suo grosso cazzo (che nel frattempo ha raggiunto l'erezione) al buco e spinge, di colpo. David si sente aprire, le fitte di dolore si scaricano come una morsa fino al perineo e risalgono. Gli scappa un gemito piuttosto forte, che Franco scambia per apprezzamento e inizia subito a montarlo. Lo tiene fermo per le spalle e spinge il cazzo dentro, stantuffando; David è in sua balia e sente mancargli le gambe, si chiede si sanguinerà e se l’altro gli ha lacerato la pelle, e mentre lo pensa sente, in una zona remota del suo cervello, il piacere che lo invade, la goduria di essere sottomesso ed essere in possesso di un uomo che lo sta usando come uno sfogo.
“Girati”. Franco esce di colpo e David si sente come svuotato; quasi in trance si mette pancia in su, e mentre realizza che non sono neppure andati in camera e che si sta facendo scopare sul divano, l’altro gli prende le gambe e se le appoggia sulle spalle; poi, come era prevedibile, rientra dentro di lui con foga. Questa volta però i muscoli sono dilatati, e David si gusta la penetrazione. L’altro gli tocca il petto e continua a ripetere “Ti piace, vero, puttana?” e lui risponde “sì”, “sì certo”. “Allora adesso ti riempio di sborra”.
Con un grugnito viene.
Non sfila subito il cazzo, ma si appoggia con la pancia prospicente alla sua. Poi, forse per la prima volta, lo guarda davvero negli occhi. “Tu vuoi venire?”
David scuote la testa, pentendosi subito della risposta; ma l’altro esce e inizia a ricomporsi. David gli indica il bagno e lo ringrazia.
Prima di uscire di casa, gli dà la cifra pattuita. “Posso baciarti?” gli chiede poi.
Nuovamente David scuote la testa. Così lui sorride. “Ti richiamo, se avessi bisogno di sfogarmi”.
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